lunedì 25 febbraio 2013

Gli amuleti di D'Annunzio al Vittoriale, torna il Ponte delle corna


Delle superstizioni di D'Annunzio e delle curiosità al riguardo presenti nel Vittoriale parlo anche nel mio libro, "Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda"





L'Arena
giovedì 21 febbraio 2013

GARDONE. È stato ripristinato nel parco della villa sul lago un luogo di rituali scaramantici

Al Vittoriale torna il Ponte delle corna

«Io che ne ho messe tante ho in dono tante corna» scherzava il poeta. Faceva passar di lì i menagramo


Il Vittoriale, la villa con parco a Gardone, sulla riva bresciana del Garda, riaprirà ai visitatori dal 12 marzo anche il Ponte degli scongiuri sulla Valletta dell'Acqua pazza (già Valletta del Riotorto): vi si accederà dal Frutteto, risalendo dal Laghetto delle danze sino al Ponte delle teste di ferro; nessun annuncio, invece, sulla Torre San Marco, darsena di d'Annunzio e luogo fra i più suggestivi del Garda.
Il Vittoriale rigurgita di amuleti: corna contro la iettatura (sulla porta del Casseretto) e altri simboli, a cominciare dal diavolesco mostro, cornuto e linguacciuto, chiuso nella nicchia del tabernacolo sulla facciata della Prioria, purtroppo rubato. E come se ciò non bastasse, volle innumerevoli scritte propiziatrici a protezione della dimora. Il Ponte degli scongiuri aveva appunto funzione scaramantica. Gabriele d'Annunzio ne fece cenno nel 1925 al falegname Giacomino Scarpetta di Gardone, uno dei molti artigiani chiamati a lavorare nella «santa fabbrica»: «Mio caro Giacomo, ho in dono – per il mio Ponte degli Scongiuri – tante belle corna, io che ne ho messe tante! O ironia!» 
Il ponte finì in cartoline, come qualla che pubblichiamo e così lo descrisse Raffaello Biordi: «Al Vittoriale sopra un piccolo corso d'acqua volle il ponticello degli scongiuri, ornato di corna di cervo, di alce e di speroni di gallo: chi vi passava sopra era tenuto a pagare il pedaggio perché solo così si determinava l'aura magica propizia; ma egli vi faceva passare, a ogni buon conto, tutti quelli che riteneva menagramo e la cui nefasta influenza fosse necessario neutralizzare». Gettando una moneta in una fenditura del terreno il poeta affermava che la fortuna e ogni desiderio, pensati nell'attimo dell'offerta, sarebbero stati realizzati. 
Altro manufatto curioso della Valletta dell'Acqua pazza è il Ponte delle teste di ferro, segnalato dalla prima guida del Vittoriale del 1927, costruito in pietra bianca di Verona, con parapetti e sedili; sui pilastri una decina di grandi proiettili d'artiglieria donati al poeta dal Duca della Vittoria della Grande Guerra, il maresciallo Armando Diaz; fu ricostruito negli anni Novanta. Destava curiosità anche il Ponte delle lepri distrutto e non più ripristinato. Era stato costruito in legno, ornato da quattro lepri scolpite, sempre nel legno. La credenza popolare vuole che la lepre, poiché corre veloce, sia figlia del diavolo. Per altri, invece, sia animale guida nel mondo del mistero.A.M. 

Nessun commento:

Posta un commento