sabato 1 dicembre 2012

Tra anime e fantasmi a Bevilacqua



L'Arena
mercoledì 28 novembre 2012

LA STORIA. A Bevilacqua la sensitiva avrebbe trovato molte anime

«Il castello è pieno
di fantasmi buoni,
vogliono restarci»

«Qui ci sono tantissime presenze, nobili e soldati soprattutto e una dama». Potrebbe essere Felicita ultima della stirpe; i proprietari ci convivono bene

In Inghilterra ci sono talmente abituati ai fantasmi che lungo le autostrade sono stati installati cartelli che avvisano di possibili comparizioni. Le segnalazioni di apparizioni, infatti, erano diventate così frequenti da indurre a mettere in allerta chi è alla guida, afficché non si spaventino.
Ma da noi gli incontri con gli spettri sono più rari, oppure sono liquidati come mere superstizioni, stramberie di personaggi che talvolta ne fanno una pratica «truffaldina». E ci sarà pure chi imbroglia, facendo ballare un tavolino dicendo di aver evocato uno spirito. Ma questo non è il caso di Francesca Gargano, una serena signora vicentina esperta in «pulizie» energetiche di case o palazzi da anime che sono rimaste a viverci, senza «prendere la via dell´aldilà», come spiega lei stessa.
Gargano domenica scorsa è stata al castello di Bevilacqua, l´unico luogo nel veronese dove ha controllato se siano rimasti spiriti del passato ed ha scoperto che il maniero ne ha moltissimi.
«Sono tutte anime buone», dice la sensitiva, «quindi non c´è nulla di cui preoccuparsi. Sono anime di soldati e di nobili. Di sicuro c´è una dama, l´ho sentito chiaramente. E non solo io, ma anche un ospite sensitivo che ha assistito alla conferenza ed ha visitato il castello». «Attenzione però», avvisa la signora Francesca, «lì non ci sono anime, o fantasmi, perché siamo in un castello: certo, in un luogo storico si sono consumate tante storie, passioni, vite, vicende, che è impossibile che non vi resti dell´energia, però gli spiriti non fanno preferenze e restano anche nella più comune delle case».
Ma cose induce le anime a rimanere in una casa?«L´attaccamento che ha avuto con quel luogo, con quella terra, oppure la scarsa consapevolezza della sua anima, per cui non riesce a prendere la sua direzione. In questo caso occorre accompagnare le anime dove debbono stare».
Gargano fa questo «mestiere»: aiuta chi non riesce a lasciare la terra ad andarsene, perché «solo così potrà continuare la sua vita». Ovvero reincarnarsi o rinascere in spoglie maschili o femminili, non fa differenza.
«Che nel castello di Bevilacqua vi fossero delle presenze non è una novità per i proprietari, per il personale e pure per gli ospiti. Ma non è mai successo nulla di brutto. Quando un´anima si fa sentire è perché vuole attirare la nostra attenzione, dirci che vorrebbe essere riportata nell´aldilà. Però i proprietari del castello non hanno mai chiesto di mandarli via, e questo vuol dire che convivono tutti pacificamente». Salvo qualche spavento, ovvio. 
«Come quella volta che un nostro dipendente», racconta Miresi Iseppi, proprietaria del castello con il marito Roberto, «andò a spegnere le luci ai piani alti. Quando arrivò, le lampadine si spensero tutte, sentì un soffio freddo e poi le luci si riaccesero da sole». Ma, a parte questo «dispetto», i coniugi Iseppi giusto tre giorni fa hanno entrambi sentito chiaramente qualcuno che camminava in una stanza vuota. «Quasi ogni fenomeno di questo tipo», prosegue Miresi, «si verifica nella stanza 204, che era la camera da letto di Felicita Bevilacqua, ultima discendente dei nobili proprietari del castello. Felicita viveva qui con il marito Giuseppe La Masa, un ex garibaldino. Non avevano figli».
Felicita è stata vista da una signora americana, ospite al castello con un gruppo di amici. «La signora mi raccontò che Felicita le apparse e le disse di aprire la finestra e di guardare in giardino: lì c´era Guglielmo Bevilacqua, un altro avo della stirpe», prosegue la titolare. Qualche settimana fa, nell´ambito del Festival nei luoghi del mistero, si raccontò che al castello fosse ancora presente l´anima di Alessandro Bevilacqua: nel 1848 la fortezza fu messa a ferro e fuoco, la tomba del nobile fu profanata e le sue ceneri disperse. A quanto pare, insomma, di anime dei Bevilacqua ce ne sarebbero almeno tre, ma non mancano quelle dei soldati che qui morirono in combattimenti.
«Ribadisco che non si deve affatto avere timore», riprende Iseppi, «sono presenze innocue e buone. Al più è successo che aprissero un balcone di notte o diffondessero musica o gironzolassero».
Beh, in effetti, il luogo è piacevole e c´è da capirli che non vogliano lasciare il loro castello. 




L´ESPERTA. Francesca Gargano, vicentina, da sempre «pulisce» le case da spiriti che fanno fatica ad andare nell´aldilà

«Nessun timore, chiedono solo aiuto»

Solo un ballerino con i suoi continui esercizi una volta le dette fastidio; il suo «non è lavoro ma una missione»

Francesca Gargano, originaria della Sicilia, ha vissuto a Milano finché un giovane vicentino, ora suo marito, non si rivolse a lei per una seduta di pranoterapia. Si conobbero così. Perché Gargano è anche pranoterapeuta, oltre che sensitiva ed esperta di pratiche olistiche. «Cerco di guarire le anime», dice, «il mio non è un lavoro ma una missione. Una attività che mi dà gioia». Così come non è mestiere, come già specificato, accompagnare le anime dei morti nell´aldilà.
Di esperienze, Gargano, ne ha vissute tante. Con anime in case di altri e nella propria. «Ci sono abituata», sorride, «e non mi spavento. Una volta ebbi ospite il fantasma di un ballerino: ecco, in quel caso devo ammettere che disturbava parecchio perché continuava a saltellare di qua e di là. Così, invocai gli angeli perché lo aiutassero a raggiungere l´aldilà». Gargano spiega che per accompagnare gli spiriti a lasciare la terra o la casa, si serve di invocazioni e preghiere e degli angeli. «Gli angeli non sono come vengono raffigurati, con un corpo antropomorfo ed ali. Sono luce, e quelle che crediamo ali sono fonti che avvolgono le anime e le portano con sé. Gli angeli servono per rincuorarci. Tutti abbiamo un angelo».
«Ricordo che una volta fui chiamata da una signora perché sua madre, una volta morto il padre, apparecchiava sempre per otto persone. La figlia non riusciva a farsi dare una spiegazione, così mi chiamò. Scoprii che il marito era ancora in casa e non voleva staccarsene, insieme a suoi cinque amici. Ecco perché la signora apparecchiava per otto. Un´abitudine che finì di punto in bianco, non appena le sei anime furono allontanate», racconta la sensitiva. «A me stessa capitò, poi, che nella casa in cui vivevo circa due anni fa, poco lontano da un cimitero, una sera si riunissero 25 anime, tutte sui gradini della mia abitazione. Le aiutai. Raramente ci sono fantasmi aggressivi, solo quando nessuno dà loro ascolto. Io invece riesco a sentirli, a parlarci, a volte sento le loro voci chiaramente, altre volte dentro di me. Non è facile per la gente crederci e molti preferiscono tacere queste esperienze per timore di essere giudicati male».
La signora, di Caldogno, si accorse di questo suo potere da piccola: «Passai un periodo in un collegio e una notte vidi in corridoio una signora. Pensai che fosse qualcuno del personale o un´insegnante. Ma il giorno dopo mi accorsi che il giornale riportava una notizia della morte di una donna: era esattamente quella che avevo visto di notte».
Gargano non vuole convincere nessuno, lo si sente da come parla di anime e di angeli, dal rispetto con cui tratta questo argomento sul quale spesso si ride o si scherza, anche per scaramanzia. Ma lei va oltre: vuole solo «aiutare gli altri», conclude.D.A. 

Nessun commento:

Posta un commento