martedì 14 gennaio 2014

recensione I canti di Aradia, il Vangelo delle Streghe italiane



I canti di Aradia, il Vangelo delle Streghe italiane
di Charles G. Leland, Aradia Edizioni



Ci sono dei libri che ti cambiano la vita quando li leggi… e altri che sai che devi aspettare a leggere perché… che ti cambieranno la vita lo sai già, anche senza leggerli.
Sono quelli che ti guardano dalla mensola e sai già che quando deciderai di aprirli dentro ci troverai quello che cerchi da un bel pezzo.

Ecco, con "I canti di Aradia, il Vangelo delle Streghe italiane", è stato proprio così. Questo libro, comprato in un mercatino dell'usato a Puegnago del Garda, dove tra l'altro ha sede anche l'editore (a Puegnago, non nel mercatino!), aspettava da forse un annetto di essere aperto. Come è stato che mi sono decisa a farlo? In realtà è stato probabilmente perché in questi giorni ho avuto a che fare con un altro libro di Leland, "Le leggende inedite di Virgilio" (ed. Saecula, un altro consiglio per gli acquisti), e visto che proprio in questi giorni ho iniziato un nuovo progetto sulle religioni antiche sul Garda, ecco, probabilmente era arrivato il momento (è il Ka, mi fa eco un personaggio di Stephen King).

Dal 1998, quando ho iniziato a interessarmi di streghe e stregoneria, ho letto di tutto e di più, a carattere locale, nazionale e internazionale (molti libri tradotti anche su Salem e altre storie), a carattere storico o esoterico, a carattere narrativo o saggistico. Non sono proprio digiuna dell'argomento e sicuramente non sono né una fan delle sorelle Halliwell né mi definisco una discepola della Vecchia Religione: come sempre mi definisco una curiosa che non trova nelle religioni ufficiali una risposta alle sue domande. Quindi cerco le risposte anche in tutte le altre.

Eppure "I canti di Aradia" è un libro che ti fa scattare qualcosa dentro. Perché siamo di fronte non all'ennesima "guida per diventare strega", ma a un documento che l'autore ha salvato dalle pieghe della storia, grazie alla misteriosa Maddalena che allo scrittore americano in Italia per ricerche sul folklore antico ha consegnato queste pagine straordinarie, riscritte e ispirate dalla tradizione orale delle "streghe" italiane.


Non siamo di fronte quindi a una svelata finzione narrativa, come è stato per Manzoni con l'autore del suo manoscritto, ma a un meccanismo che ha consentito di consegnare un pezzo di storia delle religioni fino a noi.
Qualcuno potrebbe obiettare che questo passaggio di consegne potrebbe essere un'invenzione dell'autore per dare importanza al suo materiale, ma chi ha mai recuperato davvero un manoscritto antico (come è successo a me personalmente, con la storia inedita nascosta in una biblioteca vescovile di Adelaide, una leggenda svelata) sa che cosa vuol dire maneggiare qualcosa di così unico e così prezioso: io so, personalmente, cosa vuole dire non poterti attribuire la maternità di un documento così, e so cosa vuol dire trovarlo… è un'emozione che non posso descrivervi, e capisco l'urgenza di togliere dall'oblio certe storie e certe informazioni.

Ecco, quindi, il libro. 

"I canti di Aradia" viene definito Vangelo, può essere considerato un saggio, ma anche come una sorta di breviario. Vi troviamo racconti e leggende che dipingono un quadro pressoché completo su Aradia (Diana) e la sua discesa sulla terra, ma anche versi e formule che non solo consentono di immergersi nella storia della Dea Diana, ma anche di chiamarla, di consacrarle offerte, di conoscere quelle storie in cui il suo intervento è stato risolutivo.

Un aspetto che colpisce è la pacatezza con cui si parla di stregoneria, senza attaccare la Chiesa da sempre nemica giurata della "strega", ma evidenziando come la Chiesa abbia coperto certe proprie debolezze distruggendo ciò che non era in grado di inglobare, come è stato per molti aspetti con la figura di Diana sublimata nella Madonna. Perché la donna e la religione che la mette al livello dell'uomo (con un universo diviso tra elemento femminile e maschile, e non a un livello superiore come qualche femminista superficiale potrebbe pensare) è sovvertimento, perché è un mistero che né l'uomo né lei stessa sono in grado di spiegare. Questo, soprattutto, è ciò che la storia di Diana ci insegna.

Spesso ci vuole un lungo percorso per trovare cose e persone nel momento giusto, o per ritrovarle quando sono quelle giuste. Con questo libro per me è stato così, ho trovato conferme che cercavo da molto tempo, e le ho trovate in qualcosa che viene da molto lontano nel tempo e che è allo stesso tempo progenitore e sintesi di tanto "invisibile" che abbiamo attorno. 
Certo che non posso che augurare a tutti di leggerlo, non per forza subito, ma al momento giusto.




mercoledì 8 gennaio 2014

Strane entità al castello di Bevilacqua, Verona


L'Arena
sabato 28 dicembre 2013 


BEVILACQUA. Presentati i risultati dell'indagine svolta nella fortezza dal «Ghost Hunter Padova»

Voci, tonfi e lamenti 
Strane entità al castello


Tonfi, rumori, lamenti e folate di aria fredda, ma anche voci elettroniche (in gergo tecnico Evp) con parole molto chiare come «foderasti», «non c'è», «ci provo» e «liberati». Queste sono solo alcune delle anomalie registrate dal «Ghost Hunter Padova» durante l'indagine al castello di Bevilacqua compiuta lo scorso 26 novembre. I risultati sono stati presentati in occasione della serata conclusiva del «Festival del mistero veneto», che ha richiamato nella fortezza numerosi visitatori. 
Per l'occasione, il pubblico ha potuto ascoltare alcune delle registrazioni Evp e metafoniche, conoscendo meglio l'attività del gruppo padovano, la strumentazione utilizzata e la metodologia di indagine. «La ricerca», ha spiegato Erica Turetta, uno degli investigatori, «si è svolta in due fasi. Inizialmente, abbiamo effettuato un sopralluogo nel castello col medianistra del gruppo Orazio Daniele. Il quale, senza saper nulla sulla storia della fortezza, ha percepito delle presenze in alcune stanze, che sono state poi oggetto della nostra indagine». L'indagine vera e propria è partita nella sala dispensa al piano terra, dove il sensitivo aveva avvertito la presenza di alcuni soldati tedeschi. E dove, effettivamente, nella seconda guerra mondiale i soldati nazisti radunavano i partigiani catturati: alcuni di loro erano stati anche uccisi in quella stanza. Qui è stato registrato l'Evp più rilevante e scattata l'unica foto della serata. 
«Mentre stavamo dialogando», ha proseguito Turetta, «si è intromessa nella nostra conversazione una voce maschile. Nessuno di noi l'aveva sentita sul momento, ma sembra inserirsi bene nell'argomento di cui stavamo parlando». La voce in questione pronuncia la parola «foderasti», facendo riferimento a qualcosa da nascondere o da foderare qualcosa. L'altra stanza analizzata è stata la sala amanuense, dove il medianista aveva percepito la presenza di guardie attorno ad un tavolo intente a discutere animatamente sulla difesa del castello. Anche qui è stato registrato un Evp in francese, «Mon frère», ed anche questo sembra inserirsi nella conversazione degli operatori, riferendosi al particolare che i passi uditi dal piano di sopra erano di persone in carne ed ossa. 
Ma la stanza dove si sono registrati i più significativi Evp è stata quella di Felicita Bevilacqua. «Qui, già dal sopralluogo, Orazio aveva sentito la presenza di una donna che gli aveva urlato in un orecchio», ha continuato Turetta. Durante l'indagine il sensitivo ha poi confermato la presenza di una donna in un angolo della stanza, attorno ai 40 anni, non molto alta e vestita di verde. Inoltre, la stanza gli appariva diversa da come è attualmente. «In questo locale abbiamo registrato numerosi Evp, frasi e lamenti principalmente, che sembrano provenire tutti da una voce femminile». 
L'indagine si è poi spostata nella chiesetta del castello dove, tramite un registratore, sono stati «fissati» sospiri e colpi. Per la prima volta, inoltre, è stata usata la metafonia, ossia la captazione, mediante l'uso di un registratore o di una radio su frequenze corte, di parole e frasi di senso compiuto non provenienti dall'ambiente circostante o da emittenti radiofoniche. «Entità» che, si suppone, provenienti dal mondo ultraterreno. «Abbiamo registrato una serie di risposte, sia di voci femminili che maschili», ha concluso Turetta. Tutti gli Evp e le registrazioni si possono ascoltare sul sito del gruppo www.gosthunterpadova.altervista.org