domenica 10 aprile 2011

Ragazzine scomparse e coincidenze seriali...

Il superstite (56)
9 aprile 2011



di Danilo Arona
Ne ho già scritto all’inizio del triste caso di Yara Gambirasio. Adesso mi pare il caso di ritornarci dopo le ultime testimonianze, mediate dalla benemerita trasmissione “Chi l’ha visto?”, provenienti dal Veneto (Montecchio Maggiore) e riguardanti un tentativo di sequestro, andato a buca, di due ragazzine.

Sulla scena altrettanti brutti ceffi – un palo e un effettivo rapitore – e il solito pulmino bianco. Il palo si è dileguato e il kidnapper è stato arrestato. Ovviamente non so e forse nessuno sa che ne pensino gli inquirenti, ma il team di “Chi l’ha visto?” presuppone collegamenti sinistri con il caso di Brembate di Sopra: la sospettata coppia di rapitori (nonché assassini), il furgone bianco filmato e visto da più testimoni, le urla di una ragazza provenienti dal pulmino in corsa che un’altra testimone avrebbe senza dubbio udito mentre gettava la spazzatura. Viaggia la teoria dell’analogia puramente casuale perché di pulmini bianchi in giro nell’Italia del nord, per onesti e normali motivi di lavoro, ce ne sono migliaia.

Però in rete gira più di un sito – come li leggo io, li leggeranno pure gli inquirenti – dove queste caratteristiche basiche – coppia di uomini e pulmino bianco – si ritrovano pari pari in altri casi europei, quanto mai similari. Quello portoghese della piccola Maddie McCann, quello svizzero dell’altrettanto piccola Ylenia Lenhard, purtroppo conclusosi in modo simile a quello italiano, quello austriaco di Natasha Campush, risoltosi clamorosamente dopo otto anni con il ritrovamento della ragazza cresciuta in segregazione e quello orribilmente famoso del Belgio a opera del mostro di Marcinelle.

Ora, non sembra strano – un po’ troppo strano – che i mezzi siano così simili così come le tecniche di rapimento? I gestori dei succitati siti sostengono l’esistenza di una rete di pedofili che agisce alla maniera di Al Qaeda, ovvero ogni cellula opera in piena autonomia, in modo anche da “comunicare” su due canali, quello immediato, percettivo, in cui i perturbatori sociali siano interpretabili come “una coppia di balordi” (vi ricorda qualcosa?) e un altro, subliminale, che “semina” quasi in codice l’idea di una rete in grado di colpire ovunque e a macchia di leopardo.
Fantascienza? Non lo so, ma su questi siti si sostiene che detta rete avrebbe sede in Svizzera nei pressi della cittadina di Zandvoort. E in Svizzera le statistiche parlano di mille segnalazioni all’anno, ovviamente la maggior parte risolte.

Il corpo della piccola Ylenia, cinque anni e mezzo, venne ritrovato nel settembre 2007 in un bosco del canton San Gallo, a oltre due mesi dalla scomparsa. Il cadavere, in parte divorato dagli animali, fu identificato grazie ad alcuni gioielli riconosciuti dai familiari. La bambina era scomparsa il 31 luglio mentre tornava dalla piscina che distava solo qualche centinaio di metri dalla sua abitazione nel canton Appenzello. Per tutto il tempo la vicenda fu seguita con apprensione dalla popolazione e dai media elvetici, fino al tragico epilogo di quel sabato. Il presunto rapitore e assassino, uno svizzero di 67 anni domiciliato in Spagna, si era ucciso nel bosco di Hartmann lo stesso giorno della sparizione della piccola. Prima di togliersi la vita, l’uomo aveva sparato a un testimone, un uomo di 46 anni, ferendolo al petto. Le analisi del DNA avevano stabilito che il sequestratore aveva toccato gli oggetti di Ylenia (zainetto, casco da ciclista e monopattino) e che la bimba era salita nel suo furgone bianco. Il suicida era oggetto d’indagine da tempo perché sospettato di collegamenti con il caso di Maddie.
Insomma, le vedo solo io certe concatenazioni?

http://corriereal.wordpress.com/2011/04/09/il-superstite-56/

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