giovedì 11 aprile 2013

Catturato il mostro del fiume Adige


L'Arena 
giovedì 28 marzo 2013



MONTEFORTE. Eccezionale cattura vicino a Ponte Catena, in città: il grosso esemplare pescato con un'esca artificiale

Trota di 10 chili: preso il «mostro dell'Adige»

Gabriele Bolla pensava di avere la lenza impigliata Ha impiegato 50 minuti per portare a riva il pesce



Sotto ponte Catena un pescatore montefortiano acchiappa «il mostro dell'Adige». Gabriele Bolla ci ha messo 50 minuti per tirar fuori dall'acqua una trota marmorata di 10 chili e 200 grammi. «Un esemplare spettacolare, 105 cm dalla testa alla coda, 15 anni d'età stimati. Se ancora ci penso, mi tremano le gambe», dice emozionato il socio dell'Associazione pescatori di Verona.
E' successo tutto sabato mattina: «Volevo andare sotto ponte Catena a tutti i costi e ho dovuto faticare per convincere mio cugino Christian. Alla fine ho vinto io e siamo approdati in città. Lui si è spostato verso valle e io sono rimasto sotto il ponte», racconta Bolla, pescatore da sempre, «e ho buttato la lenza al largo. Dopo un po' ho sentito dei colpi molto forti, ma francamente pensavo di essermi impigliato in qualcosa. Ho iniziato a tirare e ho visto la canna piegarsi in modo impressionante».
Tira e tira, a un certo punto dal pelo dell'acqua fa capolino la testa enorme di una trota. «Mi sono messo a urlare e ho cominciato a tirare ma avevo il braccio piegato. E' venuto in aiuto un ragazzo che era lì a pescare e nel frattempo mio cugino è corso verso di me. Io tenevo la canna e loro mi aiutavano: ci abbiamo messo 50 minuti a farla uscire dall'acqua».
Quando hanno capito cosa aveva abboccato i tre sono rimasti a bocca aperta: «Un mostro, il mostro dell'Adige. Si sa che lì è un posto buono, ma una roba così! Il massimo che mi era capitato, fino a sabato, erano esemplari sui tre chili». Bolla ha dovuto prender fiato davanti ad un bicchiere e s'è rifugiato nel baretto all'angolo di ponte Catena: «Il barista è rimasto sconvolto. Mi ha chiesto una foto perchè una roba simile non gli è mai capitato di vederla in tanti anni».
La trota da guinness Bolla se l'è portata via a spalle, come un trofeo di caccia più che di pesca e quando l'ha guardata con attenzione è sbiancato: «Mai visti denti simili! Nella bocca del pesce ci entrava tutta la mano e il polso». A casa sua la foto del trofeo è un ingrandimento già in cornice. La trota, invece, beffata da un'esca artificiale in metallo che nel movimento ondulante imita un argenteo pesciolino, è finita nel congelatore: «Non so come si chiamasse, ma vorrei ringraziare quel ragazzo che mi ha aiutato. Ha fatto a tempo a dirmi che da due settimane è in cassa integrazione e che in 15 giorni di pesca quotidiana aveva preso giusto due trote da sei etti: beh, qua ce n'è anche per lui che quasi quasi sveniva davanti ad un esemplare del genere».P.D.C.

A Bevilacqua strani fenomeni al castello


L'Arena
domenica 07 aprile 2013


BEVILACQUA. Le anomalie sono state riscontrate al castello dal Gruppo investigativo attività paranormali di Roma 

Nebbiolina, impronte e rumori
Strani fenomeni nella fortezza

L'analisi del materiale raccolto  dai «cacciatori di fantasmi» con sofisticate strumentazioni ha rivelato anche voci e risate


In una stanza è apparsa improvvisamente una leggera nebbia mentre un'entità ha lasciato impronte su un tavolo. Ma si sono verificati anche rumori di sedie in movimento e voci elettroniche Evp - Electronic voice phenomena - che sembravano rispondere alle domande. Queste sono state le principali anomalie riscontrate al castello di Bevilacqua durante l'indagine effettuata lo scorso 23 febbraio dal Gruppo investigativo attività paranormali di Roma, con la partecipazione dei sensitivi Francesca Gargano ed Angelo Caregaro, del proprietario della fortezza Roberto Iseppi e di numerosi utenti collegati online via internet.
C'è voluto del tempo per analizzare dettagliatamente tutto il materiale raccolto in quella serata. «Innanzitutto abbiamo analizzato il video dell'indagine, visionando le immagini delle telecamere mobili e fisse a visione infrarossa, nonché quelle termiche» spiega Gian Paolo Peroni, fondatore del gruppo di Ghost hunters (cacciatori di fantasmi ndr) nato nel 2011. «Poi», aggiunge, «abbiamo esaminato i file audio raccolti con i registratori digitali ed il convertitore di ultrasuoni. Infine, sono state elaborate le foto scattate con le visioni ad infrarossi, ultravioletti e termiche». 

Due sono state le singolari manifestazioni riscontrate nel sopralluogo. La prima riguarda l'improvvisa nebbia creatasi all'interno della stanza sottostante alla camera da letto della contessa Felicita Bevilacqua, che è stata confermata dal rilevatore di umidità, il quale ha avuto una netta impennata verso l'alto. Le rilevazioni eseguite con la griglia laser, la termocamera ed i termometri laser non hanno segnalato però alcun movimento anomalo, mentre nei filmati compare solo una lieve foschia. L'altra anomalia riguarda le tracce termiche lasciate sul tavolo della stanza della musica, come se qualcuno o qualcosa si fosse appoggiato: tracce non riconducibili comunque ad una mano umana.

Dall'analisi degli Evp, invece, sono emerse ben due anomalie: una registrata nella stanza da letto della contessa, l'altra nella sala della musica. «La prima, molto facile da ascoltare», riferisce Peroni, «sembrerebbe la risata di un bambino». «La seconda, invece, ha volume e nitidezza minori rispetto alla prima, ma ad un attento ascolto, pur non riuscendo a ricostruire parole di senso compiuto, sembrerebbe essere la risposta ad una nostra domanda precisa su come mai il castello fu conquistato molte volte dai nemici».
In conclusione, dopo aver analizzato tutto il materiale raccolto, non si può dire con certezza se il castello sia abitato dalle anime di Felicita, di Alessandro Bevilacqua, di altri componenti della famiglia o di soldati caduti in quei luoghi. Tuttavia, «i risultati dell'indagine inducono a ritenere che qualcosa di anomalo accade realmente all'interno del castello, sebbene non si possa parlare di infestazione». «Sicuramente la struttura», a detta dei Ghost hunters romani, «è un luogo interessante dove sarebbe il caso di svolgere ulteriori ricerche».