L'Arena
venerdì 31
agosto 2012 – CULTURA
BOSCOCHIESANUOVA.
Gli eventi culturali al Film festival della Lessinia
I miracoli
lasciati
in testamento
da Dino Buzzati
in testamento
da Dino Buzzati
Il reading
«In Val Morel, a caccia di misteri» interamente dedicato all´ultimo libro del
giornalista, scrittore e pittore bellunese
Quale
miglior miracolo di far rivivere un miracolo inesistente? Anzi, 39 miracoli.
Quelli che Dino Buzzati, alla vigilia della sua morte giunta nel gennaio 1972,
quarant´anni fa, volle consegnare in forma congiunta di dipinto e di scrittura
come una specie testamento spirituale, tra ironia, fantasia e leggerezza. Il
miracolo è riuscito a Maria Teresa Ferrari, critica d´arte e appassionata
studiosa dello scrittore bellunese, che nel corso del recente Film festival
della Lessinia a Boscochiesanuova ha dedicato a Buzzati ben tre momenti: un
piccolo estratto di un lavoro più ampio, Le crode di Dino, in apertura; una
mostra dei fantastici bastoni figurati di Sergio Billi ispirandosi a Il segreto
del bosco vecchio, per tutta la durata della rassegna; e infine, a metà
festival, un reading - In Val Morel, a caccia di misteri - con accompagnamento
di immagini e corredo critico interamente dedicato al suo ultimo libr! o, I
miracoli di Val Morel, con le voci di Susanna Brunelli e Walter Peraro, in una
affollatissima Sala Olimpica del teatro Vittoria.
«È un lavoro che compendia l´opera buzzatiana», spiega la Ferrari, «perché unisce parole e immagini. E Buzzati era, come si sa, giornalista, scrittore e pittore. Nello stesso tempo riassume in sé tutto i fantasmi letterari, l´iconografia e i paesaggi fantastici e le cronache giornalistiche che l´hanno accompagnato per tutta la vita. Le immagini erano nate per una mostra che gli era stata chiesta da Renato Cardazzo nel 1970 per la sua nuova galleria, la Naviglio di Venezia. Buzzati aveva dipinto 39 quadri, immaginandoli come ex-voto dedicati a Santa Rita, la santa dei miracoli impossibili, per salvataggi operati tra il 1500 e i primi del ´900, tutti avvenuti su quelle montagne bellunesi che lui adorava».
«E non è un caso», aggiunge, «che, sapendo già di dover morire, egli abbia voluto dedicarsi negli ultimi mesi di vita a questo ritorno alle origini, alle sue radici montanare, lontano da quella Milano che era stata al centro invece dell´altro libro di parole e immagini, Poema a fumetti, di un paio d´anni precedente».
Dopo la sua uscita il libro era diventato oggetto di culto per gli apassionati ma era uscito di fatto dal mercato fino alla riedizione, nel gennaio di quest´anno, da parte della Mondadori. E l´occasione era troppo ghiotta perché la Ferrari se la facesse sfuggire.
E non solo ha rimontato le storie seguendo un ordine tematico, ma ha arricchito l´incontro mostrando, a sorpresa, un´intervista fatta a Buzzati sui suoi Miracoli da Antonio Donat Cattin, per la rubrica Arti e Lettere della Rai, nella quale lo scrittore fa una specie di dichiarazione di intenti. «Una certa dose di gioco c´è senz´altro», dice, infatti. «Però, da parte mia, non c´è nessuna intenzione di irriverenza, di dissacrazione. Ho portato quella che la fede popolare dei miracoli sul piano di favola, di leggenda. Però non avevo nessuna intenzione di dire delle cose complicate, o particolarmente profonde. Ho semplicemente raccontato delle storie che mi sembrava si innestassero bene nello spirito della gente di questa valle».
E a seguire ha fatto vedere un altro servizio televisivo dove Buzzati dichiara il suo amore per la pittura (definita l´attività che lo diverte di più) e viene mostrata l´inaugurazione di una sua mostra, nel 1966 alla galleria Medea di Cortina d´Ampezzo, tra Montanelli, Renzo Cortina (suo gallerista), Arnoldo Mondadori, Domenico Porzio, Milena Milani, Antonella Lualdi e altri protagonisti del jet set cortinese.
Ma torniamo ai Miracoli. Risentirli e rivederli seguendo un ordine tematico – gli animali, le bestie fantastiche, la montagna, le cronache , spesso molto erotiche – ha rappresentato per gli spettatori, tra cui molti appassionati di Buzzati, ! una vera e propria riscoperta di un mondo fantastico e di un artista ch! e ha precorso i tempi.
«È un lavoro che compendia l´opera buzzatiana», spiega la Ferrari, «perché unisce parole e immagini. E Buzzati era, come si sa, giornalista, scrittore e pittore. Nello stesso tempo riassume in sé tutto i fantasmi letterari, l´iconografia e i paesaggi fantastici e le cronache giornalistiche che l´hanno accompagnato per tutta la vita. Le immagini erano nate per una mostra che gli era stata chiesta da Renato Cardazzo nel 1970 per la sua nuova galleria, la Naviglio di Venezia. Buzzati aveva dipinto 39 quadri, immaginandoli come ex-voto dedicati a Santa Rita, la santa dei miracoli impossibili, per salvataggi operati tra il 1500 e i primi del ´900, tutti avvenuti su quelle montagne bellunesi che lui adorava».
«E non è un caso», aggiunge, «che, sapendo già di dover morire, egli abbia voluto dedicarsi negli ultimi mesi di vita a questo ritorno alle origini, alle sue radici montanare, lontano da quella Milano che era stata al centro invece dell´altro libro di parole e immagini, Poema a fumetti, di un paio d´anni precedente».
Dopo la sua uscita il libro era diventato oggetto di culto per gli apassionati ma era uscito di fatto dal mercato fino alla riedizione, nel gennaio di quest´anno, da parte della Mondadori. E l´occasione era troppo ghiotta perché la Ferrari se la facesse sfuggire.
E non solo ha rimontato le storie seguendo un ordine tematico, ma ha arricchito l´incontro mostrando, a sorpresa, un´intervista fatta a Buzzati sui suoi Miracoli da Antonio Donat Cattin, per la rubrica Arti e Lettere della Rai, nella quale lo scrittore fa una specie di dichiarazione di intenti. «Una certa dose di gioco c´è senz´altro», dice, infatti. «Però, da parte mia, non c´è nessuna intenzione di irriverenza, di dissacrazione. Ho portato quella che la fede popolare dei miracoli sul piano di favola, di leggenda. Però non avevo nessuna intenzione di dire delle cose complicate, o particolarmente profonde. Ho semplicemente raccontato delle storie che mi sembrava si innestassero bene nello spirito della gente di questa valle».
E a seguire ha fatto vedere un altro servizio televisivo dove Buzzati dichiara il suo amore per la pittura (definita l´attività che lo diverte di più) e viene mostrata l´inaugurazione di una sua mostra, nel 1966 alla galleria Medea di Cortina d´Ampezzo, tra Montanelli, Renzo Cortina (suo gallerista), Arnoldo Mondadori, Domenico Porzio, Milena Milani, Antonella Lualdi e altri protagonisti del jet set cortinese.
Ma torniamo ai Miracoli. Risentirli e rivederli seguendo un ordine tematico – gli animali, le bestie fantastiche, la montagna, le cronache , spesso molto erotiche – ha rappresentato per gli spettatori, tra cui molti appassionati di Buzzati, ! una vera e propria riscoperta di un mondo fantastico e di un artista ch! e ha precorso i tempi.
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