venerdì 11 gennaio 2013

In Valcamonica a caccia del Badalìsc


Bresciaoggi
8 gennaio 2013 – LETTERE

Anche quest'anno ad Andrista di Cevo, in Valle Camonica, la notte tra il 5 e il 6 gennaio, i giovani del paese si sono recati nei boschi, secondo la tradizione, per catturare il Badalìsc, uno strano essere che abiterebbe nelle foreste. Dopo essere stato avvolto e legato, il fantomatico animale è stato portato per le vie dell'abitato, scortato da figure evocative: il Giovane, il Vecchio, la Vecchia, il Gobbetto e la Signorina. Quest'ultima, risvegliando le pulsioni erotiche del mostro, rappresenta il richiamo all'energia del rinnovamento e della fecondazione, in attesa della primavera. Poi il mostro entrando nei locali (nelle stalle) ha inveito contro gli ingenui, gli sprovveduti e i disonesti, portando alla luce ciò che durante l'anno è rimasto nascosto: quasi una purificazione laica delle coscienze. In piazza si è svolta la "'Ntifunada", il "Discorso del Badalìsc", in cui sono stati "svelati" segreti e tresche.
La tradizione tramanda che il "Badalìsc" sia un mostro simile a un drago erede di culti ancestrali. Con i suoi occhi infuocati, le lunghe corna, la bocca spalancata e il corpo rivestito da pelli di capra, da innumerevoli generazioni sconvolge l'immaginario di ogni bambino e incute timore agli uomini perché mette in piazza le loro miserie.
Il Badalìsc è una sorta di chimera, che assembla gli elementi demoniaci di gatto, caprone e serpente. È una divinità ctonia (sotterranea), legata alla terra e al culto dell'acqua: poco lontano da Andrista, incisa su una pietra, si trova una figura antropomorfa che lo richiama, con piccole corna e posta sopra una specie di calderone. 
La tradizione vuole che le donne spruzzino acqua santa nei cortili e nelle stalle prima del suo passaggio, per proteggersi dai suoi poteri malefici. E nel suo Bestiario, Leonardo da Vinci lo considerava la rappresentazione della crudeltà: "Il basalischio è di tanta crudeltà che quando colla sua venenosa vista non po occidere li animali, si volta all'erbe e le piante e fermando in quelle la sua vista, le fa seccare". 

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