mercoledì 20 luglio 2011

Denunciato marito “vampiro” in India

19 luglio 2011 19:05
Denunciato marito “vampiro” in India



A volte, nel mondo, accadono cose che sembrano siano uscite dai libri o dai film horror, e questo ce ne può dare conferma una giovane donna di 22 anni, residente nello stato indiano del Madhya Pradesh, la quale ha ultimamente denunciato il marito per un fatto insolito e che lascia sbigottiti.

La donna nel 2007 ha sposato un agricoltore che pochi mesi dopo le nozze ha quotidianamente bevuto il suo sangue per circa tre anni.

La donna ha raccontato al" The Times of India" che l'uomo aspirava il sangue della moglie con una siringa e dopo averlo versato in un bicchiere lo beveva, e ha portato avanti questo rituale anche quando la donna era incinta del loro primogenito.

Una volta nato il bambino, la donna si è ribellata, visto che cominciava a risentirne anche la salute.

L'uomo aveva minacciato la consorte di non riferirlo a nessuno altrimenti ci sarebbero state serie conseguenze, ma lei non ce l'ha fatta più e dopo essersi rifugiata dai parenti ha avuto il coraggio di denunciare il marito vampiro.

http://www.news-24h.it/2011/07/denunciato-marito-vampiro-in-india/

lunedì 18 luglio 2011

Larve nel naso, morto il paziente

SANITA'
Larve nel naso: morto il paziente ricoverato al Policlinico di Messina
I familiari avevano denunciato la presenza dei moscerini nella stanza d'ospedale.

NOTIZIE CORRELATE
Larve nel naso: ospedale denunciato (16 luglio 2011)



Moscerini

MILANO - È morto al Policlinico di Messina l'uomo di 55 anni ricoverato in Rianimazione per un'emorragia celebrale dovuta ad un aneurisma e i cui familiari avevano denunciato la presenza di larve di insetti nel suo naso. «Siamo sconvolti - spiega Valentina Misuraca, figlia dell' uomo -: mio padre si è aggravato improvvisamente e i medici hanno detto che ha avuto dei problemi cardiaci. Hanno tentato di rianimarlo ma non c'è stato nulla da fare. Ancora non sappiamo se ci possano essere dei collegamenti tra la presenza delle larve e la sua morte, al momento non escludiamo nulla, vedremo cosa ci dirà poi il medico legale. Non sappiamo ancora se verrà fatta un'autopsia».
DENUNCIA - Il caso aveva suscitato scalpore. I parenti avevano notato la presenza di moscerini nella stanza del loro congiunto e avevano avvertito la direzione sanitaria. «Erano 10 giorni che vedevamo volare dei moscerini nella stanza dove si trova ricoverato mio marito, - ha raccontato la moglie del paziente deceduto, Maria Napoli -, ma nonostante avessimo chiesto più volte un intervento dei sanitari loro non hanno fatto nulla». La presenza delle larve di moscerino è poi stata confermata dal direttore dell'Unità operativa di Anestesia e rianimazione, Angelo Ugo Sinardi. «È vero, erano presenti delle piccole larve sul naso di un nostro paziente ricoverato - ha dichiarato il responsabile sanitario -, ma subito siamo intervenuti eliminandole. L'uomo è stato sottoposto ad una visita da parte di un otorino che ha escluso la presenza di altre larve».

MARINO - La famiglia ha poi chiesto l'intervento della Polizia e sul caso è intervenuto Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale. L'esponente del Pd ha inoltre detto di aver sollecitato l'intervento dei Nas per verificare le condizioni igienico sanitarie dell'ospedale.

Redazione online Corriere.it
18 luglio 2011 16:12

lunedì 11 luglio 2011

Leggende e misteri dei labirinti

L'Arena - IL GIORNALE DI VERONA
Domenica 10 Luglio 2011 PROVINCIA Pagina 27
DEDALO MAGICO. Per i visitatori del Parco Sigurtà di Valeggio è un'attrazione, ma le sue pareti vegetali evocano il passato e invitano a riflettere



Fin dai tempi antichi è mistero, natura, preghiera e il suo centro è un luogo sacro: il suo significato rimanda alla vita, che non ha senso senza la fatica

Dice uno scrittore inglese: «We are all trapped in a maze». Siamo tutti prigionieri di un labirinto. Quando giovedì scorso è stato inaugurato nel Parco giardino Sigurtà di Valeggio un labirinto, ci sono venute in mente queste parole e mille altre immagini, anche se l'atmosfera inaugurale, inevitabilmente chiassosa, toglieva spazio alla fantasia. Il comunicato del parco parla di una nuova attrazione, di un dedalo di 1.500 tassi (taxus baccata), di sei anni tra progettazione e costruzione, del «tocco» di Adrian Fisher, il più famoso realizzare di labirinti al mondo. Ma un labirinto è qualcosa di più di una semplice attrazione, di una curiosità. Il labirinto è un luogo magico, straordinario. E se si trova in un luogo alt! rettanto incantevole come è il Parco Sigurtà, la magia si moltiplica.

Fin dai tempi più antichi, ancor prima della storia, presso molti popoli, anche quelli più lontani tra loro e senza contatti, il labirinto è esistito assumendo i significati più complessi e le simbologie più diverse. Platone afferma che il primo labirinto era su Atlantide. Ma il primo labirinto che ha coinvolto tutti fin dall'infanzia è quello di Creta: il mitico e pauroso antro dell'uomo bestia, il Minotauro. Ma accanto al labirinto di Dedalo e Icaro, di Teseo e di Arianna, ce ne sono altre decine. Per gli Hopi, pellerossa del Nord America, il labirinto rappresenta la madre terra, la natura, la spirale che unisce l'uomo a ogni altra vita. Il labirinto è preghiera. Ci si perde come nel peccato, ma alla fine ci si ritrova. Purificati. Rinati. Per qualcuno è il luogo dove il tempo magicamente si ferma. E fin che non se ne esce è davvero così: si! sta col fiato sospeso.
Ma il centro del labirinto è a! nche un luogo sacro: la città santa, la Gerusalemme celeste. Per questo sui pavimenti di molte chiese antiche sono riprodotti labirinti: immagini simboliche della vita umana fatta di difficoltà, peccato, deviazioni. La Gerusalemme celeste, la salvezza, sta al centro. Per raggiungerla si deve passare dalla materialità alla spiritualità, dall'oscurità alla luce.

Ed è quanto meno curioso che si sia usato per costruire il labirinto del parco Sigurtà il Taxus baccata. Una pianta considerata sacra e magica dai Celti che lo consideravano una pianta straordinaria, che per essere da un lato velenosa e dall'altro sempreverde lo associavano alla morte e alla vita spirituale. Anche i romani lo consideravano un albero sacro con le medesime prerogative.

Perché il tasso? «Perché è un'essenza molto pregiata», risponde Giuseppe Sigurtà, proprietario con la sorella Magda, del Parco voluto dallo zio, il conte industriale f! armaceutico Carlo Giuseppe Sigurtà, amico e ospite, proprio qui a Valeggio, di molti premi Nobel. «In tutto il mondo i labirinti vegetali vengono costruiti con due piante sacre e pregiate: il bosso e il tasso. Bossi nel giardino ce ne sono tanti, ho voluto per questo labirinto il tasso. E' molto bello il concetto dell'oscurità e della luce, della morte e della rinascita. Si associa molto bene al motto di questo labirinto: „Più lontano, più vicino‰. Quando cominciammo a pensare al labirinto, mio padre, Enzo Inga Sigurtà, era ancora in vita. Mi disse: „Tutti i labirinti del mondo hanno un motto. Quale sarà il motto di questo?‰. Gli raccontai che sarebbe stato un labirinto dove più ci si allontava, più ci si avvicinava alla soluzione. „Ecco il motto‰, mi disse felice, „Più lontano, più vicino‰. E così è stato. Questo è il vero significato del labirinto: nella vita null! a conta senza sacrificio. E' la fatica che porta risultato e soddisfazi! one».

Una delle più belle leggende, ancora presente nella zona di Chiusi, risale agli Etruschi. Porsenna , il potente locumone, si fece costruire un gigantesco mausoleo, nei sotterranei del quale fece scavare un labirinto all'interno del quale lasciò detto di essere seppellito su un cocchio d'oro trainato da 12 cavalli d'oro. Ma l'elemento più straordinario è che volle nel labirinto anche una chioccia d'oro con cinquemila pulcini dello stesso prezioso materiale. Narra la leggenda che ancora oggi, in certe notti, la chiocchia esce dal labirinto con tutti i suoi pulcini che scintillano al chiarore lunare.

Ma il labirinto è anche un gioco. I fumetti anni Sessanta riportavano regolarmente facili labirinti dove i bambini entravano con la punta della matita e ne uscivano vittoriosi dopo aver «conquistato» la figura centrale. Ma basta acquistare un settimanale enimigstico per trovare ancora labirinti più o meno facili da fare. Com! e si esce da un labirinto? Tiziano Scarpa, romanziere moderno, ha risposto con una bella frase: «Perché vuoi combattere contro il labirinto? Assecondalo. Non preoccuparti, lascia che sia la strada a decidere da sola il tuo percorso, e non il percorso a farti scegliere le strade. Impara a vagare, a vagabondare».

La tavoletta dei misteri a Camposilvano

L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA

Sabato 09 Luglio 2011 PROVINCIA Pagina 22

VELO e SAN MAURO DI SALINE. Domani al Museo geopaleontologico di Camposilvano sarà aperta una nuova sezione


In vetrina il villaggio fortificato
e l'antica tavoletta dei misteri


La terracotta risale all'età del Bronzo ed è adornata da enigmatici cerchi: forse venne data in cambio della fornitura di selce, il «petrolio della preistoria»

Una nuova vetrina nel Museo geopaleontologico di Camposilvano curata dagli Amici del museo con il sostegno del Parco della Lessinia ospiterà i reperti di un villaggio protostorico risalente all'età del Bronzo e venuto alla luce nel 2003 sul Dosso Folesani, nei pressi di San Mauro di Saline, durante lo scavo per realizzare un'abitazione. Sarà inaugurata domani alle 12 e tra i reperti più preziosi custodisce una tavoletta di terracotta adornata di simboli enigmatici, ma nella vetrina ci sono anche numerose altre tipologie di manufatti in selce di notevole bellezza (punte di freccia, raschiatoi, falcetti, frammenti di grandi pugnali), terrecotte di pregevole fattura, macine e altri oggetti. Nel museo si potranno anche ammirare alcune ricostruzion! i di come si presentavano gli strumenti originariamente, realizzate con tecniche antiche dal curatore della sezione, Germano Piccoli, che con Gianluigi Corrent, aveva individuato e segnalato il sito scoperto al Nucleo operativo di Verona della Soprintendenza archeologica del Veneto.

L'interesse attorno alla tavoletta enigmatica era stato alto fin dalla scoperta, presentata in municipio a San Mauro dal direttore archeologo della Soprintendenza Luciano Salzani. È un reperto che sta sul palmo della mano, sul quale sono tracciati cinque cerchi che a loro volta ne contengono ciascuno altri quattro concentrici. Oggetti simili sono stati trovati anche sulle colline moreniche del Lago di Garda, a Nogarole Rocca e nella zona danubiana della Slovacchia e classificati come amuleti, sigilli di proprietà o stampini per tatuaggi, elementi per il conteggio o di calendario. Ha analogie con la tavoletta di Canàr di San Pietro Polesine e con un esemplare da Monkodonja press! o Rovigno, in Istria, ed è il primo ritrovamento del gene! re in Lessinia, che conferma la presenza di un villaggio dell'età del Bronzo medio, fino agli inizi di quello recente (da 2000 a 1500 anni a.C.).

Un sondaggio ha verificato anche l'esistenza di strutture murarie sepolte di notevoli dimensioni, probabilmente un luogo di difesa del villaggio che ha riscontri in altre opere di difesa dell'area prealpina: Guaite di Sant'Anna d'Alfaedo, Sassine di Arbizzano, Monte Rocca di Caldiero e Monte Pipaldolo di Novaglie. Secondo Salzani, «l'abbondante presenza di industria litica, con strumenti finiti e scarti, sta a dimostrare che la lavorazione della selce sui Lessini durante la media età del Bronzo era ancora fiorente e rappresentava una delle principali risorse economiche di questo villaggio. Ci sono molte aspettative per future ricerche per l'esistenza di un abitato d'altura con depositi archeologici e strutture murarie abbastanza integri e conservati».
Di questo parleranno, in un dibattito moderato da Ugo ! Sauro, stasera alle 21, nel teatro di San Mauro, con lo scopritore Germano Piccoli, l'archeologa Elisa Pinoli, che sul sito ha sviluppato una tesi di laurea e la collega Candida Sidoli, una delle maggiori esperte italiane di tavolette enigmatiche.

Il ritrovamento della tavoletta confermerebbe uno scambio fra popolazioni che abitavano lontano fra loro. È da capire, e gli studiosi cercheranno di sollevare il velo, se si trattasse di migrazioni di piccoli gruppi o di scambi commerciali, favoriti dalla grande presenza di selce a San Mauro, «il petrolio della preistoria», com'è stata definita e che sicuramente portava a migrazioni e scambi: la tavoletta ritrovata potrebbe essere stato il prezzo pagato per una fornitura di oggetti scheggiati che servivano per la caccia, per l'agricoltura e come utensili domestici.

martedì 5 luglio 2011

Un percorso tra le leggende, a Ferrara

Nel buio del bosco di Ro

Il 16 luglio un percorso musicale, turistico e culturale alla scoperta delle creature leggendarie che popolano le valli padane, con ritrovo all'Acquedotto di Ro ferrarese.

Ospite: Eraldo Baldini


Un libro sui cacciatori di mostri

Riporto di seguito un articolo che appare sul Corriere della Riviera (periodico del lago di Garda) sul numero di giugno 2011. Dato che non ne trovo altra traccia online, se qualcuno sa come procurarselo mi può contattare a info@simonacremonini.it o 339-5864651? Grazie a chi può darmi info.


sabato 2 luglio 2011

Curiosità e leggende valsabbine, un libro

1/07/2011 10:00:00 Vestone
Pubblicazioni
Ristampa per «Curiosità e leggende valsabbine»
di Giancarlo Marchesi
Ripubblicato in forma anastatica il prezioso volume di Ugo Vaglia del 1947, prima raccolta delle tradizioni valsabbine del dopoguerra.



Il volume del compianto Ugo Vaglia, «Curiosità e leggende valsabbine», presentato nei giorni scorsi all’Auditorium di Vestone, detiene un piccolo, grande primato nell’ambito della letteratura valligiana: è stato ristampato a ben 63 anni dalla prima edizione, uscita nel 1947 all’interno del progetto editoriale Edizioni Valsabbine voluto e coordinato da Guido Bollani.

La pubblicazione in forma anastatica del volume è stata realizzata, su invito della Comunità montana di Valle Sabbia, dalla Fondazione civiltà bresciana, nell’ambito della collana denominata Reprint. «L’intento di questa operazione editoriale – dichiara Giovanmaria Flocchini, assessore della Comunità montana - è quello di avvicinare sempre più i valligiani alle tradizioni».

Presentando l’opera Alfredo Bonomi, vicepresidente della Fondazione civiltà bresciana, ha evidenziato che «con questo volume Vaglia nel 1947 ha anticipato di molti anni una tendenza che si è posta con forza in questi ultimi tempi, nei quali ogni piccola comunità vuole approfondire il radicamento nel suo passato».

Accennando invece al progetto editoriale intrapreso all’epoca da Bollani e da altre personalità della vallata, Alfredo Bonomi ha rimarcato che «negli anni che vanno dal 1947 al 1951 le Edizioni Valsabbine rispondevano ad un preciso programma culturale: molti valsabbini erano convinti che non fosse possibile la ricostruzione materiale intrapresa nell’immediato dopoguerra senza un forte scatto culturale, senza far conoscere il lungo percorso storico ed umano compiuto dalle comunità valligiane».

Il volume di Vaglia, ricco di contenuti densi e vari, di notizie storiche, leggende, curiosità e spunti di vita comunitaria s’inseriva alla perfezione in questo ambizioso progetto editoriale.

In foto la copertina del libro e Ugo Vaglia


Fonte e fotografie:
http://www.vallesabbianews.it/notizie-it/Ristampa-per-Curiosit-e-leggende-valsabbine-16343.html