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martedì 17 marzo 2015
Leggende del Garda a Mantova
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mercoledì 14 gennaio 2015
giovedì 27 novembre 2014
Salizzole, i cacciatori di fantasmi raccontano le indagini
L'Arena
giovedì 27 novembre 2014
SALIZZOLE
I «cacciatori»
di fantasmi
raccontano
le loro indagini
I lavori di restauro in corso al castello di Salizzole «risvegliano» i fantasmi. L'appuntamento per gli appassionati del mistero, e con le presunte entità che popolano il maniero del paese, è previsto per domani sera, alle ore 20.30, nella sala civica della fortezza medioevale. Il gruppo «Ghost hunters» di Verona presenterà gli esiti delle nuove indagini e rilevazioni compiute nel corso dell'anno all'interno del castello divenuto di proprietà comunale negli anni Ottanta.
Dalle precedenti ricerche e dall'analisi delle registrazioni sonore eseguite dagli «acchiappafantasmi» veronesi erano emerse presunte voci, grida e rumori. Tutti fenomeni che farebbero supporre la presenza all'interno della fortezza, abitata da Donna Verde madre di Cangrande della Scala, di anime maschili e femminili vissute in diverse epoche storiche che vanno dal Medioevo sino al Novecento. Fenomeni interessanti che hanno portato il gruppo veronese ad effettuare ! ulteriori approfondimenti tra le stanze del maniero. Ora gli «acchiappafantasmi» sveleranno altri particolari e curiosità emersi dalle ricerche offrendo anche la possibilità di partecipare a un'esperienza di rilevazione tra le mura del castello utilizzando attrezzature altamente specializzate. L.M.
sabato 15 novembre 2014
Leggende dal Garda a Verona: oggi alla Libreria Minerva
Dal lago di Garda a Verona e
ritorno... attraverso vie misteriose e sconosciute!
Si parlerà di streghe, fate
e personaggi magici sabato 15 novembre alle 17,30 alla Libreria Minerva di Verona (corso Porta
Nuova 86) con l'autrice Simona Cremonini, che presenterà i suoi quattro libri di narrativa e saggistica sulle
leggende del lago di Garda, con i
quali ha ripercorso e narrato in una nuova veste storie ormai perlopiù
dimenticate.
L'evento è inserito nel
calendario del festival Spettacoli di Mistero 2014.
Racconti del fantastico,
storie di un passato dipinto di miti, misteri, aneddoti incredibili e fatati, sono il filo conduttore che lega, a doppia corsia,
le leggende narrate dalla tradizione popolare dei paesi e delle colline attorno
al lago di Garda e la narrativa di Simona Cremonini, giornalista e scrittrice
che, sull’antico “Benaco”, ha una seconda casa sia personale sia letteraria.
Nel 2012 l'autrice ha
pubblicato il saggio "Leggende, curiosità e misteri del lago di
Garda" e l'antologia "I racconti fantastici del Garda"; nel 2013
il saggio "Misteri morenici"; nel 2014 "Garda Doble",
quattro storie sul tema del doppio ispirate a leggende e storie del lago di
Garda.
Per info: www.leggendedelgarda.com -
info@libreriaminerva.org - Tel. 045/8003089.
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Leggende della pianura e di Legnago
ALLA PIEVE DI S. SALVARO
In scena racconti e leggende della Pianura
Uno spettacolo divertente
su origini e fatti legnaghesi
Nella Pieve di S. Salvaro il Consorzio Pro Loco Basso Veronese, in collaborazione col Comune di Legnago e l'associazione Gruppo Giovani di S.Pietro di Legnago organizzato il 22 novembre la serata: "Aiuto! C'è un coccodrillo in valle... la leggenda della nascita di Legnago". Tratto dal libro di Francesco Occhi e Augusto Garau. La tradizione orale tramandata da generazioni narra di gruppi provenienti dalla Grecia in cerca di terre per coltivare la vite che si fermarono nell'attuale Begosso chiamandola Begontio in cui produssero un vino ottimo risultato che non ebbero però quelle famiglie che spostatesi a Nord fondarono un paese chiamandolo Lignito. Altra storia quella del restauro della Pieve di S. Salvaro a S.Pietro di Legnago il cui prete don Trecca per coprire le spese pensò bene di dire che c'era un coccodrillo nelle Valli Grandi Veronesi e se veniva catturato lo avrebbe messo in mostra. E mentre alcuni giovani, superata la paura, iniziarono la caccia il sacerdote si procurò la pelle di un coccodrillo che poi espose dopo vari mesi. Per vedere la "bestia feroce catturata e uccisa" la gente doveva pagare un biglietto e col ricavato... Storia e, leggende da cui sono tratti un libro e un cortometraggio: resta che Legnago fu fondata da popolazioni legate alla civiltà greca e che la Pieve fu restaurata con un simpatico imbroglio.
L'Arena
sabato 15 novembre 2014 – INSERTI
I sussurri dei fantasmi a Isola della Scala
Isola della Scala, il fascino e la tradizione
del festival «Veneto, spettacoli di Mistero»
Novembre", in Veneto, si traduce solo con un'altra parola: "Mistero".
Torna, infatti, l'ormai tradizionale Festival dedicato interamente ai luoghi leggendari e misteriosi della regione che, per tutto il mese, terrà banco dalle montagne alle coste, dai laghi alla laguna, dalle pietre dei borghi antichi ai marmi sontuosi delle città d'arte.
L'edizione 2014 di "Veneto: spettacoli di Mistero" vedrà nelle piazze, nelle ville, le aie, i teatri, i castelli, i giardini, la rivisitazione delle antiche leggende del territorio, spesso provenienti direttamente dalla tradizione orale, in una infinita teoria di fascinazione e di scoperta.
Promosso dalla Regione Veneto, il Festival del Mistero è organizzato dalle Pro Loco aderenti all'Unpli, che daranno vita ad oltre duecento eventi per rievocare storie di streghe e di demoni, di folletti dispettosi e di fate generose, di antichi tiranni la cui vita sanguinaria è circonfusa di leggenda e di mille fantasmi pronti a essere evocati per raccontare i segreti più nascosti.
A Verona il festival fa tappa a Isola della Scala domenica 16 novembre nello spettacolare scenario di Villa Boschi con una serata dal titolo "I sussurri dei Fantasmi di Villa Boschi". La visita teatralizzata si muoverà attraverso le sale di Villa Boschi (secc. XVI-XVIII) alla luce di sole candele; saranno rappresentate alcune fra le pagine più buie della storia isolana soffermandosi, in particolare, sul personale tormento dei protagonisti e delle loro anime dannate. Presenze inquietanti ed allestimenti saranno dislocati lungo il percorso. A condurre i drappelli dei visitatori sarà un essere dall'aspetto inquietante, capace di evocare i fantasmi.
Un grande fuoco, alla fine, farà ricadere i fantasmi nell'oblio della storia.
Organizza la Pro Loco di Isola della Scala in collaborazione con Compagnia dell'Arca, Comune di Isola della Scala, Villa Boschi.
La manifestazione sarà supportata da una degustazione del prodotto tipico "risotto all'isolana" (con carne di maiale e vitello) accompagnato da vino del territorio veronese. Maestosa ed elegante, la villa si eleva a testimoniare la lunga storia dei nobili proprietari terrieri che l'hanno abitata e che da queste mura hanno governato le messi e i profitti delle immense coltivazioni circostanti. Una serata misteriosa con un fascino particolare.
L'Arena
sabato 15 novembre 2014 – INSERTI
giovedì 13 novembre 2014
Fiera di Cavalcaselle, ne parlava anche Dante?
L'Arena
giovedì 13 novembre 2014
Dante ne aveva parlato
nel XX canto dell'Inferno
Anche Dante avrebbe conosciuto la fiera di Cavalcaselle durante il suo primo soggiorno a Verona, ospite della Signoria scaligera. Lo sostiene il professor Giorgio Vandelli, appassionato di storia locale, che in una terzina del XX canto dell'Inferno ha riconosciuto il colle San Lorenzo, luogo di ritrovo dei pastori che praticavano la transumanza dal Baldo a valle e viceversa. La terzina precede quella dedicata a Peschiera e alla fortezza che andava delineandosi sotto la dominazione scaligera. Ecco i versi che farebbero riferimento al colle San Lorenzo e alla fiera: «Luogo è nel mezzo là dove 'l Trentino / pastore e quel di Brescia e 'l Veronese / segnar porìa, se fesse quel cammino». «Questa terzina è una delle più discusse», spiega, «perché nessuno dei commentatori nazionali era stato informato dell'esistenza di una fiera dei pastori sul colle di San Lorenzo, che domina Peschiera, «seduta in basso», e anche l'inizio del fiume Mincio che si dirige verso il Po». La marcia in più della sua interpretazione starebbe nella descrizione del territorio: prima l'immagine del colle, luogo d'incontro dei pastori; poi quella di Peschiera, visibile dal colle con il lago; infine, nelle terzine seguenti, l'immagine del Mincio e del lago che «fassi fiume giù per verdi paschi». Curiosità nella curiosità, Vandelli ha studiato questi versi su una vecchia edizione della Commedia edita da Hoepli con commento critico di Giuseppe Vandelli, filologo e letterato modenese vissuto tra il 1865 e il 1937, che il «nostro» Vandelli non esclude essere un suo lontano parente. Il commentatore modenese era giunto però a conclusioni diverse, seppur non definitive: aveva individuato – fornendo la versione poi accreditata da altri critici danteschi – quel «luogo nel mezzo» nell'isola del Garda, la più grande del lago situata sulla sponda bresciana davanti al promontorio di San Fermo nel Comune di San Felice del Benaco. I «pastori» non sarebbero così gli uomini dediti alla pastorizia, bensì i vescovi di Trento Brescia e Verona cui l'isola era soggetta ecclesiasticamente. «Chi vuole discuterne può venire sul colle durante la fiera domenica e lunedì», annuncia Giorgio Vandelli aprendo il confronto. K.F.
giovedì 13 novembre 2014
Dante ne aveva parlato
nel XX canto dell'Inferno
Anche Dante avrebbe conosciuto la fiera di Cavalcaselle durante il suo primo soggiorno a Verona, ospite della Signoria scaligera. Lo sostiene il professor Giorgio Vandelli, appassionato di storia locale, che in una terzina del XX canto dell'Inferno ha riconosciuto il colle San Lorenzo, luogo di ritrovo dei pastori che praticavano la transumanza dal Baldo a valle e viceversa. La terzina precede quella dedicata a Peschiera e alla fortezza che andava delineandosi sotto la dominazione scaligera. Ecco i versi che farebbero riferimento al colle San Lorenzo e alla fiera: «Luogo è nel mezzo là dove 'l Trentino / pastore e quel di Brescia e 'l Veronese / segnar porìa, se fesse quel cammino». «Questa terzina è una delle più discusse», spiega, «perché nessuno dei commentatori nazionali era stato informato dell'esistenza di una fiera dei pastori sul colle di San Lorenzo, che domina Peschiera, «seduta in basso», e anche l'inizio del fiume Mincio che si dirige verso il Po». La marcia in più della sua interpretazione starebbe nella descrizione del territorio: prima l'immagine del colle, luogo d'incontro dei pastori; poi quella di Peschiera, visibile dal colle con il lago; infine, nelle terzine seguenti, l'immagine del Mincio e del lago che «fassi fiume giù per verdi paschi». Curiosità nella curiosità, Vandelli ha studiato questi versi su una vecchia edizione della Commedia edita da Hoepli con commento critico di Giuseppe Vandelli, filologo e letterato modenese vissuto tra il 1865 e il 1937, che il «nostro» Vandelli non esclude essere un suo lontano parente. Il commentatore modenese era giunto però a conclusioni diverse, seppur non definitive: aveva individuato – fornendo la versione poi accreditata da altri critici danteschi – quel «luogo nel mezzo» nell'isola del Garda, la più grande del lago situata sulla sponda bresciana davanti al promontorio di San Fermo nel Comune di San Felice del Benaco. I «pastori» non sarebbero così gli uomini dediti alla pastorizia, bensì i vescovi di Trento Brescia e Verona cui l'isola era soggetta ecclesiasticamente. «Chi vuole discuterne può venire sul colle durante la fiera domenica e lunedì», annuncia Giorgio Vandelli aprendo il confronto. K.F.
mercoledì 12 novembre 2014
In scena la leggenda delle Lacrime di Madonna a Monteforte d'Alpone, Verona
Alla chiesetta di Santa Croce si recita il mistero delle "Lacrime di Madonna"
Primo Giornale, edizione Est Veronese, 11 novembre 2014
lunedì 20 ottobre 2014
lunedì 4 agosto 2014
Minerva, dea di Manerba festeggiata il 4 agosto
LIBRI. In Garda Doble di Simona Cremonini
Minerva, dea di Manerba
festeggiata il 4 agosto
Piera Maculotti
Mitologia, leggende, magia. È la dimensione del «Fantastico Garda» che appassiona da tempo la giornalista Simona Cremonini, cultrice di tutto ciò che di visibile e invisibile riguarda il Lago, come attesta il nuovo «Garda Doble» (Pre- sentARTsì Bottega di prodotti culturali di Castiglione delle Stiviere) dedicato al tema del doppio.
Quattro storie, un unico scenario: l'amato Benàco. Il dio delle acque dolci, cinto d'alloro, tra putti e agrumi regge due argentei carpioni: è l'immagine (di un quadro del Comune di Gargnano) che suggella i due-e-due quattro racconti del libro.
IL DIO Benàco chiude una narrazione che si apre con Atena, la romana Minerva, dea di Manerba festeggiata dal calendario pagano proprio il 4 agosto. E' scritto ne «Il Giorno della Dea» dove la giovane Acilia risale il crinale della Rocca di Manerba; porta l'olio sacro per la cerimonia, aspira a divenir vestale di Minerva...
Anche la coetanea Anna, lo stesso 4 agosto, percorre lo stesso pendio. Dal tempo romano ai nostri giorni: due destini distanti, due «feste» di- verse...
«Eguales»: si chiamano invece le due spaventose gemelle del successivo racconto: «Di sangue in sangue».
La strega Virginia, la dea Garda, una ninfa... e l'anguana Dora, a Lazise...
Vicende d'oggi ed echi anti- chi anche «Al di là del lago»: una doppia vita tra la costa bresciana e la veronese, un in- quietante mistero...
Infine ne «Il destino in una profezia» Simona Cremonini rinarra la leggenda di Limone e Grineo, figli del dio Benàco, fino a risalire al «nonno», il dio Nettuno. •
domenica 27 luglio 2014
mercoledì 23 luglio 2014
Misteri e segreti dei Gonzaga a Mantova
Gazzetta di Mantova, 23 luglio 2014
Una visita in notturna alla città (ritrovo davanti all’ingresso principale del Ducale) è in programma domani alle 20.45. Un percorso notturno in centro con guida dell’associazione guide Rigoletto nei luoghi segreti della corte e che avrà come tema Misteri e segreti di casa Gonzaga. «Dopo la terribile notte d'agosto del 1328 - anticipano gli organizzatori - la storia dei Gonzaga sarà densa di oscuri ed inspiegabili eventi , che tracceranno , nell'arco di quasi quattro secoli,un profilo della famiglia che non sempre i documenti sono riusciti a svelare».
venerdì 18 luglio 2014
Tra i covoli nella Notte del diavolo: domani a Marano di Valpolicella
L'Arena
venerdì 18 luglio 2014
Nella Notte del diavolo
si affronta l'oscurità
per ripararsi nei covoli
Avete mai provato a camminare di notte per i boschi per poi entrare in una grotta carsica illuminata? Questa è la suggestione da cui parte l'evento «La Notte del diavolo» organizzato dalla Pro loco di Marano, che si terrà domani alle 20 a Malga Biancari. Una notte in compagnia che prevede cena e passeggiata nel bosco, fino ad arrivare ai Covoli di Marano, illuminati. Ed è proprio da una di queste grotte carsiche, che ospitano al loro interno uno scenario di stalattiti e stalagmini unico per la zona, che l'iniziativa prende il nome. La grotta conosciuta dagli abitanti e dagli studiosi di biologia e di preistoria come il Coalo del Diaolo può far sorgere numerose suggestioni, così da una di queste è partita l'idea degli organizzatori, come se il diavolo, o qualche suo sostituto, avesse scelto la grotta come dimora e si aggirasse di notte nei boschi. «In una notte d'estate si rovesciano le consuetudini: la grotta, normalmente buia, si illumina, mentre l'intorno, il bosco, solitamente rischiarato dai raggi del sole, appare scuro. Così, in un incantesimo che dura poche ore, la grotta diventa un riparo sicuro, un luogo ospitale per chi vi giunge al termine di una suggestiva camminata immersa nelle tenebre», afferma il presidente della Pro loco, Dario Degani. Il tutto, al prezzo di 12 euro a persona, viene proposto in combinazione con una cena a malga Biancari. Da qui, alle 22, si parte per la passeggiata e la visita ai covoli illuminati. La partecipazione della Protezione civile garantirà la sicurezza sul percorso boschivo. Gli organizzatori consigliano inoltre, per rendere più agevole l'esperienza e come misura protettiva, di indossare calzature adatte a terreni scoscesi o da trekking e di portare una torcia elettrica. La malga si trova in località Girotto, che si raggiunge percorrendo la strada provinciale da San Floriano a Pontarola, poco dopo l'abitato di San Rocco, da lì si prende a sinistra la strada, e dopo circa 500 metri si arriva a destinazione. La preiscrizione è obbligatoria, telefonando in orario pasti ai numeri 045 7755018 o 331 3530360. A.C.
domenica 6 luglio 2014
Garda Doble, il Garda si fa doppio
Storie del “doppio”, rigorosamente gardesane, nel
nuovo libro di Simona Cremonini
Quattro
storie diverse, ambientate sul lago di Garda, ma con un unico filo conduttore:
il “doppio”.
È
uscito in questi giorni il nuovo libro di narrativa della scrittrice e
giornalista Simona Cremonini, dal titolo “Garda Doble”: quattro doppi passi nel Fantastico Garda, ovvero quattro
novelle di genere fantastico che prendono vita attorno al lago e da leggende
locali evidenziando aspetti di
ambientazioni o personaggi “doppi”.
“Il
Giorno della Dea” narra di Acilia,
aspirante vestale della dea Atena, che in epoca romana percorre il crinale
della Rocca di Manerba per prendere parte a una cerimonia di consacrazione; lo
stesso giorno, sempre il 4 agosto, vocato nei calendari antichi alla greca
Atena divenuta Minerva per i romani, in tempi moderni la giovane Anna percorre
lo stesso pendio, incrociando il proprio destino con quello dell’antica ma sua
coetanea sacerdotessa.
In
“Di sangue in sangue” si parla
della strega Virginia, impegnata per l’amicizia che lega la sua genia alla dea
Garda ad assistere una ninfa nel parto; ma stavolta a Lazise il destino
dell’anguana Dora si incrocia con un antico patto stretto tra divinità e con la
fame di sangue di Les Eguales,
due spaventose gemelle di cui aveva narrato C.F. Wolff nelle sue cronache di
leggende italiane.
È
una storia moderna, ma con echi antichi, quella di Maurizio in “Al di là del
lago”: il suo segreto, il fatto di
avere una doppia vita tra la riviera bresciana e la costa veronese, sarà messo
in pericolo dall’incontro con un individuo misterioso sul traghetto che lo
porta da Maderno a Torri.
Infine
in “Il destino in una profezia” a
essere rievocata è la leggenda di Limone e Grineo, figli del dio delle acque
dolci Benàco, rinarrata in un contesto più ampio che coinvolge non solo il lago
e la sua mitologia ma anche la sibilla Manto e il loro nonno, il dio Nettuno.

Il
libro è distribuito presso la libreria Mr Libro di Castiglione delle Stiviere e
nelle altre librerie e punti vendita indicati sul sito www.leggendedelgarda.com, nonché sulla pagina facebook di PresentARTsì.
Editor,
giornalista, autrice di narrativa e di articoli su folklore e leggende, Simona
Cremonini vive e lavora tra Mantova e la seconda casa a Manerba del Garda; ha
presentato racconti su e-book e pubblicazioni cartacee. È autrice di saggi su
leggende e misteri del lago di Garda e delle colline moreniche e del libro di
narrativa “(I) racconti fantastici del Garda” (PresentArtsì 2012). Piazzata in
diversi concorsi letterari di genere, ha vinto l’edizione 2005 del Premio
Akery, sezione horror, e la targa Isabella d’Este 2013 per la letteratura.
Per
acquistare i libri e per
informazioni:
tel.
0376 636839 – associazionepresentartsì@gmail.com
- www.leggendedelgarda.com.
martedì 1 luglio 2014
A Gazzo Veronese l'antica sagra del Ceson, tra storia e leggenda
L'Arena
giovedì 26 giugno 2014
A Gazzo l'antica sagra del Ceson
Torna puntuale, dal 12 al 16 agosto, la sagra de Ceson di S. Pietro in Valle di Gazzo Veronese, per festeggiare la Madonna Assunta, fra specialità locali e musica suonata da note orchestre di liscio. La sagra si tiene nei pressi della Chiesa Benedettina denominata "ceson", dove a Ferragosto si celebrano Messa e Processione dell´Assunta. Al “Ceson” è legata una singolare leggenda.
Presso la chiesa di S.Pietro in Monastero (nome ufficiale del Ceson) tra Tartaro e Tione, un tempo si estendeva un'insalubre palude da cui provengono tristi rintocchi di campane fantasma fin dai tempi dell'Impero Romano. La chiesa sarebbe stata costruita dove un tempo sorgeva la colonia romana di Gazza, o di Carpania, dove si idolatrava il dio Appo, raffigurato come un'onda incatenata che commemorava il lavoro fatto per erigere imponenti mura, con 100 torri, che proteggevano la località dalla minaccia delle gonfie acque del fiume e della palude.
I tristi suoni che sembrano rieccheggiare in precisi periodi, avrebbero annunciato la distruzione dell'antica cittadina di Carpania, invasa dalle acque e non più protetta dal simulacro del dio Appo, rubata dal principe locale. Questa è la leggenda, ma si udirà certamente il rintocco di una vera campana il giorno di Ferragosto, il più atteso della Sagra del Cesòn.
sabato 17 maggio 2014
domenica 4 maggio 2014
Carpanea, la leggenda va in tv
L'Arena
mercoledì 30 aprile 2014
CASALEONE. Il filmato su «Geo»
La leggenda va in tv
Documentario Rai
sul mito di Carpanea
Girato nel 2012 in più paesi con molti figuranti del posto
La leggenda di Carpanea in onda su Rai tre. Oggi, alle 17, durante il programma tv «Geo Geo», gli spettatori potranno scoprire il mito della città sorta in una sconfinata conca protetta dalle acque dei fiumi Adige e Tartaro: la leggenda dell'«Atlantide del Basso veronese». Il documentario fu registrato a settembre del 2012, quando la troupe, guidata dal regista tv Michelangelo Pepe, curatore dei servizi di Alberto Angela per SuperQuark, della trasmissione Ulisse e di Geo, decise di raccontare attraverso l'occhio della telecamera il mito dell'«Atlantide della Bassa».
«Per la Pro loco Carpanea, che da anni lavora per la promozione del territorio», dice Claudia De Fanti, presidente del sodalizio, «si tratta un'importante occasione per dare visibilità all'operosità dei volontari, ben preparati e orgogliosi delle tradizioni storiche della nostra cultura».
Il mito di Carpanea narra di una città circondata da sette ordini di mura e difesa da cento torri, con una grande diga che la proteggeva dalle acque dei maggiori fiumi che le scorrevano intorno. Un giorno, il re della città, in lotta con i sacerdoti, penetrò nel tempio e trafugò la statua del dio Appo gettandola in acqua. La folla, per cercare di recuperare il simulacro, si precipitò sulle dighe per aprirle e prosciugare il bacino d'acqua. Il re, visto il disastro, impazzì, mentre la città sprofondò per sempre sott'acqua. Leggenda vuole che ogni anno, nella notte di Pentecoste, chi si trova da solo lungo il fiume, senta un pianto seguito dal suono di una campana: è la figlia del re di Carpanea, colei che doveva sposare il giovane capo dei sacerdoti e che ora vive sotto le acque piangendo sul suo sogno d'amore finito. Le località maggiormente riprese sono: Casaleone, Gazzo Veronese, Salizzole, Cerea e Sanguinetto.
«Desidero ringraziare gli attori della compagnia del teatro Salus di Legnago e tutte coloro che hanno dato il loro contributo al documentario», dichiara De Fanti. «Mi auguro», conclude la presidente, «che la trasmissione incrementi il turismo rurale e dia nuovo impulso al nostro territorio, a vederlo con occhi diversi, apprezzandone le caratteristiche». F.S.
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venerdì 18 aprile 2014
martedì 4 marzo 2014
La fuga della Regina italiana Adelaide attraverso il mantovano
Quale
fu il percorso della Regina italiana Adelaide nel 950 d.C. dopo la sua fuga da
Garda e dal vassallo Berengario che l’aveva imprigionata? Attraversò a cavallo
i monti tra Solferino e Castiglione? Scese in barca lungo il Mincio e si
rifugiò nelle foreste dei laghi di Mantova? Oppure queste sono solo alcune
delle tante leggende che ammantano la figura di questa sovrana, divenuta anche
imperatrice e santa?
A
riproporre questi e altri quesiti è il libro “Adelaide, una leggenda
svelata”, fresco di stampa, della giornalista mantovana
Simona Cremonini che, scoperto un
manoscritto inedito e di autore anonimo del 1895, ha voluto riaccendere i
riflettori su una delle figure femminili più profonde e intriganti del periodo
alto medievale: Adelaide di Borgogna, sposa di Lotario II e regina d'Italia,
poi moglie di Ottone e imperatrice di Germania, e infine Santa della Chiesa
Cattolica.
Dopo
la morte del re e primo marito per opera del vassallo Berengario II, Adelaide
fu imprigionata a Garda, nella fortezza che un tempo sorgeva sulla Rocca
veronese, proprio da Berengario: egli voleva così convincerla a sposare il
figlio, Adalberto, per dare legittimità alla corona di cui si era impossessato.
Il
libro perduto e recuperato, ora edito in una nuova versione da Delmiglio
Editore di Verona, racconta in forma narrativa le vicende di quei giorni
misteriosi in cui Adelaide fu portata in salvo, attraverso il territorio della
Lugana e il Mincio, dal suo
confessore Padre Martino e da due pescatori, complice la Provvidenza divina.
Anche
Mantova, secondo gli storici, ebbe un ruolo in questa vicenda avventurosa: pare infatti che fu il Vescovo di Mantova a
favorire la protezione di Adelaide da parte del Vescovo di Reggio e del
feudatario della Rocca di Canossa, Alberto Azzone, antenato di Matilde di
Canossa, il quale mandò un drappello dei propri bravi per prelevare Adelaide
dal basso lago di Garda e portarla fino a Canossa, attraversando anche i monti
di Solferino e di Castiglione delle Stiviere.
Altra
ipotesi suggestiva è che Adelaide sia giunta a rifugiarsi in una delle
foreste accanto ai laghi di Mantova, da cui fu prelevata sempre da Azzone e dai suoi uomini: forse si
trattava della antica Sylva Arimannorum, oggi Romanore, o, come aveva già
suggerito il breve romanzo “L’anello della Regina Adelaide” di Lilia Isoldi
Neroni, di un luogo vicino all’antica Isola Muricola, situata tra le acque del
Po e del Lirone, oggi il Polirone, l’abbazia preferita dalla discendente di
Azzone Matilde di Canossa.
Il
libro “Adelaide, una leggenda svelata” sarà al Mantova Comics 2014 il 7, 8, 9 marzo con l’autrice Simona Cremonini presso lo stand
“Autori Fantasy”, dove saranno in vendita anche “Misteri Morenici” (viaggio tra i misteri e le leggende delle colline
dell’alto mantovano), “La paura danza in collina”, “(I) racconti fantastici del Garda”, “Leggende
curiosità e misteri del lago di Garda”.
Simona
Cremonini parteciperà inoltre all’interno della manifestazione alla tavola
rotonda "Fantasy e dintorni, con gli Autori fantasy", sabato 8 marzo dalle 14,00.
Info
per acquisto libro: www.leggendedelgarda.com
- info@leggendedelgarda.com.
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lunedì 2 dicembre 2013
La leggenda della Dona Selvatica a Roverchiara
"Molti anni fa, per evitare che i bambini del paese e della frazione si avventurassero da soli sugli argini del fiume, rischiando di cadere in acqua e di annegare, si raccontava loro che in una buca lungo le rive vivesse la «Dona Selvatica», una strega mangia-bambini. La «Dona Selvatica», meglio conosciuta come la «Vecia Barbantana», sarà la protagonista della serata dei misteri, che si svolgerà sabato prossimo a Villa Biondani, in località Casotta delle Maddalene.
Si tratta di una leggenda considerata una delle più spaventose tra quelle raccolte dallo scrittore Dino Coltro nel libro «Fole Lilole». Si narrava, infatti, che sotto l´argine di Roverchiaretta, dentro ad un bosco, ci fosse un gran buco tondo e che questo fosse la tana di un´anguana, un essere metà donna e metà serpente. Nessuno l´aveva mai visto, ma tutti sentivano le sue urla forti e spaventose nella notte, come di un cane arrabbiato. Era convinzione che la strega mangiasse i bambini che si perdevano sugli argini, gettando a terra le loro ossa dalle quali nascevano gli arbusti di sanguinello."
Dall'articolo "Rivive la leggenda della Dona Selvatica, L'Arena, 14 novembre 2013
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