venerdì 20 luglio 2012

A Verona due vergini difese dai ragni


L'Arena
domenica 15 luglio 2012 – CRONACA



L´ITINERARIO. Accanto alla chiesa dei Santi Apostoli in via Cavour

Nel sacello
di Teuteria
e Tosca



La tradizione narra che le due vergini, ricercate  dai soldati, furono salvate nella grotta dai ragni  che tessero una fitta tela per poterle nascondere

Due giovani che si rifugiano in un vecchio sepolcro per dedicare la loro vita a Dio, i soldati che le cercano per arrestarle e una famiglia di ragni che tesse una fitta tela per nascondere le ragazze alla vista dei militari. È una leggenda suggestiva quella che circonda il sacello di Santa Teuteria e Tosca del quinto secolo, annesso alla chiesa dei Santi Apostoli, a due passi da corso Cavour, l´antica via Postumia, detta anche dei Sepolcri perchè in questa zona in epoca romana si trovavano le tombe dei patrizi romani. Lo stesso sacello delle sante vergini cristiane, sfuggite, secondo la tradizione, alla persecuzione grazie all´intervento miracoloso dei ragni, sorgeva su una tomba romana riccamente decorata a mosaici. A guidarci in questa nostra ricognizione è il parroco dei Santi Apostoli, monsignor Ezio Falavegna.
LA CHIESA dei Santi Apostoli è ricordata nel Ritmo Pipiniano (VIII-IX secolo) in molti documenti a partire dall! ´undicesimo. Le origini risalgono al quinto secolo come basilica Apostolorum. Venne poi rinnovata nel dodicesimo secolo. Per accedere al sacello bisogna passare per la chiesa anche se la costruzione rotondeggiante, che ricorda il mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, ha un´entrata esterna. L´ambiente romanico dà un´impressione di raccoglimento e di pace. Sul fondo, nell´absidiola, si eleva il sarcofago con i resti delle sante Teuteria e Tosca che in origine era interrato e in epoca successiva venne sopraelevato su quattro colonne. Sull´originario sarcofago vennero applicate immagini delle sante, della Madonna con il bambino, e, inginocchiata, una figura maschile, sotto la quale c´è la scritta San Procolo, indicazione secondo gli studiosi piuttosto tarda e forse non consona.
QUESTO LUOGO, precisa monsignor Falavegna, «è uno dei più antichi tra le costruzioni religiose della città, uno dei primi esempi di edifici paleocriti! ani. Del resto questa era già in epoca romana una zona di sep! olture e i cristiani non fanno che continuare questa tradizione». Ne sono testimoni anche due tombe poste ai lati del sarcofago delle sante. Sulla destra una tomba scaligera, rispetto all´ingresso centrale, si trova l´arca di Francesco Bevilacqua, soldato e giurista consigliere di Cangrande II morto nel 1368. Dalla parte opposta si trova invece la più elaborata arca dei fratelli Giovanni Francesco, Antonio e Gregorio Bevilacqua, come si legge dalla lapide soprastante. La cassa in marmo rosa, posta su un alto gradino, è sostenuta da due cariatidi alate.
NELL´ANGOLO a destra dell´ingresso centrale si nota una grande vasca battesimale, ricavata da un unico blocco in marmo rosato, proveniente dalla vicina chiesa di San Lorenzo da dove venne trasportata nel 1806. Si sa che vi fu battezzato San Giovanni Calabria il primo novembre del 1873 e la tradizione vuole che in questo fonte sia stata battezzata anche Santa Maddalena di Canossa il 2 marzo del ! 1774..
IL COMPLESSO della chiesa dei Santi Apostoli e della canonica è stato restaurato tra il 2009 e il 2012. Nella piazzetta a fianco della chiesa è stato costruito un parcheggio sotterraneo. Ma prima di questo intervento, come ricorda il professor Gianni Lollis, presidente della Società Belle Arti, ne erano stati fatti altri per il recupero dei mosaici che sono stati successivamente coperti dal parking.
BISOGNA tornare al 1994, in occasione degli 800 anni di consacrazione della chiesa, spiega Lollis. «In quell´occasione venni incaricato con una collega, Maria Teresa Marchetta, e sotto la supervisione della Sovrintendenza, a ripulire il pavimento del sacello, nella parte dell´intercapedine intorno al monumento, dai resti di materiale sparso dopo un discutibile restauro fatto ai primi del 1900. Scoprimmo dei bellissimi mosaici, alcuni stratificati, in parte del primo secolo, a tessere bianche con intersezioni di strisce mosaicate nere, e altri del! quarto secolo, a trecce, nei colori del bianco, del rosso e del nero, ! tra cui il cosiddetto nodo di Salomone. Li ho fotografati tutti. So che c´era anche un progetto di recupero per questi mosaici, per farne un percorso intorno al sacello con una copertura a vetri per renderli visibili. Ma poi non se n´è più parlato».
LA VISITA del sacello, come della chiesa, è possibile tutti i giorni dalle 8.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 19. Il sacello è ancora utilizzato per battesimi e matrimoni e altre funzioni.3-continua


 


LEGGENDA. Come si legge nella recente e dettagliata pubblicazione di Caterina Gemma Brenzoni sui Santi Apostoli e sull´annesso sacello, risale al terzo secolo la leggenda di Teuteria vergine pagana di stirpe regia, nata in Inghilterra e convertitasi al Cristianesimo. Per sfuggire al promesso sposo, il re Osvaldo, fugge a Verona dove la accoglie Tosca, sorella del vescovo Procolo, che viveva già da eremita in una cella fuori le mura della città, pregando e digiunando. Qui vanno a cercarle i sicari del re per riportare Teuteria a casa, dal suo promesso. Ma, dice sempre la leggenda, i ragni tessono una fitta cortina sull´apertura della cella e le due vergini sfuggono alla vista dei soldati. Le due donne vivranno sempre qui e qui moriranno e saranno sepolte e venerate.
  

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