domenica 5 giugno 2011

Origini di Mantova, e altre leggende e curiosità

02 Giugno 2011 - Società E Cultura


Mantova La città dei Gonzaga
di Ruggero Romeo

Mantova è una città di origine etrusca intorno alla cui fondazione si sono addensate diverse leggende. L’Indovino tebano Tiresia secondo la tradizione greca avrebbe avuto una figlia Manto che, fuggita da Tebe, sarebbe arrivata nel territorio palustre della nostra penisola ove avrebbe creato con le sue lacrime un lago dalle acque miracolose.
Infatti si tramanda che chi le beveva poteva diventare un profeta. Si aggiunge anche che Manto avrebbe sposato Tybris (il Tevere) con il quale avrebbe generato Ocno che sarebbe stato il fondatore della città cui avrebbe dato il nome di Mantua in onore della madre. Altri sostengono che il nome deriverebbe da Manth, uno degli dei etruschi.

La prima versione forse è la più credibile perché riportata nella Eneide di Virgilio, versione ripresa da Dante Alighieri nel XX Canto dell’Inferno nel quale il poeta, che insieme con Virgilio incontra gli indovini, fa una descrizione della zona in cui sorge Mantova. Comunque il centro etrusco ha il suo primo sviluppo nel VI secolo a.
C.. Nel 214 a.C. viene occupato dai Romani per essere poi saccheggiato da Alarico, conteso da Bizantini e Longobardi fino a passare sotto il dominio della Contessa Matilde di Canossa, la “Gran Contessa” (1046-1115) che è stata signora di vasti domini in Toscana, Emilia, Lombardia ed Umbria.

Matilde è stata una eminente figura della storia di quel periodo. Figlia ed erede di Bonario III, devotissima della Chiesa, ha avuto anche una parte cospicua nella storica “lotta delle investiture” fra Impero e Papato. Mantova si è poi costituita in Comune partecipando alle due “Leghe Lombarde” e respingendo in questo periodo gli assalti del feroce Ezzelino.

I Bonacolsi l’hanno tiranneggiata dal 1272 fino a quando è passata sotto il dominio dei Gonzaga (dal 1328 al 1707) cui deve la sua storia più gloriosa. Nel 1708 è passata sotto il Ducato d’Austria per essere poi coinvolta nel periodo napoleonico in tutte le vicende della Lombardia. Dal 1815 si è inserita nel Regno Lombardo Veneto e nel 1859 si è unita al Veneto per passare con quest’ultimo al Regno d’Italia nel 1866.

Prima di illustrare le bellezze architettoniche della città è interessante ricordare alcuni personaggi ad essa legati, fra tutti Virgilio nato nel 70 a.C. e la cui vita è sintetizzata nella frase “Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Partenope, cecini pasqua, rura, duces”. Fra gli altri menzioniamo Longino, martirizzato nel 37, Matilde di Canossa, già ricordata, Leon Battista Alberti, architetto e scrittore, Tito Speri, patriota, Jacquet da Mantova detto anche Jachet da Mantoue, compositore, Gilberto Govi, fisico e patriota, Publio Virgilio Marone, poeta, Gorni Kramer, compositore e Giulio Turcato, pittore.

Ma una delle vicende che ha coinvolto un gran numero di mantovani è stata quella tristemente celebre dei “Martiri di Belfiore”, una delle più nobili e sacre pagine del nostro Risorgimento. Nel Vallo o Spalto di Belfiore a Mantova sono stati infatti sacrificati moltissimi giovani congiurati che si opponevano all’Austria per tentare di realizzare l’Unità d’Italia dopo l’infelice epilogo della guerra del 1848-1849.
A Mantova in quel tempo facevano parte di queste società segrete fra gli altri Don Enrico Tazzoli, Montanari, Tito Speri e Grazioli che con tanti compagni sono stati impiccati proprio a Belfiore.

Ma per tornare a Mantova va detto che la città è ricca di monumenti insigni. Il Duomo, Cattedrale di San Pietro, risale al 1300 circa, è in stile romanico con aggiunte gotiche e sorge ove era stato eretto un tempio paleocristiano andato distrutto per un incendio. La ristrutturazione è stata fatta nel 1545 da Giulio Romano che in molti punti si è ispirato alle Basiliche Paleocristiane.
Qui è conservato sotto l’Altar Maggiore il corpo di Sant’Anselmo da Baggio, patrono della città.

Leon Battista Alberti ha progettato nel 1472 la Basilica di Sant’Andrea la cui ultimazione risale al 1530. La Cupola si deve a Filippo Juvarra mentre in una Cappella è stato inumato Andrea Mantegna. Giovan Battista Bersani ha progettato la Basilica Palatina di Santa Barbara commissionatagli dal Duca Guglielmo Gonzaga nel XVI secolo.
Va sottolineato che gran parte delle costruzioni monumentali di Mantova si devono a questa famiglia che ha sempre governato con capacità e discrezione.

La Chiesa più antica della città è la “Rotonda di San Lorenzo” realizzata durante il dominio della casa di Canossa nell’XI secolo. Essa dopo varie vicissitudini, è stata riportata agli antichi splendori su progetto di Leon Battista Alberti ed infine nella prima metà del XX secolo ha avuto la definitiva destinazione a Famedio dei caduti mantovani di tutte le guerre.
La Chiesa di San Barnaba è stata realizzata nel 1263, ma ha subito diversi interventi fino alla definitiva sistemazione nel 1737 ad opera di Antonio Galli da Bibbiena.

La Chiesa di Santa Maria del Gradaro, realizzata intorno al 1260 in stile romanico-gotico, è stata eretta nel punto in cui è stato martirizzato San Longino il Centurione Romano cui va il merito di aver portato a Mantova il preziosissimo sangue di Gesù che vi si conserva.

La Chiesa di Santa Maria della Vittoria è stata realizzata nel 1496 per celebrare il successo dei Gonzaga a Fornovo contro Carlo VIII. Questo sacro edificio conservava la “Madonna della Vittoria” di Andrea Mantegna che, trafugata da Napoleone, è oggi al Louvre.

La Chiesa di San Maurizio ha all’interno tele di Ludovico Carracci, di Geffels, di Denys e di diversi altri autori secenteschi. Moltissime altre Chiese sono state costruite nei vari quartieri della città che ha anche avuto la Sinagoga Norsa Torrazzo che dopo la demolizione è oggi stata ricostruita in via dei Govi perfettamente identica alla originale.

Molte costruzioni civili si possono ammirare in tutta Mantova fra le quali va citato il Palazzo Ducale che è il risultato dell’assemblaggio di molti edifici collegati fra loro che sono stati fatti realizzare per la maggior parte dai membri della famiglia Gonzaga. Federico II Gonzaga ha fatto costruire nel 1525 da Giulio Romano un prestigioso Palazzo destinato alla sua amante ufficiale e lo stesso architetto ha affrescato il Castello di San Giorgio mentre il Palazzo della Ragione è stato realizzato nel 1242 quando è stato Podestà Guido da Correggio mentre il Palazzo del Podestà detto anche “del Broletto” è stato realizzato su commissione di un altro Podestà, il Bresciano Martinengo.
La Dimora di Andrea Mantegna, nominato pittore di Corte da Ludovico Gonzaga nel 1457, sorge su di un terreno donato all’artista dallo stesso marchese. La Beata Osanna Andreasi ha abitato una casa costruita nel XV secolo in stile fancelliano. Una facciata in cotto con decorazioni di stile veneziano caratterizza la Casa del Mercante risalente al 1455 mentre al 1544 va datata la Casa di Giulio Romano (Giulio Pippi) portato a Mantova da Federico Gonzaga.

Altri edifici hanno avuto importanti progettisti, Palazzo Colloredo ristrutturato nel 1599 da Antonio Maria Viani, Palazzo Sordi dovuto al Fiammingo Frans Geffels che lo ha realizzato nel 1680 con un altorilievo di Giovanni Battista Barberini mentre Palazzo Valenti Gonzaga è un esempio di pregevole architettura barocca mantovana sempre a firma di Frans Geffels.

Diverse Torri arricchiscono la città, realizzate fra il 1200 ed il 1400, come pure Porte, Ponti e Teatri. Ne ricordiamo solo i nomi, il Teatro Scientifico dell’Accademia è stato realizzato nel 1769 da Antonio Bibiena con facciata del Piermarini, il Teatro Sociale di Luigi Canonica è stato inaugurato nel 1822, il Teatro di Corte dei Gonzaga inizialmente realizzato nel 1549, è stato ricostruito nel 1592 dopo essere stato distrutto da un incendio.


tratto da:
http://www.opinione.it/articolo.php?arg=14&art=102042

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