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venerdì 18 luglio 2014
Tra i covoli nella Notte del diavolo: domani a Marano di Valpolicella
L'Arena
venerdì 18 luglio 2014
Nella Notte del diavolo
si affronta l'oscurità
per ripararsi nei covoli
Avete mai provato a camminare di notte per i boschi per poi entrare in una grotta carsica illuminata? Questa è la suggestione da cui parte l'evento «La Notte del diavolo» organizzato dalla Pro loco di Marano, che si terrà domani alle 20 a Malga Biancari. Una notte in compagnia che prevede cena e passeggiata nel bosco, fino ad arrivare ai Covoli di Marano, illuminati. Ed è proprio da una di queste grotte carsiche, che ospitano al loro interno uno scenario di stalattiti e stalagmini unico per la zona, che l'iniziativa prende il nome. La grotta conosciuta dagli abitanti e dagli studiosi di biologia e di preistoria come il Coalo del Diaolo può far sorgere numerose suggestioni, così da una di queste è partita l'idea degli organizzatori, come se il diavolo, o qualche suo sostituto, avesse scelto la grotta come dimora e si aggirasse di notte nei boschi. «In una notte d'estate si rovesciano le consuetudini: la grotta, normalmente buia, si illumina, mentre l'intorno, il bosco, solitamente rischiarato dai raggi del sole, appare scuro. Così, in un incantesimo che dura poche ore, la grotta diventa un riparo sicuro, un luogo ospitale per chi vi giunge al termine di una suggestiva camminata immersa nelle tenebre», afferma il presidente della Pro loco, Dario Degani. Il tutto, al prezzo di 12 euro a persona, viene proposto in combinazione con una cena a malga Biancari. Da qui, alle 22, si parte per la passeggiata e la visita ai covoli illuminati. La partecipazione della Protezione civile garantirà la sicurezza sul percorso boschivo. Gli organizzatori consigliano inoltre, per rendere più agevole l'esperienza e come misura protettiva, di indossare calzature adatte a terreni scoscesi o da trekking e di portare una torcia elettrica. La malga si trova in località Girotto, che si raggiunge percorrendo la strada provinciale da San Floriano a Pontarola, poco dopo l'abitato di San Rocco, da lì si prende a sinistra la strada, e dopo circa 500 metri si arriva a destinazione. La preiscrizione è obbligatoria, telefonando in orario pasti ai numeri 045 7755018 o 331 3530360. A.C.
lunedì 17 dicembre 2012
Luci e alieni nella bassa bresciana
Bresciaoggi
venerdì 14 dicembre 2012
GLI AVVISTAMENTI. Luci e bagliori sopra Pompiano e Orzivecchi
Strane «presenze» in cielo
Nella Bassa è psicosi alieni
Comete rosse. Strani bagliori. Parallelepipedi giganti che scompaiono nel nulla. Da qualche giorno nella Bassa, tra Pompiano, Orzivecchi e Borgo San Giacomo, si stanno moltiplicando le segnalazioni di oggetti volanti non identificati. C'è chi parla anche di tuoni e boati. Ma l'astronomo invita alla calma e prova a spiegare il mistero: «È tutta colpa dello sciame meteorico».
ORZIVECCHI. Luci intermittenti, comete rosse e un parallelepipedo gigante sospeso in mezzo al cielo: sono decine le segnalazioni di fenomeni «X-files» negli ultimi giorni
Strane presenze e bagliori: è psicosi alieni
L'avvistamento più sconvolgente sopra la rotonda della Girandola «Un tuono, poi è sparito nel buio senza lasciare nessuna traccia»
Incontri ravvicinati del terzo tipo avanti tutta. Saranno le prospettive apocalittiche del calendario Maya, oppure l'effetto contagioso propagato dai fenomeni «x-files», fatto sta che la ventata di manifestazioni (pseudo)paranormali che in questi giorni sta invadendo la provincia non accenna a placarsi. Anzi. Dopo le recenti scorribande gardesane di mostri, fantasmi e acchiappa fantasmi, a tornare nel mirino del mistero è ancora l'area della Bassa, già teatro soli pochi mesi fa di un controverso episodio modello «sonic-bang» e bagliori nel buio. Ma stavolta c'è chi giura di aver visto in cielo qualcosa sconvolgente.
«Era circa l'una e mezza di notte, stavo rientrando da Brescia e mi trovavo esattamente a metà strada tra Pompiano e Orzivecchi, in prossimità della rotonda della Girandola - è la testimonianza di un ragazzo orceano sulla trentina, tra i primi qualche sera fa a sollevare il tam tam dell'avvistamento -. Tutto ad un tratto ho avvertito un frastuono micidiale provenire dall'alto, così forte che nemmeno riuscivo più a sentire la radio della macchina: nemmeno il tempo di rallentare, che attraverso il parabrezza ho visto questa sorta di grosso parallelepipedo, simile a un camion senza ruote e con fari giganti. Ho pensato subito a un elicottero, ma era molto basso e stava letteralmente immobile a mezz'aria, producendo una luce fortissima nel cielo. Cinque, forse dieci secondi al massimo... poi è sparito nel buio senza lasciar traccia: non dico fosse un Ufo, ma di certo non avevo mai visto una cosa del genere».
AL DI LÀ DEL FACILE sensazionalismo extraterrestre, a dar man forte alla credibilità impressa nel bizzarro racconto sono soprattutto un paio di fattori corollari. Il primo è di natura puramente «scientifica»: secondo la capillare mappatura dei cieli fornita dal sito flightradar24.com, infatti, di aerei sopra a Orzivecchi (quel giorno, a quell'ora) manco l'ombra.
L'altro, invece, come al solito attinge a piene mani dal bacino delle voci popolari, che a più riprese hanno visto moltiplicarsi l'eco del fenomeno paranormale. «Un rumore tremendo, ho guardato fuori dalla finestra e ho visto questo strano, enorme oggetto volante. Non prendetemi per matta», posta su Facebook una ragazza di Orzivecchi. «Macché, l'ho visto anch'io a Borgo San Giacomo», risponde Michela Chiari via social. E ancora dal calderone virtuale: «Mi sono svegliato di soprassalto, pensavo fosse solo un aereo»; «stanotte ero di servizio, ciò che più mi ha lasciato perplesso è stato il fascio rosso lasciato nel cielo da quella cosa»; «rumore fortissimo, secondo voi cos'è successo?» chiede invece al popolo cybernauta Emanuela Labati. Qualcuno risponde lapidario e sarcastico «E.T. telefono casa!», altri glissano, altri ancora con la mente volano al «boato» bassaiolo di qualche mese fa. Così, nella bolla del mistero, l'unica certezza rimane quella di sempre: veri o inventati, gli alieni devono essere gente molto schiva per natura. Un capitolo a parte, invece, lo merita un'altra tipologia di strani avvistamenti che in questi giorni nella Bassa si stanno moltiplicando a go-go: a decine infatti dicono di aver notato bagliori notturni, descritti come un mix tra una cometa e una stella cadente. Ordinaria amministrazione celeste? Forse in questo caso una spiegazione razionale potrebbe anche esserci. Ma il condizionale rimane d'obbligo.
mercoledì 5 dicembre 2012
Un mistero tutto sabbionetano ogni 6 dicembre
A Sabbioneta (Mantova) ogni 6 dicembre, giorno di nascita di Vespasiano Gonzaga, duca di Sabbioneta (Fondi 1532 - Sabbioneta 1591), si verifica un avvenimento molto affascinante: il sole giunge allo zenith proprio quel giorno entrando con i suoi raggi all'interno di Palazzo Ducale.
La "coincidenza" è che ciò si verifica proprio nel giorno di nascita di Vespasiano, e soprattutto i numeri 6 e 12 (rispettivamente giorno e mese di nascita) ricorrono anche nella numerologia delle mura e di alcuni monumenti (per esempio le dodici statue dedicate alle divinità romane che ornano l'interno del Teatro all'Antica oppure i sei bastioni delle mura di Sabbioneta).
Simona Cremonini
venerdì 16 novembre 2012
Culturando Speciale Mantova Magica
Il link di "Culturando TV" con la puntata su Mantova Magica:
Un diverso modo di vedere Mantova attraverso una lettura legata alla magia, all'esoterismo e all'astrologia.
Isabella d'Este , per esempio, aveva una vera passione per le erbe, i profumi, il potere della musica e l'astrologia. E parlando di astrologia è d'obbligo un riferimento al pubblico Orologio che fornì la possibilità ai cittadini di conoscere i momenti favoriti dalle stelle.
Ma a Mantova era presente anche la magia nera. Sotto le volte dell'Arengario si ha testimonianza della "caccia alle streghe" e delle torture inflitte pubblicamente a chi, si presumeva, avesse frequentazioni con il demonio. A Virgilio stesso si attribuiscono mirabolanti prodigi, imprese grandiose e talmente impossibili da risultare frutto di potenti incantamenti.
Inoltre la facciata e le fattezze della chiesa di S.Andrea celano matematiche proporzioni legate alla Kabbala ebraica.
Isabella d'Este , per esempio, aveva una vera passione per le erbe, i profumi, il potere della musica e l'astrologia. E parlando di astrologia è d'obbligo un riferimento al pubblico Orologio che fornì la possibilità ai cittadini di conoscere i momenti favoriti dalle stelle.
Ma a Mantova era presente anche la magia nera. Sotto le volte dell'Arengario si ha testimonianza della "caccia alle streghe" e delle torture inflitte pubblicamente a chi, si presumeva, avesse frequentazioni con il demonio. A Virgilio stesso si attribuiscono mirabolanti prodigi, imprese grandiose e talmente impossibili da risultare frutto di potenti incantamenti.
Inoltre la facciata e le fattezze della chiesa di S.Andrea celano matematiche proporzioni legate alla Kabbala ebraica.
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martedì 30 ottobre 2012
Una supernova scoperta dal Monte Baldo
L'Arena
domenica 28 ottobre 2012
FERRARA DI MONTE BALDO. Ora sarà studiata per un anno nei centri-ricerca di tutto il mondo
Scoperta supernova:
il cielo svela altri segreti
È stata avvistata all´Osservatorio di Novezzina da due ricercatori veronesi, servirà a misurare la velocità di espansione dell´universo
Scoperta la prima Supernova targata Verona. L´annuncio arriva dall'Osservatorio del Monte Baldo, la sola struttura pubblica esistente nel Veronese, che sorge a Novezzina ed è proprietà del Comune di Ferrara di Monte Baldo.
La rilevazione è stata fatta sulle immagini riprese domenica e martedì scorsi dal telescopio principale da due ricercatori veronesi, Raffaele Belligoli e Flavio Castellani, due soci del Cav (Circolo astrofili veronesi) che gestisce l'Osservatorio per il Comune. Subito dopo la scoperta, Belligoli e Castellani hanno predisposto il telescopio dell´Osservatorio per un´immagine di conferma del fenomeno e hanno subito inviato un´allerta all´Unione astronomica internazionale.
La sera successiva il professor Simone Zaggia e la dottoressa Lina Tommasella dell´Università di Padova, che in quel momento lavoravano al telescopio di Asiago, hanno ottenuto uno spettro della Supernova, confermandone il tipo e rivelando l´impressionante velocità dell´onda d´urto dell´esplosione che si espande a 10900 chilometri al secondo.
La notizia ha già fatto il giro del mondo: «L´importante scoperta», fanno sapere gli studiosi, «è stata annunciata venerdì dal direttore dell´Unione astronomica internazionale Daniel Green, che ha diramato una circolare nella quale la supernova viene catalogata con la sigla “2012fm”. Di questo oggetto», precisano, «vengono forniti i dati fondamentali per i successivi studi a tutti gli osservatori e centri di ricerca». Poi precisano: «La Supernova 2012fm è esplosa in UGC 3528, una galassia a 290 milioni di anni luce da noi: è molto simile alla nostra, anche se un po´ più piccola, ma l´enorme distanza che ci separa da lei, la rende molto difficile da riprendere con telescopi amatoriali e sicuramente impossibile da osservare a occhio nudo».
Questi eventi sono seguiti con attenzione particolare: «Siamo di fronte all´esplosione di una supernova di tipo “1 a”, appartenente a una categoria di esplosioni stellari molto interessanti in quanto adoperate come “candele standard”, cioè come indicatori di distanza per misurare l´espansione dell´universo e la lontananza delle galassie». In parole semplice, conoscendo i dati sulla massima luce prodotta dall´esplosione di una supernova “1a”, se una nuova supernova è più luminosa di quella luce significa che l´espansione dell´universo sta rallentando, se invece è meno luminosa, che è in espansione. E dai calcoli fatti finora, secondo gli studiosi, l´universo si sta espandendo a una velocità accelerata. «Questa è prima supernova scoperta a Verona, risultato che non è frutto del caso”, evidenzia Raffaele Belligoli, segretario del Cav responsabile del progetto di ricerca supernove dell´Osservatorio del Monte Baldo. «In poco più di un anno, dal nostro osservatorio, abbiamo ripreso oltre 10.000 galassie e controllando, immagine per immagine, la presenza di eventuali “nuove stelle´”nelle immediate vicinanze di queste galassie. Dopo ogni scoperta», racconta, «ci muoviamo con molta velocità poiché la concorrenza è molto agguerrita e in tutto il mondo sono presenti osservatori amatoriali e professionali che cercano continuamente la luce emanata da queste esplosioni stellari tra le miriadi di galassie che affollano il cosmo. Il nostro è un bellissimo risultato».
lunedì 13 agosto 2012
Stelle cadenti e San Lorenzo, qualche leggenda
Bresciaoggi
venerdì 10 agosto 2012 –
LETTERE
Il Martirologio Romano
celebra oggi, 10 agosto, san Lorenzo. Fu diacono a Roma nel III secolo. Subì il
supplizio del fuoco durante la persecuzione di Valeriano.
Il suo culto è tra i più
antichi e diffusi nel Bresciano dal V secolo, legato a istituti di pubblica
beneficenza e assistenza fra cui ospizi. La data del 10 agosto era considerata
festiva nel XI secolo. Gli Statuti della Valle Trompia, stampati nel 1764,
confermavano l´astensione da ogni occupazione lavorativa nel giorno di san
Lorenzo.
In molte località, dove il
santo è patrono della chiesa o del paese, si tengono tradizionali sagre. A san
Lorenzo sono intitolate le parrocchiali di San Lorenzo in città, Angolo Terme,
Camignone di Passirano, Carzago Riviera di Calvagese, Alone di Casto, Clibbio
di Vobarno, Demo di Berzo, Fiesse, Fraine di Pisogne, Manerbio, Montirone,
Novagli di Montichiari, Nuvolera, Palosco, Quinzanello di Dello, Remedello
Sopra, Sonico, Soprapo! nte di Gavardo, Tremosine Voltino, Urago d´Oglio,
Verolanuova, Zocco di Erbusco, Pozzolengo (provincia di Brescia, diocesi di
Verona). Le chiese sussidiarie - quasi sempre ex chiese diaconali della
cattedrale e delle pievi - e le cappelle a lui dedicate sono una sessantina,
fra cui quella della frazione Promo di Vestone dove si tiene la tradizionale
sagra.
La ricorrenza di san
Lorenzo ha assunto, fin dai tempi antichi, il significato di festa dell´estate
trionfante. Nella notte di san Lorenzo era consuetudine trarre auspici
osservando le stelle "filanti" o cadenti, sciame di meteore Perseidi,
dette anche "lacrime di San Lorenzo".
Tra le molte leggende,
diffusa era quella che a mezzanotte, proprio al battere delle ore, si dovesse
scavare nell´orto di casa per cercare il carbone del martirio di san Lorenzo:
avrebbe preservato la famiglia da ogni guaio per tutto l´anno.
Il 10 agosto è ricordato
dal calendario contadino con molti proverbi: "A san Lorèns la castégna
l´è gròssa ´n dènt", "Per san Lorèns, l´ua la tèns", "Se
piöf a san Lorèns l´è amò ´n tèmp", la pioggia a san Lorenzo è utile per
la campagna.
domenica 17 luglio 2011
mercoledì 15 giugno 2011
Ufo a Bussolengo, Verona, la soluzione: non erano ufo
L'Arena IL GIORNALE DI VERONA
Lunedì 13 Giugno 2011 PROVINCIA Pagina 18
PESCHIERA. Segnalazione di oggetti non identificati nel cielo: una lettrice scioglie il «mistero»
«Quei tre punti luminosi erano lanterne volanti»
«Le abbiamo lanciate a una festa, prima una e poi tre, sono salite più del solito e c'è chi ha detto: vedrai che qualcuno penserà agli Ufo»
Nessun oggetto non identificato nei cieli di Peschiera: gli appassionati e cultori di Ufo rimarranno delusi ma le tre sfere luminose osservate venerdì sera da molte persone e fotografate altro non sono che «lanterne volanti», di origine orientale, molto di moda anche in Occidente che funzionano con lo stesso principio delle mongolfiere. Sono state utilizzate da Alice Speri in occasione del compleanno della cognata Claudia, festeggiato in riva al lago nell'hotel Al Fiore di proprietà della famiglia.
«Le ho acquistate su internet e le abbiamo accese durante il rinfresco», racconta divertita. «Prima ne abbiamo accesa una, verso le 21.30. Dopo un po' abbiamo visto che qualcuno dal campeggio vicino ne ha mandate in aria due e così, quasi fo! sse una sfida, abbiamo deciso di accenderne tre tutte insieme che sono salite più del solito, complici evidentemente le correnti d'aria favorevoli. E a dire il vero, vista l'altezza raggiunta», ricorda la signora, «c'è anche stato chi ha detto „vedrai che qualcuno penserà agli Ufo. A me sembrava un'esagerazione e invece è proprio accaduto».
«Sky lanterns»: questo il nome commerciale di questa sorta di «sacchetti» di media dimensione di carta rivestita di materiale non infiammabile e supportata da una parte rigida. Alla base è collocata una sorta di piastra combustibile che, una volta accesa, scalda l'aria che gonfia la lanterna facendola volare. Un volo che può durare anche una ventina di minuti e si esaurisce solo nel momento in cui finisce il combustibile e la fiamma si spegne. Non si conosce il limite di altitudine che possono raggiungere: di sicuro diverse centinaia di metri. Nella tradizione! orientale le lanterne sono simbolo beneaugurante. «Ma qu! esto è anche il nostro significato: si dovrebbero scrivere», conclude Alice Speri, «i propri desideri sulla carta; le lanterne, portandoli in cielo, aiutano a realizzarli».G.B.
Lunedì 13 Giugno 2011 PROVINCIA Pagina 18
PESCHIERA. Segnalazione di oggetti non identificati nel cielo: una lettrice scioglie il «mistero»
«Quei tre punti luminosi erano lanterne volanti»
«Le abbiamo lanciate a una festa, prima una e poi tre, sono salite più del solito e c'è chi ha detto: vedrai che qualcuno penserà agli Ufo»
Nessun oggetto non identificato nei cieli di Peschiera: gli appassionati e cultori di Ufo rimarranno delusi ma le tre sfere luminose osservate venerdì sera da molte persone e fotografate altro non sono che «lanterne volanti», di origine orientale, molto di moda anche in Occidente che funzionano con lo stesso principio delle mongolfiere. Sono state utilizzate da Alice Speri in occasione del compleanno della cognata Claudia, festeggiato in riva al lago nell'hotel Al Fiore di proprietà della famiglia.
«Le ho acquistate su internet e le abbiamo accese durante il rinfresco», racconta divertita. «Prima ne abbiamo accesa una, verso le 21.30. Dopo un po' abbiamo visto che qualcuno dal campeggio vicino ne ha mandate in aria due e così, quasi fo! sse una sfida, abbiamo deciso di accenderne tre tutte insieme che sono salite più del solito, complici evidentemente le correnti d'aria favorevoli. E a dire il vero, vista l'altezza raggiunta», ricorda la signora, «c'è anche stato chi ha detto „vedrai che qualcuno penserà agli Ufo. A me sembrava un'esagerazione e invece è proprio accaduto».
«Sky lanterns»: questo il nome commerciale di questa sorta di «sacchetti» di media dimensione di carta rivestita di materiale non infiammabile e supportata da una parte rigida. Alla base è collocata una sorta di piastra combustibile che, una volta accesa, scalda l'aria che gonfia la lanterna facendola volare. Un volo che può durare anche una ventina di minuti e si esaurisce solo nel momento in cui finisce il combustibile e la fiamma si spegne. Non si conosce il limite di altitudine che possono raggiungere: di sicuro diverse centinaia di metri. Nella tradizione! orientale le lanterne sono simbolo beneaugurante. «Ma qu! esto è anche il nostro significato: si dovrebbero scrivere», conclude Alice Speri, «i propri desideri sulla carta; le lanterne, portandoli in cielo, aiutano a realizzarli».G.B.
Ufo a Bussolengo, Verona, l'avvistamento
L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA
Domenica 12 Giugno 2011 PROVINCIA Pagina 30
PESCHIERA. Massimo Zuccotti, ex militare dell'Aeronautica: «Non penso ad E.T. ma per quanto ne so nulla spiega gli oggetti che abbiamo visto»
Quei tre puntini? «Un volo degli Ufo»
Una ragazzina fotografa strane luci nel cielo, notate dal pubblico che assisteva a uno spettacolo e da alcuni cittadini di Bussolengo
Guardando il cielo del Garda dall'alto del monte Baldo o dalla piazza di Peschiera il risultato non cambia: Angelica Zuccotti punta l'obiettivo e riesce a scattare la fotografia agli...Ufo. Rischia di avere un futuro da «paparazzo dei cieli notturni» la bimba di Peschiera che, venerdi notte, è riuscita di nuovo ad immortalare nel blu scuro gardesano tre oggetti volanti non identificati, assai luminosi e che hanno «stazionato» per un po' sopra le teste degli abitanti di Peschiera.
L'avvistamento è avvenuto verso le 22 anche nella zona di Bussolengo, non distante in linea d'aria da Peschiera, dove altre persone avrebbero visto i tre oggetti luminosi spostarsi in «formazione a triangolo» nel cielo. Nel settembre scorso, la bimba di 13 anni, figlia di Massimo Zuccotti, dipendente del parco divertimenti di Gardaland, ex graduato del 3° Stormo di Villafranca e da oltre 20 anni vicino all'Aeronautica Militare Italiana, era riuscita a «beccare un Ufo o comunque un suo parente prossimo», come ironizza ma non troppo lei stessa, mentre era in gita sul Baldo con mamma, papà e il fratellino Pietro. Macchina fotografica digitale sempre a portata di mano, la piccola aveva scattato diverse foto a un disco rosso immobile per una decina di minuti nelle acque antistanti Malcesine.
Stavolta la scena s'è ripetuta a Peschiera dove Angelica, assieme ad almeno un centinaio di altre persone, stava assistendo a una rappresentazione all'aperto. «I tre dischi volanti», raccontato ancora eccitata, «si spostavano ad alta quota sopra le nostre teste. Io ho subito preso la macchina fotografica per avere un ricordo dei miei silenziosi „amici‰ luminosi, ritrovati del cielo di Peschiera», sorride.
La cosa, stavolta, è stata però notata anche da moltissimi altri al punto che, a Porta Verona dov'era in corso lo spettacolo «Pino e gli anticorpi», lo spettacolo s'è addirittura «fermato» per un qualche istante, tutti con gli occhi all'insù in un silenzio palpabile.
«La formazione era perfetta, luminosissima», aggiunge Massimo Zuccotti, «i tre dischi transitavano senza le sbavature tipiche dei motori a reazione. A quanto ne so io non era in corso nessuna esercitazione. Le sfere rosso-fuoco», ha poi proseguito, «facevano pochi movimenti nel cielo, incompatibili con qualsiasi velivolo noto, aereo civile, militare o altro che esista». E se a dirlo è un ex militare c'è da credere che qualcosa di difficilmente decifrabile ci sia, a meno che non esistano prototipi di velivoli militari sconosciuti di cui nessuno può o vuole parlare. «Io non sto pensando che ci fosse E.T. sull'astronave», scherza Zuccotti, «ma semplicemente evidenziando come, ancora una volta, sui cieli del Garda ci fossero oggetti volanti non identificati nè identificabili». Tre Ufo,nel senso letterale del termine: unidentified flying object.
Il Garda, in passato, è stato teatro di molti avvistamenti di presunto carattere «ufologico», specie in estate. Evidentemente anche ai parenti più stretti di E.T. il lago piace.
SCHEDA (approfondimento)
Luci ovunque dalla Bassa a Gardaland
L'estate 2009 è ricordata sulle sponde del Garda oltre che per il gran caldo anche per il rilevante numero di avvistamenti di Ufo, intesi come Unidentified flying object, oggetti non identificati. Dopo gli episodi di Camacici, nella Bassa, se n'erano visti a Lazise, quindi a Gardaland, in luglio. Il Parco aveva assicurato:«Abbiamo fatto una verifica e non si tratta dei nostri laser usati per lo spettacolo serale».
Le tante segnalazioni non stupivano gli studiosi del Cav, il Circolo astrofili veronesi, in particolare Flavio Castellani, direttore tecnico dell'Osservatorio astronomico del Baldo. Il quale, senza esprimere giudizi forniva un «vademecum» di tutto quanto può ingannare. «All'Osservatorio tre telecamere riprendono il cielo notturno e abbiamo ripreso decine di migliaia di meteore, aerei, satelliti, elicotteri e stormi di uccelli. Mai oggetti non identificabili». Agosto è il mese «caldo»: «Lo sciame delle Perseidi è al massimo». Sono le meteore, le «lacrime di San Lorenzo». «Non cadono solo intorno al 10, ma si vedono in tutta la prima metà del mese con altri sciami minori».
IL GIORNALE DI VERONA
Domenica 12 Giugno 2011 PROVINCIA Pagina 30
PESCHIERA. Massimo Zuccotti, ex militare dell'Aeronautica: «Non penso ad E.T. ma per quanto ne so nulla spiega gli oggetti che abbiamo visto»
Quei tre puntini? «Un volo degli Ufo»
Una ragazzina fotografa strane luci nel cielo, notate dal pubblico che assisteva a uno spettacolo e da alcuni cittadini di Bussolengo
Guardando il cielo del Garda dall'alto del monte Baldo o dalla piazza di Peschiera il risultato non cambia: Angelica Zuccotti punta l'obiettivo e riesce a scattare la fotografia agli...Ufo. Rischia di avere un futuro da «paparazzo dei cieli notturni» la bimba di Peschiera che, venerdi notte, è riuscita di nuovo ad immortalare nel blu scuro gardesano tre oggetti volanti non identificati, assai luminosi e che hanno «stazionato» per un po' sopra le teste degli abitanti di Peschiera.
L'avvistamento è avvenuto verso le 22 anche nella zona di Bussolengo, non distante in linea d'aria da Peschiera, dove altre persone avrebbero visto i tre oggetti luminosi spostarsi in «formazione a triangolo» nel cielo. Nel settembre scorso, la bimba di 13 anni, figlia di Massimo Zuccotti, dipendente del parco divertimenti di Gardaland, ex graduato del 3° Stormo di Villafranca e da oltre 20 anni vicino all'Aeronautica Militare Italiana, era riuscita a «beccare un Ufo o comunque un suo parente prossimo», come ironizza ma non troppo lei stessa, mentre era in gita sul Baldo con mamma, papà e il fratellino Pietro. Macchina fotografica digitale sempre a portata di mano, la piccola aveva scattato diverse foto a un disco rosso immobile per una decina di minuti nelle acque antistanti Malcesine.
Stavolta la scena s'è ripetuta a Peschiera dove Angelica, assieme ad almeno un centinaio di altre persone, stava assistendo a una rappresentazione all'aperto. «I tre dischi volanti», raccontato ancora eccitata, «si spostavano ad alta quota sopra le nostre teste. Io ho subito preso la macchina fotografica per avere un ricordo dei miei silenziosi „amici‰ luminosi, ritrovati del cielo di Peschiera», sorride.
La cosa, stavolta, è stata però notata anche da moltissimi altri al punto che, a Porta Verona dov'era in corso lo spettacolo «Pino e gli anticorpi», lo spettacolo s'è addirittura «fermato» per un qualche istante, tutti con gli occhi all'insù in un silenzio palpabile.
«La formazione era perfetta, luminosissima», aggiunge Massimo Zuccotti, «i tre dischi transitavano senza le sbavature tipiche dei motori a reazione. A quanto ne so io non era in corso nessuna esercitazione. Le sfere rosso-fuoco», ha poi proseguito, «facevano pochi movimenti nel cielo, incompatibili con qualsiasi velivolo noto, aereo civile, militare o altro che esista». E se a dirlo è un ex militare c'è da credere che qualcosa di difficilmente decifrabile ci sia, a meno che non esistano prototipi di velivoli militari sconosciuti di cui nessuno può o vuole parlare. «Io non sto pensando che ci fosse E.T. sull'astronave», scherza Zuccotti, «ma semplicemente evidenziando come, ancora una volta, sui cieli del Garda ci fossero oggetti volanti non identificati nè identificabili». Tre Ufo,nel senso letterale del termine: unidentified flying object.
Il Garda, in passato, è stato teatro di molti avvistamenti di presunto carattere «ufologico», specie in estate. Evidentemente anche ai parenti più stretti di E.T. il lago piace.
SCHEDA (approfondimento)
Luci ovunque dalla Bassa a Gardaland
L'estate 2009 è ricordata sulle sponde del Garda oltre che per il gran caldo anche per il rilevante numero di avvistamenti di Ufo, intesi come Unidentified flying object, oggetti non identificati. Dopo gli episodi di Camacici, nella Bassa, se n'erano visti a Lazise, quindi a Gardaland, in luglio. Il Parco aveva assicurato:«Abbiamo fatto una verifica e non si tratta dei nostri laser usati per lo spettacolo serale».
Le tante segnalazioni non stupivano gli studiosi del Cav, il Circolo astrofili veronesi, in particolare Flavio Castellani, direttore tecnico dell'Osservatorio astronomico del Baldo. Il quale, senza esprimere giudizi forniva un «vademecum» di tutto quanto può ingannare. «All'Osservatorio tre telecamere riprendono il cielo notturno e abbiamo ripreso decine di migliaia di meteore, aerei, satelliti, elicotteri e stormi di uccelli. Mai oggetti non identificabili». Agosto è il mese «caldo»: «Lo sciame delle Perseidi è al massimo». Sono le meteore, le «lacrime di San Lorenzo». «Non cadono solo intorno al 10, ma si vedono in tutta la prima metà del mese con altri sciami minori».
lunedì 13 dicembre 2010
Santa Lucia e stelle cadenti
S. Lucia e il 13 dicembre, non il giorno più corto ma una notte di stelle cadenti
Tutto è cambiato nel 1582 con il calendario moderno voluto da Gregorio XII
S. Lucia e il 13 dicembre, non il giorno più corto ma una notte di stelle cadenti
Roma - (Adnkronos) - La tradizione popolare si scontra con la scienza. L'esperto astrofilo: ''Come nella notte di San Lorenzo, si vedranno le stelle cadenti grazie all'incrocio della nostra orbita con la polvere spaziale delle Geminidi''. Prima del calendario gregoriano, Santa Lucia cadeva vicino al solstizio d'inverno
Roma, 13 dic. (Adnkronos) - La tradizione popolare trae in inganno perché "non è il 13 dicembre, ricorrenza di Santa Lucia, il 'giorno più corto che ci sia' nell'anno". Una tradizione che si scontra con la scienza perché il minor numero di ore di luce si ha infatti "al solstizio d'inverno" che quest'anno cade "il 21 dicembre alle ore 23:38". Eppure, in questo giorno, nel cielo avviene un fenomeno straordinario e decisamente meno conosciuto. "Cadranno le stelle come nella notte di San Lorenzo il 10 agosto. Cadranno, in particolare, 100 meteore in un'ora quest'anno. Un evento astronomico che avviene il 13 dicembre".
A fare chiarezza con l'ADNKRONOS tra sacro e profano, tra tradizione popolare ed eventi astronomici e scientifici, è l'esperto dell'Unione Astrofili Italiani, Andrea Miccoli, vicepresidente dell'Associazione Pontina di Astronomia, specializzato in didattica astronomica. "Il fenomeno astronomico che si registra il giorno di Santa Lucia non è - spiega - nel numero più corto di ore di luce, che corrisponde invece al solstizio d'inverno, che avviene tra il 20 e il 22 dicembre. Il fenomeno astronomico collegato al 13 dicembre è l'avvento delle Geminidi, stelle cadenti legate ad un fenomeno tanto complesso quanto affascinante da vedere".
"Si tratta - continua Miccoli - di una straordinaria pioggia di stelle cadenti che altro non sono che polvere, sabbia spaziale, rimasta in orbita dal passaggio della cometa Phaeton", che ''ha esaurito la sua acqua, si è spenta ed è senza coda; dunque trasformata in un asteroide che ha prodotto 'polvere di stelle', le Geminidi".
"In concomitanza con il 13 dicembre, il nostro pianeta incrocia nella sua traiettoria questo ammasso di polvere di stelle. Dalla Terra - dice ancora l'esperto - l'incontro è tradotto nel fenomeno delle 'stelle cadenti' simile a quello della notte di San Lorenzo. Ed è un fenomeno bellissimo da vedere in condizioni di assenza di inquinamento luminoso". La tradizione popolare, invece, continua Miccoli, ''associa al giorno di Santa Lucia il minor numero di ore di luce nell'anno, il 'giorno piu' corto che ci sia', ma non è più così dal 1582, anno in cui papa Gregorio XIII introdusse il calendario moderno e il solstizio fu spostato di fatto tra il 20 e il 22 dicembre".
"Quando papa Gregorio XIII introdusse il calendario moderno - racconta Miccoli - si passò in un attimo dal giovedì 4 ottobre al venerdì 15 ottobre, che avrebbe invece dovuto essere 5 ottobre, facendo sparire, in quel lontano 1582, in uno schiocco di dita, 10 giorni per riorganizzare il calendario anche riguardo gli eventi astronomici. Questo spostamento di date ha fatto slitttare sul calendario il solstizio d'inverno".
"Ma - aggiunge - la festa di Santa Lucia rimase il 13 dicembre, data della sua morte, portandosi dietro nei secoli anche il vecchio proverbio 'Santa Lucia il giorno piu' corto che ci sia'. Il legame con la luce è nel nome della Santa, Lucia significa luce, dal latino lux". La festa di Santa Lucia che cadeva in prossimità del giorno del solstizio d'inverno non è quindi coincisa più con questo fenomeno nei Paesi che adottarono subito il nuovo calendario. Nei nordici, che lo adottarono circa 200 anni più tardi, il solstizio cadeva invece sempre il 13 dicembre.
Che cos'è un solstizio? "In astronomia - spiega Miccoli - è il momento in cui il Sole raggiunge il punto di declinazione massima o minima''. Quando si verifica il solstizio, prosegue l'astrofilo, ''il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione positiva nel mese di giugno, in occasione del solstizio di estate boreale, mentre raggiunge il massimo valore di declinazione negativa in dicembre, in occasione del solstizio di inverno boreale, che corrisponde all'estate nell'emisfero australe".
"I solstizi e gli equinozi - avverte - non sono però date sul caledario, sono punti fisici sull'orbita della Terra e il nostro pianeta non arriva a questo 'pit stop' sempre alla stessa ora. Così, quando le variazioni si accumulano, si aggiunge un giorno'' e ''la correzione c'è ogni 4 anni e ci danno l'opportunità di fare l'anno bisestile, come stabilito dalla riforma voluta da Giulio Cesare, nel 44 a.C.. Anno che, per la prima e unica volta, durò ben 444 giorni". Infine, l'astrofilo ricorda che "il giorno in cui il sole tramonta prima e' l'8 dicembre, mentre il giorno in cui il sole sorge più tardi è il 4 gennaio, proprio il giorno in cui la Terra è più vicina al Sole nel punto chiamato Perielio".
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/S-Lucia-e-il-13-dicembre-non-il-giorno-piu-corto-ma-una-notte-di-stelle-cadenti_311395632879.html
Tutto è cambiato nel 1582 con il calendario moderno voluto da Gregorio XII
S. Lucia e il 13 dicembre, non il giorno più corto ma una notte di stelle cadenti
Roma - (Adnkronos) - La tradizione popolare si scontra con la scienza. L'esperto astrofilo: ''Come nella notte di San Lorenzo, si vedranno le stelle cadenti grazie all'incrocio della nostra orbita con la polvere spaziale delle Geminidi''. Prima del calendario gregoriano, Santa Lucia cadeva vicino al solstizio d'inverno
Roma, 13 dic. (Adnkronos) - La tradizione popolare trae in inganno perché "non è il 13 dicembre, ricorrenza di Santa Lucia, il 'giorno più corto che ci sia' nell'anno". Una tradizione che si scontra con la scienza perché il minor numero di ore di luce si ha infatti "al solstizio d'inverno" che quest'anno cade "il 21 dicembre alle ore 23:38". Eppure, in questo giorno, nel cielo avviene un fenomeno straordinario e decisamente meno conosciuto. "Cadranno le stelle come nella notte di San Lorenzo il 10 agosto. Cadranno, in particolare, 100 meteore in un'ora quest'anno. Un evento astronomico che avviene il 13 dicembre".
A fare chiarezza con l'ADNKRONOS tra sacro e profano, tra tradizione popolare ed eventi astronomici e scientifici, è l'esperto dell'Unione Astrofili Italiani, Andrea Miccoli, vicepresidente dell'Associazione Pontina di Astronomia, specializzato in didattica astronomica. "Il fenomeno astronomico che si registra il giorno di Santa Lucia non è - spiega - nel numero più corto di ore di luce, che corrisponde invece al solstizio d'inverno, che avviene tra il 20 e il 22 dicembre. Il fenomeno astronomico collegato al 13 dicembre è l'avvento delle Geminidi, stelle cadenti legate ad un fenomeno tanto complesso quanto affascinante da vedere".
"Si tratta - continua Miccoli - di una straordinaria pioggia di stelle cadenti che altro non sono che polvere, sabbia spaziale, rimasta in orbita dal passaggio della cometa Phaeton", che ''ha esaurito la sua acqua, si è spenta ed è senza coda; dunque trasformata in un asteroide che ha prodotto 'polvere di stelle', le Geminidi".
"In concomitanza con il 13 dicembre, il nostro pianeta incrocia nella sua traiettoria questo ammasso di polvere di stelle. Dalla Terra - dice ancora l'esperto - l'incontro è tradotto nel fenomeno delle 'stelle cadenti' simile a quello della notte di San Lorenzo. Ed è un fenomeno bellissimo da vedere in condizioni di assenza di inquinamento luminoso". La tradizione popolare, invece, continua Miccoli, ''associa al giorno di Santa Lucia il minor numero di ore di luce nell'anno, il 'giorno piu' corto che ci sia', ma non è più così dal 1582, anno in cui papa Gregorio XIII introdusse il calendario moderno e il solstizio fu spostato di fatto tra il 20 e il 22 dicembre".
"Quando papa Gregorio XIII introdusse il calendario moderno - racconta Miccoli - si passò in un attimo dal giovedì 4 ottobre al venerdì 15 ottobre, che avrebbe invece dovuto essere 5 ottobre, facendo sparire, in quel lontano 1582, in uno schiocco di dita, 10 giorni per riorganizzare il calendario anche riguardo gli eventi astronomici. Questo spostamento di date ha fatto slitttare sul calendario il solstizio d'inverno".
"Ma - aggiunge - la festa di Santa Lucia rimase il 13 dicembre, data della sua morte, portandosi dietro nei secoli anche il vecchio proverbio 'Santa Lucia il giorno piu' corto che ci sia'. Il legame con la luce è nel nome della Santa, Lucia significa luce, dal latino lux". La festa di Santa Lucia che cadeva in prossimità del giorno del solstizio d'inverno non è quindi coincisa più con questo fenomeno nei Paesi che adottarono subito il nuovo calendario. Nei nordici, che lo adottarono circa 200 anni più tardi, il solstizio cadeva invece sempre il 13 dicembre.
Che cos'è un solstizio? "In astronomia - spiega Miccoli - è il momento in cui il Sole raggiunge il punto di declinazione massima o minima''. Quando si verifica il solstizio, prosegue l'astrofilo, ''il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione positiva nel mese di giugno, in occasione del solstizio di estate boreale, mentre raggiunge il massimo valore di declinazione negativa in dicembre, in occasione del solstizio di inverno boreale, che corrisponde all'estate nell'emisfero australe".
"I solstizi e gli equinozi - avverte - non sono però date sul caledario, sono punti fisici sull'orbita della Terra e il nostro pianeta non arriva a questo 'pit stop' sempre alla stessa ora. Così, quando le variazioni si accumulano, si aggiunge un giorno'' e ''la correzione c'è ogni 4 anni e ci danno l'opportunità di fare l'anno bisestile, come stabilito dalla riforma voluta da Giulio Cesare, nel 44 a.C.. Anno che, per la prima e unica volta, durò ben 444 giorni". Infine, l'astrofilo ricorda che "il giorno in cui il sole tramonta prima e' l'8 dicembre, mentre il giorno in cui il sole sorge più tardi è il 4 gennaio, proprio il giorno in cui la Terra è più vicina al Sole nel punto chiamato Perielio".
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