Il Giornale di Brescia, 11 dicembre 2012
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domenica 30 dicembre 2012
mercoledì 3 ottobre 2012
Misteri sommersi, da Toscolano una flotta specializzata
Bresciaoggi
sabato 22 settembre 2012
I PROTAGONISTI. L´imbarcazione di appoggio Capitan Nemo dispone di un robot capace di scendere fino a 300 metri
La flotta alla ricerca dei tesori sommersi
Deep Explorers Onlus vanta una struttura d´avanguardia, un ricco palmares di ritrovamenti
L´associazione Deep Explorers Onlus ha sede a Toscolano Maderno. Dispone di tecnici specializzati, ingegneri elettronici, geologi, subacquei, e può operare in tutti gli specchi d´acqua. Effettua videoriprese, monitoraggi ambientali, ispezioni di condotte, lavori sui fondali, studi ittici, recuperi. Dispone di un cabinato da 10 metri, il «Capitan Nemo» con eco-scandagli e gps, attrezzatura subacquea (il robot «Nicolus», in grado di operare fino a 300 metri di profondità, dotato di quattro telecamere di cui una digitale, con luci e sonar), un motoscafo cabinato di supporto, lo «Spenck», e il gommone «Siluro» da sei metri e mezzo, con un kit ossigeno per l´emergenza.
Può contare su uno studio di montaggio e una regia mobile. Grazie a ponti televisivi è in grado di trasmettere fino a quattro chilometri di distanza. Per far vedere ai turisti come si svolge la vita dei pesci, d´estate vengono spesso organizzat! i spettacoli in diretta dal fondo del lago, trasmessi su un maxischermo.
Deep Explorers collabora col Ministero per le attività culturali, la Soprintendenza per i beni archeologici, il Museo della guerra bianca in Adamello, la Provincia di Brescia, comuni, consorzi e aziende private.
L´animatore Angelo Modina abita a Toscolano Maderno, ma ha girato il mondo per effettuare riprese e preparare documentari. È stato in Alaska, alla Iditabike (600 chilometri di corsa sulle slitte); al Polo Nord, con la spedizione dei valdostani Enrico Martinet e Nello Charbonnier (da Mosca a Murmansk, dove giace, semiaffondata, la gloriosa flotta sovietica); nella Bosnia martoriata dalla guerra; in Malì, durante il campo di lavoro portato a termine dai volontari bresciani, guidati dall´ex sindaco di Gavardo Gabriele Avanzi
Nella primavera 2003, a Brenzone, sulla sponda veronese, Modina, Gianni Calafà e Lorenzo Parisi hanno scoperto a 120 metri di profondità il re! litto della «Diana», una nave da trasporto merci di inizio N! ovecento, lunga 18 metri, con scafo in ferro e due alberi, naufragata negli anni ´20. Poi i recuperi di motoscafi (uno, in legno, a meno 140 mt.); di una ruota in ferro da 130 chili, a raggi incrociati, appartenente a un carro militare della guerra 1915-15 (ora in bella mostra all´ingresso del municipio); un´ancora in ferro, utilizzata dai marinai per il loro monumento e numerose piccole altre scoperte che lo incoronano come uno dei più prolifici ricercatori del bacino benacense.S.Z.
mercoledì 8 agosto 2012
lunedì 12 marzo 2012
Ritrovamenti inquietanti a Verona
L'Arena
venerdì 09 marzo 2012 – CRONACA
RITROVAMENTO INQUIETANTE. Le carcasse trovate nelle aiuole dei giardini di circonvallazione Raggio di Sole
Uccisi due gatti e un corvo
L´ombra di messe sataniche
«Temiamo siano stati sacrificati: accanto agli animali c´era un sacchetto con fiori e lumini» dice la responsabile della Lav
Due gatti e un corvo, ammazzati con qualcosa di contundente. Non animali qualsiasi, bensì animali che solitamente vengono sacrificati durante le messe nere. Gli animali erano chiusi in un sacchetto delle immondizie. E accanto, in un altro sacco sono stati trovati fiori e lumini. E quindi impossibile non ipotizzare sacrifici animali durante messe nere.
Come ha detto anche l´altro giorno monsignor Gino Oliosi, rettore di Santa Toscana, ma soprattutto esorcista riconosciuto dalla Chiesa, nelle messe a Satana viene scimmiottata la messa cattolica, in altri termini, è come se assistesse ad una messa domenicale cattolica, al contrario, nel senso che al posto della lode a Dio, subentra la lode a Satana.
Cosa succede in città? spariscono reliquiari e candelabri. Si ritrovano carogne di animali come gatti e corvi uccisi a botte (la gattina aveva anche l´utero di fuori).
Nelle messe nere esistono un sacerdote, dei rituali, de! lle preghiere, infine il culmine è la comunione satanica, al proposito vengono utilizzate ostie consacrate e trafugate dai tabernacoli delle chiese oppure rubate al momento della comunione, con la comunione "in mano".
C´è anche un mercato delle ostie consacrate, riguarda soprattutto quelle grandi. Le ostie consacrate vengono poi dissacrate in vario modo: il rito cambia a seconda di quello che si vuole celebrare, e del momento dell´anno (sempre come accade nel rito cattolico). Viene sacrificata una creatura nera (gatto, corvo, cane, caprone) oppure uomini, donne, bambini, il loro sangue (talvolta mestruale o di una vergine penetrata in quel momento) viene raccolto in un calice a quel sangue si aggiunge lo sperma del sacerdote poi si intinge l´ostia nella mistura e la si dà da mangiare agli adepti, talvolta l´ostia viene inserita nella vulva di una donna.
«Stamattina verso le 9 ho ricevuto da una nostra socia, che portava a passeggio i s! uoi tre cani, mi segnalava la presenza di una borsa di juta co! n dentro dei gatti morti nascosta sotto la siepe dell´aiuola che c´è prima dei giardini Raggio di Sole», ha detto ieri Lorenza Zanaboni, responsabile della Lav.
«Recatami sul posto, ho trascinato fuori da sotto la siepe la borsa e ne ho versato il contenuto. All´interno due gatti e un corvo morti. Il gatto maschio è tigrato, non sterilizzato ed è stato colpito al muso; la femmina è bianco e nera, colpita al muso e con schiacciamento dell´addome che le ha prodotto la fuoriuscita dell´utero. Il corvo stecchito. Accanto alla borsa con le carcasse dei poveri animali, una borsa in nylon contenente 4 portalumini rossi la cui candela è consumata, utilizzati come vasetti per 4 mazzetti di fiori gialli, proprio ben conservati, segno che i fiori erano stati raccolti da poche ore», continua l´animalista, «le due borse erano ben nascoste sotto la siepe e solo il fiuto dei cani della nostra socia le ha scovate. La stessa siepe verrebbe u! tilizzata normalmente come deposito per parti di biciclette smontate o altra refurtiva, come ci riferisce la signora che mi ha segnalato la presenza delle due borse. Inoltre, spesso la signora in quel posto e nei vicini bastioni è solita trovare porcospini morti presi al laccio da rudimentali trappole realizzate con spago. Parrebbe trattarsi di caccia a scopi alimentari ad un animaletto molto utile all´ambiente. Ci allarma la morte e lo strano modo di occultamento dei due gatti e del corvo accanto a lumini da cimitero con dentro mazzetti di fiori. Temiamo si tratti di riti satanici in cui vengono sacrificati animali».
Zanaboni ha allertato il Corpo Forestale dello Stato e la polizia locale per provvedere alla rimozione delle carcasse e al loro smaltimento.
venerdì 09 marzo 2012 – CRONACA
RITROVAMENTO INQUIETANTE. Le carcasse trovate nelle aiuole dei giardini di circonvallazione Raggio di Sole
Uccisi due gatti e un corvo
L´ombra di messe sataniche
«Temiamo siano stati sacrificati: accanto agli animali c´era un sacchetto con fiori e lumini» dice la responsabile della Lav
Due gatti e un corvo, ammazzati con qualcosa di contundente. Non animali qualsiasi, bensì animali che solitamente vengono sacrificati durante le messe nere. Gli animali erano chiusi in un sacchetto delle immondizie. E accanto, in un altro sacco sono stati trovati fiori e lumini. E quindi impossibile non ipotizzare sacrifici animali durante messe nere.
Come ha detto anche l´altro giorno monsignor Gino Oliosi, rettore di Santa Toscana, ma soprattutto esorcista riconosciuto dalla Chiesa, nelle messe a Satana viene scimmiottata la messa cattolica, in altri termini, è come se assistesse ad una messa domenicale cattolica, al contrario, nel senso che al posto della lode a Dio, subentra la lode a Satana.
Cosa succede in città? spariscono reliquiari e candelabri. Si ritrovano carogne di animali come gatti e corvi uccisi a botte (la gattina aveva anche l´utero di fuori).
Nelle messe nere esistono un sacerdote, dei rituali, de! lle preghiere, infine il culmine è la comunione satanica, al proposito vengono utilizzate ostie consacrate e trafugate dai tabernacoli delle chiese oppure rubate al momento della comunione, con la comunione "in mano".
C´è anche un mercato delle ostie consacrate, riguarda soprattutto quelle grandi. Le ostie consacrate vengono poi dissacrate in vario modo: il rito cambia a seconda di quello che si vuole celebrare, e del momento dell´anno (sempre come accade nel rito cattolico). Viene sacrificata una creatura nera (gatto, corvo, cane, caprone) oppure uomini, donne, bambini, il loro sangue (talvolta mestruale o di una vergine penetrata in quel momento) viene raccolto in un calice a quel sangue si aggiunge lo sperma del sacerdote poi si intinge l´ostia nella mistura e la si dà da mangiare agli adepti, talvolta l´ostia viene inserita nella vulva di una donna.
«Stamattina verso le 9 ho ricevuto da una nostra socia, che portava a passeggio i s! uoi tre cani, mi segnalava la presenza di una borsa di juta co! n dentro dei gatti morti nascosta sotto la siepe dell´aiuola che c´è prima dei giardini Raggio di Sole», ha detto ieri Lorenza Zanaboni, responsabile della Lav.
«Recatami sul posto, ho trascinato fuori da sotto la siepe la borsa e ne ho versato il contenuto. All´interno due gatti e un corvo morti. Il gatto maschio è tigrato, non sterilizzato ed è stato colpito al muso; la femmina è bianco e nera, colpita al muso e con schiacciamento dell´addome che le ha prodotto la fuoriuscita dell´utero. Il corvo stecchito. Accanto alla borsa con le carcasse dei poveri animali, una borsa in nylon contenente 4 portalumini rossi la cui candela è consumata, utilizzati come vasetti per 4 mazzetti di fiori gialli, proprio ben conservati, segno che i fiori erano stati raccolti da poche ore», continua l´animalista, «le due borse erano ben nascoste sotto la siepe e solo il fiuto dei cani della nostra socia le ha scovate. La stessa siepe verrebbe u! tilizzata normalmente come deposito per parti di biciclette smontate o altra refurtiva, come ci riferisce la signora che mi ha segnalato la presenza delle due borse. Inoltre, spesso la signora in quel posto e nei vicini bastioni è solita trovare porcospini morti presi al laccio da rudimentali trappole realizzate con spago. Parrebbe trattarsi di caccia a scopi alimentari ad un animaletto molto utile all´ambiente. Ci allarma la morte e lo strano modo di occultamento dei due gatti e del corvo accanto a lumini da cimitero con dentro mazzetti di fiori. Temiamo si tratti di riti satanici in cui vengono sacrificati animali».
Zanaboni ha allertato il Corpo Forestale dello Stato e la polizia locale per provvedere alla rimozione delle carcasse e al loro smaltimento.
mercoledì 12 ottobre 2011
Scomparse di gatti neri a Brescia
LEGGENDE METROPOLITANE
Lo strano caso dei gatti neri scomparsi
http://www.giornaledibrescia.it/in-citta/lo-strano-caso-dei-gatti-neri-scomparsi-1.919071
Anche i carabinieri indagano sui maltrattamenti ai gatti
ORE: 14:10 | MARTEDÌ, 11 OTTOBRE 2011
Le denunce si inseguono, come pure le leggende metropolitane che riguardano la scomparsa di gatti neri in città e provincia. Già, perché forse non sarà vero, ma è un fatto che periodicamente si affaccia alla ribalta della cronaca la notizia di sparizione di massa di gatti neri.
Non si sottrae nemmeno la nostra provincia, con vere e proprie indagini avviate dalle locali stazioni dei Carabinieri che sulla materia hanno si svolto verifiche e controlli, ma senza mai giungere, in realtà, a qualcosa di definito. «Abbiamo casi denunciati di atti di crudeltà consumati su animali con colpi di fucile ad aria compressa e calibro 12 sparati addosso agli animaletti. È accaduto a Flero, Bagnolo Mella ed in altri Comuni della Bassa - spiega il maggiore Dionisio De Masi della Compagnia dei Carabinieri di Brescia - tuttavia sino ad ora non abbiamo trovato segnali a sostegno della presunta sparizione seriale di decine di felini neri».
Secondo l'Associazione italiani difesa animali e ambiente (Aidaa) a fine anni 90 sono stati 60mila i gatti neri uccisi e 30mila sarebbero spariti nel 2010. Alla fine il vero menagramo, forse, resta ancora l'uomo con le sue superstizioni.
Lo strano caso dei gatti neri scomparsi
http://www.giornaledibrescia.it/in-citta/lo-strano-caso-dei-gatti-neri-scomparsi-1.919071
Anche i carabinieri indagano sui maltrattamenti ai gatti
ORE: 14:10 | MARTEDÌ, 11 OTTOBRE 2011
Le denunce si inseguono, come pure le leggende metropolitane che riguardano la scomparsa di gatti neri in città e provincia. Già, perché forse non sarà vero, ma è un fatto che periodicamente si affaccia alla ribalta della cronaca la notizia di sparizione di massa di gatti neri.
Non si sottrae nemmeno la nostra provincia, con vere e proprie indagini avviate dalle locali stazioni dei Carabinieri che sulla materia hanno si svolto verifiche e controlli, ma senza mai giungere, in realtà, a qualcosa di definito. «Abbiamo casi denunciati di atti di crudeltà consumati su animali con colpi di fucile ad aria compressa e calibro 12 sparati addosso agli animaletti. È accaduto a Flero, Bagnolo Mella ed in altri Comuni della Bassa - spiega il maggiore Dionisio De Masi della Compagnia dei Carabinieri di Brescia - tuttavia sino ad ora non abbiamo trovato segnali a sostegno della presunta sparizione seriale di decine di felini neri».
Secondo l'Associazione italiani difesa animali e ambiente (Aidaa) a fine anni 90 sono stati 60mila i gatti neri uccisi e 30mila sarebbero spariti nel 2010. Alla fine il vero menagramo, forse, resta ancora l'uomo con le sue superstizioni.
domenica 10 aprile 2011
Ragazzine scomparse e coincidenze seriali...
Il superstite (56)
9 aprile 2011
di Danilo Arona
Ne ho già scritto all’inizio del triste caso di Yara Gambirasio. Adesso mi pare il caso di ritornarci dopo le ultime testimonianze, mediate dalla benemerita trasmissione “Chi l’ha visto?”, provenienti dal Veneto (Montecchio Maggiore) e riguardanti un tentativo di sequestro, andato a buca, di due ragazzine.
Sulla scena altrettanti brutti ceffi – un palo e un effettivo rapitore – e il solito pulmino bianco. Il palo si è dileguato e il kidnapper è stato arrestato. Ovviamente non so e forse nessuno sa che ne pensino gli inquirenti, ma il team di “Chi l’ha visto?” presuppone collegamenti sinistri con il caso di Brembate di Sopra: la sospettata coppia di rapitori (nonché assassini), il furgone bianco filmato e visto da più testimoni, le urla di una ragazza provenienti dal pulmino in corsa che un’altra testimone avrebbe senza dubbio udito mentre gettava la spazzatura. Viaggia la teoria dell’analogia puramente casuale perché di pulmini bianchi in giro nell’Italia del nord, per onesti e normali motivi di lavoro, ce ne sono migliaia.
Però in rete gira più di un sito – come li leggo io, li leggeranno pure gli inquirenti – dove queste caratteristiche basiche – coppia di uomini e pulmino bianco – si ritrovano pari pari in altri casi europei, quanto mai similari. Quello portoghese della piccola Maddie McCann, quello svizzero dell’altrettanto piccola Ylenia Lenhard, purtroppo conclusosi in modo simile a quello italiano, quello austriaco di Natasha Campush, risoltosi clamorosamente dopo otto anni con il ritrovamento della ragazza cresciuta in segregazione e quello orribilmente famoso del Belgio a opera del mostro di Marcinelle.
Ora, non sembra strano – un po’ troppo strano – che i mezzi siano così simili così come le tecniche di rapimento? I gestori dei succitati siti sostengono l’esistenza di una rete di pedofili che agisce alla maniera di Al Qaeda, ovvero ogni cellula opera in piena autonomia, in modo anche da “comunicare” su due canali, quello immediato, percettivo, in cui i perturbatori sociali siano interpretabili come “una coppia di balordi” (vi ricorda qualcosa?) e un altro, subliminale, che “semina” quasi in codice l’idea di una rete in grado di colpire ovunque e a macchia di leopardo. Fantascienza? Non lo so, ma su questi siti si sostiene che detta rete avrebbe sede in Svizzera nei pressi della cittadina di Zandvoort. E in Svizzera le statistiche parlano di mille segnalazioni all’anno, ovviamente la maggior parte risolte.
Il corpo della piccola Ylenia, cinque anni e mezzo, venne ritrovato nel settembre 2007 in un bosco del canton San Gallo, a oltre due mesi dalla scomparsa. Il cadavere, in parte divorato dagli animali, fu identificato grazie ad alcuni gioielli riconosciuti dai familiari. La bambina era scomparsa il 31 luglio mentre tornava dalla piscina che distava solo qualche centinaio di metri dalla sua abitazione nel canton Appenzello. Per tutto il tempo la vicenda fu seguita con apprensione dalla popolazione e dai media elvetici, fino al tragico epilogo di quel sabato. Il presunto rapitore e assassino, uno svizzero di 67 anni domiciliato in Spagna, si era ucciso nel bosco di Hartmann lo stesso giorno della sparizione della piccola. Prima di togliersi la vita, l’uomo aveva sparato a un testimone, un uomo di 46 anni, ferendolo al petto. Le analisi del DNA avevano stabilito che il sequestratore aveva toccato gli oggetti di Ylenia (zainetto, casco da ciclista e monopattino) e che la bimba era salita nel suo furgone bianco. Il suicida era oggetto d’indagine da tempo perché sospettato di collegamenti con il caso di Maddie. Insomma, le vedo solo io certe concatenazioni?
http://corriereal.wordpress.com/2011/04/09/il-superstite-56/
9 aprile 2011
di Danilo Arona
Ne ho già scritto all’inizio del triste caso di Yara Gambirasio. Adesso mi pare il caso di ritornarci dopo le ultime testimonianze, mediate dalla benemerita trasmissione “Chi l’ha visto?”, provenienti dal Veneto (Montecchio Maggiore) e riguardanti un tentativo di sequestro, andato a buca, di due ragazzine.
Sulla scena altrettanti brutti ceffi – un palo e un effettivo rapitore – e il solito pulmino bianco. Il palo si è dileguato e il kidnapper è stato arrestato. Ovviamente non so e forse nessuno sa che ne pensino gli inquirenti, ma il team di “Chi l’ha visto?” presuppone collegamenti sinistri con il caso di Brembate di Sopra: la sospettata coppia di rapitori (nonché assassini), il furgone bianco filmato e visto da più testimoni, le urla di una ragazza provenienti dal pulmino in corsa che un’altra testimone avrebbe senza dubbio udito mentre gettava la spazzatura. Viaggia la teoria dell’analogia puramente casuale perché di pulmini bianchi in giro nell’Italia del nord, per onesti e normali motivi di lavoro, ce ne sono migliaia.
Però in rete gira più di un sito – come li leggo io, li leggeranno pure gli inquirenti – dove queste caratteristiche basiche – coppia di uomini e pulmino bianco – si ritrovano pari pari in altri casi europei, quanto mai similari. Quello portoghese della piccola Maddie McCann, quello svizzero dell’altrettanto piccola Ylenia Lenhard, purtroppo conclusosi in modo simile a quello italiano, quello austriaco di Natasha Campush, risoltosi clamorosamente dopo otto anni con il ritrovamento della ragazza cresciuta in segregazione e quello orribilmente famoso del Belgio a opera del mostro di Marcinelle.
Ora, non sembra strano – un po’ troppo strano – che i mezzi siano così simili così come le tecniche di rapimento? I gestori dei succitati siti sostengono l’esistenza di una rete di pedofili che agisce alla maniera di Al Qaeda, ovvero ogni cellula opera in piena autonomia, in modo anche da “comunicare” su due canali, quello immediato, percettivo, in cui i perturbatori sociali siano interpretabili come “una coppia di balordi” (vi ricorda qualcosa?) e un altro, subliminale, che “semina” quasi in codice l’idea di una rete in grado di colpire ovunque e a macchia di leopardo. Fantascienza? Non lo so, ma su questi siti si sostiene che detta rete avrebbe sede in Svizzera nei pressi della cittadina di Zandvoort. E in Svizzera le statistiche parlano di mille segnalazioni all’anno, ovviamente la maggior parte risolte.
Il corpo della piccola Ylenia, cinque anni e mezzo, venne ritrovato nel settembre 2007 in un bosco del canton San Gallo, a oltre due mesi dalla scomparsa. Il cadavere, in parte divorato dagli animali, fu identificato grazie ad alcuni gioielli riconosciuti dai familiari. La bambina era scomparsa il 31 luglio mentre tornava dalla piscina che distava solo qualche centinaio di metri dalla sua abitazione nel canton Appenzello. Per tutto il tempo la vicenda fu seguita con apprensione dalla popolazione e dai media elvetici, fino al tragico epilogo di quel sabato. Il presunto rapitore e assassino, uno svizzero di 67 anni domiciliato in Spagna, si era ucciso nel bosco di Hartmann lo stesso giorno della sparizione della piccola. Prima di togliersi la vita, l’uomo aveva sparato a un testimone, un uomo di 46 anni, ferendolo al petto. Le analisi del DNA avevano stabilito che il sequestratore aveva toccato gli oggetti di Ylenia (zainetto, casco da ciclista e monopattino) e che la bimba era salita nel suo furgone bianco. Il suicida era oggetto d’indagine da tempo perché sospettato di collegamenti con il caso di Maddie. Insomma, le vedo solo io certe concatenazioni?
http://corriereal.wordpress.com/2011/04/09/il-superstite-56/
giovedì 24 marzo 2011
Il registro dei gatti scomparsi
L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA
Mercoledì 23 Marzo 2011 PROVINCIA Pagina 32
LEGNAGO - CEREA. L'associazione ceretana «Villa Viola delle Gatte» ha istituito un registro per annotare le sparizioni
Decine di gatti spariti da casa?
C'è il «Chi l'ha visto» dei felini
Le denunce dei proprietari dei mici scomparsi verranno inoltrate alle forze dell'ordine Gli animalisti temono che i gattini vengano rapiti per essere cucinati o per riti esoterici
Sarà una sorta di «Chi l'ha visto» in chiave felina ad occuparsi delle decine di gatti domestici scomparsi negli ultimi mesi in tutta la Bassa. Mentre si sommano le denunce da parte dei proprietari di soriani, persiani e meticci che non sanno più che fine hanno fatto le loro bestiole, «Villa Viola delle Gatte» - un'associazione culturale sorta nei primi mesi del 2009 in via Vittorio Emanuele II a Cerea su iniziativa di Fiammetta Rettondini e di suo marito Mauro Capellari, che spazia dagli eventi artistici alle attività ludico-didattiche ai progetti a salvaguardia dell'ambiente e degli animali - ha istituito un apposito «Registro delle scomparse» dove verranno annotati, con tanto di data della sparizione, razza ed indiri! zzo del padrone, i gatti che di punto in bianco non sono più rincasati.
«Questa iniziativa», spiega Capellari, che nella sua abitazione ospita ben 19 gatti, «ci è stata suggerita dalle numerose segnalazioni che abbiamo raccolto informalmente nell'ultimo anno e mezzo da parte di proprietari disperati per l'improvvisa scomparsa del proprio gatto. Basti pensare che, solo tra Legnago e Cerea, nel giro pochi mesi sono svaniti nel nulla una quindicina di felini, molti dei quali indossavano una medaglietta con recapito telefonico». Di fronte ad un allarme senza precedenti, che sta alimentando timori e proteste, è nata perciò l'idea di realizzare un censimento. «Con l'intento», informa Capellari, «di fornire poi alle forze dell'ordine una serie di informazioni circostanziate affinchè adottino le misure necessarie a contrastare questo strano fenomeno dietro al quale potrebbero celarsi anche pratiche ignobili.
Tutto l! ascia infatti presagire che l'anomala catena di sparizioni non! sia frutto dell'ennesimo «killer dei gatti» visto che non sono stati rinvenuti in giro nè bocconi avvelenati, nè gabbie-trappola nè tanto meno i corpi senza vita dei mici spariti. «La nostra maggiore preoccupazione, anche se solo a dirlo fa male», confida Capellari, vice presidente del sodalizio arrivato a contare una trentina di iscritti, «è che i gatti vengano rapiti per essere mangiati come succedeva in passato in tempo di carestia quando non si sapeva cosa mettere in tavola». Un sospetto condiviso anche da Mariella Zamperlin, vice presidente della Lega nazionale per la difesa del cane di Legnago, che è subissata di denunce, specie da parte di proprietari di gatti di Villa Bartolomea e Vangadizza, al pari degli attivisti di «Villa Viola», che si possono contattare ai numeri 348.22.05.811 e 334.94.27.468.
«È l'unica spiegazione possibile», commenta l'animalista, «per giustificare que! sta situazione allarmante di cui nella Bassa non si avevano ricordi. Anche se, per la verità, non è l'unica ipotesi poichè si sta diffondendo la deprecabile abitudine di sacrificare i gatti per riti esoterici o come esche per addestrare i cani»© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL GIORNALE DI VERONA
Mercoledì 23 Marzo 2011 PROVINCIA Pagina 32
LEGNAGO - CEREA. L'associazione ceretana «Villa Viola delle Gatte» ha istituito un registro per annotare le sparizioni
Decine di gatti spariti da casa?
C'è il «Chi l'ha visto» dei felini
Le denunce dei proprietari dei mici scomparsi verranno inoltrate alle forze dell'ordine Gli animalisti temono che i gattini vengano rapiti per essere cucinati o per riti esoterici
Sarà una sorta di «Chi l'ha visto» in chiave felina ad occuparsi delle decine di gatti domestici scomparsi negli ultimi mesi in tutta la Bassa. Mentre si sommano le denunce da parte dei proprietari di soriani, persiani e meticci che non sanno più che fine hanno fatto le loro bestiole, «Villa Viola delle Gatte» - un'associazione culturale sorta nei primi mesi del 2009 in via Vittorio Emanuele II a Cerea su iniziativa di Fiammetta Rettondini e di suo marito Mauro Capellari, che spazia dagli eventi artistici alle attività ludico-didattiche ai progetti a salvaguardia dell'ambiente e degli animali - ha istituito un apposito «Registro delle scomparse» dove verranno annotati, con tanto di data della sparizione, razza ed indiri! zzo del padrone, i gatti che di punto in bianco non sono più rincasati.
«Questa iniziativa», spiega Capellari, che nella sua abitazione ospita ben 19 gatti, «ci è stata suggerita dalle numerose segnalazioni che abbiamo raccolto informalmente nell'ultimo anno e mezzo da parte di proprietari disperati per l'improvvisa scomparsa del proprio gatto. Basti pensare che, solo tra Legnago e Cerea, nel giro pochi mesi sono svaniti nel nulla una quindicina di felini, molti dei quali indossavano una medaglietta con recapito telefonico». Di fronte ad un allarme senza precedenti, che sta alimentando timori e proteste, è nata perciò l'idea di realizzare un censimento. «Con l'intento», informa Capellari, «di fornire poi alle forze dell'ordine una serie di informazioni circostanziate affinchè adottino le misure necessarie a contrastare questo strano fenomeno dietro al quale potrebbero celarsi anche pratiche ignobili.
Tutto l! ascia infatti presagire che l'anomala catena di sparizioni non! sia frutto dell'ennesimo «killer dei gatti» visto che non sono stati rinvenuti in giro nè bocconi avvelenati, nè gabbie-trappola nè tanto meno i corpi senza vita dei mici spariti. «La nostra maggiore preoccupazione, anche se solo a dirlo fa male», confida Capellari, vice presidente del sodalizio arrivato a contare una trentina di iscritti, «è che i gatti vengano rapiti per essere mangiati come succedeva in passato in tempo di carestia quando non si sapeva cosa mettere in tavola». Un sospetto condiviso anche da Mariella Zamperlin, vice presidente della Lega nazionale per la difesa del cane di Legnago, che è subissata di denunce, specie da parte di proprietari di gatti di Villa Bartolomea e Vangadizza, al pari degli attivisti di «Villa Viola», che si possono contattare ai numeri 348.22.05.811 e 334.94.27.468.
«È l'unica spiegazione possibile», commenta l'animalista, «per giustificare que! sta situazione allarmante di cui nella Bassa non si avevano ricordi. Anche se, per la verità, non è l'unica ipotesi poichè si sta diffondendo la deprecabile abitudine di sacrificare i gatti per riti esoterici o come esche per addestrare i cani»© RIPRODUZIONE RISERVATA
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