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giovedì 27 novembre 2014

Salizzole, i cacciatori di fantasmi raccontano le indagini


L'Arena
 giovedì 27 novembre 2014

SALIZZOLE
I «cacciatori»
di fantasmi
raccontano
le loro indagini

I lavori di restauro in corso al castello di Salizzole «risvegliano» i fantasmi. L'appuntamento per gli appassionati del mistero, e con le presunte entità che popolano il maniero del paese, è previsto per domani sera, alle ore 20.30, nella sala civica della fortezza medioevale. Il gruppo «Ghost hunters» di Verona presenterà gli esiti delle nuove indagini e rilevazioni compiute nel corso dell'anno all'interno del castello divenuto di proprietà comunale negli anni Ottanta. 
Dalle precedenti ricerche e dall'analisi delle registrazioni sonore eseguite dagli «acchiappafantasmi» veronesi erano emerse presunte voci, grida e rumori. Tutti fenomeni che farebbero supporre la presenza all'interno della fortezza, abitata da Donna Verde madre di Cangrande della Scala, di anime maschili e femminili vissute in diverse epoche storiche che vanno dal Medioevo sino al Novecento. Fenomeni interessanti che hanno portato il gruppo veronese ad effettuare ! ulteriori approfondimenti tra le stanze del maniero. Ora gli «acchiappafantasmi» sveleranno altri particolari e curiosità emersi dalle ricerche offrendo anche la possibilità di partecipare a un'esperienza di rilevazione tra le mura del castello utilizzando attrezzature altamente specializzate. L.M. 

sabato 15 novembre 2014

Leggende dal Garda a Verona: oggi alla Libreria Minerva



Dal lago di Garda a Verona e ritorno... attraverso vie misteriose e sconosciute!


Si parlerà di streghe, fate e personaggi magici sabato 15 novembre alle 17,30 alla Libreria Minerva di Verona (corso Porta Nuova 86) con l'autrice Simona Cremonini, che presenterà i suoi quattro libri di narrativa e saggistica sulle leggende del lago di Garda, con i quali ha ripercorso e narrato in una nuova veste storie ormai perlopiù dimenticate.
L'evento è inserito nel calendario del festival Spettacoli di Mistero 2014.

Racconti del fantastico, storie di un passato dipinto di miti, misteri, aneddoti incredibili e fatati, sono il filo conduttore che lega, a doppia corsia, le leggende narrate dalla tradizione popolare dei paesi e delle colline attorno al lago di Garda e la narrativa di Simona Cremonini, giornalista e scrittrice che, sull’antico “Benaco”, ha una seconda casa sia personale sia letteraria.

Nel 2012 l'autrice ha pubblicato il saggio "Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda" e l'antologia "I racconti fantastici del Garda"; nel 2013 il saggio "Misteri morenici"; nel 2014 "Garda Doble", quattro storie sul tema del doppio ispirate a leggende e storie del lago di Garda.

Per info: www.leggendedelgarda.com - info@libreriaminerva.org - Tel. 045/8003089.

Leggende della pianura e di Legnago


ALLA PIEVE DI S. SALVARO
In scena racconti e leggende della Pianura 
Uno spettacolo divertente 
su origini e fatti legnaghesi

Nella Pieve di S. Salvaro il Consorzio Pro Loco Basso Veronese, in collaborazione col Comune di Legnago e l'associazione Gruppo Giovani di S.Pietro di Legnago organizzato il 22 novembre la serata: "Aiuto! C'è un coccodrillo in valle... la leggenda della nascita di Legnago". Tratto dal libro di Francesco Occhi e Augusto Garau. La tradizione orale tramandata da generazioni narra di gruppi provenienti dalla Grecia in cerca di terre per coltivare la vite che si fermarono nell'attuale Begosso chiamandola Begontio in cui produssero un vino ottimo risultato che non ebbero però quelle famiglie che spostatesi a Nord fondarono un paese chiamandolo Lignito. Altra storia quella del restauro della Pieve di S. Salvaro a S.Pietro di Legnago il cui prete don Trecca per coprire le spese pensò bene di dire che c'era un coccodrillo nelle Valli Grandi Veronesi e se veniva catturato lo avrebbe messo in mostra. E mentre alcuni giovani, superata la paura, iniziarono la caccia il sacerdote si procurò la pelle di un coccodrillo che poi espose dopo vari mesi. Per vedere la "bestia feroce catturata e uccisa" la gente doveva pagare un biglietto e col ricavato... Storia e, leggende da cui sono tratti un libro e un cortometraggio: resta che Legnago fu fondata da popolazioni legate alla civiltà greca e che la Pieve fu restaurata con un simpatico imbroglio.

L'Arena
sabato 15 novembre 2014 – INSERTI

I sussurri dei fantasmi a Isola della Scala


Isola della Scala, il fascino e la tradizione
del festival «Veneto, spettacoli di Mistero»


Novembre", in Veneto, si traduce solo con un'altra parola: "Mistero". 
Torna, infatti, l'ormai tradizionale Festival dedicato interamente ai luoghi leggendari e misteriosi della regione che, per tutto il mese, terrà banco dalle montagne alle coste, dai laghi alla laguna, dalle pietre dei borghi antichi ai marmi sontuosi delle città d'arte. 
L'edizione 2014 di "Veneto: spettacoli di Mistero" vedrà nelle piazze, nelle ville, le aie, i teatri, i castelli, i giardini, la rivisitazione delle antiche leggende del territorio, spesso provenienti direttamente dalla tradizione orale, in una infinita teoria di fascinazione e di scoperta. 
Promosso dalla Regione Veneto, il Festival del Mistero è organizzato dalle Pro Loco aderenti all'Unpli, che daranno vita ad oltre duecento eventi per rievocare  storie di streghe e di demoni, di folletti dispettosi e di fate generose, di antichi tiranni la cui vita sanguinaria è circonfusa di leggenda e di mille fantasmi pronti a essere evocati per raccontare i segreti più nascosti. 
A Verona il festival fa tappa a Isola della Scala domenica 16 novembre nello spettacolare scenario di Villa Boschi con una serata dal titolo "I sussurri dei Fantasmi di Villa Boschi". La visita teatralizzata si muoverà attraverso le sale di Villa Boschi (secc. XVI-XVIII) alla luce di sole candele; saranno rappresentate alcune fra le pagine più buie della storia isolana soffermandosi, in particolare, sul personale tormento dei protagonisti e delle loro anime dannate. Presenze inquietanti ed allestimenti saranno dislocati lungo il percorso. A condurre i drappelli dei visitatori sarà un essere dall'aspetto inquietante, capace di evocare i fantasmi. 
Un grande fuoco, alla fine, farà ricadere i fantasmi nell'oblio della storia.
 Organizza la Pro Loco di Isola della Scala in collaborazione con Compagnia dell'Arca, Comune di Isola della Scala, Villa Boschi. 
La manifestazione sarà supportata da una degustazione del prodotto tipico "risotto all'isolana" (con carne di maiale e vitello) accompagnato da vino del territorio veronese. Maestosa ed elegante, la villa si eleva a testimoniare la lunga storia dei nobili proprietari terrieri che l'hanno abitata e che da queste mura hanno governato le messi e i profitti delle immense coltivazioni circostanti. Una serata misteriosa con un fascino particolare. 

L'Arena 
sabato 15 novembre 2014 – INSERTI

giovedì 13 novembre 2014

Fiera di Cavalcaselle, ne parlava anche Dante?

L'Arena
giovedì 13 novembre 2014

Dante ne aveva parlato
nel XX canto dell'Inferno


Anche Dante avrebbe conosciuto la fiera di Cavalcaselle durante il suo primo soggiorno a Verona, ospite della Signoria scaligera. Lo sostiene il professor Giorgio Vandelli, appassionato di storia locale, che in una terzina del XX canto dell'Inferno ha riconosciuto il colle San Lorenzo, luogo di ritrovo dei pastori che praticavano la transumanza dal Baldo a valle e viceversa. La terzina precede quella dedicata a Peschiera e alla fortezza che andava delineandosi sotto la dominazione scaligera. Ecco i versi che farebbero riferimento al colle San Lorenzo e alla fiera: «Luogo è nel mezzo là dove 'l Trentino / pastore e quel di Brescia e 'l Veronese / segnar porìa, se fesse quel cammino». «Questa terzina è una delle più discusse», spiega, «perché nessuno dei commentatori nazionali era stato informato dell'esistenza di una fiera dei pastori sul colle di San Lorenzo, che domina Peschiera, «seduta in basso», e anche l'inizio del fiume Mincio che si dirige verso il Po». La marcia in più della sua interpretazione starebbe nella descrizione del territorio: prima l'immagine del colle, luogo d'incontro dei pastori; poi quella di Peschiera, visibile dal colle con il lago; infine, nelle terzine seguenti, l'immagine del Mincio e del lago che «fassi fiume giù per verdi paschi». Curiosità nella curiosità, Vandelli ha studiato questi versi su una vecchia edizione della Commedia edita da Hoepli con commento critico di Giuseppe Vandelli, filologo e letterato modenese vissuto tra il 1865 e il 1937, che il «nostro» Vandelli non esclude essere un suo lontano parente. Il commentatore modenese era giunto però a conclusioni diverse, seppur non definitive: aveva individuato – fornendo la versione poi accreditata da altri critici danteschi – quel «luogo nel mezzo» nell'isola del Garda, la più grande del lago situata sulla sponda bresciana davanti al promontorio di San Fermo nel Comune di San Felice del Benaco. I «pastori» non sarebbero così gli uomini dediti alla pastorizia, bensì i vescovi di Trento Brescia e Verona cui l'isola era soggetta ecclesiasticamente. «Chi vuole discuterne può venire sul colle durante la fiera domenica e lunedì», annuncia Giorgio Vandelli aprendo il confronto. K.F.

mercoledì 12 novembre 2014

lunedì 4 agosto 2014

Minerva, dea di Manerba festeggiata il 4 agosto


LIBRI. In Garda Doble di Simona Cremonini



Minerva, dea di Manerba
festeggiata il 4 agosto

Piera Maculotti

Mitologia, leggende, magia. È la dimensione del «Fantastico Garda» che appassiona da tempo la giornalista Simona Cremonini, cultrice di tutto ciò che di visibile e invisibile riguarda il Lago, come attesta il nuovo «Garda Doble» (Pre- sentARTsì Bottega di prodotti culturali di Castiglione delle Stiviere) dedicato al tema del doppio.
Quattro storie, un unico scenario: l'amato Benàco. Il dio delle acque dolci, cinto d'alloro, tra putti e agrumi regge due argentei carpioni: è l'immagine (di un quadro del Comune di Gargnano) che suggella i due-e-due quattro racconti del libro.
IL DIO Benàco chiude una narrazione che si apre con Atena, la romana Minerva, dea di Manerba festeggiata dal calendario pagano proprio il 4 agosto. E' scritto ne «Il Giorno della Dea» dove la giovane Acilia risale il crinale della Rocca di Manerba; porta l'olio sacro per la cerimonia, aspira a divenir vestale di Minerva...
Anche la coetanea Anna, lo stesso 4 agosto, percorre lo stesso pendio. Dal tempo romano ai nostri giorni: due destini distanti, due «feste» di- verse...
«Eguales»: si chiamano invece le due spaventose gemelle del successivo racconto: «Di sangue in sangue».
La strega Virginia, la dea Garda, una ninfa... e l'anguana Dora, a Lazise...
Vicende d'oggi ed echi anti- chi anche «Al di là del lago»: una doppia vita tra la costa bresciana e la veronese, un in- quietante mistero...
Infine ne «Il destino in una profezia» Simona Cremonini rinarra la leggenda di Limone e Grineo, figli del dio Benàco, fino a risalire al «nonno», il dio Nettuno. •

mercoledì 23 luglio 2014

Misteri e segreti dei Gonzaga a Mantova




Gazzetta di Mantova, 23 luglio 2014



Una visita in notturna alla città (ritrovo davanti all’ingresso principale del Ducale) è in programma domani alle 20.45. Un percorso notturno in centro con guida dell’associazione guide Rigoletto nei luoghi segreti della corte e che avrà come tema Misteri e segreti di casa Gonzaga. «Dopo la terribile notte d'agosto del 1328 - anticipano gli organizzatori - la storia dei Gonzaga sarà densa di oscuri ed inspiegabili eventi , che tracceranno , nell'arco di quasi quattro secoli,un profilo della famiglia che non sempre i documenti sono riusciti a svelare». 

venerdì 18 luglio 2014

Mantova: il diavolo esiste, ma mancano gli esorcisti


La Voce di Mantova, 19 luglio 2014


Tra i covoli nella Notte del diavolo: domani a Marano di Valpolicella


L'Arena

venerdì 18 luglio 2014

Nella Notte del diavolo
si affronta l'oscurità
per ripararsi nei covoli


Avete mai provato a camminare di notte per i boschi per poi entrare in una grotta carsica illuminata? Questa è la suggestione da cui parte l'evento «La Notte del diavolo» organizzato dalla Pro loco di Marano, che si terrà domani alle 20 a Malga Biancari. Una notte in compagnia che prevede cena e passeggiata nel bosco, fino ad arrivare ai Covoli di Marano, illuminati. Ed è proprio da una di queste grotte carsiche, che ospitano al loro interno uno scenario di stalattiti e stalagmini unico per la zona, che l'iniziativa prende il nome. La grotta conosciuta dagli abitanti e dagli studiosi di biologia e di preistoria come il Coalo del Diaolo può far sorgere numerose suggestioni, così da una di queste è partita l'idea degli organizzatori, come se il diavolo, o qualche suo sostituto, avesse scelto la grotta come dimora e si aggirasse di notte nei boschi. «In una notte d'estate si rovesciano le consuetudini: la grotta, normalmente buia, si illumina, mentre l'intorno, il bosco, solitamente rischiarato dai raggi del sole, appare scuro. Così, in un incantesimo che dura poche ore, la grotta diventa un riparo sicuro, un luogo ospitale per chi vi giunge al termine di una suggestiva camminata immersa nelle tenebre», afferma il presidente della Pro loco, Dario Degani. Il tutto, al prezzo di 12 euro a persona, viene proposto in combinazione con una cena a malga Biancari. Da qui, alle 22, si parte per la passeggiata e la visita ai covoli illuminati. La partecipazione della Protezione civile garantirà la sicurezza sul percorso boschivo. Gli organizzatori consigliano inoltre, per rendere più agevole l'esperienza e come misura protettiva, di indossare calzature adatte a terreni scoscesi o da trekking e di portare una torcia elettrica. La malga si trova in località Girotto, che si raggiunge percorrendo la strada provinciale da San Floriano a Pontarola, poco dopo l'abitato di San Rocco, da lì si prende a sinistra la strada, e dopo circa 500 metri si arriva a destinazione. La preiscrizione è obbligatoria, telefonando in orario pasti ai numeri 045 7755018 o 331 3530360. A.C.

domenica 4 maggio 2014

Carpanea, la leggenda va in tv


L'Arena
mercoledì 30 aprile 2014


CASALEONE. Il filmato su «Geo»

La leggenda va in tv
Documentario Rai
sul mito di Carpanea


Girato nel 2012 in più paesi con molti figuranti del posto

La leggenda di Carpanea in onda su Rai tre. Oggi, alle 17, durante il programma tv «Geo  Geo», gli spettatori potranno scoprire il mito della città sorta in una sconfinata conca protetta dalle acque dei fiumi Adige e Tartaro: la leggenda dell'«Atlantide del Basso veronese». Il documentario fu registrato a settembre del 2012, quando la troupe, guidata dal regista tv Michelangelo Pepe, curatore dei servizi di Alberto Angela per SuperQuark, della trasmissione Ulisse e di Geo, decise di raccontare attraverso l'occhio della telecamera il mito dell'«Atlantide della Bassa».
«Per la Pro loco Carpanea, che da anni lavora per la promozione del territorio», dice Claudia De Fanti, presidente del sodalizio, «si tratta un'importante occasione per dare visibilità all'operosità dei volontari, ben preparati e orgogliosi delle tradizioni storiche della nostra cultura».
Il mito di Carpanea narra di una città circondata da sette ordini di mura e difesa da cento torri, con una grande diga che la proteggeva dalle acque dei maggiori fiumi che le scorrevano intorno. Un giorno, il re della città, in lotta con i sacerdoti, penetrò nel tempio e trafugò la statua del dio Appo gettandola in acqua. La folla, per cercare di recuperare il simulacro, si precipitò sulle dighe per aprirle e prosciugare il bacino d'acqua. Il re, visto il disastro, impazzì, mentre la città sprofondò per sempre sott'acqua. Leggenda vuole che ogni anno, nella notte di Pentecoste, chi si trova da solo lungo il fiume, senta un pianto seguito dal suono di una campana: è la figlia del re di Carpanea, colei che doveva sposare il giovane capo dei sacerdoti e che ora vive sotto le acque piangendo sul suo sogno d'amore finito. Le località maggiormente riprese sono: Casaleone, Gazzo Veronese, Salizzole, Cerea e Sanguinetto.
«Desidero ringraziare gli attori della compagnia del teatro Salus di Legnago e tutte coloro che hanno dato il loro contributo al documentario», dichiara De Fanti. «Mi auguro», conclude la presidente, «che la trasmissione incrementi il turismo rurale e dia nuovo impulso al nostro territorio, a vederlo con occhi diversi, apprezzandone le caratteristiche». F.S.

sabato 26 aprile 2014

Misteri e fantasmi al castello di Salizzole



SALIZZOLE

Serata
sui misteri
e le «entità»
del castello


Una serata dedicata ai misteri del castello con la presentazione ufficiale dei risultati delle indagini svolte lo scorso agosto dal gruppo «Ghost hunters Verona». Gli strani fenomeni rilevati all'interno della fortezza saranno illustrati, stasera alle 20.45, nella sala civica della fortezza. 
L'evento, organizzato dal Comune con l'associazione Donne della Pianura veronese, sarà articolato in diversi momenti relativi alla storia passata e presente del castello. Le sofisticate strumentazioni del gruppo dei «cacciatori di fantasmi» avevano rilevato voci, rumori e strane entità nella torre restaurata. Consentendo così di effettuare indagini dalle quali è emerso che tra le mura del castello vivrebbero alcune «anime» maschili e femminili collocabili in diverse epoche storiche, dal Medioevo alla prima metà del Novecento. La fortezza, secondo la leggenda dimora di Donna Verde da Salizzole, moglie di Alberto della Scala, è stata abitata ! fino agli anni Settanta ed è divenuta poi proprietà comunale negli anni Ottanta. L.M. 


(Arena di Verona, 26 aprile 2014)

martedì 4 marzo 2014

La fuga della Regina italiana Adelaide attraverso il mantovano


Quale fu il percorso della Regina italiana Adelaide nel 950 d.C. dopo la sua fuga da Garda e dal vassallo Berengario che l’aveva imprigionata? Attraversò a cavallo i monti tra Solferino e Castiglione? Scese in barca lungo il Mincio e si rifugiò nelle foreste dei laghi di Mantova? Oppure queste sono solo alcune delle tante leggende che ammantano la figura di questa sovrana, divenuta anche imperatrice e santa?

A riproporre questi e altri quesiti è il libro “Adelaide, una leggenda svelata, fresco di stampa, della giornalista mantovana Simona Cremonini che, scoperto un manoscritto inedito e di autore anonimo del 1895, ha voluto riaccendere i riflettori su una delle figure femminili più profonde e intriganti del periodo alto medievale: Adelaide di Borgogna, sposa di Lotario II e regina d'Italia, poi moglie di Ottone e imperatrice di Germania, e infine Santa della Chiesa Cattolica.

Dopo la morte del re e primo marito per opera del vassallo Berengario II, Adelaide fu imprigionata a Garda, nella fortezza che un tempo sorgeva sulla Rocca veronese, proprio da Berengario: egli voleva così convincerla a sposare il figlio, Adalberto, per dare legittimità alla corona di cui si era impossessato.

Il libro perduto e recuperato, ora edito in una nuova versione da Delmiglio Editore di Verona, racconta in forma narrativa le vicende di quei giorni misteriosi in cui Adelaide fu portata in salvo, attraverso il territorio della Lugana e il Mincio, dal suo confessore Padre Martino e da due pescatori, complice la Provvidenza divina.


Anche Mantova, secondo gli storici, ebbe un ruolo in questa vicenda avventurosa: pare infatti che fu il Vescovo di Mantova a favorire la protezione di Adelaide da parte del Vescovo di Reggio e del feudatario della Rocca di Canossa, Alberto Azzone, antenato di Matilde di Canossa, il quale mandò un drappello dei propri bravi per prelevare Adelaide dal basso lago di Garda e portarla fino a Canossa, attraversando anche i monti di Solferino e di Castiglione delle Stiviere.
Altra ipotesi suggestiva è che Adelaide sia giunta a rifugiarsi in una delle foreste accanto ai laghi di Mantova, da cui fu prelevata sempre da Azzone e dai suoi uomini: forse si trattava della antica Sylva Arimannorum, oggi Romanore, o, come aveva già suggerito il breve romanzo “L’anello della Regina Adelaide” di Lilia Isoldi Neroni, di un luogo vicino all’antica Isola Muricola, situata tra le acque del Po e del Lirone, oggi il Polirone, l’abbazia preferita dalla discendente di Azzone Matilde di Canossa.

Il libro “Adelaide, una leggenda svelata” sarà al Mantova Comics 2014 il 7, 8, 9 marzo con l’autrice Simona Cremonini presso lo stand “Autori Fantasy”, dove saranno in vendita anche “Misteri Morenici” (viaggio tra i misteri e le leggende delle colline dell’alto mantovano), “La paura danza in collina”, “(I) racconti fantastici del Garda”, “Leggende curiosità e misteri del lago di Garda”.

Simona Cremonini parteciperà inoltre all’interno della manifestazione alla tavola rotonda "Fantasy e dintorni, con gli Autori fantasy", sabato 8 marzo dalle 14,00.

lunedì 9 settembre 2013

La leggenda del cane di Quinzano e del cane di Avesa


L'Arena, lunedì 09 settembre 2013

STORIA E LEGGENDA. Monumento allegorico sulla storica contesa con la frazione di Avesa
Quinzano, ritrova l´osso il cane di marmo

Sfregiato lo scorso luglio da un balordo di passaggio, il monumento è stato restaurato dallo stesso autore dell´opera, Salvatore Vanni

A Quinzano il cane di marmo ritrova il suo osso. Sfregiato lo scorso luglio da un balordo di passaggio, il monumento allegorico sulla storica contesa con il vicino paese di Avesa è stato restaurato dallo stesso autore dell´opera, Salvatore Vanni.
(...) La storia del cane ripercorre quella dell´amore e odio dei due vicini paesi: appunto Quinzano e Avesa. La leggenda è incisa in dialetto ai piedi del monumento di piazza Righetti e s´ispira ai nomi dei due quartieri che essendo nella pronuncia il primo più stretto del secondo, uno permette di tenere in bocca l´osso, mentre l´altro lo fa cadere. Si, perché a denti serrati si dice «Chinsano», mentre a bocca spalancata «Avesa».
L´antica storia dei due cani che incontrandosi si chiedono da dove provengono e la conseguente «vincita» sull´osso trattenuto dal cane di Avesa da parte del cane affamato di Quinzano ricorda una rivalità che si perde nella notte dei tempi. A dividere le due frazioni è il monte Ongarine e lungo il suo crinale si sono consumate numerose storie di amanti. Giovani alla ricerca della propria anima gemella che si spingevano sino al vicino paese. Da qui è facile comprendere la goliardica rivalità. Ora il cane ha ritrovato il suo osso e con l´occasione la leggenda ha preso nuovo vigore, tanto che scherzando in piazza si dice «sarà stato qualcuno di Avesa».
(…)
La leggenda richiama la storia del corvo e la volpe di Esopo, ripresa poi da Fedro e qui adattata.