lunedì 17 dicembre 2012

Il Dukw ritrovato, dal 45 sotto il Garda


L'Arena 
venerdì 14 dicembre 2012 

LA SCOPERTA. L'anfibio si era inabissato a Torbole il 30 aprile 1945 con i venticinque giovani militari che trasportava

Relitto Usa, l'emozione dei parenti dei soldati

Val Rios, il presidente dei discendenti delle vittime: «Vogliamo riportare a casa i resti dei nostri ragazzi»

«Sono emozionatissimo per il ritrovamento del Dukw e felice che qualcuno si sia preoccupato di continuare le ricerche. Abbiamo avvertito le famiglie e farò tutto il possibile per riuscire a riportare ai loro discendenti i resti dei nostri poveri soldati». È quanto ha comunicato, prima via mail e poi con una toccante telefonata, Val Rios il presidente della decima Mountain Division Descendants (Associazione dei discendenti della Decima divisione di montagna) ai Volontari del Garda. 
Il gruppo bresciano degli «angeli azzurri» lunedì, dopo mesi di impegnative ricerche, è riuscito ad individuare nelle acque al largo di Torbole, a oltre 270 metri di profondità, il Dukw, l'autocarro anfibio che il 30 aprile 1945 si inabissò nel lago. Un tragico incidente nel quale persero la vita 25 giovanissimi soldati statunitensi tra i 18 e i 23 anni. 
Intanto, annuncia il loro responsabile Mauro Fusato, i Volontari del Garda hanno preparato un video che racconta il ritrovamento del mezzo militare tramite le immagini registrate sul fondo del Garda con l'aiuto di sonar e robot, nonchè con un vecchio filmato dell'epoca della seconda guerra mondiale. Un video che verrà mostrato per la prima volta durante la conferenza stampa convocata per domani alle 10.30 nella sala ex biblioteca di Riva, in via Chiesa 12.
Quanto al Dukw, è un autocarro che pesa 2 tonnellate e mezzo. In quel 30 aprile del 1945 aveva portato gli alleati «alpini americani» sul Garda. Una tempesta li colse alla sprovvista e soprattutto troppo carichi: il mezzo anfibio si rovesciò e fu una strage. Riferiscono i volontari che non ci sono corpi all'interno del relitto. Ma nella zona circostante, così ha rilevato il sonar, appaiono numerose forme di misura compresa tra il metro e 70 e il metro e 80: potrebbero essere i resti di quegli sfortunati soldati. Dal naufragio si salvò soltanto uno dei militari, il caporale Thomas Hough, che si aggrappò ad un pezzo del mezzo e guadagnò la riva. In paese si tramanda ancora che quella sera, nel buio, gli abitanti di Torbole sentirono le urla dei dei giovani naufraghi. Nel 2004 arrivò sul Garda per cercare il mezzo anche una spedizione statunitense, con un'equipe della Texas University, che non ebbe successo. 
Gli stessi Volontari del Garda avevano cercato di individuare il Dukw anche tra la fine del 2011 ed il 2012. L'altro giorno la scoperta grazie a un sonar e una telecamera filoguidata. 





L'Arena 
domenica 16 dicembre 2012

LA SCOPERTA. Furono 24 i soldati che persero la vita sul Dukw, affondato il 30 aprile 1945 e rinvenuto a sud di Riva

Avvistati i corpi dei militari
vicino all'anfibio americano

«Gli echi del sonar segnalano target di 160 e 180 centimetri» dicono i Volontari del Garda  di Salò che hanno trovato il relitto

Tasselli di storia emergono dalle acque del Garda. Con il ritrovamento del mezzo anfibio (Dukw) della Decima Mountain Division su cui viaggiavano 25 giovani soldati americani prima di essere travolti dalle onde del lago in tempesta, dopo quasi 70 anni il gruppo Volontari del Garda di Salò ha riportato alla luce la più grande tragedia del secolo scorso nell'area gardesana. 
Non solo: i segnali restituiti dal sonar nelle immediate vicinanze del Dukw fanno ipotizzare anche ai ritrovamento dei corpi di qualche membro dell'equipaggio. Il mezzo americano è stato trovato a circa 3,5 chilometri a sud di Riva, all'altezza del Corno di Bò, falesia sovrastante la seconda galleria che da Torbole conduce a Malcesine. Il traguardo, frutto di un anno di ricerche a tappeto sui fondali dell'alto lago, è stato raggiunto grazie alle tecnologie a bordo dell'imbarcazione Volga 2026 dei Volontari di Salò, alle testimonianze di personalità dell'esercito americano e ai racconti di Carlo Bombardelli, testimone oculare di Riva (vedi box) all'epoca bambino, che ha dato indicazioni per l'individuazione del punto in cui il Dukw affondò la sera del 30 aprile 1945.
Sono stati scandagliati 7 milioni di metri quadrati di fondale in 17 sessioni di ricerca, con decine di volontari e oltre 1000 scansioni sonar. «Le ricerche sono iniziate il 7 dicembre 2011 e in una prima fase hanno coinvolto la punta nord del lago tra Torbole, Riva del Garda e Limone», ha spiegato ieri a Riva del Garda Mauro Fusato, comandante del gruppo sommozzatori di Salò. «Nel marzo 2012 abbiamo ampliato il raggio di ricerca verso sud, tornando sulla possibile rotta che il Dukw ha intrapreso dopo essere partito da Navene e domenica scorsa il sonar l'ha individuato a 276 metri di profondità». 
La telecamera ad alta definizione (Rov) integrata e collegata all'imbarcazione ha ripreso il Dukw integro e ben riconoscibile, nei suoi 9,5 metri di lunghezza e 2,5 di larghezza, alto 2,7 metri e con le sei ruote motrici. Un mezzo potente, con una velocità di 80 chilometri orari su terra e fino a 7 nodi in navigazione, ideato per trasportare uomini e merci dalle navi alle spiagge ma molto utilizzato anche nei fiumi e nei laghi. Ma a niente è servita quella potenza davanti al forte vento che ha scatenato un temporale mentre il Dukw si trovava in mezzo al lago. «Possiamo solo immaginare la tragedia vissuta dai giovani soldati dell'esercito americano», ha detto Luca Turrini dei Volontari del Garda, «il buio, la paura di persone che non conoscevano la zona e probabilmente non sapevano nuotare perché addestrate a combattere tra le montagne, il pericolo del fuoco nemico dei tedeschi dai monti vicini, e le onde sempre più alte che travolsero il Dukw e tutti loro». Tutti tranne il capitano Thomas Hough originario dell'Ohio, che è riuscito ad aggrapparsi a un'asse di carico per sfuggire alle acque gelide del lago. «In aprile le temperature massime dell'acqua sul Garda raggiungono gli 8 gradi», ha precisato Mauro Fusato, «a quelle condizioni si può sopravvivere al massimo 20 minuti, per questo ipotizziamo che il superstite abbia avuto un supporto con cui spingersi verso nord, fino a quando alcuni commilitoni di stanza a Riva del Garda lo hanno recuperato con una barca a remi, ormai privo di sensi».
Gli echi del sonar che ha rinvenuto il Dukw segnalano altri target tra i 160 e i 180 centimetri. I Volontari del Garda ipotizzano siano i corpi delle persone morte nella tragedia. «Fino al 23 torneremo a scandagliare il fondale per approfondire la questione», ha affermato Turrini, «trovare i resti dei soldati sarebbe un modo per dare memoria alle vittime ma sarà compito della magistratura e delle autorità americane recuperarli». 




L'Arena
domenica 16 dicembre 2012

«Ho sentito
le loro grida
nel buio»

Carlo Bombardelli aveva solo 10 anni quando, quel 30 aprile 1945, il Dukw s'inabissò a tre chilometri da Riva, causando la morte di 24 soldati americani. Oggi, a 77 anni, contadino in pensione, testimonia l'esperienza diretta di quella tragedia. «Quel giorno ero con mio padre a Torbole e vedevamo passare i soldati americani, erano gli ultimi giorni di guerra e ormai era la fine per i tedeschi». «Ero piccolo», prosegue, «ma ricordo bene che quella sera c'era la “vinessa”, cioè vento molto forte e violento che viene da sud e provoca onde molto alte». Carlo non sapeva che di lì a poco la minaccia di sventura portata dalla “vinessa” si sarebbe abbattuta sul Dukw e sull'equipaggio a bordo. Solo le grida disperate di aiuto glielo fecero intuire: «Verso le 20 ho iniziato a sentire della urla provenienti dal lago», racconta, «non sapevo l'inglese ma percepivo la disperazione nelle parole che sentivo». Il giorno dopo le acque avevano spinto verso la riva tra la foce del Sarca e il monte Brione otto zaini, appartenenti ai giovani militari americani. Nel 2003 gli americani avevano effettuato diversi sopralluoghi alla ricerca del Dukw nella zona antistante il porto di Riva del Garda. Ma Bombardelli sapeva che lì non avrebbero trovato nulla: «La direzione in cui cercare era a sud, fuori dalla foce del Sarca, al largo di Torbole». L.Z. 

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