Revere brucia la torre per stanare la strega
di Giancarlo Zaniboni
REVERE. Doppio spettacolo: il rogo dla vecia, fuochi d'artificio e incendio dell'antica torre matildica mentre si svolge la fiera dei raüs che comincia già al mattino. Raüs, nel dialetto della Bassa, mutuato dal tedesco ereditato dai tempi dell'occupazione austro-ungarica, indica tutti quegli oggetti della civiltà contadina caduti in disuso perchè obsoleti e finiti in polverose soffitte o umide cantine. Antichi arcolai, madie, alari di focolari, lucerne a petrolio e a carburo, fanali per carrozze e calessi, vecchie biciclette di prestigiose marche... Fra le bancarelle si accalca una variopinta folla di curiosi e collezionisti. Per combattere il freddo la Pro Loco organizza dispensatori di vin-broulè, salsicce alla brace e spuntini in attesa delle 18, quando inizia lo spettacolo in piazza Castello. La tradizione racconta che nel secolo XV ad Ostiglia vivesse una strega e sotto la pressione dei paesani, il Gonzaga ordinò il processo che si svolse nella cittadina: fu condannata ad essere arsa viva. Nella traduzione della sventurata a Mantova per l'esecuzione in piazza Sordello, la strega riuscì a fuggire e riparò a Revere nascondendosi nella torre matildica. I reveresi insorsero e col fuoco la snidarono dalla torre. Questa rievocazione storica fatta di luci, fuochi d'artificio e botti calamita su Revere il pubblico delle grandi occasioni, tutte col naso all'insù per vedere la Befana fuggire dalla sua ultima dimora. Scappa dal fuoco e finisce inesorabilmente sul falò di un alto buriel.
5 gennaio 2011
http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2011/01/05/news/revere-brucia-la-torre-per-stanare-la-strega-3107347
Nessun commento:
Posta un commento