lunedì 26 dicembre 2011

Perché il 17 fa paura?

Nel 2012 ci saranno ben due venerdì 17 (S.C.)





http://www3.lastampa.it/domande-risposte/articolo/lstp/380369/


Perché il 17 fa paura?

Il gatto nero è considerato portatore di sfortuna come il numero 17
A CURA DI ELENA LISA

Oggi è venerdì 17, una data nefasta per gli scaramantici, perché?
Non per tutti gli scaramantici, soprattutto per gli italiani. Nel mondo, infatti, il numero «sfortunato» è il 13. La ragione per cui nel nostro paese il 17 è giudicato «negativo» sta in una sorta di rebus. Il 17 in cifre romane si scrive XVII. Anagrammato diventa VIXI che in lettere latine significa «vissi». La scritta era incisa sulle tombe dei defunti dell’antica Roma, come dire: «ho vissuto e adesso non ci sono più, sono morto». Ma a tener viva la credenza c’è anche l’antico Testamento che fissa l’inizio del diluvio universale il 17 febbraio.

E perché ad essere impregnato di «negatività» è proprio il venerdì?
La tradizione ha più origini: c’è quella cristiana secondo cui Gesù è morto crocifisso di venerdì e quella musulmana che giudica il giorno infausto perché Adamo ed Eva mangiarono il frutto proibito quel giorno.

La tradizione consiglia di non sposarsi di venerdì. Qual è il motivo? Secondo la Cabala, il venerdì è il giorno in cui vennero creati gli spiriti maligni. Solo in Norvegia il venerdì è un giorno nel quale vengono celebrati molti matrimoni, giudicato fortunato per via della «protezione» della dea dell’amore e della bellezza, Venere. Per quanto riguarda gli altri giorni della settimana, il lunedì e il mercoledì sono considerati di buon auspicio per la salute e la fortuna, il giovedì recherebbe dispiaceri alla sposa, mentre il sabato, anche se è il giorno più scelto per la cerimonia, sarebbe un giorno «negativo».

L’antipatia per il venerdì è legata alla religione?
In un certo modo, sì. C’è chi ritiene sia nata proprio per volere dei primi sacerdoti cristiani che vollero «sconfessare» abitudini e tradizioni pagane. Il venerdì, infatti, era il giorno della settimana preferito da celti, greci, egizi, slavi e anche romani. Nel paganesimo il venerdì era considerato «fortunato», un giorno da onorare, «amico» perché spartiacque tra lavoro e riposo. Come molti altri miti e leggende, anche questa credenza pare sia nata per contrapposizione al paganesimo: un modo per contestare e rinnegare ciò che veniva prima del Cristianesimo. Non è superfluo ricordare però che il primo a battersi contro credenze popolari e superstizioni fu proprio Gesù Cristo.

Perché nei paesi anglosassoni il grande iettatore è il numero 13?
Filippo il Bello re di Francia ordinò di uccidere tutti i Templari, per cancellare il debito dello Stato contratto con l’ordine cavalleresco, nel 1307 di venerdì 13. Non è un caso che questa data si leghi ai monaci guerrieri che da secoli rappresentano uno dei miti più forti e inossidabili e alimentano teorie di cospirazioni e congiure. Ma va detto che giudizi di «negatività» legati al numero sono numerosi anche in Italia. Nella cultura popolare è un cattivo augurio soprattutto a tavola: nell’«ultima cena» a prendere quel posto fu Giuda. Si tratta di una scaramanzia diffusa, radicata, ma considerata, nel nostro paese, un gioco, un divertimento. In Italia vince la forte antipatia verso il numero 17. Mentre in Spagna, paese dalle radici latine e cattoliche, il giorno sfortunato è «martedì 13».

Cosa dice la smorfia sui numeri 13 e 17?
A tagliare la testa al toro sul giudizio è la Bibbia degli scaramantici: la smorfia napoletana che, in modo netto, dà valore positivo al 13, indicandolo come Sant’Antonio - la sua ricorrenza liturgica cade appunto il 13 giugno - e valore negativo al numero 17 che viene tradotto come: disgrazia.

Quanti venerdì 17 ci sono in un anno?
Uno, al massimo due. È una circostanza casuale e non è legata all’anno bisestile.

La cinematografia si è occupata di «venerdì 17»?
La superstizione è ambivalente: respinge e attrae. I grandi registi non si sono lasciati scappare l’occasione di girare pellicole - i più di genere «horror» - che includessero la data nefasta. I film più celebri sono «Venerdì 17» diretto nel 1956 da Mario Soldati, e «Shriek, hai impegni per venerdì 17?». Il titolo originale del film girato da John Blanchard nel 2001 citava «venerdì 13», tradotto in Italia con «venerdì 17».

Ma cos’è la superstizione?
Si tratta di credenze di natura irrazionale che influiscono sul pensiero e sulla condotta delle persone che la fanno propria. Quando è eccessiva disturba le menti e distrugge personalità. È una delle «malattie» sociali più pericolose che si affacciano prepotenti nei periodi di crisi. Una debolezza umana di cui, in ogni epoca, hanno approfittato imbonitori e ciarlatani senza scrupoli.

sabato 24 dicembre 2011

Riti voodoo per far prostituire le nigeriane

L'Arena Clic
martedì 20 dicembre 2011 – CRONACA – Pagina 19

IMMIGRAZIONE ILLEGALE. Un´indagine della Guardia di Finanza ha evidenziato ramificazioni anche a Verona
Riti voodoo per far prostituire le nigeriane
Vessazioni, minacce e riduzione in schiavitù per centinaia di donne ma anche giovani uomini


Riti voodoo e botte come «passaporto» per arrivare in Italia a bordo delle carrette del mare: centinaia e centinaia di giovani uomini e donne nigeriane trasferite su camion da Benin City e fatte imbarcare sulle «carrette del mare» nel porto libico di Sabratha. A controllare questo traffico di schiavi era un´organizzazione nigeriana i cui vertici sono stati arrestati dalla Guardia di finanza della Spezia.

L'indagine, denominata Caronte e coordinata dalla Distrettuale genovese, che coinvolge diverse città italiane tra cui Verona, ha portato in carcere otto nigeriani accusati tutti di favoreggiamento dell´immigrazione clandestina e riduzione in schiavitù.
Tra gli oggetti sequestrati agli otto anche i resti dei riti voodoo con i quali gli aguzzini terrorizzavano i giovani nigeriani. Riti che venivano compiuti in Nigeria e in Italia e che avevano come unico scopo quello di vincolare i nigeriani con una sorta di contratto spirituale.

Una volta compiuto il rito, le persone partivano da Benin City poi attraverso il porto libico di Sabratha compivano la traversata fino a Lampedusa e da qui ai centri di Puglia, Campania, Molise e Sicilia. La Finanza ha accertato che l´organizzazione consegnava proprio nei centri le tessere telefoniche attraverso le quali indirizzava le persone nelle regioni dove avrebbero dovuto «lavorare».
Secondo quanto accertato dai militari della Guardia di finanza, le complicità in Nigeria di enti e istituzioni, tra cui anche il rettore di un´università locale, consentivano all´organizzazione di scegliere le persone da inviare in Italia attraverso il metodo delle quote d´immigrazione. Così facendo riuscivano a far arrivare fino a cinquemila persone all´anno.

I riti venivano rinnovati anche in Italia: il «santone» tagliava ai malcapitati nigeriani capelli e peli, strappava unghie e lembi di pelle che sarebbero stati utili, s! econdo la tradizione tribale, a far morire il soggetto che non! avesse ubbidito agli ordini. I feticci in mano al santone sarebbero stati restituiti alle famiglie in Nigeria, decretando salva la vita dei giovani a cui erano stati tolti, solo al momento della restituzione del debito contratto con l'organizzazione: un debito che poteva arrivare fino a 80mila euro. Per avere i soldi, le ragazze erano costrette a prostituirsi e i ragazzi a spacciare droga.
Ad aiutare la Guardia di finanza della Spezia sono state le stesse ragazze nigeriane. Così, dopo un´indagine che ha consentito l'acquisizione di molte fonti di prova, i finanzieri hanno ricostruito le tratte dei nuovi schiavi e compiuto otto fermi di polizia giudiziaria tra Torino, Milano, Verona, Reggio Emilia, La Spezia e Salerno.

domenica 11 dicembre 2011

Natale e cibo, qualche leggenda

l'articolo completo:
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-12-11/altro-panettone-081832.shtml?uuid=AaqsIFTE

Altro che panettone!
Davide Paolini
11 dicembre 2011


quelle leccornie dal dolce sapore di Babbo Natale e di neve sono portatrici (sane) di bizzarri racconti a cominciare dal panforte, la cui leggenda risale ai giovani gaudenti del XII secolo, antesignani forse dei protagonisti di Arancia Meccanica di Stanley Kubrick, le cui droghe però erano i cibi speziati. Al loro capo, tale Nicolò de' Salimbeni, si deve l'evoluzione del «pan mielato» nel panpepato con l'introduzione del pepe. Resta invece irrisolto il passaggio in «panforte» che, alcuni sostengono sia stato inventato addirittura prima, altri invece dopo il panpepato, con la perdita di nuovo del pepe.
...
Alla simbologia è invece legata la leggenda del nadalin, dolce veronese antesignano del pandoro, che presentava appunto forma stellare raffigurante la cometa che guidò i Magi. Questa interpretazione sembra rifarsi ai riti pagani che si tenevano in onore del Sole, sui quali si sono sovrapposte le feste natalizie cristiane.
...
Assai controversa e, con variegate versioni, è l'origine del panettone. Forse la più popolare è quella che narra di uno sguattero, Toni (da cui Pan de Toni) che lavorava alla corte di Ludovico il Moro e salvò il pranzo della vigilia di Natale sostituendo il dolce bruciato con una sua invenzione a base di lievito madre, uva sultanina e canditi di scorza d'arancia.