sabato 23 aprile 2011

Leggende e misteri del Garda a Soncino Fantasy

Lunedì 25 aprile 2011 alle 15,00 a Soncino Fantasy l'autrice mantovana Simona Cremonini è ospite de La Festa Delle Fate per presentare "Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda", la guida che consente di fare un insolito viaggio misterioso sulle tracce delle leggende che interessano le coste gardesane.



Grazie alla collaborazione con La Festa delle Fate (manifestazione veronese che ha già ospitato la presentazione a Cartoomics di Milano), l'autrice Simona Cremonini porterà storie di streghe, fantasmi, mostri, folletti, città sommerse nel lago più grande d'Italia, anche nella manifestazione fantasy e medioevale organizzata a Soncino, in provincia di Cremona, ogni anno, che quest'anno si tiene il lunedì di Pasqua (lunedì 25 aprile 2011) dalle 10 alle 20.



L’appuntamento è presso lo spazio di Dejavu, il negozio di Bardolino (Verona) dedicato alle collezioni del magico mondo delle fate e delle creature fantastiche (www.dejavushop.it).



Curiosità e alchimie del Benaco sono narrate nel libro edito su Lulu.com e acquistabile nelle librerie di Verona, Mantova e Brescia e nelle rispettive province elencate su www.leggendedelgarda.com. Il titolo della presentazione (e del relativo evento Facebook) è “Dalle rocche del Garda alla Rocca di Soncino, leggende e misteri del Benaco”.





Per info e contatti sulla presentazione di Simona Cremonini: info@leggendedelgarda.com - 339/5864651 - www.leggendedelgarda.com



Per info su La Festa delle Fate: www.lafestadellefate.it



Per info su Soncino Fantasy: www.soncinofantasy.it

mercoledì 13 aprile 2011

Leggende su Verona e San Zeno

L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA

Mercoledì 13 Aprile 2011 CRONACA Pagina 18



Il vescovo
salvò la città
dall'Adige



San Zeno, o Zenone, è il patrono della città. Fu l'ottavo vescovo del capoluogo scaligero dal 362 al 380 per due mandati. Morì nel 380. La vita di Zeno è immersa nella leggenda e si pensa che le sue origini fossero Mauritane. Si narra che facesse una vita di austerità e semplicità ed è il santo protettore dei pescatori, si dice che andasse sempre a pescare sull'Adige.
I miracoli che le leggende raccontano sono parecchi, uno riguarda una scommessa che San Zeno avrebbe fatto con il diavolo, un altro che San Zeno avrebbe guarito la figlia indemoniata del magistrato del tempo mentre la leggenda più straordinaria è riferita da Papa Gregorio e narra di un improvviso straripamento delle acque dell'Adige che sommerse tutta Verona fino ai tetti. L'inondazione arrivò fino alle porte della cattedrale ma si! arrestò formando un muro, ciò avrebbe determinato la salvezza dei veronesi.
A San Zeno è dedicata la basilica capolavoro dell'arte romanica costruita nel periodo X-XI. Le spoglie del Santo sono conservate nella cripta della basilica. La chiesa possiede opere d'arte uniche come i bassorilievi in bronzo ai lati del portale, il portale con 48 formelle bronzee, la cripta. L'opera più importante si trova nel Presbiterio ed è il trittico di Andrea Mantegna.

domenica 10 aprile 2011

Ragazzine scomparse e coincidenze seriali...

Il superstite (56)
9 aprile 2011



di Danilo Arona
Ne ho già scritto all’inizio del triste caso di Yara Gambirasio. Adesso mi pare il caso di ritornarci dopo le ultime testimonianze, mediate dalla benemerita trasmissione “Chi l’ha visto?”, provenienti dal Veneto (Montecchio Maggiore) e riguardanti un tentativo di sequestro, andato a buca, di due ragazzine.

Sulla scena altrettanti brutti ceffi – un palo e un effettivo rapitore – e il solito pulmino bianco. Il palo si è dileguato e il kidnapper è stato arrestato. Ovviamente non so e forse nessuno sa che ne pensino gli inquirenti, ma il team di “Chi l’ha visto?” presuppone collegamenti sinistri con il caso di Brembate di Sopra: la sospettata coppia di rapitori (nonché assassini), il furgone bianco filmato e visto da più testimoni, le urla di una ragazza provenienti dal pulmino in corsa che un’altra testimone avrebbe senza dubbio udito mentre gettava la spazzatura. Viaggia la teoria dell’analogia puramente casuale perché di pulmini bianchi in giro nell’Italia del nord, per onesti e normali motivi di lavoro, ce ne sono migliaia.

Però in rete gira più di un sito – come li leggo io, li leggeranno pure gli inquirenti – dove queste caratteristiche basiche – coppia di uomini e pulmino bianco – si ritrovano pari pari in altri casi europei, quanto mai similari. Quello portoghese della piccola Maddie McCann, quello svizzero dell’altrettanto piccola Ylenia Lenhard, purtroppo conclusosi in modo simile a quello italiano, quello austriaco di Natasha Campush, risoltosi clamorosamente dopo otto anni con il ritrovamento della ragazza cresciuta in segregazione e quello orribilmente famoso del Belgio a opera del mostro di Marcinelle.

Ora, non sembra strano – un po’ troppo strano – che i mezzi siano così simili così come le tecniche di rapimento? I gestori dei succitati siti sostengono l’esistenza di una rete di pedofili che agisce alla maniera di Al Qaeda, ovvero ogni cellula opera in piena autonomia, in modo anche da “comunicare” su due canali, quello immediato, percettivo, in cui i perturbatori sociali siano interpretabili come “una coppia di balordi” (vi ricorda qualcosa?) e un altro, subliminale, che “semina” quasi in codice l’idea di una rete in grado di colpire ovunque e a macchia di leopardo.
Fantascienza? Non lo so, ma su questi siti si sostiene che detta rete avrebbe sede in Svizzera nei pressi della cittadina di Zandvoort. E in Svizzera le statistiche parlano di mille segnalazioni all’anno, ovviamente la maggior parte risolte.

Il corpo della piccola Ylenia, cinque anni e mezzo, venne ritrovato nel settembre 2007 in un bosco del canton San Gallo, a oltre due mesi dalla scomparsa. Il cadavere, in parte divorato dagli animali, fu identificato grazie ad alcuni gioielli riconosciuti dai familiari. La bambina era scomparsa il 31 luglio mentre tornava dalla piscina che distava solo qualche centinaio di metri dalla sua abitazione nel canton Appenzello. Per tutto il tempo la vicenda fu seguita con apprensione dalla popolazione e dai media elvetici, fino al tragico epilogo di quel sabato. Il presunto rapitore e assassino, uno svizzero di 67 anni domiciliato in Spagna, si era ucciso nel bosco di Hartmann lo stesso giorno della sparizione della piccola. Prima di togliersi la vita, l’uomo aveva sparato a un testimone, un uomo di 46 anni, ferendolo al petto. Le analisi del DNA avevano stabilito che il sequestratore aveva toccato gli oggetti di Ylenia (zainetto, casco da ciclista e monopattino) e che la bimba era salita nel suo furgone bianco. Il suicida era oggetto d’indagine da tempo perché sospettato di collegamenti con il caso di Maddie.
Insomma, le vedo solo io certe concatenazioni?

http://corriereal.wordpress.com/2011/04/09/il-superstite-56/

giovedì 7 aprile 2011

L'artista dei cerchi nel grano




Primo Giornale, 5 aprile 2011

Castegnaro - L'artista del trattore conquista i siti nazionali con i suoi disegni nei campi

Gambarin colpisce ancora. Lʼ“artista del trattore”, Dario Gambarin, già famoso per aver ricostruito nei suoi campi anni fa i famosi cerchi “extraterrestri”, ha disegnato nei suoi campi di grano di Castagnaro un enorme simbolo della radioattività (largo 160 metri) con al centro il simbolo della pace. Un suo modo per raccontare lʼallarme nucleare in Giappone e la guerra in Libia che ha sollevato la curiosità dei media
nazionali. Nei giorni scorsi, infatti, le immagini del campo disegnato a Castagnaro erano sul sito internet di Repubblica.

venerdì 1 aprile 2011

Perché si dice pesce d'aprile?

Perchè si dice pesce d'aprile? Ecco la storia e la tradizione nel mondo
31 marzo 2011 17:43 pubblicato da Cristian Basile


Occhio alle spalle, il primo aprile, il giorno degli scherzi e delle notizie incredibili: i pesci d’aprile sono in agguato ovunque, a casa come in ufficio ma anche su internet, sui giornali ed in tv. Creduloni e non di tutto il mondo state attenti, siete avvisati. Ma come nasce questa strana “festa” che tanto abbiamo temuto soprattutto ai tempi della scuola? Il pesce d’aprile, “poisson d’avril” in Francia, “pescado de abril” in Spagna, conosciuto anche come “April Fool’s day” (che in inglese significa “giorno dei buffoni di aprile”) è una festa dedicata agli scherzi che si celebra, per così dire, oltre che in Italia, anche in Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Brasile fino ad arrivare in Giappone.

Ci sono molte storie sulla nascita di questa bizzarra ricorrenza, tuttavia l’ipotesi più convicente pare sia quella che l’idea di accostare gli scherzi a questa data abbia preso corda durante il regno di Carlo IX di Francia. Verso la metà del XVI secolo, in tutta la Francia le celebrazioni del nuovo anno cominciavano il 25 marzo e finivano una settimana dopo, il 1 aprile appunto. Nel 1564, attraverso il decreto di Roussillon, il re decretò l’adozione del calendario gregoriano facendo diventare così il primo giorno dell’anno il 1 gennaio. La leggenda vuole che molti francesi o contrari a questo cambiamento o che semplicemente se ne dimenticarano, continuarono a scambiarsi regali, festeggiando durante la settimana che terminava con il 1 aprile. Dei burloni però decisero di ridicolizzarli, consegnando regali assurdi, organizzando feste inesistenti, facendo nascere così la tradizione di fare scherzi il primo giorno di aprile.

Il nome “Pesce d’aprile“, che si rivolge alla vittima degli scherzi, deriva dallo zodiaco: qualsiasi evento accaduto in quella data era relazionato con il fatto che il Sole lasciava la costellazione dei Pesci. Da qui l’usanza di “festeggiare in modo insolito” il primo aprile si è diffusa in tutto il mondo, assumendo connotazioni particolari nei vari paesi. Ad esempio, come in parte già vi abbiamo raccontato, i nostri cugini francesi utlizzano simbolicamente l’immagine del sole, nel suo passaggio dal segno dei Pesci a quello dell’Ariete.

Gli anglosassoni invece connotano questa giornata con l’espressione “april’s fool day“, letteralmente il giorno dello sciocco di aprile, utilizzando la parola fool che secondo qualcuno dovrebbe indicare un folletto di origini medievali. Nella Scozia delle highlands invece, il pesce d’aprile ha una curiosa appendice nel taily day, ovvero giorno delle natiche, durante il quale, ci si diverte ad attaccare sulla schiena dei malcapitati (sciocchi o gawls) un cartello con la scritta kick me (dammi un calcio). Insomma, un po’ ovunque in Europa e nel mondo quella del “pesce d’aprile” è una leggera evasione, un modo per sdrammatizzare gli eventi e “prendere la vita” con più leggerezza…

http://www.fanpage.it/perche-si-dice-pesce-daprile-ecco-la-storia-e-la-tradizione-nel-mondo/