martedì 30 ottobre 2012

Una supernova scoperta dal Monte Baldo


L'Arena
domenica 28 ottobre 2012

FERRARA DI MONTE BALDO. Ora sarà studiata per un anno nei centri-ricerca di tutto il mondo

Scoperta supernova:
il cielo svela altri segreti

È stata avvistata all´Osservatorio di Novezzina da due ricercatori veronesi, servirà a misurare la velocità di espansione dell´universo

Scoperta la prima Supernova targata Verona. L´annuncio arriva dall'Osservatorio del Monte Baldo, la sola struttura pubblica esistente nel Veronese, che sorge a Novezzina ed è proprietà del Comune di Ferrara di Monte Baldo. 
La rilevazione è stata fatta sulle immagini riprese domenica e martedì scorsi dal telescopio principale da due ricercatori veronesi, Raffaele Belligoli e Flavio Castellani, due soci del Cav (Circolo astrofili veronesi) che gestisce l'Osservatorio per il Comune. Subito dopo la scoperta, Belligoli e Castellani hanno predisposto il telescopio dell´Osservatorio per un´immagine di conferma del fenomeno e hanno subito inviato un´allerta all´Unione astronomica internazionale.
La sera successiva il professor Simone Zaggia e la dottoressa Lina Tommasella dell´Università di Padova, che in quel momento lavoravano al telescopio di Asiago, hanno ottenuto uno spettro della Supernova, confermandone il tipo e rivelando l´impressionante velocità dell´onda d´urto dell´esplosione che si espande a 10900 chilometri al secondo. 
La notizia ha già fatto il giro del mondo: «L´importante scoperta», fanno sapere gli studiosi, «è stata annunciata venerdì dal direttore dell´Unione astronomica internazionale Daniel Green, che ha diramato una circolare nella quale la supernova viene catalogata con la sigla “2012fm”. Di questo oggetto», precisano, «vengono forniti i dati fondamentali per i successivi studi a tutti gli osservatori e centri di ricerca». Poi precisano: «La Supernova 2012fm è esplosa in UGC 3528, una galassia a 290 milioni di anni luce da noi: è molto simile alla nostra, anche se un po´ più piccola, ma l´enorme distanza che ci separa da lei, la rende molto difficile da riprendere con telescopi amatoriali e sicuramente impossibile da osservare a occhio nudo».
Questi eventi sono seguiti con attenzione particolare: «Siamo di fronte all´esplosione di una supernova di tipo “1 a”, appartenente a una categoria di esplosioni stellari molto interessanti in quanto adoperate come “candele standard”, cioè come indicatori di distanza per misurare l´espansione dell´universo e la lontananza delle galassie». In parole semplice, conoscendo i dati sulla massima luce prodotta dall´esplosione di una supernova “1a”, se una nuova supernova è più luminosa di quella luce significa che l´espansione dell´universo sta rallentando, se invece è meno luminosa, che è in espansione. E dai calcoli fatti finora, secondo gli studiosi, l´universo si sta espandendo a una velocità accelerata. «Questa è prima supernova scoperta a Verona, risultato che non è frutto del caso”, evidenzia Raffaele Belligoli, segretario del Cav responsabile del progetto di ricerca supernove dell´Osservatorio del Monte Baldo. «In poco più di un anno, dal nostro osservatorio, abbiamo ripreso oltre 10.000 galassie e controllando, immagine per immagine, la presenza di eventuali “nuove stelle´”nelle immediate vicinanze di queste galassie. Dopo ogni scoperta», racconta, «ci muoviamo con molta velocità poiché la concorrenza è molto agguerrita e in tutto il mondo sono presenti osservatori amatoriali e professionali che cercano continuamente la luce emanata da queste esplosioni stellari tra le miriadi di galassie che affollano il cosmo. Il nostro è un bellissimo risultato».  

I misteri della grotta di Fumane


L'Arena
domenica 28 ottobre 2012

TERMINANO IL 18 NOVEMBRE GLI APPUNTAMENTI NEL SITO ARCHEOLOGICO CHE GLI ANTICHI CREDEVANO ABITATO DAGLI SPIRITI

Le domeniche in grotta: il piacere unico di un viaggio preistorico 


Continuano anche nel mese di novembre le domeniche dedicate alle visite guidate nella Grotta di Fumane che si sono susseguite durante i mesi primaverili ed estivi per concludersi domenica 18 novembre. Domenica 11, la visita a questo straordinario sito sarà resa ancora più affascinante dall´accompagnamento musicale di un flauto traverso, dalle ore 14,30 alle 15,30. Ultimo appuntamento, il 18 novembre per questa serie di eventi frequentati ed apprezzati da tantissimi visitatori che hanno potuto così intraprendere un´affascinante viaggio preistorico attraverso le scoperte compiute in questo sito davvero unico. Il tutto con l´assistenza di una guida specializzata. Nel cuore del territorio comunale di Fumane, sulla strada che porta a Molina, nella Val dei Progni negli anni ´60 l´archeologo Giovanni Solinas scoprì quello che oggi è chiamato appunto "Riparo Solinas" o "Grotta di Fumane". Un sito archeologico di straordinaria rilevanza, ma anche un luogo che la gente del posto considerava misterioso ed abitato da forze soprannaturali. Nel corso delle ricerche, oltre a ossa animali sono stati rinvenuti anche manufatti (raschiatoi, conchiglie forate, punte di selce) risalenti al periodo di passaggio fra l´uomo di Neanderthal e l´Homo Sapiens. Il ritrovamento più importante resta però una pietra dipinta, raffigurante uno Sciamano e considerato il più antico reperto di pittura di tutta Europa. Lo studio accurato di questi materiali, ma anche dei pollini, ha permesso di scoprire una quantità di informazioni sia sull´ambiente, sia sulle abitudini di vita degli uomini di allora, piccoli gruppi di cacciatori, che in un clima glaciale, si spostavano per seguire le migrazioni delle mandrie di animali di grossa taglia. Per partecipare alle visite domenicali è consigliata la prenotazione anticipata all´indirizzo info@valpolicellaweb.it. E sempre domenica 18 novembre alla Grotta di Fumane, archeologia, antiche leggende e fascino del mistero si mescolano in occasione dello spettacolo “La notte della stella: un racconto primitivo - Il mistero dell´ocra e dell´ombra”, rappresentazione che conferma come il fascino misterioso di questo sito continui a colpire la fantasia delle persone di tutte le età. Si tratta di un racconto a voce alta scritto da Andrea de Manincor, interpretato da Andrea de Manincor e Sabrina Modenini, con introduzione preistorica dell´archeologo Alberto Castagna.

La misteriosa notte del Vicario, leggenda di Marano



nb: l'articolo è di qualche giorno fa, l'evento si è già svolto!


L'Arena
domenica 28 ottobre 2012

MARANO. Oggi alle 16,30 nella Sala Macondo

De Manincor narra
la misteriosa
notte del Vicario

Era l´anno 1439 e Francesco Gonzaga voleva occupare Verona

Va in scena oggi alle 16,30 nella Sala Macondo di Marano, per la rassegna Veneto Spettacoli di Mistero, lo spettacolo La notte del Vicario, scritto da Andrea de Manincor, con Matteo Spiazzi (Federico della Scala), Andrea de Manincor (Jacopo da Marano), Sabrina Modenini (Matilde), Nicolò Franceschini (Trivelli, Francesco Sforza, Saverio). Fa riferimento alla notte tra il 19 e il 20 novembre 1439 in cui il Vicario della Valpolicella di quell´anno, Giacomo o Jacopo da Marano appunto, dovette rispondere alla provocazione di Francesco Gonzaga che, alleato con i Visconti di Milano, puntava all´occupazione di Verona ai danni della Serenissima Repubblica di Venezia.
A Verona, in ostaggio nelle mani di Gonzaga quella notte erano la moglie e i figli di Jacopo da Marano. Nonostante il pericolo, con la minaccia che la moglie venisse data in pasto ai soldati e i figli trucidati, Jacopo, uomo già di per sé accorto e coraggioso insieme, sembra spinto da una forza misteriosa che lo muove ad azioni temerarie, a rischiare l´impresa. Leggenda vuole che al Castello si presenti un uomo dall´identità sconosciuta, un uomo che propone a Jacopo una partita a dadi, che ha in palio la vita e la salvezza dei congiunti. Le cronache ufficiali non parlano di quella partita misteriosa, ma da carte secondarie e spurie sappiamo invece che Jacopo, col pensiero già di partire e avvertire l´alleato Francesco Sforza a Torbole, non badò al risultato, perse la partita ma vinse in realtà la sfida più importante.
Chi era quell´uomo mandato dal destino, quel cavaliere il cui viso ricordaba tratti di maschera? Un messaggero, un fantasma, che forse aveva a che fare con la storia di Marano e del suo Castelòn, con la storia stessa degli Scaligeri?
Lo spettacolo mette mano ad un mistero, proponendolo in un linguaggio volutamente alto, antico, che recuperi il senso proprio di un´epoca, con qualche guizzo di modernità nei costumi e la strana sovrapposizione del meccanismo della Commedia dell´Arte, con l´evocazione dei tratti di una maschera da Capitano. È organizzato da Consorzio Pro loco della Valpolicella; la messinscena è a cura di de Manincor, luci di Francesco Melotti.


domenica 28 ottobre 2012

Il giorno dei morti nella bassa bresciana, alcune tradizioni

Giornale di Brescia, 28 ottobre 2012

nb: queste tradizioni fanno molta più paura di tante maschere e feste "spaventose" che si vedono in giro la sera di Halloween!




sabato 27 ottobre 2012

Da Frankenstein al Golem, racconti sull'uomo ricostruito

Nella magica serata di Ognissanti, l’appuntamento alla Feltrinelli di Verona alle 18,00 è con il brivido e il mistero. Travestimenti, trucchi e macabra allegria per la presentazione dell’antologia "Storie di gente a pezzi, itinerario in ventisei tappe da Frankenstein ai cyborg" (Delmiglio Editore). 

Letture a cura di Stefano Paiusco, accompagnamento musicale di Federico Fuggini, interventi magici di Mosieur En.P col suo magico mondo.

Durante il pomeriggio, coloro che acquisteranno il libro avranno la possibilità di essere orribilmente truccati per l’occasione da professionisti del maquillage.

Sfilata di gente a pezzi, a cura di Sonia Creazioni.

Saranno presenti artisti di Cyrano Comics.

Invitiamo il pubblico a presentarsi all’incontro in maschera; al termine della serata verranno premiati i migliori travestimenti ispirati al tema di Frankenstein e dintorni. 

A seguire agghiacciante aperitivo a tema.


L’antologia “Storie di gente a pezzi” è quest’anno ispirata al tema dell’uomo (ri)costruito, dal Golem a Frankenstein fino ad arrivare ai cyborg, volume numero sette della collana “Quaderni Indaco” che Delmiglio Editore dedica a racconti e romanzi di genere ambientati per lo più in Veneto. 
Scrive Irene Incarico nella curatissima prefazione: “Il doppio dunque, fonte di inquietudine, di perversione, di amore e/o affettività, è destinato a seguire un percorso accidentato ma pur sempre diretto verso una forma di accettazione: digerito prima dai media e rivomitato poi sull’audience sotto forma di stereotipo e motivo ricorrente, finisce per entrare nell’immaginario comune, per popolare le pubblicità, i sogni erotici o i negozi di giocattoli o costumi di Halloween. Così come Pinocchio finisce per trasformarsi in bambino, alla stessa maniera l’uomo artificiale ha finito per tramutarsi quasi in un “beniamino” della tradizione.
Ma cosa succede quando il doppio non è un essere estraneo, ma un pezzo di noi? Quando l’altro non è una copia – più o meno esatta, più o meno spaventosa – ma piuttosto un tragico cambiamento, una guarigione misteriosa o, più positivisticamente, una specie di upgrade dell’originale?"



Le ventisei storie che compongono l’antologia sono state ordinate in capitoli, a seconda del genere al quale l’autore si è ispirato:

Pezzi scientificamente composti
Little Sallingtown – Alexia Bianchini 
Un errore fatale – Enrico Gregori
Gatti – Arnaldo Liberati
L’odore guida – Angelo Marenzana 
Obsolescenza – Elisa Podestà
Memoria quantizzata – Vittorio Rioda
Favola quantica per androidi – Nicola Ruffo

Orribili frammenti
Il talento di Mr Dippel – Danilo Arona
Sapone – Rossana Boni
Volontà di potenza – Enrico “Nebbioso” Martini
Non si può morire dentro – Rossana Massa 
Erikc – Martina Trevisan

Scampoli irriverenti
Un eulo a polpetta – Nicola Brusco
Re Cecconi – Federico Fuggini
Non ho ucciso Umberto Eco – Enrico Linaria

Brani tra mito e storia
La ricerca dell’umanità – Roberto Bonadimani
Mosaico umano – Giuliana Borghesani
Una notte da leggenda – Simona Cremonini
Numeri – Irene Incarico
Nekome – Filippo Tapparelli

Schegge noir
Uomini apezzi – Luca Ducceschi
Tasche – Maria Silvia Avanzato 
L’intervento – Emanuele Cassani
Ciò che ti appartiene – Enzo Macrì 
Due – Rosanna Mutinelli
Buon anno! – Paola Rambaldi


Ogni storia è preceduta da un’illustrazione ad opera di artisti del gruppo Cyrano Comics, e precisamente: Michele Avigo, Jacopo Bissoli, Loren Carpitella, Isabella Dalla Vedova, Elia Diliso, Hanieh Ghassabian, Enrico Giusti, Emanuele Mujelli, Mario Zara, oltre all’ottimo Roberto Bonadimani, in doppia veste di autore e illustratore.

Per informazioni: Delmiglio Editore, Stradone Arcidiacono pacifico, 12 – Verona
Tel. 045 6931457 – redazione@delmiglio.it - www.delmiglio.it





Racconti fantastici del Garda, presentazione a Peschiera


L'Arena
sabato 27 ottobre 2012


PESCHIERA
RACCONTI FANTASTICI DEL GARDA PRESENTAZIONE LIBRI
Oggi dalle 18.30, alla Libreria Voglia di Leggere, l´autrice Simona Cremonini presenta l´antologia di «Racconti fantastici del Garda» e «Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda» libro-guida attorno ai misteri del lago, editi dalla PresentARTsì. Info: www.leggendedelgarda.com oppure al 339-5864651. G.B.

venerdì 26 ottobre 2012

In Valpolicella una leggendaria partita a dadi


L'Arena
venerdì 26 ottobre 2012 


MARANO

In Valpolicella
i misteri
diventano
spettacolo


Torna il Festival dedicato ai luoghi leggendari e misteriosi della regione, «Veneto: spettacoli di Mistero». Nel circuito della manifestazione, delle Pro Loco della Regione aderenti all´Unpli, domenica 28, alle 17, sarà messo in scena «1439: La notte del vicario della Valpolicella (Jacopo da Marano)», in Sala Macondo di Marano di Valpolicella. Lo spettacolo, voluto dal Consorzio Pro Loco della Valpolicella, con il Comune di Marano, è stato scritto dal regista e attore Andrea de Manincor. «La notte del 20 novembre 1439 Jacopo da Marano, vicario della Valpolicella, investito a febbraio dello stesso anno, gioca una partita a dadi che significherà destino di vita o di morte non solo per la Valpolicella, ma per Verona e l´intera Repubblica di Venezia». Questo il sunto della vicenda, ambientata nella Valpolicella del Quattrocento. L´edizione 2012 di «Veneto: spettacoli di Mistero» punta infatti a rivisitare le leggende del territorio, spesso provenienti dalla tradizione orale. Promosso dalla Regione, il Festival dà vita a oltre 200 eventi. A.C.
 

martedì 23 ottobre 2012

Carlo Magno, transito-leggenda nel cuore delle Alpi



Bresciaoggi
sabato 20 ottobre 2012

BERZO E VEZZA. Presentazione del progetto

Carlo Magno
il transito-leggenda
nel cuore delle Alpi

Nasce la «via carolingia», percorso turistico-culturale in Valcamonica



Un itinerario che attinge ispirazione dalla storia per arrivare ai giorni nostri e condurci fra chiesette di montagna e castelli duecenteschi. Basta il titolo del progetto, «La Leggenda di Carlo Magno nel cuore delle Alpi» per evocare il suono di zoccoli di cavalli che calpestano i sentieri della Valle Camonica, con in sella cavalieri armati, davanti ai quali, fra la terra e la polvere, si distingue il profilo dell´ imperatore Carlo Magno. Da qui, da una leggenda che vorrebbe il passaggio del re franco in Valle Camonica - da Bergamo al Trentino - ha preso il via il progetto del Distretto culturale, che si è tradotto in un´affascinante ricerca storica e nella ricostruzione di un percorso turistico-culturale proprio attraverso quei luoghi citati dalla leggenda. Oggi e domani il progetto, giunto a conclusione, verrà ufficialmente presentato al pubblico. Oggi alle ore 15 nella Chiesa di S. Lorenzo a Berzo Inferiore, Giorgio Azzoni, d! irettore artistico del Distretto culturale presenterà il percorso e gli esiti della ricerca storico- critica, confluiti in una pubblicazione e in un sito web. Domani alle 15 a Vezza d´Oglio, nella Torre Federici, oltre all´illustrazione di questo nuovo itinerario, sarà presentata la relativa guida turistica, edita da Grafo editore e intitolata «La via di Carlo Magno in Valle Camonica. Un itinerario di turismo da Bergamo alle valli trentine», cui seguirà la proiezione del video illustrativo del percorso.
« Il lavoro di ricerca - spiega Giorgio Azzoni - ha impegnato studiosi bergamaschi, bresciani, trentini, ponendo le basi per una collaborazione in rete “nel cuore delle Alpi”, e ora, sulla base di una leggenda comune, le strade di montagna che collegano le nostre valli possono diventare una Via carolingia nel cuore delle Alpi».L.P.

lunedì 22 ottobre 2012

Le leggende camune su Carlo Magno


Bresciaoggi 

venerdì 19 ottobre 2012 – PROVINCIA



BERZO INFERIORE. Una rilettura del presunto passaggio imperiale

Carlo Magno camuno
leggenda o realtà?

Un convegno presenta ricerche e documenti sul tema e anche un percorso turistico-culturale collegato


È considerata ancora una leggenda, ma le testimonianze storiche che verranno presentate domani a partire dalle 15, nella storica chiesa di San Lorenzo che sovrasta l'abitato valgrignino di Berzo Inferiore, potrebbero aprire nuovi scenari. In calendario c´è un pomeriggio di studio dedicato appunto alla «Leggenda di Carlo Magno nel cuore delle Alpi», che prevede la presentazione degli atti del convegno dedicato al presunto passaggio del re dei Franchi e poi imperatore in Valcamonica. 
Contestualmente è programmata anche la presentazione di un percorso di turismo culturale collegato, e quella del sito web che è nato dal lavoro di ricerca.
«Per quanto leggendario, il passaggio di Carlo Magno in Valcamonica - ricordano i curatori del progetto - trova una corrispondenza in località e toponimi di un territorio segnato dalla conquista di castelli e dalla costruzione di chiese che ancora possiamo riconoscere e visitare: elementi che non possono lasciare indifferenti. L´antico racconto è stato studiato e indagato da un´équipe di studiosi bergamaschi, bresciani e trentini, ponendo le basi per una collaborazione in rete». 
In sintesi, a Berzo Inferiore terranno banco pubblicazioni, informazioni, materiali e itinerari, con l´obiettivo di stimolare visite, conoscenze e immersioni nei luoghi e nella memoria, in un itinerario turistico che attraversa tutta la valle. 
Tra i luoghi riconducibili a questa storia, lo ricordiamo, ci sono le le località sui monti di Berzo Inferiore, Borno e Lozio legate alle figure dei santi Glisente, Fermo e Cristina, nobili al seguito dell´imperatore. 
Venendo al programma del pomeriggio di studi prevede alle 15, dopo i saluti di sindaco e assessore alla Cultura di Berzo Inferiore, la presentazione del percorso turistico, degli atti del convegno e del sito web. In conclusione è programmata una visita guidata alla splendida chiesa quattrocentesca dedicata a San Lorenzo. 

giovedì 18 ottobre 2012

Salò, è caccia al fantasma dell'amante del duce

Da: Brescia.corriere.it 18 ottobre 2012
http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/12_ottobre_18/fantasma-claretta-petacci-appare-salo-ghostbuster-in-azione-2112307465303.shtml



Misteri al cimitero del Frassino a Mantova

La Voce di Mantova, 18 ottobre 2012


Non ufo ma stornelli, a Mantova

La Voce di Mantova, prima pagina, 18 ottobre 2012


Acchiappa-fantasmi in azione a Mantova

http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2012/10/18/news/acchiappa-fantasmi-ispezionano-il-centro-1.5881546


Acchiappa-fantasmi ispezionano il centro
Esperti da Forlì cercano lo spettro di un duca Gonzaga


MANTOVA. Arrivano vestiti di tutto punto con la divisa d'ordinanza: camice bianco e rilevatori tecnologici di campi magnetici. Un look, per loro stessa ammissione, più per scenografia che per reale necessità. Perché il tema, si sa, si presta a un po' di fiction. Sono gli acchiappafantasmi italiani dell'associazione National ghost uncover. Alcuni mantovani li hanno contattati per indagare su due spiriti che si aggirerebbero inquieti per la città. Così il presidente Massimo Merendi e il tecnico Gianfranco Molgagni, insieme a una collaboratrice mantovana, hanno passato un paio di giorni in città per raccogliere informazioni e fare rilevazioni: si misurano onde elettromagnetiche e rumori per scovare anche presenze invisibili agli occhi. Se mai ci fossero.
Pochi lo sanno ma, tra i cultori del paranormale, Mantova è annoverata tra i luoghi più interessanti dove andare a caccia di spettri. Merito del nostro spirito più celebre: quella triste Agnese Visconti, fatta decapitare per adulterio dal marito Francesco I Gonzaga che, vuole la leggenda, si aggirerebbe ancora per le stanze del castello di San Giorgio piangendo e implorando perdono. I ghostbusters però non cercano la sventurata Agnese, ma un altro membro della famiglia Gonzaga. Sarà che le nebbie mantovane avvolgono e confondono le forme, complice magari qualche bicchiere di lambrusco in una cena tra amici o un animo suggestionabile desideroso di avventure, ma c'è chi giura di aver visto passeggiare, sotto i portici di Palazzo Ducale, il fantasma di un duca in persona, con tanto di ampia cappa, copricapo rinascimentale e nobile portamento. E per fugare ogni dubbio sarebbe stato proprio lui a presentarsi: «Sono il duca di Mantova» avrebbe dichiarato solennemente, aggiungendo «e mi riprenderò la città». Un'altra grana in arrivo per il sindaco Sodano? Più a sud, attorno all'antico convento di Santa Paola, zona piazza dei Mille, si muoverebbe la seconda presenza soprannaturale, che non parla ma bela. L'ectoplasma ovino sarebbe stato udito, secondo i racconti dei ghostbusters, da una quindicina di persone in tre anni. In due sostengono persino di aver visto comparire la pecora circondata da un alone di luce blu e, nei pochi secondi di apparizione, di essere addirittura riusciti ad individuarne la razza: una merinos. La prossima visita mantovana degli acchiappafantasmi è prevista in primavera. Obiettivo: scovare tra dipinti e documenti antichi il nome del duca fantasma.

18 ottobre 2012





A Salò il fantasma di Claretta Petacci

Giornale di Brescia, 18 ottobre 2012




mercoledì 17 ottobre 2012

I tappi finanziano la ricerca



L'Arena 
domenica 14 ottobre 2012


E i tappi
finanziano
la ricerca


L´undicesima Giornata Aido nazionale, indetta per promuovere la cultura della donazione di organi, si svolgerà anche oggi nelle varie piazze, sagrati delle chiese del capoluogo e delle frazioni e davanti ai supermercati. Saranno poste in vendita piantine di Anthurium Andreanum, ma soprattutto saranno fornite informazioni per la raccolta delle dichiarazioni di volontà relative alla donazione di organi, come previsto dalla legge. 
Quanto raccolto servirà, riferisce il presidente dell´Aido Giancarlo dalla Tezza, a finanziare le campagne informative e la ricerca sui trapianti. 
La «Giornata» proseguirà poi anche per tutta la settimana all´ospedale Fracastoro. 
Quella di quest´anno tuttavia, annuncia dalla Tezza, presenta una grande novità: avrà inizio la raccolta dei tappi di sughero, dopo quella dei tappi di plastica e delle lattine vuote di alluminio, con le quali negli anni aveva realizzato tutta una! serie di copie di monumenti in scala. Ora l´Aido sambonifacese si ripromette di ricavare dai tappi materiale di coibentazione termica e sonora e con il ricavato intende ancora una volta finanziare la ricerca sui trapianti. G.B.


Insetti dentro l'orecchio, un incubo...

Esistono leggende metropolitane su insetti che depositano le uova sotto la pelle umana e insetti che effettivamente lo fanno. Nel caso vi succedesse, questo articolo potrebbe esservi utile...

Gazzetta di Mantova, 15 ottobre 2012


Carlo Magno, le Alpi, le leggende



Giornale di Brescia, 17 ottobre 2012

giovedì 11 ottobre 2012

Ognissanti a Verona con l'uomo ricostruito

Il 31 ottobre tradizionale lettura "fantastica" a Verona, quest'anno Delmiglio Editore presenta "Storie di gente a pezzi". Il tema è "L'uomo ricostruito".


L'Ermetico Errante, ottobre 2012


mercoledì 3 ottobre 2012

Il parroco durante la messa: “La nostra chiesa infestata dal demonio”


Il parroco durante la messa: “La nostra chiesa infestata dal demonio”

Il prete di campagna ogni domenica invita a "guardarsi dal maligno e a pregare con lui". Avrebbe chiamato anche un esorcista, senza ottenere risultato

di Marco Zavagli | Ferrara | 27 settembre 2012


Domenica 23 settembre, anno del Signore 2012. Durante la celebrazione della messa delle 10.45, i fedeli di un paesino in provincia di Ferrara sono stati informati dal loro sacerdote che la chiesa parrocchiale è parzialmente infestata dal demonio. Non si sa se il maligno abbia piede caprino e coda biforcuta, di certo c’è che è solito accanirsi soprattutto – come agiografia comanda – sui banchi della fila di sinistra (di qui la specifica del “parzialmente”). La fila di sinistra, assicurano gli oranti, avrebbe solo una connotazione geografica.

La notizia arriva da uno dei devoti frequentatori della chiesa di campagna. Le successive conferme, giunte sia tra i presenti che da fonti ecclesiastiche e amministrative, hanno comprovato la veridicità della bizzarra curiosità. Che in paese non è nemmeno una novità. Tant’è che a qualche tempo fa bella mostra di sé nei dintorni un ex voto per scacciare gli spiriti da tregenda. Sul luogo e il nome del don si preferisce mantenere la riservatezza, per non turbare ulteriormente la sensibilità delle persone coinvolte.

A ogni modo il parroco in questione, dopo l’infernale scoperta, non è rimasto con le mani in mano. Armato di rosario e ‘santa’ pazienza, come riferiscono i testimoni, ha provveduto a solenni e solerti benedizioni. Il tentativo però non ha scalfito l’insistenza dell’indesiderato ospite, che pare abbia continuato imperterrito nelle sue luciferine apparizioni.

A scacciare il mercante dal tempio non sono serviti nemmeno due interventi da parte di un esorcista. Niente da fare, il diabolico intruso ha risposto da par suo facendo sussultare e saltare i banchi.

Tra i fedeli, ovviamente sbigottiti dall’insolita omelia, c’è chi ha messo da parte velleità razionaliste e ha ipotizzato un possibile assestamento post sisma. Ipotesi subito bocciata: il terremoto non fa differenze tra file di destra e di file di sinistra.

La presenza del diavolo è stata notata anche in canonica e già da tempo il parroco sostiene di aver contratto una malattia dopo aver ingerito cibi contaminati da fattura. Il rimedio è affidato alla fede: “Ogni domenica – riportano i frequentatori della chiesetta – invita i parrocchiani a guardarsi dal maligno e a pregare con lui”.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/27/parroco-durante-messa-nostra-chiesa-infestata-dal-demonio/366260/

Villafranca di Verona, la fornace non è più leggenda


L'Arena
martedì 25 settembre 2012


VILLAFRANCA. Trovata una parete nel cantiere per interrare il metanodotto. Spellini, il proprietario del terreno, scrive un libro sugli scavi

Scoperta l´antica fornace della città

Sembrava una leggenda il fatto che nella corte furono cotti i mattoni per costruire il castello Invece spunta un sito che risale a prima del 1200

Ci sono segreti e storie celate dietro ogni edificio datato. E ci sono motivazioni che affondano le radici in epoche passate, dietro la formulazione del nome di un luogo. Nasconde tutto questo l´antica corte padronale in località Fornaci, nella campagna villafranchese, vicino al confine con Povegliano. Frammenti di ricordi e storie sono state rivangate da uno dei proprietari attuali, Pietro Spellini, fino a svelare ciò che la famiglia, che acquistò la tenuta nel 1867, ha scoperto solo nel 2008: quel nome particolare, «le Fornase», derivava da ciò che è stato custodito dal terreno per secoli.
A svelarlo è il signor Spellini che nelle lente ore invernali di inattività dai lavori agricoli, lo scorso anno, ha iniziato a metter su carta la storia dell´antica corte. Ne è uscito un libretto, «De le Fornase nobile poesia», di fresca edizione che tra racconti e fotografie, narra l´evoluzione del complesso, la vita agreste villafranchese di un tempo e anche le origini toponomastiche. Quattro anni fa, i lavori per la realizzazione del metanodotto hanno svelato l´arcano. Dal terreno sono emersi cocci vetrificati. Come se ne trovavano spesso in quella zona, arando e coltivando. Poi più sotto è emerso un blocco di mattoni arancioni. E un piccolo edificio a due stanze: una fornace.
«Una leggenda non scritta», spiega Spellini, «diceva che il nome Fornaci derivasse dal fatto che qui erano stati cotti i mattoni del castello di Villafranca, ma sembrava frutto di pura fantasia. Nel 2008, nella posa del tubo del metanodotto ci siamo imbattuti in un resto di muratura. Sospendemmo i lavori e un gruppo di archeologi si mise all´opera. Ne è uscita una struttura con una doppia parete, una esterna in malta e ciottoli e una interna in mattoni. Tra i due muri era stata inserita della terra rossa di mattoni cotti e frantumati, secondo le tecniche utilizzate dalle fonderie artistiche artigiane, per contenere il calore del bronzo e fondere le statue. Le pareti interne erano vetrificate. Eravamo di fronte a una fornace. Quella fornace che aveva dato il nome alla località».
Il sito è stato analizzato, fotografato, ricoperto di un tessuto apposito sotto l´occhio della Soprintendenza, quindi interrato nuovamente. Sulla datazione Spellini è incerto e lancia la palla a chiunque voglia approfondirne gli studi. «Certamente fu realizzata prima del 1200, quando già la località si chiamava Fornase».
Si tratta di un interessante lavoro archeologico, perché, attraverso la scoperta, è possibile ricostruire un pezzo di storia di Villafranca. Le sorprese, infatti, non sono finite qui. I due rettilinei della Postumia e della Grezzanella hanno sempre suggerito l´ipotesi che quella campagna fosse stata luogo di passaggio anche dei romani. A 200 metri dalla corte, verso la Postumia, sempre durante i lavori del metanodotto sono emersi tre cumuli di sassi, che hanno attirato subito l´attenzione degli! archeologi. «Erano tre tombe, due vuote e una con un corredo integro, affidato alla Soprintendenza e in attesa di studio: c´erano lucerne, lacrimatoi in pasta vitrea, monete e vasi di terracotta. Un´ampolla di vetro conteneva le ceneri di un morto e poco distante c´erano i resti di un cane. Animale e padrone furono sepolti insieme».
La datazione più probabile è il secondo secolo dopo Cristo. «Sarebbe una tomba romana, che permetterebbe di accertare che la nostra area era abitata anche allora e forse potrebbe definire il sito più antico del Comune di Villafranca».
 


Il vino pagato
con pignatta
di monete


Le tombe e una tubazione in terracotta trovata nel terreno indicano la presenza romana come la più antica alle Fornaci. Oggi il complesso storico è una corte rurale e tenuta agricola della famiglia Spellini, che la acquistò nel 1867. Tra i misteri scovati ci fu, negli anni Trenta, una pignatta di monete, che il padrone di casa non riuscì a vedere: «Gli operai che l´avevano trovata l´avevano venduta subito a Villafranca per qualche bottiglione di vino», spiega Pietro Spellini.
Segreti a parte, la corte è stata un crocicchio di letterati e nobili, amici dei proprietari. L´ha ritratta in versi Berto Barbarani e dipinta Luigi Zago. Ma la storia scritta da Spellini riepiloga anche l´evoluzione della vita di campagna e dell´agricoltura di fine Ottocento e del Novecento. Era un piccolo mondo antico, dove una ventina di bambini, figli di chi lavorava per la famiglia Spellini, giocava a piedi nudi tra il cortile ! polveroso e la campagna. Dove le stagioni erano scandite dai lavori agricoli. Dove si attendeva a primavera la festa di contrada. «Veniva il curato per il catechismo», racconta Spellini, «e il lunedì di Pasqua si faceva festa. “Canon" Martini suonava la cornetta, il “Cochi" Carlini la fisarmonica e il “Banda" cantava Ugo Tognelli». Era la metà del secolo scorso. L´epoca del «spaseso» per i bimbi, della polenta sulla «panara», dei detti dialettali per prevedere il tempo: «Nuvole rosse, o vento o gosse», «A San Valentin la lodola la fa el gnalin». Era il tempo delle trebbiature, della coltura del baco da seta e delle pannocchie. M.V.A.
  

Misteri sommersi, da Toscolano una flotta specializzata


Bresciaoggi
sabato 22 settembre 2012



I PROTAGONISTI. L´imbarcazione di appoggio Capitan Nemo dispone di un robot capace di scendere fino a 300 metri

La flotta alla ricerca dei tesori sommersi

Deep Explorers Onlus vanta una struttura d´avanguardia, un ricco palmares di ritrovamenti

L´associazione Deep Explorers Onlus ha sede a Toscolano Maderno. Dispone di tecnici specializzati, ingegneri elettronici, geologi, subacquei, e può operare in tutti gli specchi d´acqua. Effettua videoriprese, monitoraggi ambientali, ispezioni di condotte, lavori sui fondali, studi ittici, recuperi. Dispone di un cabinato da 10 metri, il «Capitan Nemo» con eco-scandagli e gps, attrezzatura subacquea (il robot «Nicolus», in grado di operare fino a 300 metri di profondità, dotato di quattro telecamere di cui una digitale, con luci e sonar), un motoscafo cabinato di supporto, lo «Spenck», e il gommone «Siluro» da sei metri e mezzo, con un kit ossigeno per l´emergenza. 
Può contare su uno studio di montaggio e una regia mobile. Grazie a ponti televisivi è in grado di trasmettere fino a quattro chilometri di distanza. Per far vedere ai turisti come si svolge la vita dei pesci, d´estate vengono spesso organizzat! i spettacoli in diretta dal fondo del lago, trasmessi su un maxischermo. 
Deep Explorers collabora col Ministero per le attività culturali, la Soprintendenza per i beni archeologici, il Museo della guerra bianca in Adamello, la Provincia di Brescia, comuni, consorzi e aziende private.
L´animatore Angelo Modina abita a Toscolano Maderno, ma ha girato il mondo per effettuare riprese e preparare documentari. È stato in Alaska, alla Iditabike (600 chilometri di corsa sulle slitte); al Polo Nord, con la spedizione dei valdostani Enrico Martinet e Nello Charbonnier (da Mosca a Murmansk, dove giace, semiaffondata, la gloriosa flotta sovietica); nella Bosnia martoriata dalla guerra; in Malì, durante il campo di lavoro portato a termine dai volontari bresciani, guidati dall´ex sindaco di Gavardo Gabriele Avanzi
Nella primavera 2003, a Brenzone, sulla sponda veronese, Modina, Gianni Calafà e Lorenzo Parisi hanno scoperto a 120 metri di profondità il re! litto della «Diana», una nave da trasporto merci di inizio N! ovecento, lunga 18 metri, con scafo in ferro e due alberi, naufragata negli anni ´20. Poi i recuperi di motoscafi (uno, in legno, a meno 140 mt.); di una ruota in ferro da 130 chili, a raggi incrociati, appartenente a un carro militare della guerra 1915-15 (ora in bella mostra all´ingresso del municipio); un´ancora in ferro, utilizzata dai marinai per il loro monumento e numerose piccole altre scoperte che lo incoronano come uno dei più prolifici ricercatori del bacino benacense.S.Z.