La Voce di Mantova, 17 maggio 2014
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sabato 17 maggio 2014
venerdì 19 luglio 2013
Le colline del basso lago di Garda si tingono di mistero
COMUNICATO STAMPA - Tornano i viaggi nel mistero locale della giornalista Simona
Cremonini, che dopo la guida per viaggiare tra le leggende del lago di Garda
propone per l’estate 2013 il nuovo “Misteri Morenici”: un viaggio nella
fantasia popolare, fra i culti, i simboli, le storie fantastiche e le leggende
che ancora oggi sedimentano lungo le colline moreniche del basso lago di Garda.
“Misteri Morenici” segna un percorso affascinante e inedito
tra le province di Mantova, Brescia e Verona, narrando gli enigmi di quello
che, come ricordato nel libro e in fascetta, il Solitro ha definito “il più
vasto, perfetto ed ammirevole anfiteatro morenico, che vanti l'Italia”.
Medole, Cavriana, Solferino, Castiglione delle Stiviere,
Montichiari, Lonato del Garda, Valtenesi, Desenzano del Garda, Lugana, San
Martino della Battaglia, Pozzolengo, Peschiera del Garda, Ponti sul Mincio,
Monzambano, Volta Mantovana, Guidizzolo, Valeggio sul Mincio, Castelnuovo del
Garda, Sona, Custoza, Lazise: sono le
tappe di questo tragitto mistico, a tratti esoterico, di cui si può andare alla
scoperta con la nuova “guida del mistero”. La copertina è dedicata al Monte
Corno di Desenzano del Garda, santuario naturale teatro di antichi culti di eco
celtica.
Misteri Morenici, come spiega la quarta di copertina, è “Una
passeggiata tra le colline moreniche del basso lago di Garda lungo le storie di
spettri e fantasmi, mostri e animali simbolici, antichi culti mai sopiti tra
religione celtica e cristiana, mitologia, streghe, creature fantastiche, fate,
leggendarie città sommerse, tavolette enigmatiche, presenze infernali e
trabocchi sulfurei”.
Il libro è edito da PresentARTsì, "bottega di prodotti culturali" di
Castiglione delle Stiviere, che della stessa autrice ha pubblicato lo scorso
anno i due fortunati libri precedenti “(I) racconti fantastici del Garda” e il
saggio “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda”, uscito in queste
settimane nella versione inglese, nonché nel 2013 Il breve saggio “La paura
danza in collina”, che attraverso un viaggio nel rapporto tra letteratura
horror e collina completa idealmente Misteri Morenici.
I libri sono distribuiti presso
la libreria Mr Libro di Castiglione delle Stiviere e nelle altre librerie e
punti vendita indicati sul sito www.leggendedelgarda.com,
nonché sulla pagina facebook di PresentARTsì.
Editor, giornalista, autrice
di narrativa e di articoli su folklore e leggende, Simona Cremonini ha
presentato racconti su e-book e pubblicazioni cartacee, tra cui tra i più
recenti "Il gioiello di Crono" e “Storie di gente a pezzi” (Delmiglio
Editore 2012), “La bottega dell’erborista” (Delmiglio Editore 2013). Piazzata
in diversi concorsi letterari di genere, ha vinto l’edizione 2005 del Premio
Akery, sezione horror.
Per acquistare i libri e per informazioni: tel. 0376
636839 – associazionepresentartsì@gmail.com.
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domenica 14 aprile 2013
Misteri e leggende delle colline moreniche del Garda
Un nuovo libro di Simona Cremonini su misteri e leggende delle colline moreniche del Garda...
Area Blu, 13 aprile 2013
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martedì 19 marzo 2013
Ufo sul Garda tra le armi di Hitler?
L'Arena
martedì 19 marzo 2013
INEDITO. Domani sera l'intervista di Marco Berry allo storico veronese
Pellicola del '38 sugli Ufo va in onda su «Mistero»
L'ha scoperta il regista Quattrina girando un documentario sulle fabbriche d'armi nel Garda
Cerca materiale per fare un documentario storico e trova una bobina con su scritto Ufo. È successo al regista Mauro Vittorio Quattrina, esperto in ricerche sulle guerre mondiali, contattato dalla redazione di «Mistero» che ha fatto le riprese. La trasmissione, con l'intervista del conduttore Marco Berry a Quattrina, andrà in onda domani su Italia 1 in prima serata.
«La redazione di Mistero mi ha contattato per il mio documentario Tunnel Factories dove racconto in video per la prima volta le fabbriche di armi tedesche nelle gallerie del lago di Garda, sponda occidentale, ma ancora di più della Galleria Caproni di Torbole, sulla sponda orientale, dove venivano costruiti pezzi dei devastanti razzi V2 e degli aerei a reazione me262 e me163», racconta il regista veronese. «È una storia nota solo a pochi storici che, grazie al documentario, ha preso una certa notorietà. Non solo, ma il ritrovamento di un filmato particolare, che ho scoperto nell'archivio del museo dell'areonautica Caproni di Trento, con la scritta Ufo 1938, lascia un bel mistero: la sua visione in anteprima sarà unica». Tutte le notizie riguardanti le armi segrete di Hitler costruite sul lago di Garda si possono trovare sul sito: http://mauroquattrina.jimdo.com/doc-tunnel-factories-le-armi-segrete-di-hitler-sul-lago-di-garda-e-in-italia/ .
Si tratta di una bobina in pellicola a 16 millimetri, contenuta in una scatola gialla con su scritto a pennino «Ufo pista Breda» e la data 1938. «Si è cominciato a parlare di Ufo negli anni '40», continua Quattrina, «basti pensare al carteggio raccolto da Mussolini o ai velivoli sperimentali costruiti dai tedeschi in quegli anni, che studiavano oggetti volanti caduti». Sviluppando la pellicola, che secondo il regista è «un originale inedito» si vede «una tipica ripresa dell'epoca, non di ottima qualità, che riporta le condizioni meteo, l'aereo che ha filmato e per 10 secondi, ripreso dall'alto, un disco bianco vicino ad un hangar». Cos'era? Un mezzo sperimentale? Un oggetto volante caduto? Era un'arma segreta di Hitler? Domande senza risposta, appunto un mistero. Mistero senza risposta anche per gli esperti del settore, venuti dal Centro italiano di Ufologia che hanno studiato la pellicola. «Chi ha scritto sulla scatola gialla il termine Ufo», conclude il regista Quattrina, «era in ogni caso una persona che teneva in ordine gli archivi militari. Guardando attentamente la pellicola, c'è una ripresa dentro l'aereo in volo, una carrellata veloce che subito si allontana. Poteva essere un'arma segreta, che non doveva essere ripresa? Forse».G.G.
giovedì 17 gennaio 2013
Addio ad Arnaldo Begali, studioso di ufo
L'Arena
martedì 15 gennaio 2013
LUTTO. Fondò l'Osservatorio di ricerca sismica, collaborò per anni con il meteorologo Bellavite
L'addio ad Arnaldo Begali,
studioso di terremoti. E di ufo
Malesani: «Ha lasciato alla città un patrimonio immenso di dati»
La sua capannina con tutti gli attrezzi, gli strumenti di misurazione, i «ferri» del mestiere per sondare il cielo e la terra, lo spazio cosmico e l'atmosfera, sono ancora nella sua casa in Valpolicella, esattamente dove lui li ha lasciati.
Arnaldo Begali si è spento sabato, dopo una dura lotta contro una grave malattia degenerativa, a 92 anni. Ma il patrimonio di dati raccolti e monitorati per anni dalla stazione radar sulle Torricelle, di conscenza e di curiosità coltivate con passione, rimane indelebile per la città.
Fondatore dell'Osservatorio di Ricerca Sismica a Verona, Begali ha collaborato per anni con L'Arena per le previsioni del tempo, lavorando a fianco con un'altra personalità famosa nel settore: il metereologo Emilio Bellavite, anch'esso recentemente scomparso.
Appassionato di Ufo, con cui cercò di mettersi in contatto per ben due celebri tentativi utilizzando i codici interplanetari, è stato un grande studioso di tutti quei fenomeni endogeni che si manifestano sul pianeta terra. Sul sito dell'Osservatorio sismico veronese, gestito da Giangaetano Malesani, è on line un'intera pagina dedicata a Begali, con foto e alcune delle ricerche portate avanti nel veronese negli ultimi quarant'anni.
«Insieme a Arnaldo, ho conosciuto tutti i meccanismi premonitori del terremoto, i segreti dei microsismi crostali, l'evoluzione meteo dell'area veronese la tecnica per costruirsi un sismografo. Di lui ricordo l'interessante personalità e l'amore per il prossimo», racconta Malesani, che aggiunge, «Verona e i veronesi devono molto a questo concittadino. Ricordo che, oltre 30 anni fa siamo rimasti svegli un'intera notte per monitorare alcuni mocrosismi e capire come agissero».
«Ci siamo conosciuti nel '77 e dagli anni '80 in poi abbiamo collaborato molto insieme. Alla città Arnaldo ha lasciato un patrimonio immenso di dati cartacei che sto salvando in un archivio informativo», spiega Malesani. Come funzionario del Ministero dell'Agricoltura, dalla stazione delle Torricelle a San Mattia, osservava e teneva monitorato il fenomeno della grandine. «In pratica, redigeva dati meteo in alfabeto morse», specifica Malesani. «La sua lunga ricerca è stata anche sui fenomeni ufologici e sismici».
«A volte, negli anni, gli abbiamo un po' rimproverato questa sua completa dedizione alla ricerca: passava più tempo sulle Torricelle che a casa. Poi ne abbiamo capito l'importanza. Ha costruito il primo sismografo; questa passione faceva parte della sua vita, come la sua famiglia», ricorda con affetto e commozione Nadia, la terza delle quattro figlie.
L'ultimo saluto a Begali verrà celebrato oggi pomeriggio, alle 15, nella parrocchia di San Pietro in Cariano.
Fra qualche settimana, a febbraio, avrebbe compiuto 93 anni. Da giovane partì soldato e fu mandato a Cefalonia; meta nefasta da cui molti non tornarono. A salvarlo, durante la guerra, fu proprio la sua passione per le radio e la conoscenza dei sistemi di comunicazione utilizzati al tempo. Fu, infatti, sottoufficiale alle trasmissioni.
Al suo fianco fino all'ultimo gli è rimasta la moglie Bertilla e le figlie, Ornella, Rosanna, Nadia ed Elena. Una famiglia numerosa a cui da qualche anno si erano aggiunte le due nipotine Alice e Sara. I.N.
lunedì 17 dicembre 2012
Luci e alieni nella bassa bresciana
Bresciaoggi
venerdì 14 dicembre 2012
GLI AVVISTAMENTI. Luci e bagliori sopra Pompiano e Orzivecchi
Strane «presenze» in cielo
Nella Bassa è psicosi alieni
Comete rosse. Strani bagliori. Parallelepipedi giganti che scompaiono nel nulla. Da qualche giorno nella Bassa, tra Pompiano, Orzivecchi e Borgo San Giacomo, si stanno moltiplicando le segnalazioni di oggetti volanti non identificati. C'è chi parla anche di tuoni e boati. Ma l'astronomo invita alla calma e prova a spiegare il mistero: «È tutta colpa dello sciame meteorico».
ORZIVECCHI. Luci intermittenti, comete rosse e un parallelepipedo gigante sospeso in mezzo al cielo: sono decine le segnalazioni di fenomeni «X-files» negli ultimi giorni
Strane presenze e bagliori: è psicosi alieni
L'avvistamento più sconvolgente sopra la rotonda della Girandola «Un tuono, poi è sparito nel buio senza lasciare nessuna traccia»
Incontri ravvicinati del terzo tipo avanti tutta. Saranno le prospettive apocalittiche del calendario Maya, oppure l'effetto contagioso propagato dai fenomeni «x-files», fatto sta che la ventata di manifestazioni (pseudo)paranormali che in questi giorni sta invadendo la provincia non accenna a placarsi. Anzi. Dopo le recenti scorribande gardesane di mostri, fantasmi e acchiappa fantasmi, a tornare nel mirino del mistero è ancora l'area della Bassa, già teatro soli pochi mesi fa di un controverso episodio modello «sonic-bang» e bagliori nel buio. Ma stavolta c'è chi giura di aver visto in cielo qualcosa sconvolgente.
«Era circa l'una e mezza di notte, stavo rientrando da Brescia e mi trovavo esattamente a metà strada tra Pompiano e Orzivecchi, in prossimità della rotonda della Girandola - è la testimonianza di un ragazzo orceano sulla trentina, tra i primi qualche sera fa a sollevare il tam tam dell'avvistamento -. Tutto ad un tratto ho avvertito un frastuono micidiale provenire dall'alto, così forte che nemmeno riuscivo più a sentire la radio della macchina: nemmeno il tempo di rallentare, che attraverso il parabrezza ho visto questa sorta di grosso parallelepipedo, simile a un camion senza ruote e con fari giganti. Ho pensato subito a un elicottero, ma era molto basso e stava letteralmente immobile a mezz'aria, producendo una luce fortissima nel cielo. Cinque, forse dieci secondi al massimo... poi è sparito nel buio senza lasciar traccia: non dico fosse un Ufo, ma di certo non avevo mai visto una cosa del genere».
AL DI LÀ DEL FACILE sensazionalismo extraterrestre, a dar man forte alla credibilità impressa nel bizzarro racconto sono soprattutto un paio di fattori corollari. Il primo è di natura puramente «scientifica»: secondo la capillare mappatura dei cieli fornita dal sito flightradar24.com, infatti, di aerei sopra a Orzivecchi (quel giorno, a quell'ora) manco l'ombra.
L'altro, invece, come al solito attinge a piene mani dal bacino delle voci popolari, che a più riprese hanno visto moltiplicarsi l'eco del fenomeno paranormale. «Un rumore tremendo, ho guardato fuori dalla finestra e ho visto questo strano, enorme oggetto volante. Non prendetemi per matta», posta su Facebook una ragazza di Orzivecchi. «Macché, l'ho visto anch'io a Borgo San Giacomo», risponde Michela Chiari via social. E ancora dal calderone virtuale: «Mi sono svegliato di soprassalto, pensavo fosse solo un aereo»; «stanotte ero di servizio, ciò che più mi ha lasciato perplesso è stato il fascio rosso lasciato nel cielo da quella cosa»; «rumore fortissimo, secondo voi cos'è successo?» chiede invece al popolo cybernauta Emanuela Labati. Qualcuno risponde lapidario e sarcastico «E.T. telefono casa!», altri glissano, altri ancora con la mente volano al «boato» bassaiolo di qualche mese fa. Così, nella bolla del mistero, l'unica certezza rimane quella di sempre: veri o inventati, gli alieni devono essere gente molto schiva per natura. Un capitolo a parte, invece, lo merita un'altra tipologia di strani avvistamenti che in questi giorni nella Bassa si stanno moltiplicando a go-go: a decine infatti dicono di aver notato bagliori notturni, descritti come un mix tra una cometa e una stella cadente. Ordinaria amministrazione celeste? Forse in questo caso una spiegazione razionale potrebbe anche esserci. Ma il condizionale rimane d'obbligo.
sabato 27 ottobre 2012
Racconti fantastici del Garda, presentazione a Peschiera
L'Arena
sabato 27 ottobre 2012
PESCHIERA
RACCONTI FANTASTICI DEL GARDA PRESENTAZIONE LIBRI
Oggi dalle 18.30, alla Libreria Voglia di Leggere, l´autrice Simona Cremonini presenta l´antologia di «Racconti fantastici del Garda» e «Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda» libro-guida attorno ai misteri del lago, editi dalla PresentARTsì. Info: www.leggendedelgarda.com oppure al 339-5864651. G.B.
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giovedì 18 ottobre 2012
martedì 9 ottobre 2012
Libri maledetti a Mantova al Festivaletteratura
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sabato 4 agosto 2012
Allarme ufo a Travagliato, ma è una radiosonda
IL CASO
Allarme ufo a Travagliato, ma è una radiosonda
Atterra davanti alla Tau Metalli, struttura avveniristica. Intervengono i carabinieri
La Tau Metalli di Travagliato
Chissà, forse è stata colpa di quell'azienda che sembra la nave madre di Guerre Stellari ad attirarlo. E i dipendenti che lavorano dietro le vetrate futuristiche della Tau Metalli di Travagliato, forse sono più fiduciosi nella vita extraterrestre. Fatto sta che venerdì pomeriggio all'uscita dal turno pomeridiano, nonostante la stanchezza che fa abbassare sguardo e schiena, hanno alzato gli occhi al cielo.
E lì, la visione. Un Ufo, un oggetto volante non identificato. Rosso per di più. Verrà quindi da Marte? Possibile che «Ulisse», «Scipione» e il «Drago» abbiano arroventato così tanto il nostro pianeta da confondere pure il ben noto senso dell'orientamento degli omini verdi (o rossi)? Fatto sta che qualcuno ha ben pensato di chiamare il 113. Non si sa mai. Ma una volta caduto a terra, l'oggetto volante si è rilevato una radiosonda del centro meteorologico di Linate. Un palloncino, un paracadute e una scatoletta per la rilevazione dati. Che delusione.
Pietro Gorlani
4 agosto 2012 | 20:14
http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/12_agosto_4/ufo-avvistato-travagliato-denuncia-carabinieri-2111314205379.shtml
mercoledì 1 agosto 2012
venerdì 20 luglio 2012
Prosegue il tour dei misteri del Garda per l'estate 2012
L'autrice Simona Cremonini presenta i due libri su
leggende e storie magiche del lago
Prosegue nelle prossime settimane il "tour dei misteri
del lago di Garda" dell'autrice Simona Cremonini, che ha recentemente
pubblicato con l'editrice PresentARTsì il saggio "Leggende, curiosità e
misteri del lago di Garda" e l'antologia personale di racconti "(I)
racconti fantastici del Garda".
Editor e giornalista di professione, appassionata di
letteratura fantastica e misteri, con il suo lavoro Simona Cremonini ha
raccolto le storie su questi temi riguardanti il lago di Garda e ne ha fatto
oggetto di una vera e propria "guida" con cui anche i lettori possono
ripercorrere in tappe i misteri del lago, nonché della propria produzione
letteraria.
Gli appuntamenti con i libri e l'autrice iniziati dal mese
di giugno proseguiranno con questo calendario:
- Mercoledì 25 luglio ore 19,00
Aperitivo/Incontro con l’autrice Simona Cremonini e i libri
“Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda” e “(I) racconti fantastici
del Garda”
al Primadonna Cafè - Via Todeschino 11 - Colombare di
Sirmione
- Sabato 28 luglio ore 20,00
Appuntamento a Salò
con "Tavine e le ninfe nelle leggende del lago",
incontro con Simona Cremonini presso la Spiaggia Arcangeli
in occasione della festa itinerante in Valtenesi organizzata
da Iridea33 per celebrare la Festa del Raccolto - Lughnasad
- Giovedì 2 agosto dalle 17,00 alle 22,00
i libri "Leggende, curiosità e misteri del lago di
Garda" e "(I) racconti fantastici del Garda" con l’autrice
Simona Cremonini
sono a Vesio di Tremosine al Mercatino delle Curiosità
- Domenica 5 agosto ore 18,30
Aperitivo con l’autrice Simona Cremonini e i libri
“Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda” e “(I) racconti fantastici
del Garda”
alla Sala delle Colonne a Ponti sul Mincio (Mantova)
- Martedì 7 agosto ore 21,00
Incontro con l’autrice Simona Cremonini e i libri “Leggende,
curiosità e misteri del lago di Garda” e “(I) racconti fantastici del Garda”
presso la mostra “Emozioni sul Garda” dell’artista Danilo
Rossi (6-15 agosto)
allestita presso la Chiesa di San Giovanni in Piazza
Garibaldi a Manerba del Garda
in occasione di “Shopping sotto le stelle” del martedì sera
- Venerdì 10 agosto ore 21,00 (in occasione della notte di
San Lorenzo!)
Incontro con l’autrice Simona Cremonini e i libri “Leggende,
curiosità e misteri del lago di Garda” e “(I) racconti fantastici del Garda”
alla Barchessa Rambaldi a Bardolino
Tra settembre e novembre sono già previste ulteriori
"tappe" del tour dei misteri del Garda a Moniga del Garda, Peschiera
del Garda, Sirmione.
Per aggiornamenti si può consultare il sito
www.leggendedelgarda.com nonché seguire l'autrice su Twitter @leggende oppure
su facebook (https://www.facebook.com/leggendemisteridelgarda).
martedì 26 giugno 2012
La paglia che piove dal cielo
L'Arena
venerdì 22 giugno 2012
SONA. Un quarto d´ora di stupore nella frazione per un fenomeno che molti non hanno mai visto. I contadini di una volta invece sanno cos´è
A Lugagnano piove paglia dal cielo
Bambini e genitori affascinati dallo strano evento Ma gli anziani del paese rassicurano: «Accade quando si creano forti vortici d´aria nei campi»
Non è stata la manna dal cielo descritta dalla Bibbia. E neanche il decollo di un´astronave aliena. Lo strano fenomeno della paglia che è piovuta dal cielo ieri pomeriggio a Lugagnano ha una sua ragione e i più anziani lo sanno. È accaduto verso le 15, quando gli abitanti di via Canova sono stati sorpresi da una singolare pioggia. In molti sono usciti dalle loro case, e per qualche minuto sono rimasti con il naso all´insù a fissare il cielo azzurro, incredibilmente pieno di fieno. I più stupiti sono stati senza dubbio i bambini, che non si sono certo lasciati sfuggire questa inusuale occasione di divertimento: «I miei figli», racconta la signora Maria Stanus, «non potevano credere ai loro occhi. Correvano divertiti nella corte, cercando di acchiappare al volo quanta più paglia possibile. Ne hanno raccolta un po´ in un cestino, e hanno deciso che la terranno per quest´inverno, quando dovranno dare da m! angiare alle renne di Babbo Natale. Io ero fuori che stendevo i panni, e sono rimasta davvero sbalordita quando ho visto quello che stava scendendo dal cielo. In dieci anni che abito qui non avevo mai visto niente di simile». Anche Carlo Mazzi è rimasto molto colpito dal fenomeno: «Era come se nevicasse d´estate», racconta, «guardavo in alto, e mi chiedevo cosa stesse cadendo. Quando ho visto che si trattava di paglia, ho subito pensato che sulla via fosse passato un trattore, ma poi mi sono accorto che il fieno era caduto anche in altre strade». Infatti, il fenomeno si è esteso a tutta la zona prospiciente a via Canova: nel tardo pomeriggio, si notava chiaramente la presenza di paglia anche nelle varie traverse, e pure sul ciglio di via Cao del Prà. «Ho fatto quattro passi nei dintorni», ha detto un signore che abita in via Roma, «e ho visto fieno ovunque». I meno sorpresi sono stati i più anziani, che hanno subito capito il motivo di questa stranezza: «In estate», hanno spiegato in molti, «succede spesso che vi siano delle piccole trombe d´aria nei campi. Per effetto di queste correnti, la paglia viene sollevata nel cielo, si diffonde nell´aria con le correnti calde e poi, ovviamente, cade al suolo». Anche i fenomeni perfettamente spiegabili, però, possono indubbiamente suscitare molto stupore.
SONA. Un quarto d´ora di stupore nella frazione per un fenomeno che molti non hanno mai visto. I contadini di una volta invece sanno cos´è
A Lugagnano piove paglia dal cielo
Bambini e genitori affascinati dallo strano evento Ma gli anziani del paese rassicurano: «Accade quando si creano forti vortici d´aria nei campi»
Non è stata la manna dal cielo descritta dalla Bibbia. E neanche il decollo di un´astronave aliena. Lo strano fenomeno della paglia che è piovuta dal cielo ieri pomeriggio a Lugagnano ha una sua ragione e i più anziani lo sanno. È accaduto verso le 15, quando gli abitanti di via Canova sono stati sorpresi da una singolare pioggia. In molti sono usciti dalle loro case, e per qualche minuto sono rimasti con il naso all´insù a fissare il cielo azzurro, incredibilmente pieno di fieno. I più stupiti sono stati senza dubbio i bambini, che non si sono certo lasciati sfuggire questa inusuale occasione di divertimento: «I miei figli», racconta la signora Maria Stanus, «non potevano credere ai loro occhi. Correvano divertiti nella corte, cercando di acchiappare al volo quanta più paglia possibile. Ne hanno raccolta un po´ in un cestino, e hanno deciso che la terranno per quest´inverno, quando dovranno dare da m! angiare alle renne di Babbo Natale. Io ero fuori che stendevo i panni, e sono rimasta davvero sbalordita quando ho visto quello che stava scendendo dal cielo. In dieci anni che abito qui non avevo mai visto niente di simile». Anche Carlo Mazzi è rimasto molto colpito dal fenomeno: «Era come se nevicasse d´estate», racconta, «guardavo in alto, e mi chiedevo cosa stesse cadendo. Quando ho visto che si trattava di paglia, ho subito pensato che sulla via fosse passato un trattore, ma poi mi sono accorto che il fieno era caduto anche in altre strade». Infatti, il fenomeno si è esteso a tutta la zona prospiciente a via Canova: nel tardo pomeriggio, si notava chiaramente la presenza di paglia anche nelle varie traverse, e pure sul ciglio di via Cao del Prà. «Ho fatto quattro passi nei dintorni», ha detto un signore che abita in via Roma, «e ho visto fieno ovunque». I meno sorpresi sono stati i più anziani, che hanno subito capito il motivo di questa stranezza: «In estate», hanno spiegato in molti, «succede spesso che vi siano delle piccole trombe d´aria nei campi. Per effetto di queste correnti, la paglia viene sollevata nel cielo, si diffonde nell´aria con le correnti calde e poi, ovviamente, cade al suolo». Anche i fenomeni perfettamente spiegabili, però, possono indubbiamente suscitare molto stupore.
lunedì 28 maggio 2012
Un ufo sul monte Baldo
L'Arena
martedì 22 maggio 2012
IL CASO. Il presidente Carannante spiega perché si può escludere che si tratti di un gioco di luci o di riflessi naturali
Ufo nel cielo del monte Baldo?
L´esperto: «Quasi di sicuro lo è»
L´oggetto misterioso avvistato e fotografato da un escursionista nel territorio di Ferrara che ha sottoposto le immagini ai ricercatori del Centro ufologico mediterraneo
Pareva proprio un Ufo: luminosissimo, immoto sotto plumbee nubi accumulatesi sul Baldo. A segnalare che un possibile oggetto non identificato - Unidentified Flying Object – sarebbe passato sopra il Paterno Monte, a Ferrara di Monte Baldo, è il dottor Angelo Carannante, presidente del Cufom, il Centro ufologico mediterraneo «che si trova a Benevento ma che ha vari collaboratori sparsi per tutta Italia», precisa lui stesso. E racconta dell´avvistamento in terra veronese: «Era il 25 marzo, quando un escursionista trentenne che si trovava in gita sul Baldo ha scorto un oggetto molto allungato e assai luminoso che sostava immobile sotto le nuvole che si stavano addensando sulle creste. Annunciavano un temporale», ricorda Carannante, «ma seguì poi anche una nevicata», precisa. «Questo gitante fu molto colpito da questo suggestivo avvistamento e scattò una foto. Cercò quindi di regolare la camera per farne altre ma, mentre era in! tento all´operazione, l´oggetto sparì. L´avvistamento», precisa, «durò in totale solo tre minuti. Il signore contattò quindi il Cufom, ci spedì l´unica inquadratura riuscita e i nostri esperti in analisi delle immagini l´ hanno elaborata, cercando di capire la natura dell´oggetto. Dopo una serie d´indagini, svolte anche sotto la mia direzione e parlando anche con l´escursionista, abbiamo tratto alcune conclusioni». Che sono queste: «Quella figura immortala probabilmente è un Ufo tuttavia il Cufom non esclude l´ipotesi che abbia fissato un possibile forte riflesso che, in quel momento, date anche le condizioni meteo, avrebbe assunto una forma particolare». Si propende, per lo più, per l´Ufo: «La grandezza del potenziale oggetto non identificato, infatti», prosegue Carannante, «è di diverse decine di metri e la forma osservata è di tipo sigariforme, ossia presente nella casistica ufologica. Inoltre, la sagoma mostra degli spigoli che supporterebbero ancora più ! l´ipotesi di un oggetto di natura non convenzionale, ma reale, che ci allontanerebbe da quella di un riflesso luminoso. La foto», precisa l´esperto, «essendo stata scattata alle 13, ci fa escludere che quel chiarore allungato fosse il sole. Infatti il sole, a quell´ora in primavera, è molto più alto. Inoltre il cielo era ingombro di fitte nubi mentre quell´ oggetto era di un colore bianco intensissimo. Le analisi, svolte sotto la mia direzione», sottolinea Carannante, «vanno ad avvalorare la tesi di un oggetto insolito. Il testimone non ha mai avuto tentennamenti né si è contraddetto per cui ci pare affidabile». Poi chiude: «Il Cufom registra decine di simili fenomeni Trattiamo molte segnalazioni ma non so dire quante ne siano state registrate da Verona».
Sul sito ufficiale www.centroufologicobenevento.com è visibile una descrizione più dettagliata dell´avvistamento con un esplicativo video trailer postato sul canale youtube ! denominato «Cufomchannel», dove l´oggetto volante non identificato è reso più visibile mediante ingrandimenti e filtri vari.
lunedì 14 maggio 2012
Uno strano oggetto sui cieli di Bagolino, Brescia
Bresciaoggi
domenica 13 maggio 2012 – PROVINCIA
IL CASO. La segnalazione ai carabinieri
Gli Ufo a Bagolino:
«Ho visto nel cielo
un triangolo scuro»
Un pensionato ha visto l´oggetto planare in quota su località Fontana
Dopo l´orso, incontrato da una giovane donna nella valle della Berga, a Bagolino potrebbe essere la volta degli Ufo.
L´avvistamento è avvenuto mercoledì scorso verso mezzogiorno. Il signor Giorgio Carè, pensionato, residente a Bedizzole, ma originario di Bagolino, ha riferito ai carabinieri di aver visto uno strano oggetto, scuro, grigio o forse nero, di forma triangolare, planare nei boschi sopra località Fontana a Bagolino, fino ad essere inghiottito dalla vegetazione.
L´oggetto, non identificato, non sarebbe precipitato, ma avrebbe effettuato una sorta di atterraggio, producendo un sibilo inquietante e non riconducibile a niente di umano.
L´avvistamento ha lasciato perplesso il signor Giorgio, che ha deciso di segnalarlo alla stazione dei carabinieri. I militari sono saliti in località Fontana, a circa 2000 metri, una valletta sovrastante la casa di riposo, e hanno effettuato una lunga perlustrazion! e. Ma dell'oggetto non identificato nessuna traccia. I militari temevano potesse essere un deltaplano in difficoltà. Ma il mistero resta. Che fosse davvero un Ufo? M.ROV.
domenica 13 maggio 2012
Un ufo sulle campagne di Brescia
Bagolino: pensionato
avvista un Ufo
12/05/2012
Un Ufo, dalla forma triangolare, sul grigio scuro è stato avvistato da un pensionato bagosso che abita a Bedizzole e che si trovava nel suo paese d'origine. Ha segnalato il fatto ai carabinieri di Bagolino affermando che attorno a mezzogiorno, mentre si trovava in un podere, ha notato lo strano oggetto muoversi a forte velocità a circa 2 metri d'altezza. Dopo una virata di 45 gardi è sparito verso una vallata del Trentino. L'avvistamento è durato pochi secondi.
http://www.bresciaoggi.it/stories/Home/361551_bagolino_pensionatoavvista_un_ufo/
lunedì 7 maggio 2012
Cerchi nel grano a Roverbella
(ndr: ieri sera, passando per Roverbella verso le 23,00 dalla direzione di Valeggio sul Mincio, si poteva notare una luce intermittente rossa e gialla provenire da un velivolo che, lentamente, attraversava il cielo, per poi divenire gialla e fissa e poi scomparire: ufo, scherzi, coincidenze? Fatto sta che sulla Gazzetta di Mantova stamattina c'era questo - sc)
Gazzetta di Mantova, 7 maggio 2012
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lunedì 5 marzo 2012
Una pietra misteriosa dal cielo a Roveré Veronese
L'Arena Clic
domenica 04 marzo 2012 – PROVINCIA – Pagina 29
ROVERÈ. A colpire nel ritrovamento è stato il colore grigio-blu: «Qui ci sono solo sassi bianchi»
Vede una scia di fuoco
e il mattino dopo trova
una pietra misteriosa
Racconta Accordini : «L´ho vista atterrare su un prato scosceso e lì l´ho rinvenuta, in una buca. Ora saranno gli esperti a pronunciarsi»
Annunciato da una scia di fuoco un oggetto misterioso è «atterrato» su un prato scosceso nei pressi di San Francesco di Roverè.
Eugenio Accordini ha avuto la fortuna di vedere la palla di fuoco dalla finestra di casa perché in quel momento, seduto sul divano davanti alla tivù, la sua attenzione è stata attratta da quello strano fenomeno comparso nel cielo scuro. E il giorno dopo è pure riuscito a trovare la «pietra» spaziale.
«Mi sembrava vicinissimo, per questo la mattina successiva mi sono messo d´impegno a cercare cosa fosse. Ho attivato il metal detector e sono partito a perlustrare il prato, convinto di trovare un pezzo caduto da qualche aereo o satellite. Due ore di fatica sprecata perché lo strumento non mi ha segnalato nessuna presenza ferrosa nel prato. Stanco e sudato, nonostante la temperatura invernale, mi sono seduto su un masso per riposarmi ed è stato allora che più in basso, a una ventina di metri, ! ho visto la terra di un cumulo creato dagli scavi delle talpe sparsa tutto attorno. L´erba era bassa e grigia. Mi sono avvicinato e ho trovato al centro una pietra strana in una buca di modeste dimensioni», racconta Accordini tenendo in mano l´oggetto misterioso.
In effetti non dà nessun segnale di presenze ferrose ma quello che colpisce è il colore grigio bluastro di ciò che chiunque potrebbe considerare una pietra, a forma piramidale, con due lati che misurano ciascuno 14 centimetri, il terzo 12 e l´altezza è pari a 6,5 centimetri, mentre il peso corrisponde a 1020 grammi,
«Il colore mi ha mi ha colpito, perché qui attorno ci sono solo pietre bianche e questa non poteva appartenere alle pietre nostrane: poi com´era finita in mezzo a un prato privo di sassi? L´unica spiegazione è che fosse quello l´oggetto che avevo visto scendere dal cielo la sera prima», si convince Accordini.
Ha chiamato l´amico Diego P! apa per mostrargli quanto aveva trovato e sentito telefonicame! nte Mario Bombassei, che fa parte del Circolo astrofili veronesi, il quale ha spedito loro l´estratto di un opuscolo pubblicato dalla Regione in cui è indicato come comportarsi in caso di avvistamenti e ritrovamenti. Eugenio Accordini, detto dagli amici «Soga», ha fatto l´idraulico per una vita e si è ritirato quassù da una decina d´anni. «Non sono esperto di questi fenomeni e mi piace capire, oltre che scrutare il cielo. Non saprei proprio che fare di questo oggetto se non destinarlo a chi è in grado di studiarne origine e provenienza», dice. Non sa di essere un rarissimo e fortunato osservatore: capita a molti di vedere oggetti volanti luminosi, i cosiddetti «bolidi»: qualcuno ha anche la fortuna o l´impressione di vederli cadere, rarissimi quelli che identificano anche il punto esatto dell´impatto. «Mi è stato possibile perché l´angolo di visuale dalla finestra della mia cucina in cui ero seduto quella sera è ben delimita! to: sono uscito sul prato tenendo d´occhio sempre la finestra e cercando in quello spicchio di prato nel quale la traiettoria si era probabilmente conclusa», racconta. Un´ipotesi che poteva essere molto approssimativa ma che invece ha avuto la fortuna del riscontro positivo.
Ciò che ha in casa e che maneggia con cautela, utilizzando dei guanti per non contaminare eventuali tracce che potrebbero essere utili per l´identificazione dell´oggetto, dovrebbe essere un meteorite, ma si attendono i pareri e le analisi degli esperti per una classificazione definitiva.
Intanto la voce si è sparsa e da Bologna è arrivata ad Accordini la prima proposta di acquisto della misteriosa pietra.
«Non mi ha fatto il suo nome, ma si è qualificato come collezionista e appassionato di meteoriti», spiega. «Io non so come abbia saputo né come sia arrivato al mio numero di telefono, ma», conclude Accordini, «non intendo speculare su questa pietra: non! voglio venderla, ma la posso prestare a chi intende studiarla in manie! ra seria e competente», conclude.
L'Arena Clic
domenica 04 marzo 2012 – PROVINCIA – Pagina 29
IL PARERE DEGLI ESPERTI. Anna Maria Fioretti, ricercatrice del Cnr: «Ha una sfumatura strana, ma vorrei esaminarla»
«Meteorite? Mai vista finora una così»
Romano Serra: «Sembra verniciata, ma per capirne la vera natura servono le analisi»
ROBERTO ZORZIN
Attorno al misterioso ritrovamento a San Francesco di Roverè (la foto è stata inviata per conoscenza e per un parere a cinque esperti del settore) si è acceso l´interesse del mondo scientifico.
La prima reazione è stata quella dell´incredulità: «Per dire cosa sia questo oggetto, bisogna averlo in mano. A volte ci sono delle rocce che solo con analisi dettagliate si mostrano per quello che sono, meteoriti o meno. L´impressione è che non sia una meteorite», taglia corto Romano Serra del Dipartimento di Fisica dell´università di Bologna, che è ritenuto uno dei massimi esperti in materia e che pensa addirittura a uno scherzo. Perché? «Perché si nota una macchia di colore che è lo stesso della pietra sul ceppo di legno dov´è stata messa per essere fotografata», suggerisce da attento osservatore.
«Io sono un gran praticone di meteoriti», confessa, «ma una cosa del genere non l´ho mai vista. Non è lunare, non è marziana, non è una delle meteoriti che finora abbiamo conosciuto. Se lo fosse potrebbe arrivare da Mercurio, ma per determinare cosa sia occorrono analisi molto sofisticate e complesse. In realtà il reperto si presenta come una roccia terrestre sedimentaria e sembra verniciata. Anche la storia della scia di fuoco che l´avrebbe accompagnata non sta in piedi perché le meteoriti non si vedono cadere e quando arrivano a impattare la superficie terreste sono nere e fredde. Cosa sia non lo so, potrebbe essere un pezzo di satellite o di Shuttle, ma dovrei averla fra le mani e tagliarla per capirne di più. Certo che se fosse davvero una meteorite sarebbe unica al mondo, ma non avrebbe fondamento scientifico. Comunque ci sono rocce che mi lasciano a volte perplesso e devo ammettere che la natura fa scherzi atroci», conclude.
È scettico anche Roberto Zorzin, geologo e conservatore di geologia al Museo civico di storia naturale di Verona: «Gli spigoli sono troppo vivi per essere una meteorite e l! te;impressione e di vedere la superficie come fosse stata pennellata. Ci sono dei marocchini che vendono presunte meteoriti sahariane colorando pietre comuni con calce e pennello, arrivando a risultati simili. Per dire una parola definitiva bisognerebbe studiare la composizione della roccia, ma un blocco di un chilo che cadesse alla velocità di una meteorite su terra smossa, come è stato raccontato del suo ritrovamento, farebbe un cratere di almeno un metro di diametro e si conficcherebbe in profondità, non si farebbe certo trovare in superficie. Comunque il Museo si rende disponibile a prendersi in carico l´oggetto e far fare delle analisi», conclude.
Chi non sta nella pelle per avere fra le mani l´oggetto da studiare è la dottoressa Anna Maria Fioretti, ricercatrice dell´Istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr contattata con Gianmario Molin, professore ordinario di Geoscienze all´università di Padova tramite Cesare Barbieri, ordinari! o di Astronomia al Dipartimento di astronomia e fisica dello stesso ateneo.
«Il colore è strano e concordo con Serra», ammette Fioretti, «ma ci sono strutture superficiali che potrebbero rappresentare condruli (granuli, ndr). Però per confermare che si tratta di una meteorite vorrei esaminarla e fare tutte le analisi che servono per la classificazione ufficiale e per inserire eventualmente il ritrovamento nel “Meteoritical Bulletin”». La perplessità sul colore nasce dal fatto che di solito le meteoriti hanno una crosta nera che tende al marrone, non certo al grigio-blu come quella trovata a San Francesco. «La luce a volte inganna», ammette la ricercatrice, «soprattutto sulla base di una fotografia per quanto fedele. Si tratta comunque di un oggetto molto particolare e anche su questo concordo con Serra, perché anche fosse roccia terrestre, non avrebbe nessuna corrispondenza. La soluzione si trova facendo una sezione con lo stereomicroscopio, rom! pendo un angolo non più grande di un´unghia e se dovesse essere ! una montatura si capirebbe subito», dice. Quanto alle meteoriti, secondo la studiosa che da 15 anni analizza quelle recuperate in Antartide, «hanno tutte la loro impronta digitale, identificata con analisi sofisticate: se fosse di origine terrestre lo si capirebbe senza dubbio. A questo punto, io che da ricercatrice non dò mai nulla per scontato, sono molto curiosa e se il signore che l´ha trovata accetta, posso mettermi al lavoro per le analisi e la classificazione», conclude. V.Z.
L'Arena Clic
domenica 04 marzo 2012 – PROVINCIA – Pagina 29
Vanno raccolti e messi
in sacchetti di plastica
Dai rottami vaganti, alle meteoriti: dal cielo piove di tutto, con la differenza che le meteoriti, arrivando davvero da un altro mondo, portano con sé pressoché inalterate la bassissima temperatura cosmica, la composizione chimica, la struttura morfologica e preziosissime informazioni sull´ambiente da cui provengono. Proprio perché rappresentano frammenti di diversi corpi rocciosi del sistema solare, ciascuno caratterizzato da una propria storia evolutiva, la corretta classificazione di una meteorite costituisce la base fondamentale per qualsiasi ulteriore indagine. Il Veneto ospita il maggior complesso astronomico italiano sull´Altopiano di Asiago, e al Dipartimento di Geoscienze dell´università di Padova sono disponibili apparecchiature specifiche e sono state messe a punto metodologie per lo studio delle meteoriti. Una volta a terra non sono pericolose, né radioattive, né portatrici di chissà quali sconosciute malatti! e. Non è necessario proteggersi per raccoglierle, ma piuttosto proteggere le meteoriti dagli agenti atmosferici, dall´inquinamento biologico, dalla contaminazione delle nostre mani. Non vanno lavate né con acqua né con detersivi e vanno conservate in un sacchetto di plastica, lontano da aria e acqua: non vanno spezzate perché l´interno, soprattutto se la caduta è recente, può essere ancora molto freddo e ustionare la pelle. Le segnalazioni vanno fatte senza timore perché è meglio sentirsi dire di aver raccolto un pezzo di fonderia caduto da un camion, piuttosto che trascurare un campione che può essere utilissimo per la scienza. Una pioggia di minutissime particelle di polvere cosmica cade in continuazione sulla Terra: raramente si trovano pezzi di un certo peso perché la pressione frantuma l´oggetto e l´azione frenante dell´atmosfera annulla la velocità cosmica facendo cadere i residui per gravità. Il ritrovamento va segnalato a is! tituti di ricerca o anche alla Protezione civile o ai carabini! eri, informati su come meglio consigliare. In Italia non esistono leggi che riguardino la proprietà dei ritrovamenti di oggetti caduti dal cielo: il centro di ricerca consultato potrebbe trattenere un frammento del pezzo utilizzato per le analisi e come documentazione e restituire il resto all´autore del ritrovamento. Esiste invece un florido mercato di minerali e meteoriti che determina il valore commerciale degli oggetti trovati.V.Z.
domenica 04 marzo 2012 – PROVINCIA – Pagina 29
ROVERÈ. A colpire nel ritrovamento è stato il colore grigio-blu: «Qui ci sono solo sassi bianchi»
Vede una scia di fuoco
e il mattino dopo trova
una pietra misteriosa
Racconta Accordini : «L´ho vista atterrare su un prato scosceso e lì l´ho rinvenuta, in una buca. Ora saranno gli esperti a pronunciarsi»
Annunciato da una scia di fuoco un oggetto misterioso è «atterrato» su un prato scosceso nei pressi di San Francesco di Roverè.
Eugenio Accordini ha avuto la fortuna di vedere la palla di fuoco dalla finestra di casa perché in quel momento, seduto sul divano davanti alla tivù, la sua attenzione è stata attratta da quello strano fenomeno comparso nel cielo scuro. E il giorno dopo è pure riuscito a trovare la «pietra» spaziale.
«Mi sembrava vicinissimo, per questo la mattina successiva mi sono messo d´impegno a cercare cosa fosse. Ho attivato il metal detector e sono partito a perlustrare il prato, convinto di trovare un pezzo caduto da qualche aereo o satellite. Due ore di fatica sprecata perché lo strumento non mi ha segnalato nessuna presenza ferrosa nel prato. Stanco e sudato, nonostante la temperatura invernale, mi sono seduto su un masso per riposarmi ed è stato allora che più in basso, a una ventina di metri, ! ho visto la terra di un cumulo creato dagli scavi delle talpe sparsa tutto attorno. L´erba era bassa e grigia. Mi sono avvicinato e ho trovato al centro una pietra strana in una buca di modeste dimensioni», racconta Accordini tenendo in mano l´oggetto misterioso.
In effetti non dà nessun segnale di presenze ferrose ma quello che colpisce è il colore grigio bluastro di ciò che chiunque potrebbe considerare una pietra, a forma piramidale, con due lati che misurano ciascuno 14 centimetri, il terzo 12 e l´altezza è pari a 6,5 centimetri, mentre il peso corrisponde a 1020 grammi,
«Il colore mi ha mi ha colpito, perché qui attorno ci sono solo pietre bianche e questa non poteva appartenere alle pietre nostrane: poi com´era finita in mezzo a un prato privo di sassi? L´unica spiegazione è che fosse quello l´oggetto che avevo visto scendere dal cielo la sera prima», si convince Accordini.
Ha chiamato l´amico Diego P! apa per mostrargli quanto aveva trovato e sentito telefonicame! nte Mario Bombassei, che fa parte del Circolo astrofili veronesi, il quale ha spedito loro l´estratto di un opuscolo pubblicato dalla Regione in cui è indicato come comportarsi in caso di avvistamenti e ritrovamenti. Eugenio Accordini, detto dagli amici «Soga», ha fatto l´idraulico per una vita e si è ritirato quassù da una decina d´anni. «Non sono esperto di questi fenomeni e mi piace capire, oltre che scrutare il cielo. Non saprei proprio che fare di questo oggetto se non destinarlo a chi è in grado di studiarne origine e provenienza», dice. Non sa di essere un rarissimo e fortunato osservatore: capita a molti di vedere oggetti volanti luminosi, i cosiddetti «bolidi»: qualcuno ha anche la fortuna o l´impressione di vederli cadere, rarissimi quelli che identificano anche il punto esatto dell´impatto. «Mi è stato possibile perché l´angolo di visuale dalla finestra della mia cucina in cui ero seduto quella sera è ben delimita! to: sono uscito sul prato tenendo d´occhio sempre la finestra e cercando in quello spicchio di prato nel quale la traiettoria si era probabilmente conclusa», racconta. Un´ipotesi che poteva essere molto approssimativa ma che invece ha avuto la fortuna del riscontro positivo.
Ciò che ha in casa e che maneggia con cautela, utilizzando dei guanti per non contaminare eventuali tracce che potrebbero essere utili per l´identificazione dell´oggetto, dovrebbe essere un meteorite, ma si attendono i pareri e le analisi degli esperti per una classificazione definitiva.
Intanto la voce si è sparsa e da Bologna è arrivata ad Accordini la prima proposta di acquisto della misteriosa pietra.
«Non mi ha fatto il suo nome, ma si è qualificato come collezionista e appassionato di meteoriti», spiega. «Io non so come abbia saputo né come sia arrivato al mio numero di telefono, ma», conclude Accordini, «non intendo speculare su questa pietra: non! voglio venderla, ma la posso prestare a chi intende studiarla in manie! ra seria e competente», conclude.
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domenica 04 marzo 2012 – PROVINCIA – Pagina 29
IL PARERE DEGLI ESPERTI. Anna Maria Fioretti, ricercatrice del Cnr: «Ha una sfumatura strana, ma vorrei esaminarla»
«Meteorite? Mai vista finora una così»
Romano Serra: «Sembra verniciata, ma per capirne la vera natura servono le analisi»
ROBERTO ZORZIN
Attorno al misterioso ritrovamento a San Francesco di Roverè (la foto è stata inviata per conoscenza e per un parere a cinque esperti del settore) si è acceso l´interesse del mondo scientifico.
La prima reazione è stata quella dell´incredulità: «Per dire cosa sia questo oggetto, bisogna averlo in mano. A volte ci sono delle rocce che solo con analisi dettagliate si mostrano per quello che sono, meteoriti o meno. L´impressione è che non sia una meteorite», taglia corto Romano Serra del Dipartimento di Fisica dell´università di Bologna, che è ritenuto uno dei massimi esperti in materia e che pensa addirittura a uno scherzo. Perché? «Perché si nota una macchia di colore che è lo stesso della pietra sul ceppo di legno dov´è stata messa per essere fotografata», suggerisce da attento osservatore.
«Io sono un gran praticone di meteoriti», confessa, «ma una cosa del genere non l´ho mai vista. Non è lunare, non è marziana, non è una delle meteoriti che finora abbiamo conosciuto. Se lo fosse potrebbe arrivare da Mercurio, ma per determinare cosa sia occorrono analisi molto sofisticate e complesse. In realtà il reperto si presenta come una roccia terrestre sedimentaria e sembra verniciata. Anche la storia della scia di fuoco che l´avrebbe accompagnata non sta in piedi perché le meteoriti non si vedono cadere e quando arrivano a impattare la superficie terreste sono nere e fredde. Cosa sia non lo so, potrebbe essere un pezzo di satellite o di Shuttle, ma dovrei averla fra le mani e tagliarla per capirne di più. Certo che se fosse davvero una meteorite sarebbe unica al mondo, ma non avrebbe fondamento scientifico. Comunque ci sono rocce che mi lasciano a volte perplesso e devo ammettere che la natura fa scherzi atroci», conclude.
È scettico anche Roberto Zorzin, geologo e conservatore di geologia al Museo civico di storia naturale di Verona: «Gli spigoli sono troppo vivi per essere una meteorite e l! te;impressione e di vedere la superficie come fosse stata pennellata. Ci sono dei marocchini che vendono presunte meteoriti sahariane colorando pietre comuni con calce e pennello, arrivando a risultati simili. Per dire una parola definitiva bisognerebbe studiare la composizione della roccia, ma un blocco di un chilo che cadesse alla velocità di una meteorite su terra smossa, come è stato raccontato del suo ritrovamento, farebbe un cratere di almeno un metro di diametro e si conficcherebbe in profondità, non si farebbe certo trovare in superficie. Comunque il Museo si rende disponibile a prendersi in carico l´oggetto e far fare delle analisi», conclude.
Chi non sta nella pelle per avere fra le mani l´oggetto da studiare è la dottoressa Anna Maria Fioretti, ricercatrice dell´Istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr contattata con Gianmario Molin, professore ordinario di Geoscienze all´università di Padova tramite Cesare Barbieri, ordinari! o di Astronomia al Dipartimento di astronomia e fisica dello stesso ateneo.
«Il colore è strano e concordo con Serra», ammette Fioretti, «ma ci sono strutture superficiali che potrebbero rappresentare condruli (granuli, ndr). Però per confermare che si tratta di una meteorite vorrei esaminarla e fare tutte le analisi che servono per la classificazione ufficiale e per inserire eventualmente il ritrovamento nel “Meteoritical Bulletin”». La perplessità sul colore nasce dal fatto che di solito le meteoriti hanno una crosta nera che tende al marrone, non certo al grigio-blu come quella trovata a San Francesco. «La luce a volte inganna», ammette la ricercatrice, «soprattutto sulla base di una fotografia per quanto fedele. Si tratta comunque di un oggetto molto particolare e anche su questo concordo con Serra, perché anche fosse roccia terrestre, non avrebbe nessuna corrispondenza. La soluzione si trova facendo una sezione con lo stereomicroscopio, rom! pendo un angolo non più grande di un´unghia e se dovesse essere ! una montatura si capirebbe subito», dice. Quanto alle meteoriti, secondo la studiosa che da 15 anni analizza quelle recuperate in Antartide, «hanno tutte la loro impronta digitale, identificata con analisi sofisticate: se fosse di origine terrestre lo si capirebbe senza dubbio. A questo punto, io che da ricercatrice non dò mai nulla per scontato, sono molto curiosa e se il signore che l´ha trovata accetta, posso mettermi al lavoro per le analisi e la classificazione», conclude. V.Z.
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domenica 04 marzo 2012 – PROVINCIA – Pagina 29
Vanno raccolti e messi
in sacchetti di plastica
Dai rottami vaganti, alle meteoriti: dal cielo piove di tutto, con la differenza che le meteoriti, arrivando davvero da un altro mondo, portano con sé pressoché inalterate la bassissima temperatura cosmica, la composizione chimica, la struttura morfologica e preziosissime informazioni sull´ambiente da cui provengono. Proprio perché rappresentano frammenti di diversi corpi rocciosi del sistema solare, ciascuno caratterizzato da una propria storia evolutiva, la corretta classificazione di una meteorite costituisce la base fondamentale per qualsiasi ulteriore indagine. Il Veneto ospita il maggior complesso astronomico italiano sull´Altopiano di Asiago, e al Dipartimento di Geoscienze dell´università di Padova sono disponibili apparecchiature specifiche e sono state messe a punto metodologie per lo studio delle meteoriti. Una volta a terra non sono pericolose, né radioattive, né portatrici di chissà quali sconosciute malatti! e. Non è necessario proteggersi per raccoglierle, ma piuttosto proteggere le meteoriti dagli agenti atmosferici, dall´inquinamento biologico, dalla contaminazione delle nostre mani. Non vanno lavate né con acqua né con detersivi e vanno conservate in un sacchetto di plastica, lontano da aria e acqua: non vanno spezzate perché l´interno, soprattutto se la caduta è recente, può essere ancora molto freddo e ustionare la pelle. Le segnalazioni vanno fatte senza timore perché è meglio sentirsi dire di aver raccolto un pezzo di fonderia caduto da un camion, piuttosto che trascurare un campione che può essere utilissimo per la scienza. Una pioggia di minutissime particelle di polvere cosmica cade in continuazione sulla Terra: raramente si trovano pezzi di un certo peso perché la pressione frantuma l´oggetto e l´azione frenante dell´atmosfera annulla la velocità cosmica facendo cadere i residui per gravità. Il ritrovamento va segnalato a is! tituti di ricerca o anche alla Protezione civile o ai carabini! eri, informati su come meglio consigliare. In Italia non esistono leggi che riguardino la proprietà dei ritrovamenti di oggetti caduti dal cielo: il centro di ricerca consultato potrebbe trattenere un frammento del pezzo utilizzato per le analisi e come documentazione e restituire il resto all´autore del ritrovamento. Esiste invece un florido mercato di minerali e meteoriti che determina il valore commerciale degli oggetti trovati.V.Z.
Un ufo lungo la Transpolesana
L'Arena Clic
venerdì 02 marzo 2012 – PROVINCIA – Pagina 24
RALDON . Un giovane che abita nella frazione lupatotina racconta l´avvistamento lungo la Transpolesana, nel Rodigino
«La luce nel cielo? Per me era un Ufo»
Morini: «Sono un appassionato di aerei, non era un velivolo né una lanterna cinese»
«Io non ci credevo agli Ufo, però quello che ho visto l´altra sera, se non lo era, ci assomigliava maledettamente. Sono riuscito anche a fotografarlo». Parole di Roberto Morini, trentenne di Raldon (abita con la famiglia in piazza De Gasperi 18, la piazza centrale della frazione lupatotina), che mostra le dieci foto fatte in diversi momenti a quell´oggetto volante non identificato che ha scorto nel cielo di Canda, un paese in provincia di Rovigo, vicino a Fratta Polesine.
Racconta Roberto Morini: «Erano le 18.45 circa e stavo tornando in auto da Sottomarina, dove ero andato a cercare lavoro in vista dell´avvio della stagione turistica. Al volante c´era mio fratello Nicola, che mi aveva accompagnato. Ad un certo punto lui mi dice: “Hai visto che la luna ha quasi la pancia in giù e che sotto ha una stella?". Poi aggiunge: «E quella cosa luminosa lì vicino?", e mi indica, in direzione di Verona, un oggetto ! che pulsa. Io guardo dove lui mi dice e vedo un oggetto luminoso ma non riesco a capire a che distanza possa trovarsi. In apparenza sembrava abbastanza vicino».
I due fratelli, mentre procedono in auto lungo la Transpolesana, seguono l´oggetto luminoso, che appare e scompare. Continua il giovane: «Restava luminoso per 5-6 secondi poi si spegneva, quindi riappariva».
Roberto, che la passione della fotografia, ha al seguito la sua reflex. La estrae dalla custodia e punta il presunto Ufo. «Ho cercato di riprenderlo, ingrandendo al massimo l´immagine. Però, si sa, fare tutto in fretta non è semplicissimo. Le foto sono quello che sono».
I due fratelli continuano a scrutare il cielo. Decidono di fermarsi poco dopo Canda e, appena scesi dall´auto, vedono di nuovo il presunto Ufo. Questa volta però dall´altra parte, verso Rovigo.
Riferisce Roberto: «E´ riapparso in direzione di Rovigo e del mare, da dove noi provenivamo. Ad! un certo punto si è diviso in tre parti e poi è scomparso. ! Lo abbiamo rivisto qualche minuto dopo in direzione nord-est, verso Vicenza, è comparso una volta sola ed è stata l´ultima».
Spaventati dall´improvvisa apparizione? «Beh, un po´ impressionati sì. Anzi devo dire che sia io che mio fratello siamo rimasti letteralmente a bocca aperta per lo stupore», risponde Roberto Morini.
Il giovane aggiunge: «Io di mezzi aeronautici e di aeroplani un po´ me ne intendo perché qualche anno fa ho fatto un corso specifico e sono appassionato di aerei. Quello che posso assicurare è che ciò che abbiamo visto non è l´effetto di un motore di aereo né, tantomeno, la luce di una lanterna cinese o di una mongolfiera. Come avrebbe fatto a spostarsi tanto velocemente e come avrebbe fatto a spaccarsi in tre parti?». E allora? «Potrebbe essere stato davvero un Ufo. Lo dico io, seppure con il condizionale, che di solito non credo a nulla».
Arrivato a casa Roberto Morini ha telefonato a un organismo nazionale che si occupa di Ufo, ma non ha trovato molta soddisfazione. Racconta l´avvistatore: «Ho fatto il numero telefonico e mi ha risposto uno che mi ha detto di inviare le immagini, che poi mi avrebbero fatto sapere. Sinceramente mi aspettavo un maggiore interessamento».
Roberto ha poi provveduto ad ingrandire le foto. Spiega: «Non si vede molto di più di quello che appare sulla foto in dimensioni normali. Io sono un po´ timido e non volevo dire quello che ci è successo e abbiamo visto, ma poi mi sono deciso».
Una settimana fa un´altra persona di Campagnola, frazione di Zevio che si trova a ridosso di Raldon, ha riferito di aver visto un Ufo. Che dopo qualche giorno è risultato essere una lanterna cinese.
venerdì 02 marzo 2012 – PROVINCIA – Pagina 24
RALDON . Un giovane che abita nella frazione lupatotina racconta l´avvistamento lungo la Transpolesana, nel Rodigino
«La luce nel cielo? Per me era un Ufo»
Morini: «Sono un appassionato di aerei, non era un velivolo né una lanterna cinese»
«Io non ci credevo agli Ufo, però quello che ho visto l´altra sera, se non lo era, ci assomigliava maledettamente. Sono riuscito anche a fotografarlo». Parole di Roberto Morini, trentenne di Raldon (abita con la famiglia in piazza De Gasperi 18, la piazza centrale della frazione lupatotina), che mostra le dieci foto fatte in diversi momenti a quell´oggetto volante non identificato che ha scorto nel cielo di Canda, un paese in provincia di Rovigo, vicino a Fratta Polesine.
Racconta Roberto Morini: «Erano le 18.45 circa e stavo tornando in auto da Sottomarina, dove ero andato a cercare lavoro in vista dell´avvio della stagione turistica. Al volante c´era mio fratello Nicola, che mi aveva accompagnato. Ad un certo punto lui mi dice: “Hai visto che la luna ha quasi la pancia in giù e che sotto ha una stella?". Poi aggiunge: «E quella cosa luminosa lì vicino?", e mi indica, in direzione di Verona, un oggetto ! che pulsa. Io guardo dove lui mi dice e vedo un oggetto luminoso ma non riesco a capire a che distanza possa trovarsi. In apparenza sembrava abbastanza vicino».
I due fratelli, mentre procedono in auto lungo la Transpolesana, seguono l´oggetto luminoso, che appare e scompare. Continua il giovane: «Restava luminoso per 5-6 secondi poi si spegneva, quindi riappariva».
Roberto, che la passione della fotografia, ha al seguito la sua reflex. La estrae dalla custodia e punta il presunto Ufo. «Ho cercato di riprenderlo, ingrandendo al massimo l´immagine. Però, si sa, fare tutto in fretta non è semplicissimo. Le foto sono quello che sono».
I due fratelli continuano a scrutare il cielo. Decidono di fermarsi poco dopo Canda e, appena scesi dall´auto, vedono di nuovo il presunto Ufo. Questa volta però dall´altra parte, verso Rovigo.
Riferisce Roberto: «E´ riapparso in direzione di Rovigo e del mare, da dove noi provenivamo. Ad! un certo punto si è diviso in tre parti e poi è scomparso. ! Lo abbiamo rivisto qualche minuto dopo in direzione nord-est, verso Vicenza, è comparso una volta sola ed è stata l´ultima».
Spaventati dall´improvvisa apparizione? «Beh, un po´ impressionati sì. Anzi devo dire che sia io che mio fratello siamo rimasti letteralmente a bocca aperta per lo stupore», risponde Roberto Morini.
Il giovane aggiunge: «Io di mezzi aeronautici e di aeroplani un po´ me ne intendo perché qualche anno fa ho fatto un corso specifico e sono appassionato di aerei. Quello che posso assicurare è che ciò che abbiamo visto non è l´effetto di un motore di aereo né, tantomeno, la luce di una lanterna cinese o di una mongolfiera. Come avrebbe fatto a spostarsi tanto velocemente e come avrebbe fatto a spaccarsi in tre parti?». E allora? «Potrebbe essere stato davvero un Ufo. Lo dico io, seppure con il condizionale, che di solito non credo a nulla».
Arrivato a casa Roberto Morini ha telefonato a un organismo nazionale che si occupa di Ufo, ma non ha trovato molta soddisfazione. Racconta l´avvistatore: «Ho fatto il numero telefonico e mi ha risposto uno che mi ha detto di inviare le immagini, che poi mi avrebbero fatto sapere. Sinceramente mi aspettavo un maggiore interessamento».
Roberto ha poi provveduto ad ingrandire le foto. Spiega: «Non si vede molto di più di quello che appare sulla foto in dimensioni normali. Io sono un po´ timido e non volevo dire quello che ci è successo e abbiamo visto, ma poi mi sono deciso».
Una settimana fa un´altra persona di Campagnola, frazione di Zevio che si trova a ridosso di Raldon, ha riferito di aver visto un Ufo. Che dopo qualche giorno è risultato essere una lanterna cinese.
giovedì 23 febbraio 2012
Tra ufo, lanterne e palle di fuoco a Verona
L'Arena
venerdì 17 febbraio 2012 – PROVINCIA – Pagina 34
L´AVVISTAMENTO
«A me l´Ufo è sembrato una lanterna cinese»
«L´oggetto volante avvistato a Campagnola forse è quello che ho scorto anch´io, guardando fuori dalla finestra. A me è sembrato una lanterna cinese, come se ne vedono spesso salire in cielo». Margherita, studentessa universitaria del capoluogo, non ha dubbi nel definire l´oggetto visto da casa martedì alle 23.30. «L´orario è più o meno coincidente con quello dichiarato dal testimone di Campagnola (che ha voluto rimanere anonimo, ndr). Stavo guardando la tivù quando la mia attenzione è stata attirata da un oggetto sferico luminoso rosso-arancio, grande quasi quanto la luna piena, salire lentamente verso il cielo». In linea d´aria Zevio dista sei chilometri e mezzo da Campagnola. Come spiegare l´avvistamento quasi in contemporanea nelle due località, se davvero si tratta di una lanterna cinese? Può essere che a spostare velocemente l´«Ufo» sia stato il vento siberiano che transitava in quest! i giorni alle nostre latitudini? Certo è che le due testimonianze non concordano su forma e rapidità dell´oggetto volante: romboidale e capace di un rapidissimo scatto in direzione San Martino, secondo l´anonimo di Campagnola. Movimento perpendicolare e lento per Margherita. Circa un anno fa Zevio fu teatro di un altro avvistamento. Tra quanti ipotizzarono si trattasse di un Ufo anche il consigliere comunale Claudio Strambini. P.T.
L'Arena
sabato 18 febbraio 2012
VELO. L´avvistamento verso metà pomeriggio del martedì di San Valentino in località Covoli
«Una palla di fuoco è sfrecciata nel cielo»
A scattare qualche immagine con il telefonino un testimone che tutti conoscono in paese: è Trentini, ex portiere in serie A
Cos´è transitato nei cieli veronesi martedì scorso? Difficile dirlo, ma dalle immagini che pubblichiamo, si vede come una palla di fuoco sia stata vista passare nel cielo a Velo. Dunque non si tratterebbe solo di lanterne cinesi o di aerei di passaggio, ma di qualcosa di diverso, che ha lasciato un effetto molto strano in mezzo al cielo terso.
Effetto che è stato colto ed immortalato dalla fotocamera di un cellulare.
Una palla incandescente di fuoco, che lascia una scia luminosa nel cielo di Velo, lo stesso pomeriggio in cui è stato visto a Campagnola di Zevio l´oggetto luminoso a forma di rombo che sarebbe apparso nel cielo martedì 14 febbraio, di sera.
Raffaele Trentini di Costeggiola, con la moglie Giacomina, lo ha immortalato con il telefono dotato di fotocamera in località Covoli, a Velo Veronese. «Erano le 15.30 circa e mia sorella ci ha chiamato per attirare la nostra attenzione.
Nel cielo è apparso! questo fenomeno luminoso, come una sfera infuocata», ha riferito ieri ai suoi amici e conoscenti di Soave Raffaele Trentini, dove è molto noto per essere stato un portiere di calcio professionista, in serie A. Trentini poi ha inviato alla redazione dell´Arena un paio di scatti che ha fatto, per dimostrare quello che sosteneva e ha concesso di pubblicare la immagini del fenomeno celeste.
Chiamarlo ufo potrebbe essere corretto ma solo nell´etimologia stretta dell´acronimo, ovvero un oggetto apparso in cielo non identificato.
Potrebbe essere un pezzetto di meteorite transitato nei nostri cieli, oppure un satellite, o ancora un rifiuto lasciato da qualche spedizione spaziale, che è tornato sulla terra. Come si sa, nel penetrare l´atmosfera, potrebbe essersi incendiato ed aver prodotto questo effetto incandescente.
Effettivamente dalle foto la parte anteriore della sfera sembra essere infuocata. Da qui a dire che è un´ astronave ! in viaggioda un altro pianeta, tuttavia, ce ne corre.
A C! ampagnola l´oggetto non meglio identificato è stato notato di sera, mentre Trentini l´ha visto in pieno giorno, con la luce del sole. Che sia lo stesso oggetto? E che cos´è di preciso? Affascinante qualunque cosa sia e... assai misterioso.
L'Arena
sabato 18 febbraio 2012 – PROVINCIA – Pagina 36
Il rombo? Era una lanterna cinese
Rimarranno delusi quanti sono convinti che gli alieni siano già tra noi. L´ufo avvistato martedì notte a Campagnola è decollato dalla stessa frazione sulle ali del romanticismo. Non una nave spaziale, ma una lanterna cinese liberata da due innamorati per la festa di San Valentino. Lei, Valentina, casa a Campagnola, aveva fatto omaggio della piccola mongolfiera di carta al suo ragazzo, Massimiliano, di Albaro di Ronco, e mano nella mano hanno acceso la fiamma che ha spedito l´oggetto incontro alla Luna.
«Mi sono fatto una risata leggendo sul giornale dell´allarme a Campagnola», dice, «l´ufo è il regalo che mi ha fatto la mia fidanzata per la festa degli innamorati. L´ora dell´avvistamento coincide con quella del lancio del pallone di carta grande circa un metro, propellente un cubetto infiammabile simile alla Diavolina usata per accendere la stufa, autonomia di volo di circa un quarto d´ora»! . Non c´è stato, dunque, nessun veloce spostamento dell´ufo da Campagnola in direzione San Martino Buon Albergo. Quanto ai colori rosso-arancio, corrispondono. Massimiliano ha una spiegazione anche sull´oggetto luminoso avvistato la stessa sera nel cielo del capoluogo: «L´idea della mia ragazza è stata copiata da una sua amica...». P.T.
venerdì 17 febbraio 2012 – PROVINCIA – Pagina 34
L´AVVISTAMENTO
«A me l´Ufo è sembrato una lanterna cinese»
«L´oggetto volante avvistato a Campagnola forse è quello che ho scorto anch´io, guardando fuori dalla finestra. A me è sembrato una lanterna cinese, come se ne vedono spesso salire in cielo». Margherita, studentessa universitaria del capoluogo, non ha dubbi nel definire l´oggetto visto da casa martedì alle 23.30. «L´orario è più o meno coincidente con quello dichiarato dal testimone di Campagnola (che ha voluto rimanere anonimo, ndr). Stavo guardando la tivù quando la mia attenzione è stata attirata da un oggetto sferico luminoso rosso-arancio, grande quasi quanto la luna piena, salire lentamente verso il cielo». In linea d´aria Zevio dista sei chilometri e mezzo da Campagnola. Come spiegare l´avvistamento quasi in contemporanea nelle due località, se davvero si tratta di una lanterna cinese? Può essere che a spostare velocemente l´«Ufo» sia stato il vento siberiano che transitava in quest! i giorni alle nostre latitudini? Certo è che le due testimonianze non concordano su forma e rapidità dell´oggetto volante: romboidale e capace di un rapidissimo scatto in direzione San Martino, secondo l´anonimo di Campagnola. Movimento perpendicolare e lento per Margherita. Circa un anno fa Zevio fu teatro di un altro avvistamento. Tra quanti ipotizzarono si trattasse di un Ufo anche il consigliere comunale Claudio Strambini. P.T.
L'Arena
sabato 18 febbraio 2012
VELO. L´avvistamento verso metà pomeriggio del martedì di San Valentino in località Covoli
«Una palla di fuoco è sfrecciata nel cielo»
A scattare qualche immagine con il telefonino un testimone che tutti conoscono in paese: è Trentini, ex portiere in serie A
Cos´è transitato nei cieli veronesi martedì scorso? Difficile dirlo, ma dalle immagini che pubblichiamo, si vede come una palla di fuoco sia stata vista passare nel cielo a Velo. Dunque non si tratterebbe solo di lanterne cinesi o di aerei di passaggio, ma di qualcosa di diverso, che ha lasciato un effetto molto strano in mezzo al cielo terso.
Effetto che è stato colto ed immortalato dalla fotocamera di un cellulare.
Una palla incandescente di fuoco, che lascia una scia luminosa nel cielo di Velo, lo stesso pomeriggio in cui è stato visto a Campagnola di Zevio l´oggetto luminoso a forma di rombo che sarebbe apparso nel cielo martedì 14 febbraio, di sera.
Raffaele Trentini di Costeggiola, con la moglie Giacomina, lo ha immortalato con il telefono dotato di fotocamera in località Covoli, a Velo Veronese. «Erano le 15.30 circa e mia sorella ci ha chiamato per attirare la nostra attenzione.
Nel cielo è apparso! questo fenomeno luminoso, come una sfera infuocata», ha riferito ieri ai suoi amici e conoscenti di Soave Raffaele Trentini, dove è molto noto per essere stato un portiere di calcio professionista, in serie A. Trentini poi ha inviato alla redazione dell´Arena un paio di scatti che ha fatto, per dimostrare quello che sosteneva e ha concesso di pubblicare la immagini del fenomeno celeste.
Chiamarlo ufo potrebbe essere corretto ma solo nell´etimologia stretta dell´acronimo, ovvero un oggetto apparso in cielo non identificato.
Potrebbe essere un pezzetto di meteorite transitato nei nostri cieli, oppure un satellite, o ancora un rifiuto lasciato da qualche spedizione spaziale, che è tornato sulla terra. Come si sa, nel penetrare l´atmosfera, potrebbe essersi incendiato ed aver prodotto questo effetto incandescente.
Effettivamente dalle foto la parte anteriore della sfera sembra essere infuocata. Da qui a dire che è un´ astronave ! in viaggioda un altro pianeta, tuttavia, ce ne corre.
A C! ampagnola l´oggetto non meglio identificato è stato notato di sera, mentre Trentini l´ha visto in pieno giorno, con la luce del sole. Che sia lo stesso oggetto? E che cos´è di preciso? Affascinante qualunque cosa sia e... assai misterioso.
L'Arena
sabato 18 febbraio 2012 – PROVINCIA – Pagina 36
Il rombo? Era una lanterna cinese
Rimarranno delusi quanti sono convinti che gli alieni siano già tra noi. L´ufo avvistato martedì notte a Campagnola è decollato dalla stessa frazione sulle ali del romanticismo. Non una nave spaziale, ma una lanterna cinese liberata da due innamorati per la festa di San Valentino. Lei, Valentina, casa a Campagnola, aveva fatto omaggio della piccola mongolfiera di carta al suo ragazzo, Massimiliano, di Albaro di Ronco, e mano nella mano hanno acceso la fiamma che ha spedito l´oggetto incontro alla Luna.
«Mi sono fatto una risata leggendo sul giornale dell´allarme a Campagnola», dice, «l´ufo è il regalo che mi ha fatto la mia fidanzata per la festa degli innamorati. L´ora dell´avvistamento coincide con quella del lancio del pallone di carta grande circa un metro, propellente un cubetto infiammabile simile alla Diavolina usata per accendere la stufa, autonomia di volo di circa un quarto d´ora»! . Non c´è stato, dunque, nessun veloce spostamento dell´ufo da Campagnola in direzione San Martino Buon Albergo. Quanto ai colori rosso-arancio, corrispondono. Massimiliano ha una spiegazione anche sull´oggetto luminoso avvistato la stessa sera nel cielo del capoluogo: «L´idea della mia ragazza è stata copiata da una sua amica...». P.T.
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