Visualizzazione post con etichetta Giganti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Giganti. Mostra tutti i post

sabato 15 novembre 2014

Leggende dal Garda a Verona: oggi alla Libreria Minerva



Dal lago di Garda a Verona e ritorno... attraverso vie misteriose e sconosciute!


Si parlerà di streghe, fate e personaggi magici sabato 15 novembre alle 17,30 alla Libreria Minerva di Verona (corso Porta Nuova 86) con l'autrice Simona Cremonini, che presenterà i suoi quattro libri di narrativa e saggistica sulle leggende del lago di Garda, con i quali ha ripercorso e narrato in una nuova veste storie ormai perlopiù dimenticate.
L'evento è inserito nel calendario del festival Spettacoli di Mistero 2014.

Racconti del fantastico, storie di un passato dipinto di miti, misteri, aneddoti incredibili e fatati, sono il filo conduttore che lega, a doppia corsia, le leggende narrate dalla tradizione popolare dei paesi e delle colline attorno al lago di Garda e la narrativa di Simona Cremonini, giornalista e scrittrice che, sull’antico “Benaco”, ha una seconda casa sia personale sia letteraria.

Nel 2012 l'autrice ha pubblicato il saggio "Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda" e l'antologia "I racconti fantastici del Garda"; nel 2013 il saggio "Misteri morenici"; nel 2014 "Garda Doble", quattro storie sul tema del doppio ispirate a leggende e storie del lago di Garda.

Per info: www.leggendedelgarda.com - info@libreriaminerva.org - Tel. 045/8003089.

lunedì 17 dicembre 2012

Garda e Baldo, conoscerli anche con leggende e misteri


Aperte le iscrizioni al corso de El Vissinel per conoscere il Baldo Garda (l'incontro sulle leggende e i misteri gardesani è tenuto da Simona Cremonini)




L'Arena
domenica 16 dicembre 2012

VALEGGIO

Garda Baldo
«El Vissinel»
Iscrizioni 
al corso Ctg


Vuoi innamorarti del Baldo Garda? Della sua arte, cultura, natura e sapori? Per tutto questo il Ctg ha aperto le iscrizioni al corso «El Vissinèl» che si svolgerà dal 16 al 20 marzo, tra momenti teorici e uscite. Possono partecipare soci, simpatizzanti, amici: «È il 13° ciclo di Conoscere il Baldo- Garda; quest´anno si svolgerà a Valeggio, nell´aula magna delle medie Foroni», dice il presidente e animatore culturale Fabio Salandini. Il costo è di 50 euro per chi ha più di 30 anni, di 30 per chi ha meno di 30 anni e gratis per i residenti a Valeggio; altre informazioni su www.elvissinel.it o al 338.611.00.20.
«Da anni il Ctg El Vissinèl conduce centinaia di persone alla scoperta del Baldo Garda per farne conoscere le caratteristiche e per cercare di coinvolgere tutti nella sua tutela e promozione. Al termine delle lezioni, infatti, i partecipanti potranno anche scegliere di impegnarsi come animatori turistico-cultura! li del Ctg».
Ora è tempo di bilanci: «Chiudiamo soddisfatti il 2012», dice Salandini. «Alle uscite hanno partecipato quasi 2mila persone e i nostri 20 animatori hanno organizzato 150 escursioni gratuite». Sui temi precisa: «Dopo un inizio sulle caratteristiche, geologiche e climatiche, del Baldo Garda, passeremo a serate su Valeggio e sulla sua storia». Incontri sempre il mercoledì, dalle 20.30 alle 22.B.B.  



sabato 10 novembre 2012

Scoperta una nuova Marmitta dei Giganti


L'Arena 
martedì 06 novembre 2012 

LA SCOPERTA. Una spettacolare «marmitta dei giganti» individuata dagli scalatori Eugenio Cipriani e Claudio Tessarolo

L´Adige un tempo scorreva verso Affi
e la «prova» è scavata nella roccia



Cercavano uno strapiombo e sono finiti dentro a una spettacolare «marmitta dei giganti». E´ accaduto l´altro giorno in Val d´Adige, vicino alla frazione di Tessari, ad una cordata di rocciatori composta dal veronese Eugenio Cipriani e dal vicentino Claudio Tessarolo, entrambi giornalisti. Il tratto dell´Adige fra la Chiusa (o Gola) di Ceraino e le quattro frazioni che compongono Brentino Belluno è da diversi decenni terreno d´azione degli arrampicatori.
Ritirandosi dalla valle oltre dodicimila anni fa, il ghiacciaio dell´Adige, ha lasciato scoperte vaste superfici rocciose soprattutto lungo il fianco destro idrografico, nel senso cioè della direzione del fiume. In prevalenza sono formazioni di calcare grigio: roccia ideale per la pratica dell´arrampicata grazie alla solidità e varietà di appigli. Il monte Cimo, con le sue decine di itinerari di più lunghezze di corda, alcuni dei quali di diff! icoltà estrema, è la struttura rocciosa più frequentata, ma molto apprezzate sono anche le ben più facili vie, anch´esse di più tiri, che si sviluppano sulla parete rocciosa denominata «Trapezio», sopra la frazione di Canale.
La parete venne scoperta alpinisticamente nei primi anni ´80 da Eugenio Cipriani, che vi tracciò una decina di itinerari. Solo tre di questi, però, vennero pubblicizzati. In vista della realizzazione di una guida per arrampicatori, che riguarderà tutto il territorio veronese e alla cui stesura sta lavorando lo stesso Cipriani, assieme a Cristiano Pastorello e ad altri collaboratori, lo scalatore veronese ha rimesso mano al «Trapezio» cercando nuovi spazi di salita.
Data la bassa quota, la presenza di piccoli boschi pensili impedisce dal basso di scorgere interamente i percorsi ancora «vergini». In altre parole, quindi, finché non ci si mette la mani sopra non si sa mai cosa si trova. E così l´altro giorno Tes! sarolo e Cipriani, proprio all´ultimo tiro di corda, là! dove pensavano di trovare una parete leggermente strapiombante, si sono trovati invece di fronte ad una «marmitta dei giganti», vale a dire una delle più classiche, e nello stesso tempo spettacolari, morfologie legate all´erosione fluvio-glaciale.
«Quello che sembrava un normale strapiombo», raccontano Cipriani e Tessarolo, «una volta arrivati alla base è apparso invece essere uno splendido esempio di marmitta d´escavazione, con il suo inconfondibile aspetto a campana aperta da un lato, la superficie rocciosa perfettamente levigata e semicircolare ed alcune striature orizzontali».
La scoperta in sé non ha nulla di eccezionale, ma rappresenta un´ulteriore prova dell´antico percorso del fiume Adige ai tempi dell´ultimo dei quattro periodi glaciali che hanno interessato negli ultimi 600mila anni del Quaternario l´Europa e, segnatamente, l´arco alpino.
Prima della fine dell´ultima glaciazione, quella detta! del Würm, l´Adige non passava, come oggi, dalla Chiusa di Ceraino ma, all´altezza di Canale, piegava decisamente verso destra e le sue acque defluivano in direzione dell´attuale piana di Affi. Naturalmente il fondovalle non aveva la quota attuale, ma era ben più alto e la scoperta di una «marmitta dei giganti» alla quota di 210 metri circa e all´altezza di Tessari è una ulteriore conferma di ciò.
Straordinaria è la somiglianza di questa marmitta con quelle, più grandi e molto note, presenti fra Nago e Torbole, nel Trentino meridionale. Anche in quel caso la loro presenza testimonia il percorso antico di un ghiacciaio che, nella fattispecie, era un ramo di transfluenza fra il ghiacciaio dell´Adige e quello del Sarca.
Purtroppo la marmitta trovata dai due scalatori sul «Trapezio» non è facilmente visitabile. Però, assieme alle caratteristiche rocce «montonate» (cioè lisciate e levigate dall´abrasione glaciale) pres! enti a Canale e alla vicina gola dell´Adige presso Ceraino, contr! ibuisce a fare di questa parte della Val d´Adige un museo all´aperto di morfologia glaciale e carsica. 



Sono il frutto
dell´erosione
delle acque

Le «marmitte dei giganti» sono cavità scavate nella roccia dall´azione di acque vorticose che trascinano con sé pietre, sabbia e ciottoli strappati dalla riva o dal letto del torrente oppure, nel caso di un corso d´acqua che nasce dalla bocca di un ghiacciaio, che si sono staccati per scioglimento dalla massa glaciale.
Nel punto in cui si forma un vortice, il materiale roccioso in sospensione viene scagliato con forza contro la roccia e compie un´opera abrasiva seguendo sempre la medesima traiettoria, la qual cosa determina la forma circolare della «marmitta». Nel corso del tempo le formazioni rocciose più grandi spesso subiscono un´erosione laterale e ne resta solo una metà, che presenta la forma a mezza-campana. Ma perché le marmitte più grandi vengono definite «dei giganti»? Il nome è dovuto al fatto che le credenza popolari hanno attribuito a dei leggendari giganti la paternità di queste curiosità ! naturali.


venerdì 20 luglio 2012

Prosegue il tour dei misteri del Garda per l'estate 2012


L'autrice Simona Cremonini presenta i due libri su leggende e storie magiche del lago



Prosegue nelle prossime settimane il "tour dei misteri del lago di Garda" dell'autrice Simona Cremonini, che ha recentemente pubblicato con l'editrice PresentARTsì il saggio "Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda" e l'antologia personale di racconti "(I) racconti fantastici del Garda".

Editor e giornalista di professione, appassionata di letteratura fantastica e misteri, con il suo lavoro Simona Cremonini ha raccolto le storie su questi temi riguardanti il lago di Garda e ne ha fatto oggetto di una vera e propria "guida" con cui anche i lettori possono ripercorrere in tappe i misteri del lago, nonché della propria produzione letteraria.

Gli appuntamenti con i libri e l'autrice iniziati dal mese di giugno proseguiranno con questo calendario:

- Mercoledì 25 luglio ore 19,00
Aperitivo/Incontro con l’autrice Simona Cremonini e i libri “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda” e “(I) racconti fantastici del Garda”
al Primadonna Cafè - Via Todeschino 11 - Colombare di Sirmione

- Sabato 28 luglio ore 20,00
Appuntamento a Salò con "Tavine e le ninfe nelle leggende del lago",
incontro con Simona Cremonini presso la Spiaggia Arcangeli
in occasione della festa itinerante in Valtenesi organizzata da Iridea33 per celebrare la Festa del Raccolto - Lughnasad

- Giovedì 2 agosto dalle 17,00 alle 22,00
i libri "Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda" e "(I) racconti fantastici del Garda" con l’autrice Simona Cremonini
sono a Vesio di Tremosine al Mercatino delle Curiosità

- Domenica 5 agosto ore 18,30
Aperitivo con l’autrice Simona Cremonini e i libri “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda” e “(I) racconti fantastici del Garda”
alla Sala delle Colonne a Ponti sul Mincio (Mantova)

- Martedì 7 agosto ore 21,00
Incontro con l’autrice Simona Cremonini e i libri “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda” e “(I) racconti fantastici del Garda”
presso la mostra “Emozioni sul Garda” dell’artista Danilo Rossi (6-15 agosto)
allestita presso la Chiesa di San Giovanni in Piazza Garibaldi a Manerba del Garda
in occasione di “Shopping sotto le stelle” del martedì sera

- Venerdì 10 agosto ore 21,00 (in occasione della notte di San Lorenzo!)
Incontro con l’autrice Simona Cremonini e i libri “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda” e “(I) racconti fantastici del Garda”
alla Barchessa Rambaldi a Bardolino

Tra settembre e novembre sono già previste ulteriori "tappe" del tour dei misteri del Garda a Moniga del Garda, Peschiera del Garda, Sirmione.

Per aggiornamenti si può consultare il sito www.leggendedelgarda.com nonché seguire l'autrice su Twitter @leggende oppure su facebook (https://www.facebook.com/leggendemisteridelgarda).


domenica 11 settembre 2011

La leggenda del gigante scrittore, al Parco di Monza

tratto da:
http://www.ilcittadinomb.it/stories/Cultura%20e%20Spettacoli/230969_la_leggenda_del_gigante_scrittore/


Il parco, la luna e i suoi misteri
La leggenda del gigante scrittore

11 settembre 2011 Cultura e Spettacoli Commenta


Monza - Per tentare di scorgerne l'ombra avanzare lenta e composta tra gli alberi secolari del parco di Monza, il passo pesante e lo sguardo leggero, schivo, forse indifferente, uscito da chissà dove per ritrovare la sua lampada naturale appesa di nuovo al cielo, occorre aspettare la prossima luna piena. Il 12 settembre: sarà un martedì e si sarà appena esaurito il chiasso dei motori del gran premio di formula uno, sgombrato il parco dei turisti dell'automobilismo, delle luci artificiali, dei suoni e dei frastuoni del serraglio della velocità. Ecco, sarà quella notte: forse allora il gigante del parco di Monza uscirà dal suo nascondiglio per andare a sedersi alle spalle di villa Mirabello, sulla sua sedia enorme di un'enorme scrivania illuminata dal biancore della luna piena. Per scrivere o leggere, per raccontarsi una storia.

Una storia come quella che già qualcuno si racconta attorno al parco di Monza, dove nel 2005 è stato installato “Lo scrittore” di Giancarlo Neri, la gigantesca opera donata alla città da Rottapharm Madaus. Così si dice, o così dicono gli atti ufficiali, perché c'è anche chi è disposto a giurare che sedia e tavolo li abbia portati proprio il gigante per godersi le notti di plenilunio e scrivere e leggere con tutta la luce necessaria. Deve farne di strada per meritarsi il titolo di leggenda, o di racconto popolare, men che meno di mito: ma in fondo è così che nascono, le leggende, con storie vicine o lontane cui si aggiungono nuove voci e nuovi capitoli, con una narrazione antica che incontra un elemento contemporaneo e che poi, di bocca in bocca, diventa patrimonio collettivo. Che accada anche al gigante scrittore, difficile dirlo: ma il parco di storie ne ha raccontate tante, nel corso dei suoi secoli, raccogliendo parole e folclore d'altrove e dando loro nuova casa dentro i suoi quasi 700 ettari.

A ricordarli ai microfoni di MonzaBrianzatv è stato pochi giorni fa Corrado Beretta, del Consorzio della Villa reale e del parco, che ha rispolverato alcuni dei tanti racconti popolari che vivono nei suoi prati. Come la storia di un amore impossibile tra due monzesi che si incontrarono al “Bosco bello” e lì, verso il confine con il Comune di Lesmo, decisero di sposarsi. Lui e lei però vissero quell'amore soltanto all'ombra delle sue piante, perché fuori le loro famiglie lo rifiutarono, lo impedirono fino al giorno in cui gli amanti decisero di uccidersi nel bosco. Una leggenda di sapore shakespeariano, ricorda Beretta, e in fondo sempre oltremanica bisogna camminare per respirare le origini degli gnomi e dei folletti che popolano anche i prati del parco monzese, oppure delle fate - per trovare un luogo preciso - il cui trono è un grande e secolare ippocastano che trionfa alle spalle di villa Mirabello: lì le fate si danno appuntamento per festeggiare sempre quando è notte di plenilunio ed è lì che spesso, ancora oggi, i bambini lasciano qualche piccolo regalo per le fairies monzesi. Ma c'è anche un cavaliere fantasma, che abita le mura della fagianaia ed è rappresentato sullo stemma dell'edificio: allo stesso chiaror di luna è possibile sentire nei prati intorno il rumore degli zoccoli del suo cavallo e, talvolta, anche di vederne il profilo diafano.

Poi ci sono leggende che non solo hanno un corpo e una storia da raccontare ma anche un nome da tramandare. Quello della Mata Capina è uno: la donna enorme vestita di stracci che passava da Monza trascinando con sé un grande carro carico di oggetti e ferri vecchi, cianfrusaglie che sferragliavano e accompagnavano il suo passo incerto fino all'interno del parco. Una strega, una strega vera, spaventosa da vedere, ma un'erborista capace di trasformare i segreti delle piante e dei fiori in medicine: ed era a lei, di nascosto, sempre sotto i rami del bosco bello, il punto più lontano dagli occhi degli altri, che i monzesi chiedevano le cure per i figli, la famiglia, gli amici. Per cercare la strega, le fate e il gigante, non c'è che un modo: aspettare il 12 settembre, che sarà plenilunio, e poi cercare con lo sguardo nel buio, da lontano, se un'ombra enorme, l'inseguirsi delle luci, o un carro che arranca dietro a una donna vestita di stracci si mostrano tra le foglie del parco.
Massimiliano Rossin
Sarah Valtolina

domenica 21 agosto 2011

Una breve leggenda sulla Val Pusteria


tratto da:
http://archiviostorico.corriere.it/2011/agosto/20/castello_luce_nel_rosa_delle_co_9_110820057.shtml

C' era una volta un gigante buono che viveva in Val Pusteria. Aiutava gli abitanti nei lavori pesanti in cambio di mucche e caprette da mangiare. Ma non era mai sazio. Disperati, decisero di farlo addormentare. È ancora lì che riposa. In questo luogo di leggende, proprio di fronte una delle montagne dal volto dell' affabile titano, sorge il «castello di luce» di Daniela e Franz Kraler...

lunedì 9 maggio 2011

Leggende del Veneto e di Verona

da:
http://www.ilcomuneinforma.it/viaggi/7190/leggende-del-veneto/



Il Veneto, una regione Italiana, si trova nella parte Nord-Est del nostro Stivale. Il suo territorio comprende una zona litoranea bagnata dal Mar Adriatico, una zona piana, le Prealpi Venete comprendenti il Monte Baldo i Monti Lessini l’Altopiano di Asiago e il Monte Grappa. Altre zone Venete sono le Dolomiti Orientali e le Alpi Carniche. Ospita il lago di Garda e il fiume Po.

La leggenda in assoluto più bella della regione è “lo specchio di Misurina”. C’era una volta un papà (Sorapis) e una bambina (Misurina), il papà era un gigante mentre la bimba piccola piccola. Ma la piccola poteva prendere in giro il papà perché lui era troppo buono con lei e lei ne approfittava diventando sempre più stizzosa e insolente. Al castello tutti la evitavano e il papà non sapeva cosa fare. Il difetto più grande di Misurina era la troppa curiosità, voleva sapere e vedere tutto.
Un giorno la nutrice le disse che esisteva lo specchio “tuttosò”, dove chi si specchia sa immediatamente tutto ciò che vuole. La piccola lo chiese al papà ma lui le rispose che lo specchio apparteneva alla Fata del Monte Cristallo così, dopo tanto piangere della figlia, lui si mise in cammino per andarlo a prendere. Disse tutto alla Fata che conosceva di fama Misurina. In cambio dello specchio, la Fata chiese al gigante di diventare una montagna che la proteggesse dal sole.
Lui accettò, la fata prese lo specchio, ma poi vide la sua faccia e gli disse di dire tutto alla figlia: “se lei accetta di farti diventare una montagna per lo specchio allora lo diventerai, altrimenti mi dovrai riportare lo specchio.” La figlia accettò, prese lo specchio ma quando il padre si trasformò in montagna (quella che adesso sta di fronte il Monte Cristallo) lei si alzò sulla sua punta e vedendolo si buttò giù e il padre iniziò a piangere. Così si formò il lago ai piedi della montagna.

Altra leggenda bella è “la Leggenda dell’Arena di Verona”. Un tempo a Verona viveva un signore ricchissimo che, per aver commesso un grave delitto, fu condannato a morte. Lui cercò di aver salva la vita in cambio dei suoi beni, ma non ci riuscì e così le guardie gli proposero di costruire un edificio enorme in una notte in cambio della vita. I soldi bastavano, ma il tempo no. Allora strinse un piatto con il diavolo: il diavolo costruiva l’edificio e lui gli donava la sua anima.
I demoni lavoravano senza tregua ma l’opera era quasi terminata che scoccò l’ora del mattino e alcuni massi rimasero là, quasi sospesi in aria. I diavoli, spaventati dal suono delle campane, fuggirono e tornare all’inferno. Ma l’arena stette là, le autorità ne rimasero contente e il ricco signore fu salvo. In verità l’Arena fu costruita dai Romani e parzialmente distrutta durante le invasioni barbariche.

giovedì 6 gennaio 2011

In Irlanda c'è la razza dei giganti

UN TUMORE BENIGNO DELL'IPOFISI PRODUCE UN'ECCESSIVA QUANTITÀ DI ORMONE DELLA CRESCITA
In Irlanda c'è la «razza» dei giganti
È stato scoperto il loro Dna
Alcune famiglie dell'Ulster hanno in comune un gene apparso 1.500 anni fa responsabile della malattia



LONDRA - A 19 anni veniva accolto a Londra come una star, a 22 moriva di alcol: è la storia di Charles Byrne, il «gigante irlandese» divenuto uno dei più celebri fenomeni da baraccone nella Gran Bretagna della fine del Settecento, il cui Dna è servito a mappare le origini del gigantismo. Una nuova ricerca ha svelato infatti che Byrne e alcune famiglie che ancora oggi risiedono in Ulster hanno in comune un gene mutante apparso 1.500 anni fa responsabile della malattia.

LA RAZZA DEI GIGANTI - La «razza dei giganti», come la definisce oggi l'Independent, sarebbe confinata in una piccola zona dell'Irlanda del Nord che gli studiosi preferiscono mantenere segreta proprio per proteggere chi è affetto dall'anomalia. Le quattro famiglie in cui è stato identificato il gene, hanno in generazioni recenti dato origine a sei «giganti» di oltre due metri di altezza e a altre persone affette da disturbi della crescita. A rendere i «giganti» diversi è un gene mutante che fa sì che già da bambini questi vengano colpiti da un tumore benigno dell'ipofisi che produce un'eccessiva quantità di ormone della crescita. Quando invece il tumore si sviluppa in età adulta, risulta in una crescita anormale della fronte, della mascella, delle mani e dei piedi, un disturbo chiamato acromegalia. In entrambi i casi i soggetti spesso soffrono di forti mal di testa e di problemi alla vista in quanto il tumore fa pressione sul nervo ottico.


06 gennaio 2011

Link all'articolo:
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/11_gennaio_06/dna-gigantismo_a7e5155c-19a1-11e0-b4e1-00144f02aabc.shtml