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venerdì 11 gennaio 2013

In Valcamonica a caccia del Badalìsc


Bresciaoggi
8 gennaio 2013 – LETTERE

Anche quest'anno ad Andrista di Cevo, in Valle Camonica, la notte tra il 5 e il 6 gennaio, i giovani del paese si sono recati nei boschi, secondo la tradizione, per catturare il Badalìsc, uno strano essere che abiterebbe nelle foreste. Dopo essere stato avvolto e legato, il fantomatico animale è stato portato per le vie dell'abitato, scortato da figure evocative: il Giovane, il Vecchio, la Vecchia, il Gobbetto e la Signorina. Quest'ultima, risvegliando le pulsioni erotiche del mostro, rappresenta il richiamo all'energia del rinnovamento e della fecondazione, in attesa della primavera. Poi il mostro entrando nei locali (nelle stalle) ha inveito contro gli ingenui, gli sprovveduti e i disonesti, portando alla luce ciò che durante l'anno è rimasto nascosto: quasi una purificazione laica delle coscienze. In piazza si è svolta la "'Ntifunada", il "Discorso del Badalìsc", in cui sono stati "svelati" segreti e tresche.
La tradizione tramanda che il "Badalìsc" sia un mostro simile a un drago erede di culti ancestrali. Con i suoi occhi infuocati, le lunghe corna, la bocca spalancata e il corpo rivestito da pelli di capra, da innumerevoli generazioni sconvolge l'immaginario di ogni bambino e incute timore agli uomini perché mette in piazza le loro miserie.
Il Badalìsc è una sorta di chimera, che assembla gli elementi demoniaci di gatto, caprone e serpente. È una divinità ctonia (sotterranea), legata alla terra e al culto dell'acqua: poco lontano da Andrista, incisa su una pietra, si trova una figura antropomorfa che lo richiama, con piccole corna e posta sopra una specie di calderone. 
La tradizione vuole che le donne spruzzino acqua santa nei cortili e nelle stalle prima del suo passaggio, per proteggersi dai suoi poteri malefici. E nel suo Bestiario, Leonardo da Vinci lo considerava la rappresentazione della crudeltà: "Il basalischio è di tanta crudeltà che quando colla sua venenosa vista non po occidere li animali, si volta all'erbe e le piante e fermando in quelle la sua vista, le fa seccare". 

sabato 27 ottobre 2012

Da Frankenstein al Golem, racconti sull'uomo ricostruito

Nella magica serata di Ognissanti, l’appuntamento alla Feltrinelli di Verona alle 18,00 è con il brivido e il mistero. Travestimenti, trucchi e macabra allegria per la presentazione dell’antologia "Storie di gente a pezzi, itinerario in ventisei tappe da Frankenstein ai cyborg" (Delmiglio Editore). 

Letture a cura di Stefano Paiusco, accompagnamento musicale di Federico Fuggini, interventi magici di Mosieur En.P col suo magico mondo.

Durante il pomeriggio, coloro che acquisteranno il libro avranno la possibilità di essere orribilmente truccati per l’occasione da professionisti del maquillage.

Sfilata di gente a pezzi, a cura di Sonia Creazioni.

Saranno presenti artisti di Cyrano Comics.

Invitiamo il pubblico a presentarsi all’incontro in maschera; al termine della serata verranno premiati i migliori travestimenti ispirati al tema di Frankenstein e dintorni. 

A seguire agghiacciante aperitivo a tema.


L’antologia “Storie di gente a pezzi” è quest’anno ispirata al tema dell’uomo (ri)costruito, dal Golem a Frankenstein fino ad arrivare ai cyborg, volume numero sette della collana “Quaderni Indaco” che Delmiglio Editore dedica a racconti e romanzi di genere ambientati per lo più in Veneto. 
Scrive Irene Incarico nella curatissima prefazione: “Il doppio dunque, fonte di inquietudine, di perversione, di amore e/o affettività, è destinato a seguire un percorso accidentato ma pur sempre diretto verso una forma di accettazione: digerito prima dai media e rivomitato poi sull’audience sotto forma di stereotipo e motivo ricorrente, finisce per entrare nell’immaginario comune, per popolare le pubblicità, i sogni erotici o i negozi di giocattoli o costumi di Halloween. Così come Pinocchio finisce per trasformarsi in bambino, alla stessa maniera l’uomo artificiale ha finito per tramutarsi quasi in un “beniamino” della tradizione.
Ma cosa succede quando il doppio non è un essere estraneo, ma un pezzo di noi? Quando l’altro non è una copia – più o meno esatta, più o meno spaventosa – ma piuttosto un tragico cambiamento, una guarigione misteriosa o, più positivisticamente, una specie di upgrade dell’originale?"



Le ventisei storie che compongono l’antologia sono state ordinate in capitoli, a seconda del genere al quale l’autore si è ispirato:

Pezzi scientificamente composti
Little Sallingtown – Alexia Bianchini 
Un errore fatale – Enrico Gregori
Gatti – Arnaldo Liberati
L’odore guida – Angelo Marenzana 
Obsolescenza – Elisa Podestà
Memoria quantizzata – Vittorio Rioda
Favola quantica per androidi – Nicola Ruffo

Orribili frammenti
Il talento di Mr Dippel – Danilo Arona
Sapone – Rossana Boni
Volontà di potenza – Enrico “Nebbioso” Martini
Non si può morire dentro – Rossana Massa 
Erikc – Martina Trevisan

Scampoli irriverenti
Un eulo a polpetta – Nicola Brusco
Re Cecconi – Federico Fuggini
Non ho ucciso Umberto Eco – Enrico Linaria

Brani tra mito e storia
La ricerca dell’umanità – Roberto Bonadimani
Mosaico umano – Giuliana Borghesani
Una notte da leggenda – Simona Cremonini
Numeri – Irene Incarico
Nekome – Filippo Tapparelli

Schegge noir
Uomini apezzi – Luca Ducceschi
Tasche – Maria Silvia Avanzato 
L’intervento – Emanuele Cassani
Ciò che ti appartiene – Enzo Macrì 
Due – Rosanna Mutinelli
Buon anno! – Paola Rambaldi


Ogni storia è preceduta da un’illustrazione ad opera di artisti del gruppo Cyrano Comics, e precisamente: Michele Avigo, Jacopo Bissoli, Loren Carpitella, Isabella Dalla Vedova, Elia Diliso, Hanieh Ghassabian, Enrico Giusti, Emanuele Mujelli, Mario Zara, oltre all’ottimo Roberto Bonadimani, in doppia veste di autore e illustratore.

Per informazioni: Delmiglio Editore, Stradone Arcidiacono pacifico, 12 – Verona
Tel. 045 6931457 – redazione@delmiglio.it - www.delmiglio.it





lunedì 12 marzo 2012

Misteri e leggende del Garda a Cartoomics

Nell’edizione 2012 di Cartoomics, in uno stand multiautore che ospiterà le più interessanti e recenti produzioni legate al fantastico, al fantasy e alla fantascienza italiani, ritorna Il libro "Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda" di Simona Cremonini, saggio che in 159 pagine narra le storie e le leggende di fantasmi, streghe, mostri, draghi, miti e creature fantastiche legate al lago di Garda.

In “Leggende, curiosità e misteri” (a cui è dedicato il sito www.leggendedelgarda.com) viene ricreato un vero e proprio tour delle coste delle tre province del lago di Garda, ovvero Brescia, Verona e Trento, che può essere percorso alla ricerca di luoghi e oggetti magici e misteriosi.

Dal 16 al 18 marzo, presso fieramilanocity, il saggio-guida dell'autrice e giornalista Simona Cremonini che consente un "meraviglioso" giro intorno al lago di Garda, sarà disponibile per la vendita nello spazio collettivo "Bancarella Medievale", Pad. 4 - Stand 0, nonché sabato 17 marzo dalle 15,00 presso l'AGORÀ FieraMilanoCity Padiglione 4, in occasione di una vera e propria presentazione al pubblico condivisa con gli altri autori presenti in stand.

Gli altri libri e autori presenti in stand:
- Alexia Bianchini, "Minon" (Ciesse edizioni)
- Elvio Ravasio, "I guerrieri d'argento" (Sensoinverso edizioni)
- Marta Leandra Mandelli, "Oltremondo" (Il Filo Edizioni)
- Vittorio Rioda, "L'altra foresta disincantata" (I Libri di Emil di Odoya)
- Giuliana Borghesani, "L'acqua e la freccia" (Delmiglio editore)

Partecipano alla presentazione:
Diego Bortolozzo, Marilena Ferranti e Roberto Fontana.



Alcune info logistiche per Cartoomics

Dove: fieramilanocity - Padiglione 4 - Porta Teodorico - Gate 5 - Viale Scarampo -
MM1 Lotto Fiera - Milano
Orari: venerdi 9.30-19.30, sabato 9.30-19.30, domenica 9.30-19.30
Ingressi: individuale giornaliero € 12 euro (€ 8 con coupon sconto scaricabile dal sito); ridotto 6 euro (bambini dai 6 ai 12 anni e over 65); biglietto cumulativo famiglia (papà, mamma, max. 2 figli sotto i 12 anni) € 20 - Abbonamenti: 2 giorni € 15, 3 giorni € 20 - Scuole: 4 euro
Il biglietto è valido anche per l'ingresso a Ludica Milano 2012, Hobby Show Milano Primavera 2012 e Weekend Donna Milano Primavera 2012

Informazioni per il pubblico: www.cartoomics.it - 02/66 30 17 54

Ritrovamenti inquietanti a Verona

L'Arena
venerdì 09 marzo 2012 – CRONACA

RITROVAMENTO INQUIETANTE. Le carcasse trovate nelle aiuole dei giardini di circonvallazione Raggio di Sole

Uccisi due gatti e un corvo
L´ombra di messe sataniche

«Temiamo siano stati sacrificati: accanto agli animali c´era un sacchetto con fiori e lumini» dice la responsabile della Lav

Due gatti e un corvo, ammazzati con qualcosa di contundente. Non animali qualsiasi, bensì animali che solitamente vengono sacrificati durante le messe nere. Gli animali erano chiusi in un sacchetto delle immondizie. E accanto, in un altro sacco sono stati trovati fiori e lumini. E quindi impossibile non ipotizzare sacrifici animali durante messe nere.
Come ha detto anche l´altro giorno monsignor Gino Oliosi, rettore di Santa Toscana, ma soprattutto esorcista riconosciuto dalla Chiesa, nelle messe a Satana viene scimmiottata la messa cattolica, in altri termini, è come se assistesse ad una messa domenicale cattolica, al contrario, nel senso che al posto della lode a Dio, subentra la lode a Satana.
Cosa succede in città? spariscono reliquiari e candelabri. Si ritrovano carogne di animali come gatti e corvi uccisi a botte (la gattina aveva anche l´utero di fuori).
Nelle messe nere esistono un sacerdote, dei rituali, de! lle preghiere, infine il culmine è la comunione satanica, al proposito vengono utilizzate ostie consacrate e trafugate dai tabernacoli delle chiese oppure rubate al momento della comunione, con la comunione "in mano".
C´è anche un mercato delle ostie consacrate, riguarda soprattutto quelle grandi. Le ostie consacrate vengono poi dissacrate in vario modo: il rito cambia a seconda di quello che si vuole celebrare, e del momento dell´anno (sempre come accade nel rito cattolico). Viene sacrificata una creatura nera (gatto, corvo, cane, caprone) oppure uomini, donne, bambini, il loro sangue (talvolta mestruale o di una vergine penetrata in quel momento) viene raccolto in un calice a quel sangue si aggiunge lo sperma del sacerdote poi si intinge l´ostia nella mistura e la si dà da mangiare agli adepti, talvolta l´ostia viene inserita nella vulva di una donna.
«Stamattina verso le 9 ho ricevuto da una nostra socia, che portava a passeggio i s! uoi tre cani, mi segnalava la presenza di una borsa di juta co! n dentro dei gatti morti nascosta sotto la siepe dell´aiuola che c´è prima dei giardini Raggio di Sole», ha detto ieri Lorenza Zanaboni, responsabile della Lav.
«Recatami sul posto, ho trascinato fuori da sotto la siepe la borsa e ne ho versato il contenuto. All´interno due gatti e un corvo morti. Il gatto maschio è tigrato, non sterilizzato ed è stato colpito al muso; la femmina è bianco e nera, colpita al muso e con schiacciamento dell´addome che le ha prodotto la fuoriuscita dell´utero. Il corvo stecchito. Accanto alla borsa con le carcasse dei poveri animali, una borsa in nylon contenente 4 portalumini rossi la cui candela è consumata, utilizzati come vasetti per 4 mazzetti di fiori gialli, proprio ben conservati, segno che i fiori erano stati raccolti da poche ore», continua l´animalista, «le due borse erano ben nascoste sotto la siepe e solo il fiuto dei cani della nostra socia le ha scovate. La stessa siepe verrebbe u! tilizzata normalmente come deposito per parti di biciclette smontate o altra refurtiva, come ci riferisce la signora che mi ha segnalato la presenza delle due borse. Inoltre, spesso la signora in quel posto e nei vicini bastioni è solita trovare porcospini morti presi al laccio da rudimentali trappole realizzate con spago. Parrebbe trattarsi di caccia a scopi alimentari ad un animaletto molto utile all´ambiente. Ci allarma la morte e lo strano modo di occultamento dei due gatti e del corvo accanto a lumini da cimitero con dentro mazzetti di fiori. Temiamo si tratti di riti satanici in cui vengono sacrificati animali».
Zanaboni ha allertato il Corpo Forestale dello Stato e la polizia locale per provvedere alla rimozione delle carcasse e al loro smaltimento.

sabato 28 gennaio 2012

Ogni anno in Italia si mangiano 6-7mila gatti

http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201201281313-ipp-rt10048-animali_in_italia_ogni_anno_si_mangiano_6_7mila_gatti



Aidaa: in Italia ogni anno si mangiano 6-7mila gatti


13:13 28 GEN 2012 

(AGI) - Roma, 28 gen. - Ogni anno in Italia sono almeno 6-7mila i gatti "allevati, cacciati o semplicemente uccisi a scopo alimentare, il 10% di tutti i gatti scomparsi ed abbandonati".
  A confermare quella che secondo alcuni sarebbe solo una leggenda metropolitana, usata in modo strumentale contro alcune comunita', e' l'Aidaa, l'Associazione italiana difesa animali ed ambiente. "E' una realta' quotidiana", assicurano invece i responsabili dell'associazione, i mici "vengono cucinati prevalentemente in umido con la polenta o arrosto".
E non si tratta di persone che uccidono il gatto del vicino perche' altrimenti muoiono di fame, ma di "una vera e propria abitudine culinaria, che seppure vietata per legge, e punita addirittura con la reclusione (uccidere un gatto e' reato penale che rientra nell'articolo 544 del codice penale che riguarda il maltrattamento e l'uccisione degli animali di affezione) e' ancora radicata in alcune zone specifiche dell'Italia del centro-nord ed in particolare in Veneto con epicentro nelle zone di Vicenza e Verona, ma anche nelle province che stanno ad est della Lombardia (Bergamo, Brescia e Mantova) e in alcune zone del Piemonte e dell'Emilia Romagna".

Tempo fa, il gastronomo Beppe Bigazzi pago' con la sospensione da "La prova del cuoco" l'aver dato in trasmissione dei consigli su come cucinare i poveri felini, ma "la tradizione dei 'magnagatti' - denuncia l'Aidaa - e' molto sopita ma tutt'altro che dimessa".

"Il dato degli ultimi dodici mesi - spiegano i responsabili dell'associazione - non si discosta molto da quello degli anni precedenti. Certamente non mancano anche le segnalazioni 'esotiche' come quelle provenienti dalla zona del litorale romano dove e' stata segnalata a piu' riprese la scomparsa dei gatti dalle colonie, cosi come avviene (anche se in misura ridotta rispetto al passato) che si segnalino cacciatori in cerca di gatti da impallinare nelle zone classiche della cucina dei 'magnagatti'".

Nel conto vanno messe anche segnalazioni estemporanee "sulle quali bisogna sempre andare con i piedi di piombo come quelle dei famosi furgoni bianchi e rossi che ogni tanto appaiono nelle zone piu' impensate d'Italia (l'anno scorso a Vigevano, Verbania, Milano, Roma, Isernia, Lecce e Messina) guidati da orientali che raccoglierebbero gatti da servire poi in pasti in ristoranti di seconda categoria". E segnalazioni che "hanno dell'incredibile, ma che sono state poi appurate, come quella della signora in provincia di Milano che in diversi anni ha allevato a scopo di alimentazione oltre 600 gatti dandoli da mangiare ai suoi amici in succulenti pranzetti che garantiva essere a base di coniglio".

lunedì 26 dicembre 2011

Perché il 17 fa paura?

Nel 2012 ci saranno ben due venerdì 17 (S.C.)





http://www3.lastampa.it/domande-risposte/articolo/lstp/380369/


Perché il 17 fa paura?

Il gatto nero è considerato portatore di sfortuna come il numero 17
A CURA DI ELENA LISA

Oggi è venerdì 17, una data nefasta per gli scaramantici, perché?
Non per tutti gli scaramantici, soprattutto per gli italiani. Nel mondo, infatti, il numero «sfortunato» è il 13. La ragione per cui nel nostro paese il 17 è giudicato «negativo» sta in una sorta di rebus. Il 17 in cifre romane si scrive XVII. Anagrammato diventa VIXI che in lettere latine significa «vissi». La scritta era incisa sulle tombe dei defunti dell’antica Roma, come dire: «ho vissuto e adesso non ci sono più, sono morto». Ma a tener viva la credenza c’è anche l’antico Testamento che fissa l’inizio del diluvio universale il 17 febbraio.

E perché ad essere impregnato di «negatività» è proprio il venerdì?
La tradizione ha più origini: c’è quella cristiana secondo cui Gesù è morto crocifisso di venerdì e quella musulmana che giudica il giorno infausto perché Adamo ed Eva mangiarono il frutto proibito quel giorno.

La tradizione consiglia di non sposarsi di venerdì. Qual è il motivo? Secondo la Cabala, il venerdì è il giorno in cui vennero creati gli spiriti maligni. Solo in Norvegia il venerdì è un giorno nel quale vengono celebrati molti matrimoni, giudicato fortunato per via della «protezione» della dea dell’amore e della bellezza, Venere. Per quanto riguarda gli altri giorni della settimana, il lunedì e il mercoledì sono considerati di buon auspicio per la salute e la fortuna, il giovedì recherebbe dispiaceri alla sposa, mentre il sabato, anche se è il giorno più scelto per la cerimonia, sarebbe un giorno «negativo».

L’antipatia per il venerdì è legata alla religione?
In un certo modo, sì. C’è chi ritiene sia nata proprio per volere dei primi sacerdoti cristiani che vollero «sconfessare» abitudini e tradizioni pagane. Il venerdì, infatti, era il giorno della settimana preferito da celti, greci, egizi, slavi e anche romani. Nel paganesimo il venerdì era considerato «fortunato», un giorno da onorare, «amico» perché spartiacque tra lavoro e riposo. Come molti altri miti e leggende, anche questa credenza pare sia nata per contrapposizione al paganesimo: un modo per contestare e rinnegare ciò che veniva prima del Cristianesimo. Non è superfluo ricordare però che il primo a battersi contro credenze popolari e superstizioni fu proprio Gesù Cristo.

Perché nei paesi anglosassoni il grande iettatore è il numero 13?
Filippo il Bello re di Francia ordinò di uccidere tutti i Templari, per cancellare il debito dello Stato contratto con l’ordine cavalleresco, nel 1307 di venerdì 13. Non è un caso che questa data si leghi ai monaci guerrieri che da secoli rappresentano uno dei miti più forti e inossidabili e alimentano teorie di cospirazioni e congiure. Ma va detto che giudizi di «negatività» legati al numero sono numerosi anche in Italia. Nella cultura popolare è un cattivo augurio soprattutto a tavola: nell’«ultima cena» a prendere quel posto fu Giuda. Si tratta di una scaramanzia diffusa, radicata, ma considerata, nel nostro paese, un gioco, un divertimento. In Italia vince la forte antipatia verso il numero 17. Mentre in Spagna, paese dalle radici latine e cattoliche, il giorno sfortunato è «martedì 13».

Cosa dice la smorfia sui numeri 13 e 17?
A tagliare la testa al toro sul giudizio è la Bibbia degli scaramantici: la smorfia napoletana che, in modo netto, dà valore positivo al 13, indicandolo come Sant’Antonio - la sua ricorrenza liturgica cade appunto il 13 giugno - e valore negativo al numero 17 che viene tradotto come: disgrazia.

Quanti venerdì 17 ci sono in un anno?
Uno, al massimo due. È una circostanza casuale e non è legata all’anno bisestile.

La cinematografia si è occupata di «venerdì 17»?
La superstizione è ambivalente: respinge e attrae. I grandi registi non si sono lasciati scappare l’occasione di girare pellicole - i più di genere «horror» - che includessero la data nefasta. I film più celebri sono «Venerdì 17» diretto nel 1956 da Mario Soldati, e «Shriek, hai impegni per venerdì 17?». Il titolo originale del film girato da John Blanchard nel 2001 citava «venerdì 13», tradotto in Italia con «venerdì 17».

Ma cos’è la superstizione?
Si tratta di credenze di natura irrazionale che influiscono sul pensiero e sulla condotta delle persone che la fanno propria. Quando è eccessiva disturba le menti e distrugge personalità. È una delle «malattie» sociali più pericolose che si affacciano prepotenti nei periodi di crisi. Una debolezza umana di cui, in ogni epoca, hanno approfittato imbonitori e ciarlatani senza scrupoli.

martedì 1 novembre 2011

Il 17 novembre, la Giornata del Gatto Nero

L'articolo è dello scorso anno:

http://www.promiseland.it/2010/10/29/gatti-neri-e-halloween/

Gatti neri e Halloween

Ci sono superstizioni che vengono tacitamente accettate, senza che spesso se ne conosca l’origine. Sono credenze che affondano le loro radici in epoche antiche e che andrebbero lette e interpretate proprio nell’ambito del contesto al quale si riferiscono. Nel caso della superstizione secondo la quale il gatto nero porta sfortuna si deve risalire al Medioevo. In questo contesto culturale si possono rintracciare vari motivi che hanno dato origine a questa credenza.

Innanzi tutto bisogna considerare che i gatti neri erano considerati più abili nel catturare i topi, per questo motivo venivano spesso messi a bordo delle navi dei pirati. Se si vedeva un gatto nero, voleva dire dunque che si aveva a che fare con una nave pirata, che di certo non rappresentava un incontro favorevole.
Il colore nero era, inoltre, messo in relazione con una dimensione diabolica e con le streghe; proprio il nero faceva in modo che di notte il gatto fosse poco visibile, causando paura ai cavalli che più facilmente si imbizzarrivano, mettendo a rischio coloro che li cavalcavano.
Da qui l’origine della superstizione sul gatto nero.

Ma nella nostra società di oggi, in cui non assistiamo più ad attacchi di pirati, in cui non ci muoviamo più con i cavalli e in cui le strade sono caratterizzate dall’illuminazione pubblica, diventa difficile spiegare le ragioni di una superstizione che trova il suo nascere in un mondo medievale, le cui condizioni di vita erano molto diverse e per molti aspetti inferiori alle nostre.
Allora, il gatto nero era considerato portatore di sfortuna, perché si pensava che incarnasse il male. Ancora oggi, tuttavia, esiste questa diceria. Così l’AIDAA: Associazione Italiana difesa Animali e Ambiente, ha istituito la giornata per “la tutela e la dignità del gatto nero”. In pratica si tratta di un Convegno a cui partecipano tutte le associazioni animaliste per discutere sul lavoro svolto durante l’anno per la loro tutela e salvaguardia.

La giornata dedicata al gatto nero è il 17 novembre, per due motivi: diciassette perché è il numero che rappresenta, per i superstiziosi, sfortuna, e novembre perché è il mese in cui si raggiunge il culmine di uccisioni di mici neri.
Perciò, sempre a cura dell’Aidaa, iniziano in questo periodo le ronde salva gatti neri: un gruppo di volontari dell’associazione comincerà a tenere d’occhio, soprattutto la sera, i luoghi frequentati dai gatti randagi per salvarli, a pochi giorni da Halloween, dal pericolo numero uno: il rapimento. I poveri mici potrebbero, infatti, finire nelle grinfie di chi, nella notte delle streghe, si diverte a mettere in scena macabri sacrifici e riti esoterici nei boschi. Dopo cinque anni di intensa campagna pro gatti neri e di ronde nei luoghi a rischio, il numero dei randagi immolati il primo novembre è calato. «Ma l’allerta resta alta – spiegano i volontari dell’Aidaa – soprattutto in certe zone, tra cui il Varesotto, conosciuto come uno dei luoghi magici della Lombardia e quindi oggetto di celebrazioni di lugubri riti semi propiziatori. L’attenzione resta alta perché la morbosa attenzione verso i mici neri da parte di persone che poi li uccidono o li torturano nel corso di vari riti è ancora presente, visto che il gatto nero ancora oggi viene considerato come animale portatore di sfortuna».

Stando alle stime dell’osservatorio sono almeno 30 mila i gatti neri, randagi e non, che per diversi motivi vengono uccisi ogni anno in Italia, come sono almeno 15 milioni gli italiani che ogni giorno alla vista di un gatto nero fanno gli scongiuri. Pertanto l’Aidaa lancia un appello ed invita ad aderire alle ronde, per salvare questi dolci ed innocenti animali, oltre che a prestare particolare attenzione ai propri gatti neri, magari liberi nel giardino di casa. «La questione delle uccisioni di gatti neri – spiega Lorenzo Croce, presidente del gruppo – è tremendamente seria e noi non abbassiamo la guardia».
Nell’antico Egitto il gatto nero era considerato portatore di fortuna. Si diceva che le famiglie che possedevano un gatto nero si ammalavano meno rispetto a chi non ne possedeva uno. Anche in molti Stati Europei, tra i quali la Gran Bretagna, i gatti neri vengono considerati portatori di fortuna e, come tali, vengono aiutati ed accuditi, oltre ad essere legati a tantissime leggende.
E’ perciò auspicabile che, attraverso una forte presa di consapevolezza, le persone si rendano conto di quanto poco senso abbiano le superstizioni: non sono i gatti neri a portare “sfortuna”, ma l’ignoranza.

mercoledì 12 ottobre 2011

Scomparse di gatti neri a Brescia

LEGGENDE METROPOLITANE
Lo strano caso dei gatti neri scomparsi

http://www.giornaledibrescia.it/in-citta/lo-strano-caso-dei-gatti-neri-scomparsi-1.919071

Anche i carabinieri indagano sui maltrattamenti ai gatti
ORE: 14:10 | MARTEDÌ, 11 OTTOBRE 2011
Le denunce si inseguono, come pure le leggende metropolitane che riguardano la scomparsa di gatti neri in città e provincia. Già, perché forse non sarà vero, ma è un fatto che periodicamente si affaccia alla ribalta della cronaca la notizia di sparizione di massa di gatti neri.
Non si sottrae nemmeno la nostra provincia, con vere e proprie indagini avviate dalle locali stazioni dei Carabinieri che sulla materia hanno si svolto verifiche e controlli, ma senza mai giungere, in realtà, a qualcosa di definito. «Abbiamo casi denunciati di atti di crudeltà consumati su animali con colpi di fucile ad aria compressa e calibro 12 sparati addosso agli animaletti. È accaduto a Flero, Bagnolo Mella ed in altri Comuni della Bassa - spiega il maggiore Dionisio De Masi della Compagnia dei Carabinieri di Brescia - tuttavia sino ad ora non abbiamo trovato segnali a sostegno della presunta sparizione seriale di decine di felini neri».

Secondo l'Associazione italiani difesa animali e ambiente (Aidaa) a fine anni 90 sono stati 60mila i gatti neri uccisi e 30mila sarebbero spariti nel 2010. Alla fine il vero menagramo, forse, resta ancora l'uomo con le sue superstizioni.

giovedì 24 marzo 2011

Il registro dei gatti scomparsi

L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA

Mercoledì 23 Marzo 2011 PROVINCIA Pagina 32

LEGNAGO - CEREA. L'associazione ceretana «Villa Viola delle Gatte» ha istituito un registro per annotare le sparizioni


Decine di gatti spariti da casa?
C'è il «Chi l'ha visto» dei felini


Le denunce dei proprietari dei mici scomparsi verranno inoltrate alle forze dell'ordine Gli animalisti temono che i gattini vengano rapiti per essere cucinati o per riti esoterici

Sarà una sorta di «Chi l'ha visto» in chiave felina ad occuparsi delle decine di gatti domestici scomparsi negli ultimi mesi in tutta la Bassa. Mentre si sommano le denunce da parte dei proprietari di soriani, persiani e meticci che non sanno più che fine hanno fatto le loro bestiole, «Villa Viola delle Gatte» - un'associazione culturale sorta nei primi mesi del 2009 in via Vittorio Emanuele II a Cerea su iniziativa di Fiammetta Rettondini e di suo marito Mauro Capellari, che spazia dagli eventi artistici alle attività ludico-didattiche ai progetti a salvaguardia dell'ambiente e degli animali - ha istituito un apposito «Registro delle scomparse» dove verranno annotati, con tanto di data della sparizione, razza ed indiri! zzo del padrone, i gatti che di punto in bianco non sono più rincasati.

«Questa iniziativa», spiega Capellari, che nella sua abitazione ospita ben 19 gatti, «ci è stata suggerita dalle numerose segnalazioni che abbiamo raccolto informalmente nell'ultimo anno e mezzo da parte di proprietari disperati per l'improvvisa scomparsa del proprio gatto. Basti pensare che, solo tra Legnago e Cerea, nel giro pochi mesi sono svaniti nel nulla una quindicina di felini, molti dei quali indossavano una medaglietta con recapito telefonico». Di fronte ad un allarme senza precedenti, che sta alimentando timori e proteste, è nata perciò l'idea di realizzare un censimento. «Con l'intento», informa Capellari, «di fornire poi alle forze dell'ordine una serie di informazioni circostanziate affinchè adottino le misure necessarie a contrastare questo strano fenomeno dietro al quale potrebbero celarsi anche pratiche ignobili.

Tutto l! ascia infatti presagire che l'anomala catena di sparizioni non! sia frutto dell'ennesimo «killer dei gatti» visto che non sono stati rinvenuti in giro nè bocconi avvelenati, nè gabbie-trappola nè tanto meno i corpi senza vita dei mici spariti. «La nostra maggiore preoccupazione, anche se solo a dirlo fa male», confida Capellari, vice presidente del sodalizio arrivato a contare una trentina di iscritti, «è che i gatti vengano rapiti per essere mangiati come succedeva in passato in tempo di carestia quando non si sapeva cosa mettere in tavola». Un sospetto condiviso anche da Mariella Zamperlin, vice presidente della Lega nazionale per la difesa del cane di Legnago, che è subissata di denunce, specie da parte di proprietari di gatti di Villa Bartolomea e Vangadizza, al pari degli attivisti di «Villa Viola», che si possono contattare ai numeri 348.22.05.811 e 334.94.27.468.

«È l'unica spiegazione possibile», commenta l'animalista, «per giustificare que! sta situazione allarmante di cui nella Bassa non si avevano ricordi. Anche se, per la verità, non è l'unica ipotesi poichè si sta diffondendo la deprecabile abitudine di sacrificare i gatti per riti esoterici o come esche per addestrare i cani»© RIPRODUZIONE RISERVATA

venerdì 7 gennaio 2011

Streghe e maghi in Romania, un rituale contro le tasse

NEL MIRINO IL PIANO CHE PREVEDE DI TASSARE LE ATTIVITÀ DELL'OCCULTO
Romania, la protesta di maghi e streghe malefici contro la riforma dei politici
Raduno in un luogo ignoto sul Danubio con pozioni ricavate da escrementi di gatto e cani morti

Un rituale delle streghe a Chitila (Ap)

ROMA - In Romania scatta la rivolta di maghi, streghe e fattucchiere. Hanno infatti annunciato che protesteranno alla loro maniera - con sortilegi, pozioni e riti malefici - contro piani del governo di tassare per la prima volta l'attività di astrologi, maghi, cartomanti e altri operatori dell'occulto o di campi affini. Lo riferisce una corrispondenza pubblicata sul sito del quotidiano britannico The Guardian che annuncia la singolare protesta contro il progetto fiscale del governo del presidente Traian Basescu la quale mira a ridurre l'evasione e far fronte alla recessione economica che attanaglia il paese.

RADUNO MISTERIOSO SUL DANUBIO - «Streghe» o comunque «maghe» da tutti gli angoli della Romania, riferisce il giornale, si raduneranno in un luogo imprecisato sulle rive del Danubio per lanciare le loro maledizioni contro i politici che approveranno il progetto di legge. «Una decina» di donne dedite alla stregoneria scaglieranno velenose piante di mandragora nel grande fiume «affinché il male li colga», ha precisato una di loro, Alisia, sottolineando che la nuova «legge è stupida: che c'è da tassare se a stento guadagniamo qualcosa?».

MALEFICI - La «regina delle streghe», Bratara Buzea, ha fatto sapere che guiderà un coro di colleghe intonando un maleficio accompagnato da una pozione ricavata da escrementi di gatto e un cane morto. La minaccia dovrebbe essere presa sul serio in una paese, come la Romania, che ha una lunga tradizione in fatto di superstizioni: Basescu e i suoi collaboratori notoriamente vestono di viola in determinati giorni per scacciare il malocchio. E quando Mircea Geoana, lo sfidante sconfitto da Basescu alle elezioni presidenziali del 2009, andò male in un dibattito televisivo, il suo entourage sostenne apertamente che il loro capo era stato vittima di un' «energia negativa» attivata da sostenitori del suo avversario. La legge in elaborazione punta a imporre un'aliquota del 16%, pari a quella dei normali lavoratori autonomi romeni, anche agli stregoni e ad altri operatori del settore ma sarà di difficile riscossione dato che i pagamenti a maghe ed astrologi di norma avvengono in contanti e sono relativamente bassi (tra i 20 e i 30 Lei a consulto, equivalenti a quattro-sette euro). La superstizione è stata a lungo tollerata dalla Chiesa ortodossa in Romania. E infine, ricorda il Guardian, il defunto dittatore comunista Nicolae Ceausescu e la moglie Elena avevano una loro «maga personale».


07 gennaio 2011


http://www.corriere.it/cronache/11_gennaio_07/romania-maghi-streghe_bc60cd66-1a44-11e0-91c1-00144f02aabc.shtml