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La leggenda delle Mantelle Rosse di Montagnana
Montagnana, in provincia di Padova
Una leggenda narra che la bella città murata di Montagnana riuscì a salvarsi dalle invasioni dei Veronesi grazie a un interessante stratagemma. Siamo intorno al 1200, epoca in cui le invasioni dei veronesi nei territori padovani erano quasi all’ordine del giorno.
Un giorno di mercato, un messo arrivò tutto trafelato, portando la terribile notizia che l’esercito veronese aveva deciso di attaccare Montagnana.
Subito si mosse la macchina da guerra: il fossato che circondava e difendeva la città murata venne riempito d’acqua fino all’orlo, la città venne fornita di viveri per affrontare il lungo assedio che si stava paventando. Alcuni messaggeri vennero inviati a Padova per chiedere soccorso nel caso di un imminente assedio. Mentre il nemico avanzava in forze, Montagnana aspettava con trepidazione, perché si sapeva che il numero degli invasori era di gran lunga superiore a quello dei soldati che potevano difendere la città.
La cinta murata di Montagnana
I saggi del Gran Consiglio allora ebbero un’idea: se avessero infatti messo dei drappi sopra a delle croci, e se avessero messo dei fantocci di legno rivestiti di drappi rossi sopra gli spalti della città, forse il nemico avrebbe pensato che si trattasse di altri soldati e si sarebbe per lo meno rallentato. E così fecero: vennero requisite tutte le stoffe rosse che si trovavano nella città murata, e con quelle stoffe vennero confezionati dei mantelli.
Furono poi costruiti in fretta e in furia dei fantocci di legno che, posizionati sugli spalti e rivestiti dei mantelli rossi, riempirono tutto il camminamento superiore delle mura.
Montagnana...by night!
I veronesi attaccarono Montagnana alle prime luci dell'alba, e arrivati sotto le mura, videro un'impressionante distesa di guerrieri che, le armi in pugno, erano pronti a difendere la loro città.
Contemporanemente, si aprirono le porte della città e un numerossissimo esercito di soldati dai mantelli rossi uscì gridando, con le armi sguainate, pronti a ricacciare indietro gli invasori veronesi.
In realtà, se i Veronesi avessero osservato con più attenzione, si sarebbero forse accorti che quegli sugli spalti altri non erano che manichini, e l'esercito che era uscito da Montagnana era composto per la maggior parte da donne, vecchi e bambini, gente, quindi, priva di ogni conoscenza di guerra e assolutamente inadatta a difendere la città murata.
Tanto bastò, però, perchè i Veronesi fecessero dietro-front e rinunciassero all'assedio, sorpresi che Montagnana potesse disporre di un esercito tanto potente.
Le mantelle rosse
Purtroppo però l'inganno fu ben presto scoperto. nella stessa giornata il nemico, osservando i soldati sugli spalti che erano innaturalmente immobili ed essendosi accorti che sotto il mantello rosso di cui i guerrieri erano rivestiti si celavano per lo più vecchi e donne, tornarono sui loro passi per conquistare la città e punire duramente i montagnanesi che avevano osato beffarli.
Ad attenderli però trovarono l'esercito di Padova, che era nel frattempo giunto a difesa della città murata, e i Veronesi furono sconfitti e cacciati definitivamente.
Montagnana era salva. Si festeggiò per una settimana intera e si decise, con un editto della città ancor oggi in vigore, che ogni anno venisse ricordato quell'evento fortunoso con una parata di cittadini, tutti con i mantelli rossi.
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