COMUNE DI FERRARA
CENTRO ETNOGRAFICO FERRARESE
IL VAMPIRO È NATO DONNA?
I non morti e le vamp dalla tradizione popolare alla letteratura di genere,
alle mode mediatiche.
Conversazione
alla Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara
28 ottobre 20010
COMUNICATO STAMPA
Halloween è alle porte e una chiassosa schiera di morti redivivi, di zombie e di vampiri dal canino ipertrofico invaderà le strade americane e pure le scuole e le discoteche italiane. Merito o colpa, a seconda dei punti di vista, della globalizzazione mediatica. In ogni caso i vampiri sono tornati di gran moda, le seducenti vampire da oltre un secolo giù di moda non sono mai andate. Forse perché il vampiro è nato donna?
Confrontando tradizioni popolari, recenti scoperte archeologiche, invenzioni letterarie e cinematografiche, e altri linguaggi popolari come illustrazioni e fumetti, Roberto Roda del Centro Etnografico intratterrà il pubblico sul fascino della donna vampira, giovedì 28 ottobre alle ore 16.30 a Ferrara presso la sala Agnelli della Biblioteca Ariostea, in via Scienze 17, nell’ambito delle conversazioni etno-antropologiche del ciclo IL PRESENTE REMOTO.
Gli adolescenti e le giovano generazioni occidentali stravedono oggi per i vampiri letterari e cinematografici della saga di Twilight e le librerie presentano interi scaffali dedicate alle storie di nuovi e insoliti vampiri che l’industria del libro sforna ormai a getto indiavolato. I vampiri sono tornati in gran spolvero, incassano al botteghino e nelle librerie. Spesso lasciano anche buone prove di sè come nei romanzi di Anne Rice, o ne La città senza tempo di Enrique Moriel.
Sebbene le creature redivive e succhiasangue appartengono alle tradizioni leggendarie di differenti comunità umane, per tutti il Signore indiscusso dei vampiri rimane sempre lui, Dracula, che in realtà non appartiene a nessuna tradizione etnica essendo una riuscita invenzione letteraria della fine dell’Ottocento, che poi il cinema del Novecento ha trasformato in una icona popolare. Con Dracula, il vampiro si è ritrovato ad indossare gli abiti maschili del tombeur de femmes, di dandy della belle époque e la terra dei vampiri per antonomasia è diventata la Transilvania. Eppure le figure che nelle società antiche hanno caratteristiche vampiresche sono, di norma, figure femminili e persino uno dei più affascinanti vampiri del soprannaturale ottocentesco nasce donna: è Carmilla, l’inquietante creatura scaturita nel 1872 dalla fantasia di Sheridan Le Fanu, e poi diventata madre di una pletora di successive vampire dell’iconicità mass-mediatica.
Carmilla tuttavia non è transilvanica, ma di una regione europea non lontana dall’Italia, la Stiria, divisa fra Austria e Slovenia. Ed ecco allora che nel grande gioco dell’immaginario si aprono nuove strade che portano all’indietro verso la storica alchimista slovena Barbara di Celje, in avanti verso gli Stati Uniti e verso l’industria di Hollywood dove Theda Bara, star del muto, traformerà a partire dal 1915 la vampira in “Vamp”. La vamp di celluloide, la vampira metaforica distruttrice di maschi, abbandonerà così i lunghi canini per indossare gli abiti attillati e scollati della femme fatale, della dark lady idolatrata dal cinema noir e dalla letteratura poliziesca hard boiled resa celebre da Cain, Hammett, Chandler e Spillane. Ma Carmilla ha il merito di essere pure madrina dell’erotismo pop e psichedelico della cinematografia visionaria anni ‘60 e ‘70, quella firmata dalla Hammer Film e da registi come l’ispanico Jesus Franco e il transalpino Jean Rollin, che rivoluzionarono il genere. Persino sono debitrici a Carmilla le sexy succhiasangue dei fumetti sexy-horror, come Zora la vampira creata nel 1972 dallo scrittore Giuseppe Pederiali.
E proprio sul fumetto chiuderà la conversazione presentando un ospite d’eccezione, un superlativo disegnatore di fumetti (e di vampire): Nicola Mari.
L’ospite: Nicola Mari
Ferrarese ormai consacratosi a livello internazionale, Mari è oggi punta di diamante degli illustratori di Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo, prodotto dalla casa editrice Sergio Bonelli che da otre 20 anni rappresenta un fenomeno assolutamente unico della letteratura disegnata italiana.
Mari è diventato disegnatore professionista di fumetti alla fine degli anni ottanta dopo aver terminato gli studi artistici presso l’istituto Dosso Dossi di Ferrara. Il segno di Mari è facilmente riconoscibile, essenziale, moderno, a volte quasi geometrico, prevalentemente drammatico. Insieme a Germano Bonazzi, Roberto Zaghi e altri è partecipe di quel gruppo di autori che dai primi anni novanta hanno saputo imporre il nome di Ferrara all’attenzione dell’universo delle nuvole parlanti italiane, al punto da definire, idealmente, quella che in ambito editoriale nazionale viene oggi chiamata, e con ragione, “Scuola ferrarese del fumetto”
Al termine dell’incontro Nicola Mari sarà a disposizione del pubblico per dare spettacolo col suo disegno e per realizzare e firmare schizzi autografi.
Ferrara, 25 ottobre 2010.
Nessun commento:
Posta un commento