sabato 8 febbraio 2014

lunedì 3 febbraio 2014

Via Satiro a Verona, forse il nome da un affresco


L'Arena
domenica 19 gennaio 2014


TOPONOMASTICA. Trovato un dipinto che rappresenta due figure mitologiche su un palazzo della vicina via Filippini 

Via Satiro, forse il nome da un affresco

Lucia Cametti, presidente di Hic et nunc: «Piccolo tesoro che il pubblico dovrebbe poter vedere»

Scoperto un misterioso affresco che potrebbe dare il nome a via Satiro. Si trova in un edificio seicentesco su fondamenta più antiche di via Filippini e sino ad ora non era stata avanzata alcuna ipotesi, ma per Lucia Cametti, presidente del movimento culturale Hic et nunc, «potrebbe essere all'origine della toponomastica di via Satiro».
L'affresco che rappresenta due satiri è tornato alla luce dopo gli ultimi lavori di ristrutturazione all'interno del civico 1 e per la presidente di Hic et nunc si tratta di «una piccola opera d'arte che diventa senza alcun dubbio significativa se inserita in un contesto di vita quotidiana». La scoperta dell'affresco a ridosso del soffitto in un locale innanzi all'incrocio con via Satiro risale a qualche anno fa, ma sinora non si era avanzata l'ipotesi potesse essere all'origine del nome della strada che da lì conduce in stradone San Fermo. 
Il satiro è una figura maschile della mitologia greca, compagno degli dei Pan e Dionisio. Si tratta di una divinità minore che personifica la fertilità della forza vitale della natura e ad esso si lega il culto dionisiaco. È raffigurato come un uomo con barba, coda e zampe di capra anche se con il tempo sono comparse immagini senza attributi animali. Spesso i satiri suonano il flauto, danzano con le ninfee e bevono calici di vino. Su queste leggendarie figure capeggia Sileno, anch'egli una divinità minore legata alla fertilità. A ricordare il passato dell'edificio e il ritrovamento del misterioso affresco è l'attuale proprietaria Emanuela Marcolungo: «Il palazzo ha una storia secolare e sino al 1876 era di proprietà demaniale ed utilizzato come “casa popolare”. Alcune stanze richiamano a precedenti edifici come la cantina che presenta una volta a botte e fanno pensare a preesistenze medievali. È l'epoca della proprietà dell'edificio dei Padri Filippini, mentre più tardi sarà sede di un ricovero di malati di peste come lo rammentava una Madonna con San Rocco ora scomparsa». 
«La vicina “dogana per l'olio”», prosegue Marcolungo, «risale al 1745 su progetto neoclassico di Alessandro Pompei e fu edificata su parte dell'edificio. In questa casa nel 1878 nacque padre Filippo Berdellini, proclamato venerabile il 12 aprile 2003 da papa Giovanni Paolo II». «La scoperta dell'affresco con i due satiri», riprende Cametti, «dimostra l'esistenza di testimonianze nascoste della storia cittadina. Spesso si tratta di reperti tenuti “volutamente” non visibili per timore, invece si tratta di piccoli tesori che dovrebbero essere a disposizione del pubblico con un calendario di visite mensili». «Opere di questo genere dovrebbero essere illustrate in una pubblicazione, perché concorrono a scrivere la storia di Verona», conclude la presidente di Hic et nunc.