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martedì 1 luglio 2014

A Gazzo Veronese l'antica sagra del Ceson, tra storia e leggenda


L'Arena
giovedì 26 giugno 2014



A Gazzo l'antica sagra del Ceson


Torna puntuale, dal 12 al 16 agosto, la sagra de Ceson di S. Pietro in Valle di Gazzo Veronese, per festeggiare la Madonna Assunta, fra specialità locali e musica suonata da note orchestre di liscio. La sagra si tiene nei pressi della Chiesa Benedettina denominata "ceson", dove a Ferragosto si celebrano Messa e Processione dell´Assunta. Al “Ceson” è legata una singolare leggenda.
Presso la chiesa di S.Pietro in Monastero (nome ufficiale del Ceson) tra Tartaro e Tione, un tempo si estendeva un'insalubre palude da cui provengono tristi rintocchi di campane fantasma fin dai tempi dell'Impero Romano. La chiesa sarebbe stata costruita dove un tempo sorgeva la colonia romana di Gazza, o di Carpania, dove si idolatrava il dio Appo, raffigurato come un'onda incatenata che commemorava il lavoro fatto per erigere imponenti mura, con 100 torri, che proteggevano la località dalla minaccia delle gonfie acque del fiume e della palude.
I tristi suoni che sembrano rieccheggiare in precisi periodi, avrebbero annunciato la distruzione dell'antica cittadina di Carpania, invasa dalle acque e non più protetta dal simulacro del dio Appo, rubata dal principe locale. Questa è la leggenda, ma si udirà certamente il rintocco di una vera campana il giorno di Ferragosto, il più atteso della Sagra del Cesòn.

lunedì 3 febbraio 2014

Via Satiro a Verona, forse il nome da un affresco


L'Arena
domenica 19 gennaio 2014


TOPONOMASTICA. Trovato un dipinto che rappresenta due figure mitologiche su un palazzo della vicina via Filippini 

Via Satiro, forse il nome da un affresco

Lucia Cametti, presidente di Hic et nunc: «Piccolo tesoro che il pubblico dovrebbe poter vedere»

Scoperto un misterioso affresco che potrebbe dare il nome a via Satiro. Si trova in un edificio seicentesco su fondamenta più antiche di via Filippini e sino ad ora non era stata avanzata alcuna ipotesi, ma per Lucia Cametti, presidente del movimento culturale Hic et nunc, «potrebbe essere all'origine della toponomastica di via Satiro».
L'affresco che rappresenta due satiri è tornato alla luce dopo gli ultimi lavori di ristrutturazione all'interno del civico 1 e per la presidente di Hic et nunc si tratta di «una piccola opera d'arte che diventa senza alcun dubbio significativa se inserita in un contesto di vita quotidiana». La scoperta dell'affresco a ridosso del soffitto in un locale innanzi all'incrocio con via Satiro risale a qualche anno fa, ma sinora non si era avanzata l'ipotesi potesse essere all'origine del nome della strada che da lì conduce in stradone San Fermo. 
Il satiro è una figura maschile della mitologia greca, compagno degli dei Pan e Dionisio. Si tratta di una divinità minore che personifica la fertilità della forza vitale della natura e ad esso si lega il culto dionisiaco. È raffigurato come un uomo con barba, coda e zampe di capra anche se con il tempo sono comparse immagini senza attributi animali. Spesso i satiri suonano il flauto, danzano con le ninfee e bevono calici di vino. Su queste leggendarie figure capeggia Sileno, anch'egli una divinità minore legata alla fertilità. A ricordare il passato dell'edificio e il ritrovamento del misterioso affresco è l'attuale proprietaria Emanuela Marcolungo: «Il palazzo ha una storia secolare e sino al 1876 era di proprietà demaniale ed utilizzato come “casa popolare”. Alcune stanze richiamano a precedenti edifici come la cantina che presenta una volta a botte e fanno pensare a preesistenze medievali. È l'epoca della proprietà dell'edificio dei Padri Filippini, mentre più tardi sarà sede di un ricovero di malati di peste come lo rammentava una Madonna con San Rocco ora scomparsa». 
«La vicina “dogana per l'olio”», prosegue Marcolungo, «risale al 1745 su progetto neoclassico di Alessandro Pompei e fu edificata su parte dell'edificio. In questa casa nel 1878 nacque padre Filippo Berdellini, proclamato venerabile il 12 aprile 2003 da papa Giovanni Paolo II». «La scoperta dell'affresco con i due satiri», riprende Cametti, «dimostra l'esistenza di testimonianze nascoste della storia cittadina. Spesso si tratta di reperti tenuti “volutamente” non visibili per timore, invece si tratta di piccoli tesori che dovrebbero essere a disposizione del pubblico con un calendario di visite mensili». «Opere di questo genere dovrebbero essere illustrate in una pubblicazione, perché concorrono a scrivere la storia di Verona», conclude la presidente di Hic et nunc.  

lunedì 17 dicembre 2012

Garda e Baldo, conoscerli anche con leggende e misteri


Aperte le iscrizioni al corso de El Vissinel per conoscere il Baldo Garda (l'incontro sulle leggende e i misteri gardesani è tenuto da Simona Cremonini)




L'Arena
domenica 16 dicembre 2012

VALEGGIO

Garda Baldo
«El Vissinel»
Iscrizioni 
al corso Ctg


Vuoi innamorarti del Baldo Garda? Della sua arte, cultura, natura e sapori? Per tutto questo il Ctg ha aperto le iscrizioni al corso «El Vissinèl» che si svolgerà dal 16 al 20 marzo, tra momenti teorici e uscite. Possono partecipare soci, simpatizzanti, amici: «È il 13° ciclo di Conoscere il Baldo- Garda; quest´anno si svolgerà a Valeggio, nell´aula magna delle medie Foroni», dice il presidente e animatore culturale Fabio Salandini. Il costo è di 50 euro per chi ha più di 30 anni, di 30 per chi ha meno di 30 anni e gratis per i residenti a Valeggio; altre informazioni su www.elvissinel.it o al 338.611.00.20.
«Da anni il Ctg El Vissinèl conduce centinaia di persone alla scoperta del Baldo Garda per farne conoscere le caratteristiche e per cercare di coinvolgere tutti nella sua tutela e promozione. Al termine delle lezioni, infatti, i partecipanti potranno anche scegliere di impegnarsi come animatori turistico-cultura! li del Ctg».
Ora è tempo di bilanci: «Chiudiamo soddisfatti il 2012», dice Salandini. «Alle uscite hanno partecipato quasi 2mila persone e i nostri 20 animatori hanno organizzato 150 escursioni gratuite». Sui temi precisa: «Dopo un inizio sulle caratteristiche, geologiche e climatiche, del Baldo Garda, passeremo a serate su Valeggio e sulla sua storia». Incontri sempre il mercoledì, dalle 20.30 alle 22.B.B.  



Il nuovo Centro Studi Dino Coltro

Da PrimoGiornale, edizione Bassa Veronese, 11 dicembre 2012






Toponimi misteriosi del lago di Garda


Bresciaoggi 
domenica 16 dicembre 2012

LIMONE. Lo studio

Una ricerca
per svelare
il mistero
dei toponimi


«Una ricerca iniziata nel 2010, ma per essere ultimata richiede l'aiuto di tutti». Lo chiedono Antonio Foglio, Domenico Fava e Gianfranco Ligasacchi, tre esperti di storia locale che a Limone stanno svolgendo un lavoro sui toponimi del borgo, per risalire all'origine dei nomi delle varie località limonesi.
È una ricerca che affonda le sue radici sin dal 1500, tra meticolose ricerche catastali e giornate trascorse negli archivi parrocchiali e comunali. 
«Il 95% del lavoro - afferma Domenico Fava - è stato realizzato, ma è necessario colmare quest'ultima parte con l'ausilio della tradizione orale, necessaria per comprendere i significati dei termini antichi, nomi che sono spesso legati alle attività dell'uomo e alla morfologia del territorio».
La pubblicazione definitiva della ricerca è prevista nel prossimo anno. Per i tre studiosi sarà la quarta pubblicazione dedicata ai nomi di luogo di paesi gardesani: in precedenza sono state pubblicate le ricerche su Toscolano, San Felice e Gardone Riviera. L.S.

sabato 1 dicembre 2012

L'inquietante fessura delle denunce a Sanguinetto


L'Arena
venerdì 30 novembre 2012

SANGUINETTO. Domani al festival del mistero

Rivivono le antiche
denunce anonime
della Bocca del Leon


Nella fessura collocata all´ingresso del castello venivano infilati biglietti per segnalare gli evasori


Il «Festival degli spettacoli del mistero», la rassegna che le Pro loco del Veneto hanno dedicato a luoghi leggendari e misteriosi, farà tappa domani e domenica al castello scaligero e al teatro Zinetti di Sanguinetto. La manifestazione partirà domani alle 20 con un racconto sulla misteriosa «Bocca de Leon»: la famosa effigie che si trova all´ingresso del castello e che nel medioevo e nel rinascimento veniva utilizzata dai sanguinettani per denunciare in forma anonima gli evasori fiscali. 
Una sorta di 117 dei secoli scorsi, insomma, a cui i cittadini potevano rivolgersi di nascosto e senza firmarsi: era infatti sufficiente infilare nella «Bocca del leon» un biglietto contenente il nome dell´evasore e l´importo che costui aveva sottratto all´erario. Ogni tanto la «fessura delle denunce» era usata anche per fare rivelazioni piccanti sui cittadini del paese. E proprio questo sarà l´argomento della rappresentazione teatrale che si terrà alle 21 a cura della compagnia La Caneva di Lorenzagaga con la diventente commedia «Quel fiol d´un can d´un gato». Chi veniva colpito dalle denunce anonime veniva messo alla berlina in paese a tal punto da costringerlo spesso e volentieri ad evitare di uscire di casa per la vergogna. 
Chi parteciperà alla tappa cittadina dell´affascinante itinerario degli spettacoli del mistero potrà quindi ascoltare racconti sospesi tra leggenda e verità, che per secoli hanno accompagnato la vita del paese e che sono stati tramandati di generazione in generazione. Domenica, invece, il teatro Zinetti ospiterà alle 16 la rappresentazione per bambini dal titolo «Le Birichinate di Pinocchio» a cura del gruppo «Ensemble Vicenza Teatro», con Stefania Pimazzoni ed Irma Sinico. Lo spettacolo rientra nel cartellone di eventi proposti nella stagione teatrale 2012-2013 organizzata dal Comune in collaborazione con Arteven. RI.MI. 

sabato 10 novembre 2012

La ninfa Tavine in un libro antico

(La leggenda della ninfa Tavine l'ho raccontata nel mio libro "Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda", acquistabile come indicato su www.leggendedelgarda.com -sc-)


Gienne, settembre 2012


Scoperta una nuova Marmitta dei Giganti


L'Arena 
martedì 06 novembre 2012 

LA SCOPERTA. Una spettacolare «marmitta dei giganti» individuata dagli scalatori Eugenio Cipriani e Claudio Tessarolo

L´Adige un tempo scorreva verso Affi
e la «prova» è scavata nella roccia



Cercavano uno strapiombo e sono finiti dentro a una spettacolare «marmitta dei giganti». E´ accaduto l´altro giorno in Val d´Adige, vicino alla frazione di Tessari, ad una cordata di rocciatori composta dal veronese Eugenio Cipriani e dal vicentino Claudio Tessarolo, entrambi giornalisti. Il tratto dell´Adige fra la Chiusa (o Gola) di Ceraino e le quattro frazioni che compongono Brentino Belluno è da diversi decenni terreno d´azione degli arrampicatori.
Ritirandosi dalla valle oltre dodicimila anni fa, il ghiacciaio dell´Adige, ha lasciato scoperte vaste superfici rocciose soprattutto lungo il fianco destro idrografico, nel senso cioè della direzione del fiume. In prevalenza sono formazioni di calcare grigio: roccia ideale per la pratica dell´arrampicata grazie alla solidità e varietà di appigli. Il monte Cimo, con le sue decine di itinerari di più lunghezze di corda, alcuni dei quali di diff! icoltà estrema, è la struttura rocciosa più frequentata, ma molto apprezzate sono anche le ben più facili vie, anch´esse di più tiri, che si sviluppano sulla parete rocciosa denominata «Trapezio», sopra la frazione di Canale.
La parete venne scoperta alpinisticamente nei primi anni ´80 da Eugenio Cipriani, che vi tracciò una decina di itinerari. Solo tre di questi, però, vennero pubblicizzati. In vista della realizzazione di una guida per arrampicatori, che riguarderà tutto il territorio veronese e alla cui stesura sta lavorando lo stesso Cipriani, assieme a Cristiano Pastorello e ad altri collaboratori, lo scalatore veronese ha rimesso mano al «Trapezio» cercando nuovi spazi di salita.
Data la bassa quota, la presenza di piccoli boschi pensili impedisce dal basso di scorgere interamente i percorsi ancora «vergini». In altre parole, quindi, finché non ci si mette la mani sopra non si sa mai cosa si trova. E così l´altro giorno Tes! sarolo e Cipriani, proprio all´ultimo tiro di corda, là! dove pensavano di trovare una parete leggermente strapiombante, si sono trovati invece di fronte ad una «marmitta dei giganti», vale a dire una delle più classiche, e nello stesso tempo spettacolari, morfologie legate all´erosione fluvio-glaciale.
«Quello che sembrava un normale strapiombo», raccontano Cipriani e Tessarolo, «una volta arrivati alla base è apparso invece essere uno splendido esempio di marmitta d´escavazione, con il suo inconfondibile aspetto a campana aperta da un lato, la superficie rocciosa perfettamente levigata e semicircolare ed alcune striature orizzontali».
La scoperta in sé non ha nulla di eccezionale, ma rappresenta un´ulteriore prova dell´antico percorso del fiume Adige ai tempi dell´ultimo dei quattro periodi glaciali che hanno interessato negli ultimi 600mila anni del Quaternario l´Europa e, segnatamente, l´arco alpino.
Prima della fine dell´ultima glaciazione, quella detta! del Würm, l´Adige non passava, come oggi, dalla Chiusa di Ceraino ma, all´altezza di Canale, piegava decisamente verso destra e le sue acque defluivano in direzione dell´attuale piana di Affi. Naturalmente il fondovalle non aveva la quota attuale, ma era ben più alto e la scoperta di una «marmitta dei giganti» alla quota di 210 metri circa e all´altezza di Tessari è una ulteriore conferma di ciò.
Straordinaria è la somiglianza di questa marmitta con quelle, più grandi e molto note, presenti fra Nago e Torbole, nel Trentino meridionale. Anche in quel caso la loro presenza testimonia il percorso antico di un ghiacciaio che, nella fattispecie, era un ramo di transfluenza fra il ghiacciaio dell´Adige e quello del Sarca.
Purtroppo la marmitta trovata dai due scalatori sul «Trapezio» non è facilmente visitabile. Però, assieme alle caratteristiche rocce «montonate» (cioè lisciate e levigate dall´abrasione glaciale) pres! enti a Canale e alla vicina gola dell´Adige presso Ceraino, contr! ibuisce a fare di questa parte della Val d´Adige un museo all´aperto di morfologia glaciale e carsica. 



Sono il frutto
dell´erosione
delle acque

Le «marmitte dei giganti» sono cavità scavate nella roccia dall´azione di acque vorticose che trascinano con sé pietre, sabbia e ciottoli strappati dalla riva o dal letto del torrente oppure, nel caso di un corso d´acqua che nasce dalla bocca di un ghiacciaio, che si sono staccati per scioglimento dalla massa glaciale.
Nel punto in cui si forma un vortice, il materiale roccioso in sospensione viene scagliato con forza contro la roccia e compie un´opera abrasiva seguendo sempre la medesima traiettoria, la qual cosa determina la forma circolare della «marmitta». Nel corso del tempo le formazioni rocciose più grandi spesso subiscono un´erosione laterale e ne resta solo una metà, che presenta la forma a mezza-campana. Ma perché le marmitte più grandi vengono definite «dei giganti»? Il nome è dovuto al fatto che le credenza popolari hanno attribuito a dei leggendari giganti la paternità di queste curiosità ! naturali.


domenica 4 novembre 2012

Leggende su Salvarenza


L'Arena
domenica 04 novembre 2012 


MONTEFORTE

La leggenda 
di Renza
si trasforma
in spettacolo


Tre appuntamenti per rivivere la leggenda di Renza. C´è una località, a Monteforte d´Alpone, che si chiama Salvarenza: il toponimo si spiega con una leggenda che tra oggi e domenica prossima diventerà teatro. La Pro loco, in collaborazione con il Comune, «Femo filò che te conto de la Renza», una rappresentazione in due atti inserita nel calendario dell´iniziativa regionale Veneto-Spettacoli di mistero. 
Il «primo tempo» va in scena oggi in oratorio alle 19.45, stesso luogo e orario della messa in scena del «secondo tempo» in programma domenica 11. Don Lorenzo Dall´Agnola, parroco di Monteforte, in un volume del 1959 racconta la leggenda di Renza, «dapprima salva dalla bocca di un leone, per il tempestivo intervento di due ladroni, fu liberata dalle loro unghie per lo stratagemma di un cavaliere senza cappa e senza spada». Ecco da dove nasce il toponimo Salvarenza. Nella prima puntata la rappresentazione s! arà dedicata al racconto dei fatti da parte dei ladroni e del cavaliere mentre nella seconda sarà Renza stessa ad accompagnare gli spettatori nella sua leggenda. Non meno importanti sono i luoghi in cui la vicenda sarebbe avvenuta, cioè la grotta delle Volpare. La Pro loco ha messo in calendario una breve escursione guidata alle grotte della Renza. L´appuntamento è domenica 11 alle 14.30 in piazza Silvio Venturi. P.D.C. 

mercoledì 3 ottobre 2012

Villafranca di Verona, la fornace non è più leggenda


L'Arena
martedì 25 settembre 2012


VILLAFRANCA. Trovata una parete nel cantiere per interrare il metanodotto. Spellini, il proprietario del terreno, scrive un libro sugli scavi

Scoperta l´antica fornace della città

Sembrava una leggenda il fatto che nella corte furono cotti i mattoni per costruire il castello Invece spunta un sito che risale a prima del 1200

Ci sono segreti e storie celate dietro ogni edificio datato. E ci sono motivazioni che affondano le radici in epoche passate, dietro la formulazione del nome di un luogo. Nasconde tutto questo l´antica corte padronale in località Fornaci, nella campagna villafranchese, vicino al confine con Povegliano. Frammenti di ricordi e storie sono state rivangate da uno dei proprietari attuali, Pietro Spellini, fino a svelare ciò che la famiglia, che acquistò la tenuta nel 1867, ha scoperto solo nel 2008: quel nome particolare, «le Fornase», derivava da ciò che è stato custodito dal terreno per secoli.
A svelarlo è il signor Spellini che nelle lente ore invernali di inattività dai lavori agricoli, lo scorso anno, ha iniziato a metter su carta la storia dell´antica corte. Ne è uscito un libretto, «De le Fornase nobile poesia», di fresca edizione che tra racconti e fotografie, narra l´evoluzione del complesso, la vita agreste villafranchese di un tempo e anche le origini toponomastiche. Quattro anni fa, i lavori per la realizzazione del metanodotto hanno svelato l´arcano. Dal terreno sono emersi cocci vetrificati. Come se ne trovavano spesso in quella zona, arando e coltivando. Poi più sotto è emerso un blocco di mattoni arancioni. E un piccolo edificio a due stanze: una fornace.
«Una leggenda non scritta», spiega Spellini, «diceva che il nome Fornaci derivasse dal fatto che qui erano stati cotti i mattoni del castello di Villafranca, ma sembrava frutto di pura fantasia. Nel 2008, nella posa del tubo del metanodotto ci siamo imbattuti in un resto di muratura. Sospendemmo i lavori e un gruppo di archeologi si mise all´opera. Ne è uscita una struttura con una doppia parete, una esterna in malta e ciottoli e una interna in mattoni. Tra i due muri era stata inserita della terra rossa di mattoni cotti e frantumati, secondo le tecniche utilizzate dalle fonderie artistiche artigiane, per contenere il calore del bronzo e fondere le statue. Le pareti interne erano vetrificate. Eravamo di fronte a una fornace. Quella fornace che aveva dato il nome alla località».
Il sito è stato analizzato, fotografato, ricoperto di un tessuto apposito sotto l´occhio della Soprintendenza, quindi interrato nuovamente. Sulla datazione Spellini è incerto e lancia la palla a chiunque voglia approfondirne gli studi. «Certamente fu realizzata prima del 1200, quando già la località si chiamava Fornase».
Si tratta di un interessante lavoro archeologico, perché, attraverso la scoperta, è possibile ricostruire un pezzo di storia di Villafranca. Le sorprese, infatti, non sono finite qui. I due rettilinei della Postumia e della Grezzanella hanno sempre suggerito l´ipotesi che quella campagna fosse stata luogo di passaggio anche dei romani. A 200 metri dalla corte, verso la Postumia, sempre durante i lavori del metanodotto sono emersi tre cumuli di sassi, che hanno attirato subito l´attenzione degli! archeologi. «Erano tre tombe, due vuote e una con un corredo integro, affidato alla Soprintendenza e in attesa di studio: c´erano lucerne, lacrimatoi in pasta vitrea, monete e vasi di terracotta. Un´ampolla di vetro conteneva le ceneri di un morto e poco distante c´erano i resti di un cane. Animale e padrone furono sepolti insieme».
La datazione più probabile è il secondo secolo dopo Cristo. «Sarebbe una tomba romana, che permetterebbe di accertare che la nostra area era abitata anche allora e forse potrebbe definire il sito più antico del Comune di Villafranca».
 


Il vino pagato
con pignatta
di monete


Le tombe e una tubazione in terracotta trovata nel terreno indicano la presenza romana come la più antica alle Fornaci. Oggi il complesso storico è una corte rurale e tenuta agricola della famiglia Spellini, che la acquistò nel 1867. Tra i misteri scovati ci fu, negli anni Trenta, una pignatta di monete, che il padrone di casa non riuscì a vedere: «Gli operai che l´avevano trovata l´avevano venduta subito a Villafranca per qualche bottiglione di vino», spiega Pietro Spellini.
Segreti a parte, la corte è stata un crocicchio di letterati e nobili, amici dei proprietari. L´ha ritratta in versi Berto Barbarani e dipinta Luigi Zago. Ma la storia scritta da Spellini riepiloga anche l´evoluzione della vita di campagna e dell´agricoltura di fine Ottocento e del Novecento. Era un piccolo mondo antico, dove una ventina di bambini, figli di chi lavorava per la famiglia Spellini, giocava a piedi nudi tra il cortile ! polveroso e la campagna. Dove le stagioni erano scandite dai lavori agricoli. Dove si attendeva a primavera la festa di contrada. «Veniva il curato per il catechismo», racconta Spellini, «e il lunedì di Pasqua si faceva festa. “Canon" Martini suonava la cornetta, il “Cochi" Carlini la fisarmonica e il “Banda" cantava Ugo Tognelli». Era la metà del secolo scorso. L´epoca del «spaseso» per i bimbi, della polenta sulla «panara», dei detti dialettali per prevedere il tempo: «Nuvole rosse, o vento o gosse», «A San Valentin la lodola la fa el gnalin». Era il tempo delle trebbiature, della coltura del baco da seta e delle pannocchie. M.V.A.
  

martedì 31 luglio 2012

Leggende e fiabe, il Garda di Cremonini


Brescia Oggi del 25 luglio 2012 sulle due presentazioni della settimana scorsa




COLOMBARE E SALÒ. Doppio appuntamento 
Leggende e fiabe 
il Garda di Cremonini


Stasera al Primadonna Cafè, in via Todeschino 11, a Colombare di Sirmione, e sabato 28 alla Spiaggia Arcangeli di Salò la scrittrice Simona Cremonini presenterà il saggio «Leggende, curiosità e misteri del Lago di Garda» e l'antologia «Racconti fantastici del Garda», pubblicati entrambi per le edizioni «PresentArtSì».
«Leggende, curiosità e misteri del Lago di Garda» è una originale guida turistica ai luoghi misteriosi intorno al Benaco, con storie di streghe e maghi, toponomastiche curiose, fiabe antiche e leggende metropolitane, mostri di vario tipo, città fantasma sommerse, spiriti e fantasmi, folletti, fate e anguane appartenenti alla tradizione del lago, che vengono ripresi e recuperati dall´autrice portando il lettore intorno alle località che nel tempo li hanno ospitati e visti in azione. Insomma, un mix tra i racconti della nonna e la cronaca immaginaria. 
Sempre sullo sfondo mozzafiato del lago, na! rrativa e leggenda si incontrano nei «Racconti fantastici del Garda», tredici storie che pescano dalla tradizione del genere fantastico, in tutte le sue accezioni, e dall'immenso patrimonio di storie del bacino d'acqua già narrato da Dante Alighieri e Franz Kafka. 
Anche qui gli ambienti sono popolati da anguane, fate, silfidi, creature oscure, gatti neri, insetti impazziti, streghe, fantasmi, vampiri e umani sopravvissuti alla catastrofe nucleare, fatti misteriosi dal colore alieno, per far trasparire o rivelare sfumature inedite e inaspettate del lago e della natura umana.
L'appuntamento a Colombare è alle ore 18, a Salò è alle 20. 

venerdì 27 luglio 2012

Tavine e le ninfe del Garda, a Salò



Un incontro con Simona Cremonini e i suoi libri


Chi era la splendida Tavine, oggi ancora celebrata vicino a Salò con una fonte omonima? Quali altre ninfe popolavano la Valtenesi e il lago di Garda? E gli dèi erano loro indifferenti?
Se ne parla sabato 28 luglio a Salò, in occasione della festa itinerante in Valtenesi organizzata da Iridea33 per celebrare la Festa del Raccolto "Lughnasad", nell'incontro "Tavine e le ninfe nelle leggende del lago". A condurlo sarà la giornalista Simona Cremonini, autrice di "Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda" e "(I) racconti fantastici del Garda". Due libri, uno di saggistica e uno di racconti, editi negli scorsi mesi da PresentARTsì, in cui ha ripercorso le storie su questi e altri temi misteriosi e fantastici riguardanti il lago di Garda.
L'incontro si svolgerà a partire dalle 20,33 presso la Spiaggia Arcangeli, (zona Via Pietro da Salò, cantiere navale Arcangeli tra il ristorante La Vela e La Sirena).
Ingresso gratuito.

questo è il programma completo della manifestazione:


Per info sull'incontro con Simona Cremonini:
info@leggendedelgarda.com
339-5864651
twitter @leggende

venerdì 20 luglio 2012

Prosegue il tour dei misteri del Garda per l'estate 2012


L'autrice Simona Cremonini presenta i due libri su leggende e storie magiche del lago



Prosegue nelle prossime settimane il "tour dei misteri del lago di Garda" dell'autrice Simona Cremonini, che ha recentemente pubblicato con l'editrice PresentARTsì il saggio "Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda" e l'antologia personale di racconti "(I) racconti fantastici del Garda".

Editor e giornalista di professione, appassionata di letteratura fantastica e misteri, con il suo lavoro Simona Cremonini ha raccolto le storie su questi temi riguardanti il lago di Garda e ne ha fatto oggetto di una vera e propria "guida" con cui anche i lettori possono ripercorrere in tappe i misteri del lago, nonché della propria produzione letteraria.

Gli appuntamenti con i libri e l'autrice iniziati dal mese di giugno proseguiranno con questo calendario:

- Mercoledì 25 luglio ore 19,00
Aperitivo/Incontro con l’autrice Simona Cremonini e i libri “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda” e “(I) racconti fantastici del Garda”
al Primadonna Cafè - Via Todeschino 11 - Colombare di Sirmione

- Sabato 28 luglio ore 20,00
Appuntamento a Salò con "Tavine e le ninfe nelle leggende del lago",
incontro con Simona Cremonini presso la Spiaggia Arcangeli
in occasione della festa itinerante in Valtenesi organizzata da Iridea33 per celebrare la Festa del Raccolto - Lughnasad

- Giovedì 2 agosto dalle 17,00 alle 22,00
i libri "Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda" e "(I) racconti fantastici del Garda" con l’autrice Simona Cremonini
sono a Vesio di Tremosine al Mercatino delle Curiosità

- Domenica 5 agosto ore 18,30
Aperitivo con l’autrice Simona Cremonini e i libri “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda” e “(I) racconti fantastici del Garda”
alla Sala delle Colonne a Ponti sul Mincio (Mantova)

- Martedì 7 agosto ore 21,00
Incontro con l’autrice Simona Cremonini e i libri “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda” e “(I) racconti fantastici del Garda”
presso la mostra “Emozioni sul Garda” dell’artista Danilo Rossi (6-15 agosto)
allestita presso la Chiesa di San Giovanni in Piazza Garibaldi a Manerba del Garda
in occasione di “Shopping sotto le stelle” del martedì sera

- Venerdì 10 agosto ore 21,00 (in occasione della notte di San Lorenzo!)
Incontro con l’autrice Simona Cremonini e i libri “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda” e “(I) racconti fantastici del Garda”
alla Barchessa Rambaldi a Bardolino

Tra settembre e novembre sono già previste ulteriori "tappe" del tour dei misteri del Garda a Moniga del Garda, Peschiera del Garda, Sirmione.

Per aggiornamenti si può consultare il sito www.leggendedelgarda.com nonché seguire l'autrice su Twitter @leggende oppure su facebook (https://www.facebook.com/leggendemisteridelgarda).


venerdì 6 luglio 2012

Misteri e leggende del Garda a Desenzano stasera


A Desenzano del Garda venerdì 6 luglio a partire dalle 19,00 presso la libreria T.U.O. Totally Unnecessary Objects di Piazza Malvezzi 13 l’autrice Simona Cremonini insieme a Ernesto Valerio presenta "(I) racconti fantastici del Garda", antologia di racconti di genere fantastico, e “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda”, il suo libro-guida attorno ai misteri del lago, entrambi editi dalla casa editrice PresentARTsì.
Durante la serata prenderà vita un viaggio attorno al lago, tra letture di racconti e leggende, in cui l’invenzione letteraria si incrocia con il patrimonio di credenze e miti dell’area gardesana, oggetto del lavoro dell’autrice.
Per info: www.leggendedelgarda.com oppure tel. 339-5864651.


Aggiornamenti su eventi e libro su:
twitter: @leggende
facebook: https://www.facebook.com/leggendemisteridelgarda


giovedì 14 giugno 2012

Misteri e leggende del Garda in due nuovi libri

Il lago di Garda, le sue leggende e i misteri che girano intorno al bacino d'acqua dolce più esteso d'Italia: sono i temi attorno ai quali si sviluppano i due nuovi libri in uscita per PresentARTsì, la "bottega di prodotti culturali" di Castiglione delle Stiviere, che a giugno 2012 pubblica il saggio/guida "Leggende, curiosità e misteri del Lago di Garda" di Simona Cremonini e l'antologia di narrativa della stessa autrice dal titolo "(I) racconti fantastici del Garda". Due libri, due facce della stessa medaglia, in cui in chiave saggistica in uno e in chiave narrativa nell'altro, il lago di Garda è protagonista nei suoi aspetti più curiosi e misteriosi. "Leggende, curiosità e misteri del Lago di Garda", in una nuova edizione ampliata e rivista dall'autrice rispetto a quella precedentemente disponibile online, presenta al lettore un ideale giro intorno al lago e a tutti gli aspetti insoliti e misteriosi: storie di streghe e maghi, toponomastiche curiose, fiabe antiche e leggende metropolitane, creature misteriose, mostri di vario tipo, città fantasma sommerse, mitologia benacense, spiriti e fantasmi, folletti, fate e anguane, appartenenti alla tradizione del lago, vengono ripresi e recuperati dalla giornalista Simona Cremonini portando il lettore intorno al lago e alle località che nel tempo li hanno ospitati e visti in azione. A partire da Riva e Nago-Torbole e dal Garda Trentino, si scende lungo la costa veronese, da Malcesine a Brenzone, Torri del Benaco, Garda, Bardolino, Lazise, Peschiera del Garda, fino a raggiungere la costa bresciana. Da Sirmione si ricomincia a risalire a Desenzano del Garda, toccando Lonato, Padenghe, Soiano, la Valtenesi, Moniga, Manerba, San Felice del Benaco, Salò, Gardone Riviera, Toscolano-Maderno, Gargnano, Campione, Tremosine, Limone, fino a ricongiungersi con Riva del Garda in un vero e proprio tour intorno a tutto il Benaco. Una guida turistica sui luoghi misteriosi, ma anche l’opportunità di ripercorrere, anche per il turista e il lettore, libro alla mano, molte delle località e delle testimonianze riportate nel volume. Sempre sullo sfondo mozzafiato del lago, narrativa e leggenda si incontrano nella nuova antologia di racconti "(I) racconti fantastici del Garda": il “Fantastico Garda” prende vita in tredici storie scritte da Simona Cremonini che letteralmente pescano dalla tradizione del genere fantastico, in tutte le sue accezioni, e dall’immenso patrimonio di misteri e antiche storie del bacino d’acqua già narrato da Dante Alighieri e Franz Kafka. Anguane, fate, silfidi, creature oscure, gatti neri, insetti impazziti, streghe, fantasmi, vampiri e umani sopravvissuti alla catastrofe nucleare, fatti misteriosi dal colore alieno: leggende locali del Garda in chiave narrativa, e racconti con elementi sovrannaturali e ambientazione gardesana, spiega la quarta di copertina, “si alternano, e si sfiorano, per rivelare quelle sfumature inedite e inaspettate del lago e della natura umana che solo leggenda e narrativa, incontrandosi, possono offrire al lettore”. I libri, disponibili da giugno, sono distribuiti presso la libreria Mr Libro di Castiglione delle Stiviere e nelle altre librerie e punti vendita indicati sul sito www.leggendedelgarda.com, nonché sulla pagina facebook di PresentARTsì. Editor, giornalista, autrice di narrativa e di articoli su folklore e leggende, collaboratrice del portale LaTelaNera.com, Simona Cremonini ha presentato racconti su e-book e pubblicazioni cartacee, tra cui tra i più recenti "Estate 2010" (ed. PresentARTsì), "Visioni fatate" (Delmiglio Editore 2011) e "Il gioiello di Crono" (Delmiglio Editore 2012). Piazzata in diversi concorsi letterari di genere, ha vinto l’edizione 2005 del Premio Akery, sezione horror. Per acquistare i libri e per informazioni: tel. 0376 636839 – associazionepresentartsì@gmail.com.