mercoledì 4 luglio 2012

Scorpione fossile, un reperto eccezionale a Verona

L'Arena

martedì 03 luglio 2012




BOLCA. Presentato al Museo l´eccezionale reperto, scoperto da Massimo Cerato e risalente a 50 milioni di anni fa

Scorpione fossile, un intruso
nella «laguna pietrificata»


Viveva sulla terraferma ma trovò la morte nel mare: è stupefacente per lo stato di conservazione il colore della corazza, la postura

Un pezzo unico e un prodigio della natura il fossile di scorpione risalente a circa 50 milioni di anni fa mostrato per la prima volta in pubblico sabato pomeriggio nell´auditorium del Museo dei fossili di Bolca.
Un autentico concentrato di rarità, secondo il professor Roberto Zorzin, conservatore del Museo di storia naturale di Verona e direttore degli scavi di Bolca, che ha presentato il prezioso reperto, prima di tutto perché la fauna terrestre non era coinvolta nel fenomeno della fossilizzazione, che avveniva nei fondali marini e riguardava quindi tutti i tipi di pesci.
«Dunque, solo la fatalità ha condotto l´aracnide dalla terraferma nelle acque lagunari del mare della Tetide, dove ha subito lo stesso destino di migliaia di pesci», ha sottolineato il professor Zorzin. «Ma il reperto è stupefacente anche per lo stato di conservazione, il colore della corazza, la postura».
Solo un altro esemplare di scorpione era emerso dal mare di Bolca ed è conservato nel Museo di di storia naturale di Verona; ma è catalogato come pseudoscorpione in quanto è informe e non vi è certezza sulla specie; nulla a che vedere insomma con quello in mostra a Bolca, del tutto uguale agli attuali discendenti, di cui è una perfetta icona. In tutto somigliante anche al logo delle auto Abarth, che sabato hanno sfilato a Bolca, in occasione della 41a Festa della paleontologia; ovvero al più conosciuto segno zodiacale dello scorpione.
Innumerevoli le simbologie che l´uomo ha attribuito a questo aracnide dall´alba dei tempi a causa del suo aspetto inquietante. La pietra fossile che tiene in mano Massimo Cerato era stata estratta dalla Pesciara di Bolca negli anni Settanta da suo padre Massimiliano, conservata poi nella collezione di famiglia insieme a molte altre, e catalogata come «artropode terrestre». Ma solo di recente è stata ripresa in mano e «pulita», ovvero è stata grattata! via la marna, la roccia sedimentaria soprastante, mettendo in! luce lo scorpione in tutta la sua bellezza.
Proprio per questa modalità di pulitura, ha spiegato il professor Zorzin, non ha controparte ed è un pezzo assolutamente unico. Di solito la pietra viene spaccata da mani esperte con un colpo di martello; aprendosi come due pagine di un libro, compare il fossile impresso su ambo le pietre.
«Uno scorpione come questo è sostanzialmente un animale timido; incute paura per le sue forme, le sue pinze, la sacca del veleno, ma è un animale innocuo, che vive nascosto e che evita la luce», ha detto Zorzin mostrando poi le immagini di altri scorpioni: progenitori comparsi prima nel mare di 510 milioni di anni fa e di enormi dimensioni.
Grande risonanza ebbe, nel 2007, il ritrovamento in Germania, nelle Ardenne, di una chela lunga 46 centimetri di uno scorpione gigante degli Euripteridi, un mostro vissuto 400 milioni di anni fa e che a chele distese poteva raggiungere 3,5 metri di lunghezza.
Fossili di scorpioni pr! ovengono dai giacimenti di Chapada do Araripe, in Brasile, risalenti al Cretaceo; altra meraviglia della natura, proveniente dal Baltico, è uno scorpione perfettamente fossililizzatosi nell´ambra. Ma di scorpioni sulla Terra ce ne sono circa 2mila specie e solo nel sud dell´Africa ne esistono di dimensioni oltre i 20 centimetri. Al momento, di scorpioni fossili Bolca ha dunque un singolo esemplare, ma si sa che i siti paleontologici di quest´angolo di Lessinia non smettono mai di stupire. E la ricerca continua.
  

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