lunedì 7 maggio 2012

Antiche tradizioni cimbre, l'accensione della carbonaia

L’Arena sabato 05 maggio 2012 – PROVINCIA GIAZZA. Domani ai Téldari si ripete l´accensione della carbonaia cimbra, che quest´anno si potrà seguire al computer La webcam sorveglia la fabbrica del carbone Nello, Mariuccia e Giorgio Boschi, genitori e figlio sono i depositari di un´antica tradizione Si accende domani la 32a carbonaia di Nello, Mariuccia e Giorgio Boschi, genitori e figlio depositari di una tradizione che nella comunità cimbra vanta secoli di esperienza e che ha perfino dato alla Lessinia il nome di «Montagna alta del carbon». Quest´anno tradizione e innovazione si incontreranno ancora ai Téldari, lo spazio nel bosco a pochi passi da Giazza dove la carbonaia (de haufe, in cimbro) della famiglia Boschi viene avviata. Grazie a Lessinianet, che ha predisposto il collegamento, è già da giorni installata una webcam che monitora le fasi di costruzione, combustione e realizzazione del carbone vegetale. Dal sito www.osterialjetzan.it si possono seguire in diretta i movimenti preparatori attorno alla carbonaia. L´accensione sarà alle 8 di domani, quando Nello col badile colmo di braci, traccerà il segno di croce sulla bocca del camino prima di introdurvi i tizzoni. Comincia sotto il segno della croce la combustione che la tradizione ha sempre legato al demonio e all´inferno: basta che il diavolo ci metta lo zampino perché tanta fatica sia vanificata. La combustione infatti deve essere dall´alto verso il basso, lenta e ad alta temperatura, per disidratare le legna senza bruciarla: dal camino deve uscire solo vapore acqueo perché fumo azzurro e fiamme significano la perdita totale della catasta di legna. Se ben condotta, una carbonara di circa 50 quintali di legna darà alla fine, dopo 72 ore di processo, circa 7-8 quintali di carbone vegetale destinato per tutto l´anno alle grigliate e ai piatti più tradizionali dell´Osteria Ljetzan condotta da Giorgio sulla piazza di Giazza. Gli ultimi due carbonai di professione, Romano Nordera e Agostino Ravaro, hanno trasferito i segreti della loro arte a Nello, che aveva bisogno di quel carbone, ormai introvabile. La passione di Nello, trasmessa al figlio Giorgio ha permesso di conservare quest´usanza, che ogni anno a maggio viene ripetuta, non ad uso dei turisti ! ma come necessità, diventando però anche occasione di incontro e di festa al momento dell´accensione, ma anche alla fine, mercoledì quando al mattino presto verrà tolto il terriccio dalla catasta per estrarre il carbone. Per tutto questo tempo la carbonaia va vegliata giorno e notte, pronti a intervenire se il vapore che esce diventa azzurro, segno che comincia la combustione. I carbonai si alternano per tre giorni nella «hute», il capanno, per riparasi dalle intemperie e riposare. V.Z.

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