BRESCIA OGGI
Mercoledì 04 Maggio 2011 PROVINCIA Pagina 25
LA PROVINCIA ARCHEOLOGICA/1. Due appassionati gardesani hanno fatto una ricognizione al sito immerso nel bosco
Il Sercol nascosto di Nuvolera
va alla ricerca di nuova luce
Il grande cerchio di pietre bianche sul monte Cavallo è visibile in primavera quando il sottobosco è brullo ma servono studi specialistici e il sito è abbandonato
Inghiottito da una fitta vegetazione dalle parti di Nuvolera, sul monte Cavallo, un cocuzzolo che fa da confine con la località di Virle, dorme di un sonno millenario il leggendario e semi dimenticato Sercol: un magico cerchio di pietroni allineati con una figura umana incisa con un sole che punta al tramonto. Protetto dal suo sottobosco impenetrabile, è di fatto isolato. In pochissimo possono dire di averlo visto: arrivarci è un'impresa ardua, che in inverno diventa impossibile. L'unico momento buono è l'inizio della primavera, quando la vegetazione non è ancora rigogliosa. Non esiste un sentiero percorribile: rovi e massi aguzzi sbarrano più volte l'ascesa sul ripido pendio e non è raro sentire sibilare le vipere. ! 200; un posto fuori dal tempo e non alla portata della semplice curiosità dei camminatori domenicali.
Queste difficoltà non hanno fermato due giovani studiosi desenzanesi, Armando Bellelli e Marco Bertagna, entrambi appassionati di storia bresciana e archeologi dilettanti. Qualche voce era giunta alle loro orecchie, ma a incuriosirli sono state le misteriose geometrie visibili tramite programmi di immagini satellitari come Google Earth, così, strumenti alla mano, hanno deciso di sfidare il monte Cavallo e tra boschi di castagno e rovi spinosi hanno mirato al segreto cocuzzolo.
Là in cima c'è la testimonianza di un'antica presenza umana: un grande cerchio di pietre bianche, perfettamente regolare e con un diametro di circa 42 metri. Esattamente al centro, a quota 420 metri, ci sono altri grandi massi ricoperti da muschi e detriti. Lì vicino c'è anche una piattaforma di pietra semi sepolta con quella che potrebbe sembrare una figura u! mana profondamente scolpita nella roccia adorante un disco sol! are: la figura è perfettamente allineata verso ovest, verso il sole che muore.
Il cerchio di pietre è simile a quelli che si possono ammirare in Inghilterra, Irlanda, Scozia e molte altre parti d'Europa, mentre in Italia sono estremamente rari. Le terre bresciane sono state abitate da Liguri, Celti e Galli Cenomani, ma per apprezzare l'importanza e la vastità del sito nostrano oggi è necessatio utilizzare fotogrammetrie dall'alto.
«Non mi sento di dare una datazione o un'attribuzione ad una antica popolazione - spiega Bellelli -, ritengo sia necessaria e doverosa un'attenzione particolare al sito da parte della Provincia di Brescia e della Sovrintendenza. Potranno confermarlo soltanto gli archeologi professionisti, ma l'idea che in cima a quel monte si celi da decine di secoli una Stonehenge bresciana mi emoziona fortemente e mi auguro che presto diventi oggetto di studio per verificare una simile possibilità».
Se il sito venisse ! ripulito e provvisto di una strada, avrebbe un'aspetto suggestivo,e sarebbe una attrattiva non solo per le scolaresche. A Desenzano il museo dell'Età del Bronzo ospita anche l'aratro più antico del mondo, a Polpenazze si lavora per creare un museo al sito palafitticolo del lago Lucone e per il Monte Cavallo i due studiosi dicono «Ci auguriamo che presto il Sercol e i suoi misteri vengano svelati a tutti gli abitanti della nostra bella provincia».
Nessun commento:
Posta un commento